sabato 31 luglio 2021

LETTURE - IL TRIO

 



Un paio di settimane fa ho sentito nominare 《Sandokan》, con riferimento alla prima serie televisiva: in una frazione di secondo da 《Sandokan》 ho pensato a Sàlgari, e da quest'ultimo mi è balenata davanti una bella copertina color《verde jungla》 che ricollegavo alla mia infanzia.


E così, dalla mia 《macchina del tempo》 ho recuperato quel libro, di cui ricordavo il 《parcheggio》: 《I misteri della jungla nera》 di Emilio Sàlgari

Ma quel libro era accanto ad altri due, uno rosso e l'altro simil-cuoio, dalle copertine altrettanto belle: mi sono ricordato - a cascata, proprio come in questa foto - che quel libro verde faceva parte di un trio, insieme al 《Libro Cuore》 e a 《Carlo Magno》.


Ciò che invece non ricordavo è stata un'altra cosa: quei libri venivano distribuiti al supermercato da una nota catena italiana, non ricordo se con i punti o se con una soglia minima di spesa.


Un paio di mesi fa avevo recuperato e rispolverato altri libri, più piccoli e stampati su carta riciclata; da Shakespeare a Pirandello: anche questi distribuiti dai supermercati, alcuni addirittura al bancone salumeria, con l'acquisto di una certa marca di formaggio.

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Era la prima metà degli anni Novanta, 1992-1993 circa; ero un bambino ma ricordo sufficientemente che questa cosa era la normalità, anche nel piccolo supermercato del paese.

Già negli anni a seguire mi pare di non aver più trovato libri nei supermercati; poi anche le librerie hanno cominciato a scarseggiare, soprattutto nelle località di grande turismo: le librerie economiche per intenderci.


E non credo sia stato tanto (o soltanto) un fenomeno legato all'avvento del digitale, che era iniziato già dagli anni Ottanta.

Piuttosto ho avuto l'impressione diretta che negli anni a seguire abbiamo cominciato a leggere di meno - o meglio - a leggere meno libri e a impegnare il tempo in altri oggetti di distrazione, e - credo - non per colpa (o non solo per colpa) degli smartphone, che sono relativamente recenti, ma proprio per una mutazione culturale più generale che ancora non ho compreso a pieno.


Mauro Rosati



venerdì 30 luglio 2021

LIBERE RIFLESSIONI: IL NOSTRO EMBLEMA CIVICO

 

Siena, facciata del Palazzo pubblico:  il trigramma bernardiniano 《YHS》.
( Fonte immagine: Wikipedia; pubblico dominio )

Riproduzione artigianale del trigramma bernardiniano 《YHS》.
( Foto: Mauro Rosati)


Riproduzione artigianale della vetrata novecentesca della chiesa di San Giuliano a L'Aquila. Vetrata a sua volta ispirata alla tavola originale datata al XV secolo.
( Foto: Mauro Rosati)


Libere riflessioni sul nostro emblema civico e, in particolare, sul motto.

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Sul motto: IMMOTA MANET

《Immota Manet》 personalmente l'ho sempre letto con accezione positiva, ossia come capacità di resistenza; qualcosa che resta saldo anche rispetto alle avversità della Storia.

E l'ho sempre letto come solenne motto civico - anche se al momento non saprei ancora indicare con certezza l'epoca di comparsa -.

Potrebbe essere comparso, per esempio, dopo il terremoto del 1703 oppure essere già presente in qualche fonte più antica, e poi ufficialmente collocato nel nostro stemma cittadino (emblema civico).


Come assonanza e come concetto, mi richiama un po' alla memoria il motto 《Hic manebimus optime》 riportato da Tito Livio in riferimento all'esortazione a ricostruire Roma e a non abbandonarla dopo il saccheggio e l'incendio dell'Urbe ad opera dei Galli/Celti (390 a.C).

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Sul《PHS》

A mio personale parere penso che si tratti semplicemente di un'errata trascrizione del trigramma bernardiniano 《YHS》. 

Infatti, nella forma "gotica" più antica, la lettera greca Y (iupsilon) è facilmente confondibile con una 《P》 latina: da qui il probabile equivoco di trascrizione.

Come si può notare dai tre esempi riportati nelle immagini in alto (vedi sopra).

San Bernardino da Siena, infatti, con la sua predicazione rese talmente popolare l'《YHS》 da renderlo anche un simbolo civile, oltre che religioso. Un simbolo di concordia.

Tra l'altro i due aspetti, religioso e civico, non erano così distinti in passato.

