LA LIBERTÀ SI CONQUISTA CON IL SENSO DEL LIMITE.
Altrimenti diventa onnipotenza e/o prepotenza:
onnipotenza e prepotenza possono distruggere se stessi e gli altri.
《Limite》 non significa né immobilismo né muro.
C'è un limite soggettivo-individuale, da un lato:
la consapevolezza dei nostri punti deboli e dei nostri punti di forza; e questo limite può anche spingersi in avanti, con gradualità e "allenamento".
C'è un limite oggettivo-sociale, dall'altro:
il campo di libertà di ciascuno non deve invadere quello dell'altro, e viceversa.
L'equilibrio tra i due limiti - difficile e mutevole - garantisce contemporaneamente la nostra libertà e quella degli altri:
rispettare - reciprocamente - i limiti e i tempi di ognuno.
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Un solo limite è invalicabile: la Natura.
Invalicabile, semplicemente perché noi stessi ne siamo parte.
La Natura detta le regole: non si sfida, si asseconda.
Se ci chiede un passo indietro, dobbiamo arretrare. Se ci chiede una sosta, dobbiamo sostare. Se ci consente di avanzare, possiamo avanzare.
I ritmi umani devono adeguarsi a quelli imposti dalla Natura: sconsiderato immaginare il contrario.
Non si va in alto mare se c'è burrasca; non si va in alta montagna se c'è bufera.
Non si miete a dicembre e non si vendemmia a gennaio.
E quando il delirio di onnipotenza spinge l'umanità a sentirsi 《pari》 o 《superiore》 alla Natura, le conseguenze possono essere disastrose.
La Natura 《se ne infischia》 dei nostri stili di vita, dei nostri parametri economici, dei nostri modelli di sviluppo forsennati e insostenibili.
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E allora è proprio il senso del limite che ci mette in guardia, se lo sappiamo 《ascoltare》:
fare una sosta quando è necessario, garantisce la nostra incolumità; e se conserviamo la nostra incolumità allora possiamo continuare ad essere liberi.
Per conservare la Libertà, dobbiamo essere in grado di ridurla o di espanderla a seconda delle circostanze.
Mauro