domenica 26 gennaio 2025

TOMBOLO AQUILANO... IN MINIATURA

 

TOMBOLO AQUILANO...

IN MINIATURA


Veduta di tre quarti
(foto: Paola Cinque, 2025)

Dal 《Presepe Cinque》:
riproduzione in miniatura del banco da lavoro del tombolo aquilano, con i dettagli del ricamo e dei fuselli pendenti; 
realizzato da Rachele Ciocca, artigiana merlettaia aquilana.


Veduta laterale
(foto: Paola Cinque, 2025)


Il 《Presepe Cinque》:


Mauro
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venerdì 17 gennaio 2025

LA CONOSCENZA COME "INTERSEZIONE DI SAPERI"

 

LA CONOSCENZA COME "INTERSEZIONE DI SAPERI"


Una decina di giorni fa leggevo un estratto dagli atti di un Forum dal titolo 《Il progetto di architettura come "intersezione di saperi"》(Atti dell'VIII Forum ProArch; Napoli, 21-23 novembre 2019).


Quell'《intersezione di saperi》, espressione evidenziata cromaticamente nel titolo del Forum, mi ha rammentato una consapevolezza acquisita nel corso delle mie esperienze di studio, lavorative e associative.

La consapevolezza che i tanti Saperi umani (manuali e intellettuali) non sono compartimenti stagni, separati e isolati, bensì un patrimonio di discipline che - appunto - funzionano se si "intersecano" e dialogano fra loro.


Una consapevolezza che - forse - per molti è anche scontata, quasi banale, ma che è bene sempre tener presente.


La Conoscenza è una conquista quotidiana che si arricchisce costantemente proprio grazie all'interazione di tanti "Saperi", differenti ma complementari, talora anche apparentemente molto distanti.

I migliori risultati, in ogni campo, si ottengono dalla cooperazione tra professionalità diverse che si completano a vicenda.


Personalmente credo sia difficile, se non addirittura impossibile, trovare un'abilità, un'esperienza, una disciplina che non abbia bisogno di altre abilità, esperienze, discipline.

Le tante forme del Sapere umano - le Scienze (=conoscenze) in senso ampio - rischierebbero probabilmente di arenarsi se non si intrecciassero in maniera armonica, come una tessitura in costante divenire.


Mauro

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lunedì 6 gennaio 2025

TROVIAMO UNA "CASA" AI PRESEPI DEL MAESTRO BOSCHETTI, ORGOGLIO AQUILANO

 



TROVIAMO UNA "CASA" AI PRESEPI DEL MAESTRO BOSCHETTI, ORGOGLIO AQUILANO.


Da almeno vent'anni seguo le esposizioni del maestro Piero Boschetti, fine artigiano dell'arte presepiale aquilana e abruzzese.

Persona garbata e disponibile dalla quale ho imparato tante piccole curiosità in questo campo.

Ogni anno, con sacrifici e impegno, mette a disposizione la sua opera e la sua creatività per tutti noi, dai bambini agli anziani.


I suoi presepi, la sua abilità creativa, sono motivo di orgoglio per tutta la nostra Comunità, sono patrimonio materiale e culturale per tutta la nostra Città-Territorio.

Il maestro Boschetti ha portato in giro per l'Italia il nome dell'arte presepiale aquilana, stimato e richiesto in tante regioni.


Sarebbe giunto il momento di trovare una casa definitiva per questa nostra ricchezza collettiva; gli spazi in città non mancano, a cominciare dal nostro centro cittadino.


Facciamo in modo che anche i bimbi più piccoli, le "nuove generazioni" di cui spesso si parla, possano continuare ad ammirare queste creazioni fatte con le mani e con l'anima, e ad apprendere dalla maestrìa di un artista che nel suo campo ha dato lustro alla nostra L'Aquila.


Facciamo tutti uno sforzo, amministrazione e cittadini, per trovare una casa permanente alle opere del maestro Boschetti, affinché le generazioni presenti e future possano continuare a contemplarne la creatività e ad imparare da essa.

Pensiamo a quali edifici, a quali luoghi possano essere piu cònsoni a questo scopo, per tramandare un pezzo di storia e di arte aquilane.


Siamo la Capitale Italiana della Cultura 2026, non dimentichiamolo e valorizziamo le nostre risorse, i nostri fiori all'occhiello.