La presenza dell'《YHS》 sul Palazzo pubblico di Siena e sul gonfalone aquilano ne sono due indizi significativi.

Pensiamo anche a quanti ne compaiono sugli ingressi delle abitazioni civili.


La presenza della croce sull'asta dell'H, nel nostro gonfalone civico, mi rende ulteriormente convinto che il 《PHS》 sia semplicemente - appunto - la trascrizione errata di 《YHS》 in caratteri gotici.

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Nota e curiosità a margine: 《YHS》 è formato dalle prime tre lettere del Nome di Gesù in greco (quindi "iupsilon" , "eta", "sigma")  poi divenute prima YHS e successivamente anche IHS, come sul nostro gonfalone. Rimane in ogni caso più fedele la forma 《YHS》.

Tra l'altro San Bernardino da Siena non casualmente è anche patrono dei pubblicitari; pare proprio perché seppe creare un《logo》 ante litteram, ossia un simbolo sintetico e comunicativo che riassumeva un messaggio ricco di significati. 

Messaggio spirituale in questo caso, e anche civile - nella quotidianità - come invito alla concordia.


Mauro Rosati




GLI "EDOCHIANI"

GLI "EDOCHIANI": CHI SONO?


Gli Edochiani sono gli abitanti della città che in questi giorni è impegnata con lo svolgimento della XXXII Olimpiade dell'Era Contemporanea (dal 1896). 🥇🥈🥉


📌 Il vocabolo "Edochiano" (aggettivo) deriva dal villaggio di Edo (o Yedo) il cui sviluppo lo ha trasformato nella megalopoli attuale.
Nel 1868, Edo/Yedo prende il nome di Tokyo e per questo possiamo tutt'oggi chiamare "edochiani" i suoi abitanti.

Ecco la fonte di queste brevi info: https://www.treccani.it/vocabolario/edochiano/
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E, visto che ci troviamo in tema, eccovi anche una curiosità geo-globale.

📌 La rete di ricerca GaWC (Globalization and World Cities), presso il Dipartimento di Geografia dell'Università di Loughborough (Inghilterra, Regno Unito), elabora periodicamente una classifica delle "città globali", ossia di quelle città che possono essere classificate di livello mondiale in base a una serie di parametri.
Parametri non solo demografici, tra i quali: commercio internazionale, sostenibilità, politiche urbanistiche, logistica (Fonte: https://www.lboro.ac.uk/gawc/group.html ).

📌 La classifica GaWC va dal livello "Alpha++" al livello "Sufficiency": nella classifica 2020, Tokyo è classificata al livello "Alpha+".


Di seguito è consultabile la classifica completa del 2020:
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Mauro Rosati


P.S.: se vi piacciono questa ed altre curiosità e contenuti sul Lessico italiano e dialettale, con relativi quiz e dibattiti, vi segnalo e vi consiglio il gruppo FacebookLessico delle Lingue e Dialetti d'Italia



giovedì 22 luglio 2021

Dall'Astronomia al nostro lessico quotidiano: il SOLLEONE e la CANICOLA

Immagine tratta dal libro: “Il fiore di letture: per la terza classe elementare” di Lilla Lipparini
(Bologna, Zanichelli, 1949)
Fonte: https://www.filastrocche.it/contenuti/i-dodici-mesi-4/


Dall'Astronomia al nostro lessico quotidiano: 
il SOLLEONE e la CANICOLA


📌 Secondo le effemeridi oggi entriamo ufficialmente nel periodo dell'anno detto SOLLEONE, generalmente usato anche come sinonimo di CANICOLA. Nel nostro linguaggio quotidiano utilizziamo questi due vocaboli come sinonimo di "grande caldo", genericamente. Se andiamo però a guardare la loro origine (etimologia) ci accorgiamo che fanno riferimento a un periodo dell'anno ben preciso, collegato all'Astronomia e all'Astrologia.

 

🔎Da dove provengono quindi queste due parole? Vediamo le interpretazioni più condivise dai nostri vocabolari.

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📌 SOLLEONE: detto così ci farebbe pensare a un "grande Sole", inteso come "gran caldo", che in effetti è quello che accade durante questo periodo. L'origine del vocabolo, però, pare che sia un composto di Sol (Sole) e Lione (Leone), ossia il Sole del Leone.

