mercoledì 28 aprile 2021

IL "MATTONE" CHE FA LA DIFFERENZA

The Castle: il libro che fa la differenza. Installazione dell'artista Jorge Méndez Blake (2007):

https://www.facebook.com/artribune/posts/3965059266897120


(Fonte: Pagina Facebook ARTRIBUNE)

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Quando ho visto queste immagini, dal post di una mia amica qualche giorno fa, mi hanno colpito - come primo impatto - la semplicità e allo stesso tempo l'efficacia di questa installazione artistica: un libro che fa la differenza.

Un solo libro che scompagina l'equilibrio di un muro in mattoni creando una curva vistosa, di forte impatto visivo.



Poi nei giorni successivi ho riflettuto - spontaneamente - anche su un altro aspetto metaforico, partendo da questa installazione: il rapporto libro-mattone.


 

Con accezione negativa, a volte diciamo "è un mattone" con riferimento a un testo particolarmente difficile (ad esempio nello studio) e/o che troviamo pesante e noioso. Così come "tomo" (volume) è diventato a sua volta sostantivo usato con la stessa accezione.


 

Ma nel caso delle immagini dell'installazione, non era questa l'assonanza metaforica a cui pensavo.

Ho immaginato piuttosto il libro come l'equivalente volumetrico di un mattone, e come un'increspatura che smuove qualcosa di statico:

quel libro nell'installazione artistica deforma il muro, ma allo stesso tempo lo tiene in piedi; se togliamo il libro quel muro crolla o rimane in piedi in modo precario.


 

Metaforicamente: da un lato il libro come fondamento, e dall'altro il libro come qualcosa che smuove il pensiero contro l'appiattimento del ragionamento. In un muro regolare potremmo leggere il pensiero omologato e appiattito; in quella deformazione potremmo leggere qualcosa che smuove quell'appiattimento e risveglia il nostro pensiero critico.

Altra possibile metafora, sempre da un punto di vista strettamente personale: tanti libri messi insieme secondo dei filari, formano anch'essi un muro. Tante volte, scherzando, ho detto che se nella mia piccola casa non mi dovesse bastare lo spazio per i libri, butterei giù un tramezzo e lo ricostruirei tamponandolo con dei libri.

E da qui, l'altra riflessione: il muro non è solo una metafora materiale di divisione, di separazione; il muro può essere anche metafora di protezione, come le antiche mura delle nostre città. Qualcosa che ci consente di scrutare lontano ma che allo stesso tempo ci ripara da un nemico che ci assedia: un baluardo che necessita di manutenzione costante.

Ecco allora che, se immaginassimo di mettere insieme idealmente tutti i libri che leggiamo - purché ne facciamo frutto - costruiremmo un muro immaginario sempre più alto e sempre più robusto contro gli assedi al pensiero critico: gli assedi degli indottrinamenti, gli assedi suadenti che vogliono imporci un certo stile di vita - che si pretende debba essere uguale per tutti -, gli assedi delle tante forme di ignoranza che possono influenzarci negativamente se non siamo abbastanza "vaccinati".



Con il termine "libro" intendo la conoscenza in tutte le sue forme: il libro cartaceo ma anche la comunicazione multimediale, le riviste e l'informazione comparata, il sapere su internet ma anche il sapere che apprendiamo dalla testimonianza orale, da un racconto di vita, e così via.

I mezzi e i canali sono tanti. L'importante è che la lettura - in senso generale - non ci lasci indifferenti: la lettura che non porta frutto è come un mattone non ben cotto, il muro potrebbe cedere o incrinarsi; la lettura che porta frutto, invece, è il mattone al giusto grado di cottura che - giorno per giorno - ci permette di alzare e di irrobustire quel muro difensivo e di "contrattaccare".


 

Prima ancora di "quanto" leggiamo, penso sia importante "come" leggiamo.


 

E anche in questo caso non esiste una ricetta valida per tutti: ognuno di noi matura questa capacità giorno per giorno, fin da quando inizia l'"età della ragione" - come si usa dire -.

E non c'è un'età limite, anzi è il contrario: non si è mai troppo anziani per continuare a essere curiosi e a imparare, semplicemente può essere diversa la velocità soggettiva; ognuno di noi ha i suoi tempi tecnici, in questo percorso che inizia fin da quando si impara ad ascoltare e a leggere, e che prosegue anche - e soprattutto - in età adulta.



Mauro Rosati

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In tema libri, vedi anche:

https://pianetalaquila.blogspot.com/2021/04/le-salamandre.html