Mauro Rosati

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mercoledì 1 gennaio 2025

OTTAVA DEL NATALE - NATIVITÀ IN SAN BERNARDINO DA SIENA

 



1° gennaio - Ottava del Natale

(In Octava Nativitatis Domini)

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01 gennaio 2025

L'Aquila, basilica di San Bernardino da Siena (Quarto di Santa Maria):

rappresentazione della Natività allestita nella 《Cappella Gotica》.

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Per brevi info storico-artistiche sulla cappella, vedi estratto del pannello informativo nell'immagine seguente.

Dettaglio del pannello informativo sulla Cappella gotica e sui brani di affreschi attribuiti a Francesco di Paolo da Montereale.

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Mauro

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domenica 29 dicembre 2024

IL 《PRESEPE CINQUE》


IL 《PRESEPE CINQUE》

Scorcio aquilano - 1


Il 《Presepe Cinque》: 

📍 uno scorcio della Città dell'Aquila con alcuni dei monumenti rappresentativi e con riproduzioni di abitazioni caratteristiche, in particolare del Quarto di San Pietro.

Scorcio aquilano - 2


🔎 Si riconoscono la Torre di Palazzo (al confine tra il Quarto di Santa Maria e il Quarto di San Pietro), la chiesa e il campanile dei Padri Gesuiti (già parrocchiale di Santa Margherita della Forcella), la statua di Carlo II d'Asburgo di Spagna (piazza Santa Margherita), la chiesa Capoquarto di San Pietro a Coppito; e poi casette con loggette, ballatoi, scalinate, panni stesi.

Scorcio aquilano - 3


📌 Questo scorcio si inserisce nella scena più grande di una folla umana in marcia verso il luogo della Natività:

donne e uomini, ciascuno intento nella sua attività, alcuni già in cammino e altri ancora 《distratti》 in un angolo, intenti nel loro lavoro (pizzaioli, caldarrostai, panettieri, ecc.).

Umanità in marcia


📍 E ovviamente: Benino, il giovane pastorello dormiente e sognante, immancabile tra i personaggi del presepe.

Verso la Natività


↪ Ringrazio Paola Cinque, curatrice dell'allestimento, che mi ha illustrato i diversi dettagli della rappresentazione, e ringrazio la famiglia Cinque per la cordiale e amichevole accoglienza.



Mauro

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BREVE RIFLESSIONE - PERCHÉ STUDIARE LA STORIA ?

 

Perché studiare la Storia?


Il Passato è un faro che illumina il Presente, proiettando le sue luci e le sue ombre. 

Le ombre indicano gli errori da non ripetere, le luci narrano i buoni esempi, segnando i percorsi migliori.


La Storia è la lanterna di questo faro.


Una lanterna a servizio dell'Umanità: 

per vivere meglio il Presente e per immaginare un Futuro più degno.



Mauro

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IL 《BELLO》 E IL 《BRUTTO》... QUESTIONE DI ACCOSTAMENTI ?

 

Il Bello è quando le cose vanno d'accordo》.


🎤 🎙 Così - durante un' intervista - rispondeva il critico d'arte Philippe Daverio, interrogato sull'antica domanda: 

Che cos'è il Bello?》.


In altre parole, è un po' come dire che il Bello (o la percezione del Bello) è una questione di 《accostamenti》, e non soltanto di gusti individuali.

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Personalmente, in linea di massima, concordo con quest'affermazione.


📍 Tralasciando casi di 《estrema bruttezza》 o di 《estrema bellezza》, in linea generale sono proprio gli accostamenti a fare la differenza.

↪ Spesso, infatti, non è tanto la 《cosa》 in sé a essere bella o brutta bensì il 《dialogo》con il 《contesto》.

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E allora mi vengono in mente domande banali ma che magari possono aiutarci a riflettere.


❓ Chi, sotto giacca e cravatta, indosserebbe un bermuda da spiaggia - magari anche con i mocassini -, fosse anche un bermuda di ottima qualità, griffato con una firma d'alta moda?


❓ Chi collocherebbe un mobile di produzione industriale - seppur impiallacciato di buona qualità - in una casa arredata con pregiato mobilio in legno massello?


❓ Chi posizionerebbe un armadio davanti a una finestra che si apre su una splendida veduta, ostacolandone così la vista? Seppur quell'armadio fosse 《bello》?


❓ Chi esporrebbe una sedia 《Luigi XIV》 accanto a una comune sedia in plastica, seppur plastica di buona qualità?


❓ Chi indosserebbe delle infradito, seppur di marca, per presentarsi a un colloquio di lavoro o a una cerimonia?


