lunedì 21 aprile 2025

《TIMO》... Quando i tombini 《raccontano》

 

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


《TIMO》... Quando i tombini 《raccontano》


Passeggiando per le vie della nostra Città dell'Aquila, e in particolare nel nostro centro cittadino, ci capita spesso di calpestarli distrattamente, magari mentre parliamo o guardiamo le insegne e le vetrine dei negozi. Tuttavia, qualche volta può capitare di camminare anche guardando più in basso, verso il selciato o l'asfalto delle strade e allora è molto più probabile osservarli:

sono chiusini (o tombini), che hanno in alto al centro una losanga, un rombo, orizzontale con la scritta 《TIMO》, un logo con la linea orizzontale della 《T》 che si prolunga verso destra abbracciando le altre tre lettere, come se fosse un tetto.


Se ne incontrano diversi, e sono lì a raccontarci una pagina di storia industriale della nostra città e dell'Italia in generale.


Che vuol dire 《TIMO》? 

Facciamo un passo indietro.


Con la graduale diffusione della telefonìa (già da fine Ottocento erano nate le prime aziende telefoniche), a partire dal 1923 si decretò la concessione a privati della gestione del servizio telefonico nazionale. L'Italia venne divisa in cinque grandi distretti di concessioni, cinque raggruppamenti territoriali, ciascuno gestito da una specifica azienda:

I - la STIPEL (Società Telefonica Interregionale Piemontese E Lombarda, 1925), già STEP (Società TElefonica Piemontese, 1924), per il territorio delle odierne regioni Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia;

II - la TELVE (società TELefonica delle VEnezie, 1924), per le 《Tre Venezie》, ossìa il territorio delle odierne regioni Veneto (la 《Venezia》), Trentino-Alto Adige/Südtirol (la 《Venezia Tridentina》) e il Friùli-Venezia Giulia (la 《Venezia Giulia》, in particolare, inclusa all'epoca anche la penisola d'Istria);

III - la TIMO (società Telefoni Italia Media Orientale, 1923), per il territorio delle odierne regioni Emilia-Romagna, Marche, Umbria (tranne il circondario di Orvieto), Abruzzi, Molise;

IV - la TETI (società TElefonica TIrrenica, 1924), per il territorio delle odierne regioni Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna e circondario di Orvieto;

V - la SET (Società Esercizi Telefonici, 1924), per il territorio delle odierne regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.


Queste società telefoniche operarono sostanzialmente per circa quarant'anni fino a quando, nel 1964, confluirono, per incorporazione, nella SIPTEL (Società Italiana Per l'esercizio TELefonico), comunemente nota come 《la SIP》, operatore unico per la telefonia nazionale che nel 1994 sarebbe poi confluito nell'azienda 《Telecom Italia》privatizzata nel 1997; il séguito è storia del presente, con la liberalizzazione del mercato che venne aperto anche ad altre aziende.


Tornando al periodo 1923-1964, per quanto riguarda la nostra Città dell'Aquila, la società telefonica di riferimento era quindi la TIMO (Telefoni Italia Media Orientale):

per Italia Media Orientale, infatti, s'intende geograficamente la parte Mediana dell'Italia, dal Centro-Nord al Centro-Sud, che si affaccia a Oriente, ossìa il versante degli Appennini che digrada a Est verso le colline e la costa adriatica.


Molte città e anche, gradualmente, centri abitati più piccoli, vennero quindi forniti di linee telefoniche sempre più diffuse. 

Circa un secolo fa, come si apprende dai periodici dell'epoca, il numero di utenze telefoniche nella nostra città, e non solo, era inizialmente molto basso, tanto che i numeri telefonici erano molto brevi rispetto a quelli cui siamo abituati oggi e gli elenchi degli abbonati telefonici venivano pubblicati sui giornali occupando poco spazio.


Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il grande sviluppo economico della seconda metà del Novecento, i telefoni divennero apparecchi sempre più diffusi e accessibili, così come molti elettrodomestici, fino a diventare un oggetto normale nelle case, e non più un 《privilegio》 per pochi.