Ma di quale Leone parliamo? Si tratta della costellazione del Leone e quindi del suo segno zodiacale. 🦁 Il SOLLEONE, infatti, indica il periodo compreso tra l'ultima decade di luglio - quando il Sole entra nel segno del Leone - e la prima decade di agosto, fino quindi a San Lorenzo (10 agosto, le "calure di San Lorenzo"), ossia il periodo dell'anno in cui si raggiungono le temperature più alte. All'esatto opposto del periodo gennaio-febbraio quando - cambiamenti climatici a parte - dovremmo avere normalmente le temperature più basse. Il SOLLEONE è menzionato anche nella nota filastrocca dei mesi di Angelo Silvio Novaro: "Luglio falcia le messi al Solleone".


Nota astronomica: anche se parliamo di "segno del Leone" in realtà - da un punto di vista astronomico - oggi il Sole entra nella costellazione del Cancro. 🦀 Ciò è dovuto al fatto che i nostri segni zodiacali si basano sulla posizione apparente del Sole di decine di secoli fa, quando è stato "fissato" il nostro Zodiaco. Nel frattempo però, il nostro Pianeta è arretrato di un mese rispetto alla sua posizione dell'epoca, a causa di un fenomeno detto "Precessione degli Equinozi". In parole semplici, ogni anno, dopo un giro completo, la Terra ritorna nello stesso punto dell'orbita con un po' di anticipo: apparentemente non ce ne accorgiamo, ma quando questo anticipo comincia a sommarsi nel corso dei secoli e dei millenni, succede che allo stesso giorno del calendario non corrisponde più la stessa posizione del Sole verso le costellazioni zodiacali. Ecco perché oggi il Sole entra effettivamente nella costellazione del Cancro anche se ufficialmente, da calendario, entra invece nel segno del Leone.

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📌 CANICOLA: questo vocabolo viene utilizzato generalmente come sinonimo di SOLLEONE. Anche in questo caso, l'etimologia più accreditata vuole che questo nome abbia a che fare con l'astronomia e più precisamente con la stella Sirio. Nel nostro cielo, Sirio è la stella più luminosa dopo il Sole (luminosità apparente, ovviamente) e quindi per millenni è stata un punto di riferimento per navigatori e non solo. La stella Sirio, appartiene alla costellazione del Cane Maggiore: poiché nel periodo più caldo, compreso tra luglio e agosto, Sirio sorge insieme al Sole - e quindi non è visibile nel cielo -, si dice che il Sole è in CANICOLA ("cagnolino", in latino) nome dato a Sirio fin dall'Antichità - ossia in direzione di Sirio e quindi anche del Cane Maggiore -. 🐶



Mauro Rosati

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Queste sono le due spiegazioni più diffuse sull'origine di questi vocaboli: per esprimere le vostre opinioni, raccontare i proverbi, e anche eventuali versioni differenti a vostra conoscenza, si può intervenire nel gruppo Facebook Lessico delle Lingue e Dialetti d'Italia


( https://www.facebook.com/groups/324563565718659/ )




lunedì 19 luglio 2021

CHAPEAU!


 

(Immagini tratte dalle pagine e gruppi Facebook:
Coordinamento per la tutela della natura e dell’ecosistema urbano-L’Aquila
Alberi AMICI Firenze Q2  )


CHAPEAU!

Parigi, comune metropolitano di oltre 2 milioni di abitanti, all'interno di una regione metropolitana che conta oltre 12 milioni di abitanti.

Sicuramente anche la capitale francese ha i suoi problemi come tutte le grandi città metropolitane; tuttavia - anche se a distanza - ho osservato tanti interventi migliorativi nella gestione del verde urbano e nella cura delle strade.


Ieri, da spettatore, ho avuto modo di osservare diverse vie parigine, non solo quelle più centrali, durante la tradizionale tappa conclusiva del Tour de France.


Accanto alle alberature storiche ben tenute lungo i molti viali, ho osservato tanti alberi più giovani aggiunti lungo i lati delle carreggiate - alberi piantati già abbastanza grandicelli e tutti verdi -; e non solo sulle strade più centrali. 

I binari di molti tram che attraversano la capitale francese correvano spesso su manti erbosi, e l'asfalto era limitato solo ai tratti in cui i binari incrociano le strade carrabili. 

Molte isole spartitraffico che dividono le carreggiate dei grandi viali erano tenute a prato oppure coltivate a siepi basse; niente asfalto e niente betonella, tranne che per gli attraversamenti pedonali; diversi di questi interventi sembravano realizzati in anni recenti.

Lunghi filari di viali alberati.

Un sottopassaggio stradale passava sotto uno splendido e grandissimo giardino all'italiana e lungo la strada superiore c'erano soltanto pedoni che camminavano liberi dai pericoli e dai rumori delle auto. 

