L'Aquila, chiesa di San Silvestro: arme civica ("stemma") del Castello di Collebrincioni. (Foto: Mauro Rosati) |
Un
«Castello» per ogni Chiesa? – Pensiamoci su!
Articolo-proposta pubblicato sulla stampa locale aquilana nel mese di maggio 2021
https://www.ilcapoluogo.it/2021/05/13/laquila-un-castello-per-ogni-chiesa-la-proposta-dellarcheoclub-per-la-nuova-pavimentazione/
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Già da diversi anni, nella nostra
Città-Territorio si avverte con piacere un graduale e rinnovato interesse verso
una maggiore riscoperta della storia locale e, quasi di riflesso spontaneo,
anche un rinnovato interesse verso i Quarti e verso i legami reciproci che
legano la nostra Città (dentro le Mura) al nostro Territorio (i borghi fuori le
Mura).
Quasi inevitabilmente, e fortunatamente,
questo nuovo interesse sta «rispolverando» anche una nuova attenzione per i
simboli: in particolare per i simboli dell’Araldica Civica (Quarti e Castelli,
appunto).
A partire dai Quarti, sui quali ormai
è aperto un interessante dibattito da anni, ma anche sugli stemmi (le «arme»)
dei singoli Castelli e Ville fondatori della nostra Città.
Sempre in questi anni passati, così
come altri miei concittadini, ho avuto l’opportunità di poter esprimere delle
idee attraverso la stampa e, più di recente, anche attraverso strumenti di
partecipazione sempre più attivi - penso per esempio alla recente esperienza di
Urban Center L’Aquila -.
E così, come già negli anni scorsi, anche
oggi mi fa piacere condividere ulteriori e nuove idee con i miei concittadini
(di dentro e di fuori le Mura).
Si fa sempre più stringente
l’argomento della ripavimentazione delle vie e delle piazze della nostra Città:
come tanti miei concittadini avrei molte idee sulla materia (di base si
intende), alcune già espresse pubblicamente negli scorsi anni e nei recenti
percorsi di partecipazione di Urban Center L’Aquila, altre confrontandomi “a
distanza” con studenti tesisti che mi chiedevano opinioni in merito.
In questo caso ne vorrei esprimere
una in particolare, una recentissima riflessione.
Come sappiamo da molte fonti storiche
e da molte evidenze materiali, tante chiese (ed ex chiese) della nostra Città
sono state fondate dai Castellani del Contado che qui si trasferirono,
«riproducendo» la loro parrocchia dentro le Mura. Altre chiese, invece, vennero
fondate da Ordini religiosi, maschili e femminili: San Basilio, Sant’Agostino,
la scomparsa San Francesco a Palazzo (di cui rimane una porzione), San
Bernardino, San Filippo, e così via.
Le chiese parrocchiali (alcune anche
Collegiate) fondate dai Castellani hanno conservato a lungo uno stretto
rapporto con le loro «corrispondenti» fuori le Mura: poi, con il passar dei
secoli, alcune hanno «cambiato gestione» passando a Confraternite/Congregazioni
o a Ordini religiosi, altre sono purtroppo scomparse per cause diverse.
Questo però non cancella il loro
antico legame con i Castelli di origine e, alcune, mostrano ancora questo
legame sulle loro facciate o al loro interno: pensiamo alla chiesa di San Vito
alla Rivera che, in alto sulla facciata, raffigura lo stemma che richiama
Tornimparte; Santa Maria di Rojo che riporta in facciata le «due spighe»
roiane; San Silvestro, al cui interno troviamo i tre monti con tre spighe che
simboleggiano Collebrincioni; Santa Giusta, a ridosso della quale è raffigurato
lo stemma di Bazzano. E non sappiamo se altre ancora - come probabile -
riportassero in facciata gli stemmi dei loro rispettivi Castelli fondatori, e
scomparsi forse con i rifacimenti delle facciate (parziali o totali) nel corso
dei secoli.
Perché uno stemma civico
sulla facciata di una chiesa? Perché, come ci spiegano
molti grandi nomi di studiosi storici aquilani citando le fonti, le chiese dei
Castelli dentro le Mura avevano due funzioni: una funzione religiosa,
ovviamente, e anche una funzione civile; in queste chiese si rogavano molti
atti di Notai, in queste chiese si tenevano assemblee pubbliche degli abitanti
dei Castelli di origine che vivevano in Città (una specie di piccoli
«parlamenti»).
E così, per concludere e venire al
dunque, mi chiedevo in questi giorni: perché, nella nuova pavimentazione
della nostra Città, non riprodurre gli stemmi dei Castelli davanti alle loro
chiese corrispondenti, comprese quelle che nel tempo hanno cambiato
destinazione d’uso?
Ovviamente, nulla di «mastodontico»:
è la presenza del simbolo che è importante, non la dimensione. E ovviamente
«sotto stretta sorveglianza» di professionisti esperti in Araldica.
Conosciamo tutti l’importanza dei
simboli nel rafforzare legami e senso di appartenenza, a prescindere dalle
origini di ciascuno di noi: nel nostro caso, quel senso di appartenenza di
chiunque si identifichi con la nostra Città-Territorio, di chiunque si senta
aquilano, chi per origini chi per «adozione» - indifferentemente -.
E allora: sarebbe così «brutto» uno
stemma di Tornimparte davanti a San Vito? Sarebbe così «brutto» il Moro di
Paganica nella piazza Capoquarto di Santa Maria? E l’albero (?pioppo) di
Coppito davanti a San Pietro? Assergi davanti al Carmine (in origine
parrocchiale di Assergi) insieme al simbolo carmelitano? Picenze davanti alla
Trinità di Picenze (in origine Santa Maria di Picenze, non lontano da Porta
Bazzano)? Collebrincioni davanti a San Silvestro?
E così via discorrendo!
Perché non farci un
«pensierino»? Pensiamoci su, esprimiamo ciascuno le
nostre opinioni, le nostre idee, avviamo un percorso partecipato: dai social,
alla stampa, agli «strumenti» istituzionali; sono tanti i canali attraverso i
quali noi Cittadini possiamo esprimere le nostre idee.
Mauro Rosati