Per chi fosse curioso di approfondire, sono molti gli articoli e le pagine archivistiche che trattano di questo argomento.



Mauro

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Di seguito, una sitografia di base come riferimento (URL consultati in data 21/04/2025):

🌐 STIPEL

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=55999


🌐 TELVE

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=56000


🌐 TIMO

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=56001


🌐 TETI

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=56004


🌐 SET

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=56005


🌐 SIP (SIPTEL)

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=56007


🌐 TELECOM ITALIA

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=56219


🌐 Antonio Gigli

https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=56012


🌐 TIMO (sintesi)

https://biblio.toscana.it/argomento/Timo%20-%20Telefoni%20Italia%20Medio%20Orientale


🌐 La TIMO nella Città di Rimini

https://riminisparita.it/la-timo-telefoni-italia-medio-orientale-rimini/

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domenica 20 aprile 2025

L'《AGNUS DEI》, UNA SINTESI FIGURATIVA DELLA PASQUA

 



L'《AGNUS DEI》, UNA SINTESI FIGURATIVA DELLA PASQUA


L'iconografia dell'《Agnus Dei》, allegoria del Cristo, con riferimento al sacrificio (la croce) e alla Resurrezione (il vessillo con croce rossa in campo bianco). 

Un agnello 《passante》 , ossìa ritratto nell'atto del camminare.

Il capo dell'agnello coronato da un nimbo caricato di una croce patente rossa (nimbo crucifero): la glorificazione.


Una sintesi figurativa del Triduo pasquale e del seguente Tempo della Pasqua. 🕊


Mauro

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sabato 5 aprile 2025

I SOPRANNOMI: NON SOLO 《FOLKLORE 》

 



All'origine dei Soprannomi di Paganica

Una personale riflessione.


Una pubblicazione, quella dello studioso Fernando Rossi, che fa seguito alla precedente (2024) incentrata sui cognomi di San Gregorio (una delle storiche ville della Terra di Paganica) e di Paganica stessa, antica e importante realtà nel contesto del Contado Aquilano e in particolare del Quarto di Santa Maria.


Uno studio accuratamente documentato che, unendo le fonti archivistiche alle testimonianze dirette, riallaccia i fili della Storia e travàlica i confini di Paganica dal punto di vista della tematica generale.


I soprannomi - infatti - sono stati a lungo, e in parte lo sono ancora, qualcosa di più di un semplice fatto di 《folklore》, come potrebbe sembrare oggi. 

Fino a un passato non troppo lontano, i soprannomi erano spesso una necessità, un fenomeno comune a tutte le realtà paesane ma, spesso, anche a quelle rionali delle città, come ricordano le generazioni dei nostri nonni: la frequenza di determinati cognomi, che caratterizzano soprattutto le piccole realtà locali, e l'uso diffuso di ricorrenti nomi di battesimo che si tramandavano di generazione in generazione, portavano frequentemente a omonimìe, al punto tale che soltanto il soprannome riusciva a 《sbrogliare la matassa》. E non solo nella parlata popolare bensì anche negli atti ufficiali, soprattutto quando ancora non erano in uso gli odierni《codici fiscali》 ad personam.


Cito un paio di riscontri diretti che risalgono a due-tre decenni fa, talora anche meno, e quindi a tempi storici relativamente recenti. Se un anziano chiedeva il tuo nome, o 《a chi fossi figlio》, difficilmente inquadrava la tua origine se si citavano soltanto il nome e il cognome: soltanto il soprannome scioglieva il dubbio e rendeva tutto 《chiaro》. Altro esempio sono i necrologi, nei quali ancora in tempi recenti capitava di leggere il nome e il cognome del defunto e, tra parentesi, il soprannome con cui era più noto nella comunità, sempre per il discorso delle omonimìe.


E tanti altri sarebbero gli esempi possibili.