Giardini all'italiana e giardini all'inglese

parchi urbani con impatto antropico ridotto al minimo; 

lampioni bassi che illuminavano strade e marciapiedi anziché gli alti e inutili lampioni da svincoli stradali che si vedono ancora troppo spesso nelle strade urbane residenziali.

Gli Champs-Elysées molto probabilmente verranno ridotti di due corsie per aumentare gli spazi pedonali a verde attrezzato, e riduzione del traffico, secondo quanto si desume dalla stampa già dall'anno scorso.


E non mi dilungo sul tantissimo verde che si è visto nelle tappe precedenti, in paesini e città della Francia: dalle villette, anche di nuova costruzione, ai centri storici; uno spettacolo piacevolissimo. Tanta ombra dalle calde giornate estive, tanto verde a colpo d'occhio che faceva risaltare ancora meglio piccoli e grandi monumenti, asfalto e cemento ridotti al minimo soprattutto nei viali privati, siepi di recinzione al posto di squallidi muretti in cemento armato, tante alberature nuove e aggiuntive piantate anche lungo le strade provinciali. 

E poi, strade secondarie e di campagna lasciate in terra battuta ben tenuta.

Pianificazioni urbanistiche regolari, con le zone di espansione direttamente in continuità con i centri storici, senza case sparse in mezzo ai terreni agricoli, puliti e coltivati.

Insomma, uno spettacolo per gli occhi e tanti benefici per i residenti: aria più ossigenata, minore rischio di desertificazione del suolo, meno bolle di calore, migliore drenaggio dell'acqua piovana, più percorsi a misura di pedoni, ecc....


Chapeau: personalmente penso che abbiamo ancora molto da re-imparare, basterebbe recuperare quella cura del territorio che avevamo anche noi fino alla metà del XX secolo.


Mauro Rosati

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P.S.. Almeno mezza Italia è a rischio desertificazione: non sono chiacchiere; purtroppo sono dati di fatto confermati scientificamente dall'European Drought Observatory (Osservatorio Europeo sulla Siccità).

La situazione della prima decade di luglio: 

https://edo.jrc.ec.europa.eu/edov2/php/index.php?id=1052




martedì 13 luglio 2021

ARALDICA...CALCISTICA

 



Adesso posso dirlo! 😊

Mentre seguivo la finale dei Campionati europei di calcio, Italia-Inghilterra, indossavo questi pantaloncini.

Ci riflettevo, prima della partita: se non si vince non è certo per 《colpa》 dei pantaloncini, se si vince sarà una 《goduria sportiva》 festeggiare indossando i pantaloncini di una delle principali squadre di Londra e d'Inghilterra.

Senza cattiveria però! ⚽️


E per questo mi è dispiaciuto il comportamento di alcune frange di tifosi fanatici che hanno offeso innanzitutto proprio la dignità del loro popolo e di alcuni loro giocatori; quelle frange non penso rappresentino la civiltà degli Inglesi.

Questi pantaloncini sono diventati la mia risposta sportiva: li ho indossati durante la finale e continuerò a indossarli! Ho già rimosso dal 《cestino》la 《cartella》 di quella brutta parentesi pseudo-sportiva. 

Mi gusto e conservo invece il piacere della festa sportiva azzurra!

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Per quanto riguarda la foto, avrete già letto che la squadra rappresentata è l'Arsenal, società di calcio che oggi ha sede nel quartiere londinese di Highbury.


📌《Araldica calcistica》!

Il nome e il cannone nello stemma ci raccontano l'origine di questa squadra; i colori dell'emblema odierno sono il bianco e il rosso, con il cannone colore oro e due strisce (fimbriature) blu laterali.

L'emblema originale, molto bello anch'esso, era più 《nobiliare》 come si vede in questa foto: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/65/Arsenal_crest_1888.png


📌 L'Arsenal fu fondata nel 1886 da un gruppo di lavoratori della fabbrica di armamenti di Woolwich, un borgo di Londra sulla riva sud del Tamigi, nel distretto di Greenwich - la Woolwich Arsenal Armament Factory, officina del Royal Arsenal (l'Arsenale Reale): ecco il perché del cannone nell'emblema. 

I giocatori si soprannominarono《Dial Square》 , con riferimento alla meridiana (《sun-dial》) che si trovava sopra l'ingresso della fabbrica.

Nei primi decenni del Novecento, la sede della squadra si trasferì nel quartiere di Highbury (Emirates Stadium), dove si trova tutt'ora, mentre la fabbrica di Woolwich chiuse nel 1967.

Nel 2010, dopo lavori di recupero e riqualificazione, l'ex fabbrica di Woolwich è diventata uno spazio culturale pubblico, con polo museale e spazi ricreativi: un esempio di recupero funzionale di archeologia industriale.