↪ E così via dicendo! 

Potremmo pórci altre innumerevoli banali domande di questo genere!

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📍 Il concetto di base è che esistono codici di buongusto - spesso non scritti - ma che impariamo ad applicare esercitando l'occhio a leggere gli accostamenti e il contesto.

🔎 Questi codici di lettura valgono sia se parliamo di abbigliamento personale o di arredamento domestico, sia quando ragioniamo su scala più grande: un quartiere, un borgo, una città, un territorio.


🎨 Ogni territorio possiede una certa 《tavolozza》 di colori che lo distingue da un altro: 

ciò che può inserirsi in modo 《bello》 in un luogo, può diventare una 《brutta》nota stonata in un altro luogo.


📍 Non è sufficiente l'estetica in sé di un oggetto, di un arredo, di un'architettura: 

🔎 è necessario saper leggere l'《accostamento》 di quell'oggetto nel contesto in cui viene collocato.


📍 I nostri antenati - per necessità, per praticità, per sensibilità - erano molto più allenati di noi a leggere i contesti e le 《tavolozze》di colori dei territori; erano più bravi di noi nell'《Architettura del Paesaggio》.


📍 Oggi sembriamo più proiettati al particolare, senza saper leggere l'insieme, senza la visione complessiva: 

siamo molto attenti a come ci vestiamo, a come arrediamo casa, ma molto meno attenti a come costruiamo e arrediamo i nostri paesaggi.


❓ Forse è il frutto dell'individualismo e dell'omologazione oggi imperanti? 

Forse sì, ma non solo.


Alla base c'è probabilmente una mancanza di 《esercizio》più generale, collettiva: 

discipline come la Storia dell'Arte (dalle origini ad oggi) - e affini - possono venirci in aiuto, così come la Filosofia ci esercita al ragionamento, o la Fotografia ci esercita all'osservazione critica. 

📖 E...aggiungo...la Lettura in generale aiuta molto (lettura di libri - libri di testo e/o illustrati - lettura d'immagini, lettura impegnata, lettura divulgativa, lettura tecnica, lettura poetico-letteraria).

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📍 A margine di queste riflessioni, di questi interrogativi, sono anche del parere che esista una linea-guida, che esistano dei criteri di base: 

guardarci attorno, osservare l'insieme che ci circonda, approfondire i contesti e la loro storia, scendere poi nei dettagli e quindi ragionare; 

e - infine - agire partendo da questi presupposti.


📍 Chissà?! Magari ci risparmieremmo tante macroscopiche 《brutture》.



Mauro

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martedì 3 dicembre 2024

L'《OCCHIO》 DI UNA NEVIERA NEL QUARTO DI SAN PIETRO





L'Aquila

Nell'immagine vediamo l'apertura esterna della neviera situata nella corte dell'antico ed elegante Palazzo Ciavoli-Cortelli, presso i locali dell'odierno ristorante Lo Scalco dell'Aquila, in via Minicuccio d'Ugolino (Quarto di San Pietro).

Attualmente la neviera non è accessibile, tuttavia è già interessante poterne osservare l'esterno nel suo contesto poiché queste opere ci raccontano come si viveva nel passato, fino a epoche non troppo lontane (pensiamo ad esempio - ancóra - alla prima metà del XX secolo).
In tempi nei quali non esistevano i congelatori (mini o maxi che siano) le neviere rappresentavano un'importante riserva di ghiaccio, utile per molte necessità che sarebbe lungo elencare, come - soltanto ad esempio - il trattamento degli stati febbrili.
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- Che cos'è una neviera?

- Semplificando il discorso, seguono, in sintesi, alcune note di base sulle neviere.

La neviera è un ambiente interrato - una sorta di cisterna più o meno grande - dove, nel corso della stagione invernale, venivano immagazzinati e compattati strati di neve alternati a strati di altri materiali (come la paglia) che fungevano da isolante termico; gli stessi mattoni cotti delle murature sono notoriamente termoisolanti.
La neviera garantiva una riserva di ghiaccio (e talora di acqua) anche - e soprattutto - a stagione estiva inoltrata, grazie alle più basse temperature all'interno del suo ambiente al riparo dal calore esterno.
In pratica, la neviera era una specie di piccolo ghiacciaio artificiale; tra l'altro ancora oggi è in uso il vocabolo 《ghiacciaia》 anche per indicare i moderni congelatori.