La nuova pubblicazione di Fernando Rossi è quindi una lettura che si rivela utile e interessante anche per chi vive in tante altre realtà comunitarie dalle quali è costituito il nostro Paese, inclusi contesti urbani più grandi: penso ad esempio ai racconti diretti di anziani cresciuti in realtà urbane come Borgo Rivera a L'Aquila, un grazioso 《paese nella città》 che, soprattutto fino al secondo dopoguerra aveva i suoi ritmi di vita, i suoi usi e il suo tessuto sociale di piccola comunità inserita nella più ampia comunità cittadina.


Storicamente i soprannomi sembrano riproporre l'uso dei 《tria nomina》(i 《tre nomi》, due per le donne) dell'Antichità romana, con il 《praenomen》, che corrispondeva al nome personale, il 《nomen》 che corrispondeva all'odierno cognome e indicava la stirpe principale di origine, e poi il 《cognomen》 che era sostanzialmente un soprannome, basato su caratteristiche personali (fisiche, caratteriali, di origini, o altri elementi ancora), ma anche indicante i diversi rami familiari discendenti da una stessa stirpe (《gens》) come radice comune.

Gli stessi cognomi ufficiali che portiamo oggi derivano generalmente proprio da soprannomi, quando, con la graduale scomparsa dei 《tria nomina》, rimasero in uso prevalentemente i nomi personali e, con il passare del tempo, si resero necessarie soluzioni che distinguessero una persona dall'altra. Ed ecco quindi che ritornano i soprannomi: patronimici, caratteristiche fisiche, difetti, pregi, ma anche mestieri, comportamenti, luoghi di origine, e tanto altro; basti pensare come esempio generale ai cognomi Fabbri, Ferrari, Ferreri che sono già molto espliciti rispetto a uno specifico mestiere o a Esposito, Diotallevi e altri simili che venivano attribuiti ai bambini dati in affido o abbandonati. Soprannomi o cognomi non familiari che, nel corso del Basso Medioevo e anche successivamente, andarono gradualmente affermandosi fino ad essere ufficializzati negli atti anagrafici, notarili, ecc..


All'origine dei Soprannomi di Paganica》 è quindi, a mio personale avviso, un'istruttiva lettura consigliata non solo alla comunità di Paganica, che certamente ne è interessata primariamente, ma anche a un pubblico geograficamente più ampio che, tra le pagine dell'accurata ricerca dello studioso Fernando Rossi, può ritrovare similitudini e spunti di riflessione, confrontando i soprannomi paganichesi con quelli in uso altrove e magari scoprire nuove chiavi di lettura, di interpretazione e di studio per la propria comunità, anche se geograficamente piu distante.


Mauro Rosati

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martedì 25 marzo 2025

《DAL DÌ DELL'ANNUNZIATA / LA NOVENA AL SANTO NATALE È INIZIATA》

 

(Foto: Mauro Rosati, 2025; particolare)


✒ 《DAL DÌ DELL'ANNUNZIATA / LA NOVENA AL SANTO NATALE È INIZIATA》*


25 marzo: festa dell'Annunciazione, il 

《Natale di Primavera》.


📍 Una ricorrenza particolarmente importante, non solo da un punto di vista liturgico ma anche stagionale, per non parlare delle numerosissime rappresentazioni che ce ne offre la Storia dell'Arte.

↪ Così come il Natale cade a pochi giorni dal Solstizio d'Inverno, l'Annunciazione ricorre a pochi giorni dall'Equinozio di Primavera.

Nel calendario liturgico, l'Annunciazione cade infatti esattamente nove mesi prima del Natale, ovviamente il tempo medio della gravidanza.


📍 Con l'Annunciazione inizia quindi il percorso di nove mesi verso il Natale, la《Novena》 del detto di cui sopra.