Mauro Rosati



lunedì 12 luglio 2021

L'ITALIA CAMPIONE D'EUROPA E LA STORIA DI "HENRI DELAUNAY"

 

12 luglio 2021
Il Doodle di oggi celebra l'Italia campione d'Europa

(Fonte immagine: Google)


Dopo 53 anni dalla vittoria del 1968 e, soprattutto, alla terza finale europea in 21 anni,  la nazionale italiana di calcio maschile è di nuovo Campione d'Europa!

Finalmente digerito il 《rospo》 della finale contro la Francia,  persa ad Euro 2000 con il trofeo quasi in tasca!

Poi c'era stata anche la finale di Euro 2012 quando però la Spagna era nel pieno del suo ciclo vincente e tecnicamente più forte; vittoria netta delle 《furie rosse》.

Nel frattempo, c'era stata però anche la grandissima soddisfazione della vittoria del Campionato del Mondo di Germania 2006, anche in quel caso con l'《adrenalina》 della finale ai calci di rigore contro la Francia!


Ieri sera, domenica 11 luglio 2021, l'Italia ha finalmente rialzato al cielo la Coppa "Henri Delaunay", dopo la vittoria contro l'Inghilterra, nel 《tempio》 del calcio inglese e in uno dei 《templi》 del calcio mondiale: lo stadio di Wembley a Londra (Wembley Stadium)!


Corsi e ricorsi storici: ci avevo pensato più volte nei giorni scorsi! Domenica 11 luglio, esattamente come nel 1982, quando la nazionale italiana di calcio maschile vinse la sua terza Coppa del Mondo (e la sua prima Coppa FIFA)! All'epoca non ero ancora nato però ho ascoltato e studiato tante cose di quel mitico mondiale!

Nei giorni scorsi ho sperato che anche questo 11 luglio 2021 passasse alla storia con una nuova vittoria: vittoria che si è concretizzata quando il portierone "Gigio" Donnarumma ha parato il rigore decisivo!

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L'Italia è campione d'Europa! 🥇

E voglio rendere omaggio alla vittoria della nazionale italiana di calcio anche con un pizzico di Storia!

Chi era Henri Delaunay?

Il francese Henri Delaunay, primo segretario generale della UEFA, fu colui che ideò il torneo continentale europeo per nazioni; qualcosa che eguagliasse la Coppa America di calcio (Copa América), il torneo continentale del Sud America inaugurato nel 1916.

Il figlio Pierre Delaunay portò a compimento l'idea del padre, e nel 1960 si svolse il primo campionato europeo di calcio maschile: in finale l'U.R.S.S. contro la Jugoslavia, con vittoria dell'Unione Sovietica (l'U.R.S.S., appunto).

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In questo articolo è riassunta la storia di Henri Delaunay, l'ideatore dei Campionati Europei di Calcio, la cui Coppa porta appunto il suo nome:

https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Henri-Delanuay-storia-dell-uomo-che-inventa-gli-Europei-d90b9d16-be2e-4b31-8455-2ceed5ada80f.html

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La coppa alzata al cielo dall'Italia campione d'Europa si chiama appunto 《Coppa Henri Delaunay》. 

Una coppa  già italiana di fabbrica (come l'odierna Coppa FIFA): la versione attuale della Coppa Delaunay, infatti, è stata realizzata nel 2008 da un'azienda italiana di Avellino.

E adesso gustiamoci questa bellissima festa!


Mauro Rosati



mercoledì 7 luglio 2021

CHARLES BERTY - Ciclista della Resistenza

CHARLES BERTY - Ciclista della Resistenza

Anche la cronaca della tappa di ieri del Tour de France è stata arricchita da una delle tante interessanti pillole di letteratura e storia dello scrittore Fabio Genovesi.

Una storia di sport e Resistenza che riporta agli anni bui della Seconda Guerra Mondiale.
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Charles Berty, classe 1911, era un ciclista francese nativo di Saint-Laurent-du-Pont, nel sud-est della Francia; Dipartimento dell'Isère, Regione di Auvergne-Rhône-Alpes (Alvernia-Rodano-Alpi).
Come suggerisce la parola 《Pont》, il borgo prende il nome da un bel ponte-acquedotto in muratura che attraversa il fiume locale.

Nel pieno della sua carriera ciclistica, il 16 novembre 1938 Charles Berty batté sei record del mondo su pista, presso il velodromo Vigorelli di Milano. (《Ce soir》 del 17/11/1938, pagina sportiva).


