Moka da cappuccino |
Da
circa 3 anni ho riscoperto il gusto dell’orzo, che preferisco al caffè quando -
in tempi normali - vado in un bar, soprattutto se al mattino.
Ovviamente faccio eccezione solo
davanti al «caffè con il torrone» di una nota e storica caffetteria aquilana,
nel cuore della nostra Città.
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Da bambino l’orzo non mi entusiasmava:
lo bevevo senza problemi ma il suo sapore mi sembrava «scialbo» rispetto al più
appetibile latte con il cacao (che, in ogni caso, mi concedo tutt’ora a
colazione).
E poi l’orzo era - ed è - un po’ il «caffè
dei bambini», almeno così lo vedevo io. Quando guardavo gli adulti bere il caffè
e non volevo essere da meno, mi veniva concessa una tazzina di orzo così che
anch’io potessi condividere quel momento conviviale insieme «ai grandi».
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Oggi, invece, come scrivevo, ho
ripreso ad apprezzare l’orzo con gusto maggiore rispetto all’infanzia: non solo
al bar, ma anche a casa.
Da un paio di settimane ho «rispolverato»
una moka da cappuccino (chiamata «mukka», giocando con le parole), dopo oltre
13 anni di «parcheggio».
Soltanto che adesso, al posto del caffè
ci metto l’orzo. Il meccanismo è lo stesso, e anche la procedura: metà acqua
nella caldaia e metà latte nella caraffa superiore, e ovviamente l’orzo nell’imbutino. Dopo circa 3 minuti, a fiamma bassa, il cappuccino all’orzo è pronto.
La fiamma lenta rende la schiuma
particolarmente abbondante, densa e corposa: una volta versato nella tazza, il
cappuccino all’orzo è una piccola gioia mattutina - per l’olfatto e per il gusto
-; una piccola gioia che, almeno per quanto mi riguarda, non ha nulla da invidiare
al cappuccino tradizionale con il caffè.
E, come per il caffè, rigorosamente
senza zucchero, per apprezzarne a pieno il gusto.
Con il cappuccino pronto, non rimane
altro che versarvi una bella coppetta di cereali o inzupparvi un cornetto per
placare la fame del mattino, particolarmente intensa.
Un amalgama di energia che ci
risveglia dal torpore mattutino.
Evviva l’Orzo!
Mauro Rosati