📍 Considerata la particolare importanza liturgica e stagionale di questa ricorrenza, non è un caso se, in passato, il 25 marzo era il 《Capodanno》 di molti calendari civili, quando ogni città, piccola o grande, aveva il suo 《stile》 di Calendario, soprattutto prima dell'introduzione del Calendario Gregoriano e della successiva graduale adozione del 《Capodanno universale》 al 1° gennaio (che riprendeva, quest'ultimo, anche un uso già vigente a partire da una certa epoca nella Roma antica) :

↪ quello del 25 marzo era lo 《Stile dell'Incarnazione》(l'Annunciazione, appunto), così come la nostra Città dell'Aquila adottava invece lo 《Stile della Natività》(quantomeno nel Trecento), con il Capodanno al 25 dicembre, 《la Natale》 alla quale fa riferimento il nostro cronista-poeta Buccio di Ranallo di Coppito (Poppleto) di Aquila.


Mauro


* (Fonte del proverbio: Almanacco 《Frate Indovino》 - marzo 2025)

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lunedì 3 marzo 2025

PIANTE STORICHE - BRESCIA

 

PIANTE STORICHE - BRESCIA


Particolare.


🌍《Pianta di Brescia》, riproduzione a cura del Corriere di Brescia.

📍 Datazione e autore:
Maggio 1826 - Giuseppe Gandaglia 
Ing(egnere) dis(egnatore) e inc(isore)》

📍 Dedica:
All'Illustre Patrio Ateneo -
Presidente
Il Nobile Signore
Girolamo Monti》.

📍 La pianta è affiancata da tre categorie di legende con elenchi numerati:
↪ - a sinistra, 《Chiese Parrocchiali》e 《Sussidiarie e Santuarj》(non visibili per motivi d'incorniciatura);
↪ - a destra, 《Pubblici Stabilimenti》(edifici pubblici).

Particolare; legenda dei
Pubblici Stabilimenti》.

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La pianta originale è censìta nel Catalogo Generale dei Beni Culturali:
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Si ringrazia il dott. Luigi Fantauzzi per la disponibilità all'acquisizione digitale della riproduzione della pianta.
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Mauro
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sabato 22 febbraio 2025

UNA PITTORICA APPARIZIONE

 

UNA PITTORICA APPARIZIONE


L'Aquila, basilica di San Bernardino da Siena -
Cappella del Mausoleo Bernardiniano.
(Foto: Mauro Rosati, 2025)

L'Aquila, basilica di San Bernardino da Siena -
Cappella del Mausoleo Bernardiniano.
(Foto: Mauro Rosati, 2025)




L'Aquila, basilica di San Bernardino da Siena 
(Quarto di Santa Maria).


📍 Ecco un esempio concreto di 《intersezione di saperi》:

circa tre secoli fa, un pittore, qualche architetto e le varie maestranze hanno dialogato fra loro, condividendo le rispettive competenze.

📍 Risultato: uno splendido connùbio tra architettura e arti figurative. 

Particolarmente suggestiva l'apparizione pittorica del Padre Eterno che si manifesta dalla finestra in alto, appositamente realizzata con le sembianze di un sipario appena aperto.


Che altro dire? 

Personalmente niente da aggiungere, solo contemplazione e ammirazione.



Mauro

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domenica 26 gennaio 2025

TOMBOLO AQUILANO... IN MINIATURA

 

TOMBOLO AQUILANO...

IN MINIATURA


Veduta di tre quarti
(foto: Paola Cinque, 2025)

Dal 《Presepe Cinque》:
riproduzione in miniatura del banco da lavoro del tombolo aquilano, con i dettagli del ricamo e dei fuselli pendenti; 
realizzato da Rachele Ciocca, artigiana merlettaia aquilana.


Veduta laterale
(foto: Paola Cinque, 2025)


Il 《Presepe Cinque》:


Mauro
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venerdì 17 gennaio 2025

LA CONOSCENZA COME "INTERSEZIONE DI SAPERI"

 

LA CONOSCENZA COME "INTERSEZIONE DI SAPERI"


Una decina di giorni fa leggevo un estratto dagli atti di un Forum dal titolo 《Il progetto di architettura come "intersezione di saperi"》(Atti dell'VIII Forum ProArch; Napoli, 21-23 novembre 2019).