Iniziata la Seconda Guerra Mondiale, con la Francia occupata dalle truppe naziste, Berty aderì alla Resistenza. 

La sua attività ciclistica diventò una copertura a supporto delle attività di resistenza.
A Grenoble disponeva di un magazzino di biciclette nel quale nascondeva volantini clandestini.
Le sue uscite di allenamento non destavano sospetti e scalava le Prealpi della Chartreuse, quattro volte al giorno, per localizzare dall'alto gli obiettivi nazisti e per individuare le potenziali aree di paracadutaggio. Inoltre, forniva biciclette ai miliziani della Resistenza.
Denunciato ai nazisti da un vicino di casa - pare per motivi di gelosia - fu arrestato dalle S.S. e deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, in Alta Austria. Nel campo fu assegnato ai lavori forzati finché il 18/04/1944, lamentando un dolore a un braccio infiammato a causa della fatica, fu ucciso da un kapò a colpi di calcio di fucile; all'età di 32 anni.


Nel 1948 gli fu intitolato il velodromo di Grenoble, poi demolito nel 2003 e sostituito dallo Stadio odierno. Nel 2010 è stata apposta una targa commemorativa all'ingresso sud del nuovo stadio.
Charles Berty è ricordato anche nel suo paese natale, Saint-Laurent-du-Pont, con una via a lui intitolata: Rue Charles Berty, traversa di Avenue Victor Hugo.
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La vicenda umana di Charles Berty ci ricorda quella di tanti sportivi che videro la loro carriera interrotta o spezzata a causa di quella guerra - e delle guerre in generale -.

Il nostro Gino Bartali, per esempio, oltre a perdere molti anni della sua carriera ciclistica, rischiò anch'egli la vita durante la Seconda Guerra Mondiale facendo la staffetta tra la Toscana, Roma e altre località per trasportare documenti necessari alla fuga di ebrei italiani che rischiavano la deportazione - nel periodo dell'occupazione nazista -. Nelle lunghe distanze percorse gli capitò spesso di imbattersi in posti di blocco delle truppe d'occupazione.


Una piccola galleria fotografica di Charles Berty è disponibile all'indirizzo:


Mauro Rosati
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Sitografia di riferimento:

(cenni biografici; indirizzo consultato il 07/07/2021)

(inaugurazione della targa allo Stadio di Grenoble; indirizzo consultato il 07/07/2021)

(indirizzo consultato in data 07/07/2021)

(Pagina sportiva di《Ce soir》del 17/11/1938; indirizzo consultato in data 07/07/2021)


martedì 6 luglio 2021

SUPER-BONUS o SUPER-SPRECO?

SUPER-BONUS o SUPER-SPRECO?

Il tanto celebrato superbonus - e i suoi fratelli - per il miglioramento termico e antisismico, alla prova dei fatti si sta profilando sempre più come un nuovo super-spreco di denaro pubblico, e quindi nostro. A giovarne, ancora una volta, saranno certamente e principalmente le banche - legittimamente, per carità  - grazie ai cospicui recuperi da tassi di interesse: e banche, vuol dire lo stesso soldi nostri, i nostri risparmi. 

Siccome negli ultimi dieci anni abbiamo speso pochi quattrini di denaro pubblico per salvare innumerevoli banche, ci voleva anche questo ennesimo 《contentino》!


D'altra parte non è che mi aspettassi qualcosa di diverso da questa 《repubblichetta delle banane》!

Oltre alle banche, ne gioveranno pochissime altre categorie, sempre legittimamente però pur sempre una minoranza rispetto alla collettività. 

Non ne gioveranno granché - invece - i 《bananari》, ossia i soliti pseudo-furbetti che si tuffano subito dentro quando 《paga lo Stato》, anche se non ne hanno bisogno.

Peccato che lo Stato paghi con i soldi che versiamo proprio noi 《bananari》 - quantomeno chi paga le tasse -.

E così, considerati un po' i nostri noti e prevedibili vizietti nazionali, la maggior parte di questi bonus andrà bruciata in inutili interventi non efficaci e non risolutivi, che trascureranno le priorità.

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Da questo superbonus, infatti, mi sarei aspettato incentivi che si concentrassero prioritariamente sul miglioramento antisismico del nostro territorio nazionale e con precedenza per le zone storiche di città e borghi, ossia le più fragili e le più importanti da questo punto di vista.

Poi mi sarei aspettato un bel piano edilizio nazionale 《a volume zero》 per il recupero dei fabbricati rurali: case, cascine, casali, casolari, masserie, ecc.; con incentivi per chi recupera e 《divieto》 di interventi esteticamente impropri e di aumenti di cubatura dei fabbricati rurali originali.

