sabato 10 aprile 2021

BUON COMPLEANNO L’AQUILA!


«Addì undici d'Abrile fo el primo fonnamento»

(Buccio di Ranallo, Cronaca Rimata, prima metà XIV secolo)!

 


Buon Compleanno L'Aquila! 😊
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Secondo l’antico conteggio delle ore, con il tramonto del Sole e l’inizio del Vespro è entrata l’ora prima del nuovo giorno, 11 aprile, compleanno simbolico della nostra Città.



 

Nota storica.

Come la maggior parte dei «natali» delle città, l'11 aprile è ovviamente una data simbolica legata a una serie di significati che chiamano in causa elementi nei quali non mi addentro, tra i quali il simbolismo di «nascita e rinascita» legato alla Primavera astronomica.

Quindi marzo, e soprattutto aprile sono particolarmente «prediletti»: pensiamo ai «natali» di Roma, il 21 aprile; oppure a Venezia con il 25 marzo, agli esordi della Primavera ma soprattutto nel giorno dell'Annunciazione, evento che pre-annuncia la Natività del Signore celebrata il 25 dicembre.


Nel caso dell'Aquila, l'11 aprile citato dal nostro Buccio di Ranallo di Coppito di Aquila, celebra la rifondazione angioina della nostra città dopo la distruzione della nascente città
«sveva» - con Corrado IV - distrutta nel 1258 dalle truppe del successore Manfredi a causa della posizione filo-papale della nuova città (e, probabilmente, anche con il benestare «attivo» dei Signori feudali che tiranneggiavano molti castelli e terre del futuro Contado aquilano).

Con l'avvento di Carlo I d'Angiò, Aquila riprese ufficialmente un processo interrotto pochi anni prima e un «discorso» che era iniziato già nel 1229.


Con la fondazione sveva e la ri-fondazione angioina prende forma e si consolida quell'assetto urbanistico di città pianificata, a maglie regolari, che a tutt'oggi caratterizza la quasi totalità del nucleo più antico. Un disegno urbanistico conservatosi anche dopo le ricostruzioni post-sismiche del passato e quindi patrimonio materiale complessivo da vincolare e continuare a custodire
«gelosamente».

Uno dei più grandi e notevoli episodi di urbanistica del Basso Medioevo, parafrasando una bella definizione che ne diede il prof. Alessandro Clementi.


E allo stesso tempo si consolida quel passaggio di un sito già abitato, dal semplice
«locus» (loco, località) di Accule/Accula/Acquili alla «Civitas nova» di Aquila, ossia un centro abitato organizzato e governato da Istituzioni civili e religiose di cui diventa sede.



Sulle preesistenze abitative nel sito dove oggi sorge L'Aquila sono sempre più evidenti gli indizi documentari, archeologici, architettonici e anche la Logica:

difficile pensare che un colle posto strategicamente e favorevolmente tra un altopiano e il corso di un fiume, zona obbligata di passaggio di importanti direttrici di collegamento fin da epoche antiche, non avesse qualche forma di insediamento abitativo e non avesse anche una possibile funzione commerciale. Ai confini tra Sabina e «Vestinia», sulle direttrici che collegano la Via Salaria alla Via Tiburtina.
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Per concludere: ben venga, quindi, che esista anche per noi aquilani un giorno di
«Compleanno» e ben venga che si celebri!


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Nota intellettuale.

Per ragioni di «crediti» intellettuali in materia, ritengo spontaneo e doveroso citare gli studiosi Beatrice Sabatini e Sandro Zecca - già noti al pubblico aquilano - che da tempo si interessano all'approfondimento e alla divulgazione sulle origini e pre-origini della nostra Aquila.

La loro divulgazione su queste tematiche ha suscitato questa mia breve nota storica.



 

Mauro Rosati