Quell'《intersezione di saperi》, espressione evidenziata cromaticamente nel titolo del Forum, mi ha rammentato una consapevolezza acquisita nel corso delle mie esperienze di studio, lavorative e associative.

La consapevolezza che i tanti Saperi umani (manuali e intellettuali) non sono compartimenti stagni, separati e isolati, bensì un patrimonio di discipline che - appunto - funzionano se si "intersecano" e dialogano fra loro.


Una consapevolezza che - forse - per molti è anche scontata, quasi banale, ma che è bene sempre tener presente.


La Conoscenza è una conquista quotidiana che si arricchisce costantemente proprio grazie all'interazione di tanti "Saperi", differenti ma complementari, talora anche apparentemente molto distanti.

I migliori risultati, in ogni campo, si ottengono dalla cooperazione tra professionalità diverse che si completano a vicenda.


Personalmente credo sia difficile, se non addirittura impossibile, trovare un'abilità, un'esperienza, una disciplina che non abbia bisogno di altre abilità, esperienze, discipline.

Le tante forme del Sapere umano - le Scienze (=conoscenze) in senso ampio - rischierebbero probabilmente di arenarsi se non si intrecciassero in maniera armonica, come una tessitura in costante divenire.


Mauro

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lunedì 6 gennaio 2025

TROVIAMO UNA "CASA" AI PRESEPI DEL MAESTRO BOSCHETTI, ORGOGLIO AQUILANO

 



TROVIAMO UNA "CASA" AI PRESEPI DEL MAESTRO BOSCHETTI, ORGOGLIO AQUILANO.


Da almeno vent'anni seguo le esposizioni del maestro Piero Boschetti, fine artigiano dell'arte presepiale aquilana e abruzzese.

Persona garbata e disponibile dalla quale ho imparato tante piccole curiosità in questo campo.

Ogni anno, con sacrifici e impegno, mette a disposizione la sua opera e la sua creatività per tutti noi, dai bambini agli anziani.


I suoi presepi, la sua abilità creativa, sono motivo di orgoglio per tutta la nostra Comunità, sono patrimonio materiale e culturale per tutta la nostra Città-Territorio.

Il maestro Boschetti ha portato in giro per l'Italia il nome dell'arte presepiale aquilana, stimato e richiesto in tante regioni.


Sarebbe giunto il momento di trovare una casa definitiva per questa nostra ricchezza collettiva; gli spazi in città non mancano, a cominciare dal nostro centro cittadino.


Facciamo in modo che anche i bimbi più piccoli, le "nuove generazioni" di cui spesso si parla, possano continuare ad ammirare queste creazioni fatte con le mani e con l'anima, e ad apprendere dalla maestrìa di un artista che nel suo campo ha dato lustro alla nostra L'Aquila.


Facciamo tutti uno sforzo, amministrazione e cittadini, per trovare una casa permanente alle opere del maestro Boschetti, affinché le generazioni presenti e future possano continuare a contemplarne la creatività e ad imparare da essa.

Pensiamo a quali edifici, a quali luoghi possano essere piu cònsoni a questo scopo, per tramandare un pezzo di storia e di arte aquilane.


Siamo la Capitale Italiana della Cultura 2026, non dimentichiamolo e valorizziamo le nostre risorse, i nostri fiori all'occhiello.



Mauro Rosati

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mercoledì 1 gennaio 2025

OTTAVA DEL NATALE - NATIVITÀ IN SAN BERNARDINO DA SIENA

 



1° gennaio - Ottava del Natale

(In Octava Nativitatis Domini)

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01 gennaio 2025

L'Aquila, basilica di San Bernardino da Siena (Quarto di Santa Maria):

rappresentazione della Natività allestita nella 《Cappella Gotica》.

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Per brevi info storico-artistiche sulla cappella, vedi estratto del pannello informativo nell'immagine seguente.

Dettaglio del pannello informativo sulla Cappella gotica e sui brani di affreschi attribuiti a Francesco di Paolo da Montereale.

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Mauro

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