Mi sarei aspettato un piano nazionale di ripopolamento per le zone più soggette a calo demografico, mediante esenzioni fiscali e potenziamento dei servizi (fibra ottica, collegamenti leggeri e veloci, e altro) per chi va o torna a vivere nei centri storici, grandi o piccoli che siano.

Mi sarei aspettato un piano nazionale di sostituzione edilizia e riqualificazione per i tanti quartieri di qualità scadente tirati su negli anni dell'《esplosione》 edile italiana del secondo Novecento.

E tante altre belle cose sulle quali non mi dilungo.

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E invece no! 

Più della metà dei Comuni italiani si trova in zone a media e alta pericolosità sismica, e anche le zone a pericolosità bassa o molto bassa non sono esenti con certezza dal rischio: teoricamente - lo affermano esperti in materia - non esiste nessuna zona della crosta terrestre che possa ritenersi veramente immune da eventi sismici.

Figuriamoci l'Italia che si trova in una delle aree più 《calde》 del Mediterraneo e d'Europa.

E non ci dilunghiamo sull'attività vulcanica, marina e terrestre, o sul rischio idrogeologico che interessa praticamente tutto il territorio nazionale, isole comprese.


Insomma, il superbonus l'avrei concentrato su queste priorità, fondamentali per ridurre i rischi e i costi in termini umani - in primis - ed economico-materiali.


Poi mi sarei aspettato una gradualità nell'erogazione dei bonus, proporzionata in base alle priorità e al reddito medio dei richiedenti.

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E invece no! 

Bonus che sembrano erogati 《a pioggia》 indiscriminatamente: sul principio del 《tanto paga lo Stato》, per l'ennesima volta si tufferanno in tantissimi con interventi superflui come sostituzioni di infissi ancora buoni e nuovi, sostituzione di elettrodomestici ancora buoni e nuovi e così via.


Ah! E non parliamo nuovamente dell'altro grande spreco del passaggio al secondo digitale terrestre e relativi bonus anche lì: passaggio non prioritario visto che ancora non siamo in grado di garantire servizi digitali su fibra ottica degni di un Paese del 《Primo Mondo》 che ci consentano l'espletamento da casa della maggior parte dei servizi di sportello e di attività amministrativa, oltre che di fruizione culturale, e del lavoro (videoconferenze, telelavoro, dirette social, ecc.).


Non ci dilunghiamo poi sullo stato della Sanità pubblica che versa in condizioni sempre più penose, con carenze di personale, ospedali fatiscenti e tutta una serie di vecchi problemi irrisolti.

L'impatto della pandemia da CoViD-19 sta mettendo ulteriormente in evidenza tutti questi limiti, anche nell'ambito della campagna vaccinale, con gente costretta a percorrere decine di chilometri per raggiungere i centri vaccinali più vicini; senza contare le lunghe file soprattutto nelle grandi città.

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E poi, diciamocela tutta, il miglioramento termico degli edifici è sicuramente fondamentale per il contrasto agli sprechi energetici e quindi alla problematica dell'approvvigionamento delle risorse e della riduzione di gas serra. 

Però è necessario un contemporaneo cambio di mentalità: se metto il cappotto termico e nuovi infissi devo adottare anche nuovi comportamenti in termini di gestione domestica.

Inutile mettere il cappotto termico se poi si alzano i riscaldamenti 《a palla》 d'inverno, o si spalancano le finestre in pieno giorno d'estate: non solo è inutile ma è addirittura peggio. 

Sono entrato più volte in edifici 《incappottati》 dove vengono aperte porte e finestre quando fuori ci sono 30-35 °C: l'inferno in Terra.

Idem quando d'inverno si spalancano le finestre perché i termostati sono impostati fino a 28-30 °C, soprattutto negli ambienti pubblici.

Dobbiamo adottare prima sane abitudini di base: d'estate apriamo nelle ore più fresche (mattina presto e sera tardi); impostiamo i termostati su 20-21 °C max per i riscaldamenti invernali e su 25-26 °C max per la climatizzazione estiva. 

E sistemi di blocco in caso di apertura finestre con impianti accesi, come già accade in alcuni casi.

Allora hanno un senso 《cappotti》 e nuovi infissi.

E anche per il superbonus termico mi sarei aspettato una priorità per le abitazioni più vecchie e sempre sulla base del reddito.

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E invece no! A quanto pare, Super-bonus per tutto e per tutti, senza priorità per gli interventi di sicurezza primaria.


