venerdì 14 gennaio 2022

IL MATTONE...SCALDAPIEDI


IL MATTONE...SCALDAPIEDI

ovvero

Lo friddu: quarche rammèdiu de 'na 'ote
(Il freddo: alcuni rimedi di una volta)


Riguardo all'importanza del fuoco, elemento particolarmente indispensabile nelle case contadine ancora qualche decennio fa, riporto un uso che ho appreso da racconti diretti: il 《mattone scaldapiedi》.


Il fuoco, come sappiamo, era il 《motore》 di tutte le attività domestiche nelle case di un tempo: 24 h su 24, 7 giorni su 7 (《24/7》 diremmo oggi).

Valeva ancor di più nei paesi ma anche per le case più modeste dentro le città o ai margini tra città e campagna (come ad esempio le belle case coloniche fuori le mura, ancora abitate dai contadini fino a poco più di mezzo secolo fa e che oggi possiamo trovare colpevolmente in abbandono, seppur abbastanza solide, oppure recuperate a regola d'arte e divenute delle belle casette nuovamente abitate, con in più le comodità della nostra epoca).


Il fuoco identificava la casa e quindi il nucleo familiare. Non a caso nei censimenti dei secoli passati (principalmente nel Medioevo ma anche oltre), la popolazione veniva conteggiata per 《fuochi》, un vocabolo riferito a un nucleo familiare che condivideva lo stesso 《focolare》 e quindi la stessa dimora.


Tra i molti usi indispensabili del fuoco: nelle fredde case di non molti decenni fa, si usava ancora scaldare i letti con la brace prima di coricarvisi. Da Nord a Sud. 

Si utilizzava il famoso scaldaletto, una specie di pentolino (detto 《suora》 o 《monaca》) con il coperchio forato, di forme variabili da zona a zona.

Un 《pentolino》 che veniva riempito di brace così come si faceva con i ferri da stiro di un tempo.

Alcuni lo mettevano dentro il 《prete》, un oggetto dal telaio in legno che sembra una sorta di 《slittino a dondolo》 (o altre forme, come quello siciliano 《ad arco》) e serviva a distanziare lo scaldaletto dalle coperte: in questi casi, però, era sempre molto alto il rischio di incendi, soprattutto se il calore emesso era eccessivo o se il contenitore della brace era aperto.

Altri, anche per sicurezza, passavano lo scaldaletto direttamente sulle lenzuola, come fosse un ferro da stiro, poco prima di coricarsi.


Quando il freddo si faceva sentire particolarmente, esisteva anche un antenato delle nostre borse calde.

Si prendeva un mattone in cotto (pianella o altri tipi) e si lasciava qualche oretta nel camino, a poca distanza dal fuoco che ardeva. Al momento di andare a letto, si prendeva il mattone riscaldato, lo si avvolgeva in un panno di lana (fibra naturale a minor rischio di incendio) e si metteva sotto le coperte per scaldare i piedi durante la notte.

Il mattone, come tutti gli oggetti in cotto, ha la proprietà di rilasciare lentamente il calore; un calore che la lana (isolante termico) contribuiva a conservare nel corso della notte.

Questo metodo era ancora in uso fino a circa 55-60 anni fa, soprattutto nei paesi, lì dove i riscaldamenti - talora anche la corrente elettrica - non erano ancora arrivati nelle case.


Infine, al mattino, prima di indossare i robusti scarponi 《di vacchetta》 (in cuoio da pelle di vacca), si prendeva qualche carbone tra le braci 《stemperate》 e si metteva dentro le scarpe; poi si smuoveva velocemente lo scarpone con i carboni per riscaldarlo senza bruciarlo, quindi si buttavano fuori i carboni e lo si indossava ben caldo.

Ovviamente sconsiglio di farlo con le scarpe o scarponi che indossiamo oggi, realizzati con altri materiali e altre procedure: rischieremmo di trovarci la suola 《fusa》 e la tomaia bucata!


Mauro