mercoledì 14 aprile 2021

Le “salamandre”

 


Questa foto è comparsa in un gruppo pubblico di messaggistica - proveniente da un social - e ha suscitato in me lo stesso "orrore" degli altri componenti di questa conversazione, persone sensibili che sono sicuro abbiano provato il mio stesso senso di disgusto.


La foto è stata indicata genericamente come "fuori da una scuola". E non ha importanza quale sia la scuola, ha importanza l'immagine in sé.


 

L'immagine di una società imbarbarita!


 

Libri buttati in un cassonetto!

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Fino all'età di 18-20 anni, almeno per quanto mi riguarda, mi sembrava impensabile la possibilità di buttare un libro, allo stesso modo di come mi sembrava impensabile buttar via il cibo - a meno che non fosse andato rovinato in maniera irrecuperabile -.

Fin da bambino mi era stato insegnato, ed era pensiero diffuso, che i libri non si buttano: si conservano tramandandoli tra le generazioni, oppure - se erano testi di scuola - si conservavano quelli che piacevano e si vendevano o prestavano quelli che non servivano più; o, ancora, se capitavano doppioni o semplicemente non interessavano più, si donavano (parenti, amici, associazioni, ecc.). Ovviamente si possono anche vendere a un mercatino dell'usato e recuperarci qualche soldino.

Se la copertina si rovina, il libro si porta da un rilegatore che la rimette a nuovo: così ho imparato anch’io come tanti.



Tutto era immaginabile, tranne che gettarli nell'immondizia!

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Invece, a partire dalla prima età adulta mi sono accorto che sbagliavo a dare la cosa per scontata, come fosse un dogma: esistono persone che buttano via i libri; e spesso persone "colte" e "titolate" nonché istituzioni che come prima missione dovrebbero avere proprio la salvaguardia, la diffusione e la promozione della cultura.



Accorgersi che Scuole o altre Istituzioni possano essere indifferenti davanti a ciò e che addirittura non ci pensino due volte a buttare via il loro patrimonio librario, suscita sdegno e repulsione.



Non vi servono più alcuni libri, tutti o in parte? Non avete spazio?

Ci può stare...ma attivatevi perché possano andare in consegna a qualcun altro che magari li sta cercando: associazioni culturali, altre scuole, biblioteche pubbliche o private, book crossing, biblioteche "viaggianti", appassionati di materie specifiche.


Tutto, fuorché buttarli: anche il raccontino per i bambini più piccoli, anche il “romanzetto rosa”, diventano preziosi se riescono a spingere anche una sola persona ad avvicinarsi alla lettura.



Metà della mia piccola "biblioteca" personale è costituita da libri ricevuti in regalo - nuovi ma anche di seconda mano -, libri acquistati ai mercatini dell'usato, libri nuovi - di fatto - acquistati come usato a un terzo del prezzo originario, libri recuperati poco prima della discarica insieme a colleghi e amici che mi stanno probabilmente leggendo.

Quanti salvataggi improvvisati negli anni per scongiurare il cassonetto! E chissà quanti di voi avranno sicuramente fatto la stessa cosa!

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E poi, in un pomeriggio di aprile, apri un gruppo di messaggistica e ti trovi davanti una foto come questa: libri nel cassonetto, appunto.

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Molti di voi hanno sicuramente letto il romanzo "Fahrenheit 451", di Ray Bradbury: un futuro immaginario(?) distopico, come si dice in letteratura, ossia una sorta di mondo surreale da incubo - letteralmente, un'utopia negativa -. Un romanzo che immagina una società che ha messo al bando i libri, e quindi la lettura, per evitare che possano suscitare il pensiero critico; una società dove si può scorrazzare impunemente in auto a tutta velocità anche uccidendo il malcapitato di turno, o ci si può "rimbecillire" circondati da schermi televisivi in ogni ambiente delle case che trasmettono qualsiasi contenuto possa distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica rispetto a questo regime immaginario, sull'orlo di una guerra; qualsiasi passatempo è consentito, anche il più idiota, purché si mantenga la popolazione nel torpore intellettuale

Si può fare un po' tutto, tranne che possedere libri, reato gravissimo: pena la distruzione della casa con i libri e conseguenze spiacevoli per i colpevoli.

A occuparsi della distruzione dei libri, un corpo speciale con una salamandra sulle divise come distintivo.

E ovviamente, ci sono anche i militi della resistenza, persone che nascondono libri e li imparano a memoria, in tutto o in parte, pur di salvarne il valore dei contenuti.

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Fantascienza, distopia!

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Davanti a questa foto cosa pensare, però? Bradbury ci aveva "visto lungo"? Anche noi, con la nostra società, senza accorgercene, stiamo diventando "salamandre"?

 



Mauro Rosati