Già possiamo immaginare tantissimi che cambieranno infissi buoni e/o acquisteranno televisori ad altissima qualità d'immagine. Ancora una volta sta emergendo la repubblichetta delle case 《indorate》 che poi vengono messe 《KO》 già da un sisma di media entità, da un'alluvione, da una frana.


Non sarebbe più logico e semplice spendere gradualmente e costantemente, in modo pianificato e periodico, per ridurre il danno potenziale e risparmiare in prospettiva?


No, troppo semplice, altrimenti non saremmo i 《bananari》 di cui sopra!

Il problema è che in questo 《atavico》 modo di fare ci vanno di mezzo vite umane e patrimonio storico, maggiore e 《minore》.


E la colpa, ancora una volta, è di noi cittadini prima ancora che della Politica: la Politica - che segue gli umori degli elettori - è il riflesso amplificato di quello che siamo noi, almeno per la maggior parte.

Basti pensare all'ormai già vecchia e ridicolizzata questione dei monopattini a trazione elettrica: i monopattini tradizionali - a trazione umana - esistono da decenni; quelli ad assistenza elettrica da diversi anni. Soltanto negli ultimi mesi però, ho visto un fiorire di 《monopattinisti》, anche gente che normalmente non muove un passo a piedi o in bicicletta.


Non si spende perché ci serve, si spende perché 《ce lo paga lo Stato》: ma di chi sono però i soldi dello Stato? 

Di noi 《bananari》 ovviamente!

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E così, la 《transizione ecologica》 fa invece già intravedere montagne di rifiuti ingombranti da smaltire: infissi, intonaci di scarto, elettrodomestici, tra cui televisori anche relativamente nuovi; una montagna di rifiuti R.A.E.E. (Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche) non smaltibili mediante la raccolta ordinaria in quanto costruiti con materiali compositi!


Ancora una volta ci tocca assistere a un nuovo assalto di massa alla diligenza e, quindi, a un nuovo spreco - un super-spreco -!


Mauro

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venerdì 2 luglio 2021

UNA PEDALATA...TRA NORMANNI E ANGIOINI

La bandiera della Normandia



UNA PEDALATA...TRA NORMANNI E ANGIOINI

E dopo la bandiera dei celtici bretoni, man mano che la 《Grande Boucle》 si spostava verso la Bassa Bretagna, tra il pubblico si iniziavano a vedere delle bandiere rosse con due 《leopardi》 colore oro.

Poi, altre bandiere ancora, composite, nelle quali si intravedevano caratteristici gigli, molto familiari anche per la storia d'Italia.

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La prima bandiera, leopardi oro in campo rosso, è il vessillo della Normandia, in particolare della Bassa Normandia, erede blasonico dello storico Ducato di Normandia.

Lì arrivarono dal mare gli scandinavi 《Vichinghi》, gli uomini del Nord (Northmanni in latino medievale 《germanizzato》; Northern Men, potremmo dire oggi) tra il IX e il X secolo, risalendo i fiumi, in particolare la Loira.

Lì, e non solo, si insediarono. Si 《latinizzarono》 e cristianizzarono, diventando 《i Normanni》.

Da lì partirono poi nell'XI secolo alla conquista dell'Inghilterra (1066) - da un lato - e di Sicilia e Sud Italia (XI-XII secc.) - dall'altro - per poi risalire a nord fino ai nostri Abruzzi dove fondarono una costellazione di fortezze grandi e piccole nel corso del XII secolo, a difesa settentrionale dei territori da loro conquistati.


Dalla variante a tre leopardi dell'Alta Normandia deriva l'arme della monarchia inglese; gli stessi tre leopardi che vediamo anche, ad esempio, sulla maglia della nazionale di calcio d'Inghilterra.


Le varie bandiere gigliate - invece - oggi presenti nei vessilli delle terre della Loira, occidentali e centrali, e fino alla Borgogna, ci raccontano un altro importante passaggio storico.

Siamo nelle regioni oggi denominate: Pays de la Loire; Centre-Val de Loire; Bourgogne-Franche Comté.

Quei gigli ci riportano alla mente il Ducato di Anjou, proprio nei Paesi della Loira. 

Lì iniziò l'《avventura》 degli Angioini i quali, nelle successive ramificazioni, diedero origine anche al 《filone》 di Carlo I d'Angiò che nel 1266 giunse in Italia insediandosi sul trono di Sicilia che comprendeva anche i territori dell'Italia centrale e meridionale, già appartenuti agli Svevi e - prima ancora - proprio ai Normanni di cui abbiamo già parlato.

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Insomma, ancora una volta, tanti spunti di Storia tra una pedalata e un calcio al pallone!


Mauro Rosati


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