martedì 3 dicembre 2024

L'《OCCHIO》 DI UNA NEVIERA NEL QUARTO DI SAN PIETRO





L'Aquila

Nell'immagine vediamo l'apertura esterna della neviera situata nella corte dell'antico ed elegante Palazzo Ciavoli-Cortelli, presso i locali dell'odierno ristorante Lo Scalco dell'Aquila, in via Minicuccio d'Ugolino (Quarto di San Pietro).

Attualmente la neviera non è accessibile, tuttavia è già interessante poterne osservare l'esterno nel suo contesto poiché queste opere ci raccontano come si viveva nel passato, fino a epoche non troppo lontane (pensiamo ad esempio - ancóra - alla prima metà del XX secolo).
In tempi nei quali non esistevano i congelatori (mini o maxi che siano) le neviere rappresentavano un'importante riserva di ghiaccio, utile per molte necessità che sarebbe lungo elencare, come - soltanto ad esempio - il trattamento degli stati febbrili.
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- Che cos'è una neviera?

- Semplificando il discorso, seguono, in sintesi, alcune note di base sulle neviere.

La neviera è un ambiente interrato - una sorta di cisterna più o meno grande - dove, nel corso della stagione invernale, venivano immagazzinati e compattati strati di neve alternati a strati di altri materiali (come la paglia) che fungevano da isolante termico; gli stessi mattoni cotti delle murature sono notoriamente termoisolanti.
La neviera garantiva una riserva di ghiaccio (e talora di acqua) anche - e soprattutto - a stagione estiva inoltrata, grazie alle più basse temperature all'interno del suo ambiente al riparo dal calore esterno.
In pratica, la neviera era una specie di piccolo ghiacciaio artificiale; tra l'altro ancora oggi è in uso il vocabolo 《ghiacciaia》 anche per indicare i moderni congelatori.

Possibilmente le neviere, seppur interrate, andavano posizionate il più possibile lontano dall'esposizione solare, situate preferibilmente a settentrione.
Esistevano neviere costruite in muratura e neviere ricavate in determinati spazi naturali che, per una serie di caratteristiche, erano adatti allo scopo.

Le famiglie più ricche e benestanti avevano la possibilità di realizzare la propria neviera privata all'interno dei loro palazzi, come nel caso che abbiamo appena visto (vedi foto in alto).
Pensiamo anche alla neviera particolarmente grande di Palazzo Centi, situato di fronte alla chiesa di Santa Giusta e alla piazza omonima (le capoquarto del Quarto di San Giorgio); una neviera, quella di Palazzo Centi, che abbiamo imparato a conoscere dalla stampa e dalle pagine social in questi anni recenti.

La neviera però, per la sua utilità (in campo alimentare, sanitario) era considerabile un vero e proprio 《servizio al pubblico》, soprattutto per chi, per vari motivi, non poteva permettersi una riserva privata.

Nella seconda pianta storica della Città dell'Aquila di Girolamo Pico Fonticulano (stampata nel 1600 da Jacopo Lauro) è riportata una 《Fossa per la neve》 al n. 48: è raffigurato un grande edificio con base a cubo e copertura a piramide, situato nella zona tra la storica chiesa di Santa Croce e l'attuale complesso del Tribunale, pressappoco all'ingresso ovest dell'odierna via XX Settembre.
Una neviera è citata anche in una planimetria storica della Fortezza-cittadella cinquecentesca (il Castello), pubblicata in 《L'Aquila》 di Alessandro Clementi ed Elio Piroddi (1988).

La neve - stipata e ghiacciata - si vendeva a peso che, insieme alla qualità, influiva sul prezzo.
Dalle neviere si prelevava infatti sia neve sporca (《neve nera》), come - ad esempio - quella raccolta dallo sgombero delle strade, sia neve pulita (《neve bianca》) adatta ad usi alimentari, trasportata dai nevaroli e proveniente dai monti circostanti o quantomeno da depositi naturali intatti.
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(Per l'acquisizione dell'immagine si ringrazia la disponibilità dei proprietari e del personale del ristoranteLo Scalco dell'Aquila》)


Mauro
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