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Capitignano (L'Aquila), ex casello ferroviario della dismessa linea Aquila-Capitignano (2025). |
《...Che ne sai della nostra ferrovia, che ne sai?》
(L. Battisti, 《Pensieri e parole》)
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Capitignano (L'Aquila), ex casello ferroviario sulla dismessa linea ferrata Aquila-Capitignano (vedi immagine).
Nonostante l'abbandono e poi gli urti dei terremoti del 2016-2017 la struttura si mostra leggibile nel suo volume e nella sua apparecchiatura muraria: le pietre utilizzate sono differenti dai calcari aquilani che incontriamo nelle costruzioni almeno fino a Cagnano Amiterno; in questo caso si nota invece quella particolare pietra 《arenaria》, dai fini granuli sabbiosi, che si riscontra ampiamente nell'area gravitante intorno ai Monti della Laga, tra le province di L'Aquila, Teramo e Rieti.
La ferrovia Aquila-Capitignano, lunga poco più di 31 km, entrò in esercizio tra il 1920 (1° tronco) e il 1922 (completamento) e sarebbe dovuta proseguire successivamente verso Teramo per riallacciarsi al tronco ferroviario Teramo-Giulianova; l'opera non venne completata poiché sia la realizzazione di un lungo traforo, sia lo scollinamento del valico delle Capannelle presentavano grosse difficoltà. Nella seconda metà del Novecento, con l'affermarsi del trasporto su gomma, il collegamento L'Aquila-Teramo venne sostituito dalla costruzione dell'autostrada A24 con il relativo traforo del Gran Sasso.
Al giorno d'oggi, probabilmente, questa ferrovia sarebbe stata un comodo servizio di trasporto pubblico leggero fra L'Aquila e l'Alta Valle dell'Aterno.
Ciò nonostante, la ferrovia Aquila-Capitignano restò in uso fino agli anni tra il 1933 (cessazione trasporto passeggeri) e il 1935 (cessazione trasporto merci), e venne utilizzata in particolar modo per il trasporto della torba estratta dal bacino di Campotosto (il lago artificiale non esisteva ancora), delle rinomate patate di quell'area, nonché di altre materie prime che venivano convogliate verso Aquila e quindi al raccordo con la ferrovia Sulmona-L'Aquila-Rieti-Terni.
Una teleferica collegava l'area di estrazione della torba a Campotosto con la stazione ferroviaria di Capitignano.
Dopo la dismissione della tratta ferroviaria, il bacino delle torbiere, già sede di un lago naturale preistorico a forma di 《Y》 (Fulvio Giustizia), venne nuovamente colmato dalle acque con l'odierna forma a 《V》 del lago artificiale creato dalle tre dighe di sbarramento del Rio Fucino (bacino del fiume Vomano), tra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40.
Anche se i binari vennero rimossi negli anni '60 per il recupero del metallo, sono molte le testimonianze materiali di questo tracciato ferroviario:
- la ex stazione dell'Aquila, recuperata e rifunzionalizzata;
- l'ex magazzino merci dell'Aquila, recuperato e rifunzionalizzato come spazio di attività ristorativa;
- l'ex casello ferroviario in Via Capitignano a L'Aquila;
- il tracciato della stessa Via Capitignano a L'Aquila, che ricalca esattamente il tracciato ferroviario nella periferia occidentale dell'Aquila;
- l'ex stazione di Pìzzoli, in stato di abbandono, visibile dalla SS 260 "Picente";
- l'ex stazione di Marana di Montereale, recuperata e rifunzionalizzata;
- il tracciato della ferrovia lungo la piana di Montereale-Capitignano, che fiancheggia in linea perfettamente retta la strada carrabile;
- l'ex casello ferroviario di questa immagine (vedi foto), a Capitignano;
- l'ex stazione di Capitignano, per la quale nel 2024 è stato annunciato il progetto di recupero e la valorizzazione da parte dello stesso Comune di Capitignano.
Chissà che questi piccoli ma interessanti caselli ferroviari non possano essere recuperati e reimpiegati ad esempio come piccoli spazi museali sulla storia di questa ferrovia, o per altre utili finalità.
Mauro Rosati
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