Possibilmente le neviere, seppur interrate, andavano posizionate il più possibile lontano dall'esposizione solare, situate preferibilmente a settentrione.
Esistevano neviere costruite in muratura e neviere ricavate in determinati spazi naturali che, per una serie di caratteristiche, erano adatti allo scopo.

Le famiglie più ricche e benestanti avevano la possibilità di realizzare la propria neviera privata all'interno dei loro palazzi, come nel caso che abbiamo appena visto (vedi foto in alto).
Pensiamo anche alla neviera particolarmente grande di Palazzo Centi, situato di fronte alla chiesa di Santa Giusta e alla piazza omonima (le capoquarto del Quarto di San Giorgio); una neviera, quella di Palazzo Centi, che abbiamo imparato a conoscere dalla stampa e dalle pagine social in questi anni recenti.

La neviera però, per la sua utilità (in campo alimentare, sanitario) era considerabile un vero e proprio 《servizio al pubblico》, soprattutto per chi, per vari motivi, non poteva permettersi una riserva privata.

Nella seconda pianta storica della Città dell'Aquila di Girolamo Pico Fonticulano (stampata nel 1600 da Jacopo Lauro) è riportata una 《Fossa per la neve》 al n. 48: è raffigurato un grande edificio con base a cubo e copertura a piramide, situato nella zona tra la storica chiesa di Santa Croce e l'attuale complesso del Tribunale, pressappoco all'ingresso ovest dell'odierna via XX Settembre.
Una neviera è citata anche in una planimetria storica della Fortezza-cittadella cinquecentesca (il Castello), pubblicata in 《L'Aquila》 di Alessandro Clementi ed Elio Piroddi (1988).

La neve - stipata e ghiacciata - si vendeva a peso che, insieme alla qualità, influiva sul prezzo.
Dalle neviere si prelevava infatti sia neve sporca (《neve nera》), come - ad esempio - quella raccolta dallo sgombero delle strade, sia neve pulita (《neve bianca》) adatta ad usi alimentari, trasportata dai nevaroli e proveniente dai monti circostanti o quantomeno da depositi naturali intatti.
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(Per l'acquisizione dell'immagine si ringrazia la disponibilità dei proprietari e del personale del ristoranteLo Scalco dell'Aquila》)


Mauro
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domenica 1 dicembre 2024

《CONTEMPLANDO BELLEZZA》 - SAN DOMENICO

 

L'Aquila, chiesa di San Domenico (Quarto di San Pietro); abside.
(2024)



✒ Contemplando Bellezza...

...mentre cammino, mi fermo dinanzi a un 《matrimonio》, 
un connùbio tra possanza e leggiadrìa, 
...imponenza, severità ed eleganza 
che si fondono armonicamente!

✒ La possanza delle murature, 
con le grandi pietre squadrate e ben commesse...
...la finezza delle cornici...
...la leggiadrìa della grande bìfora gotica, con la sua snella e agile colonnina centrale, lavorata secondo uno slancio verticale che attrae e guida lo sguardo verso l'alto, 
dove poi si dirama nelle due arcatelle laterali,
...mentre in capo, al centro, germoglia il tondo quadrilobato!

✒ ...l'agile colonnina come lo stelo di un fiore,
...le arcatelle come due virgulti,
...il tondo come una gemma,
...il quadrifoglio, nel tondo, come un fiore appena sbocciato!
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Compiaciuto per l'armonico connubio che ho appena ammirato, 
riprendo a camminare...!


Mauro
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domenica 24 novembre 2024

LA MISERICORDIA NELLE PIANTE STORICHE DELL'AQUILA (Nota di approfondimento)

 

✒ Pubblico questa breve nota di approfondimento, traendo spunto dal mio articolo pubblicato a metà novembre sulla stampa locale aquilana.

Vedi ad esempio:

🌐

https://www.ilcapoluogo.it/2024/11/14/una-palestra-al-posto-della-chiesa-della-misericordia-il-vecchio-progetto/

(《Il Capoluogo》, 14/11/2024)

🌐

https://www.improntalaquila.com/2024/11/14/la%e3%80%8apalestra%e3%80%8bdella-misericordia/

(《L'Impronta - L'Aquila》, 14/11/2024)

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✒ Nota di approfondimento.

La Misericordia in alcune delle principali piante storiche della città di Aquila

🔎 Per le parole segnate da asterischi vedi le annotazioni in fondo al post.


🗺 1575

📍n. 103 - La Misericordia, confraternita

(1ª pianta di Aquila di Girolamo Pico Fonticulano)


🗺 1600

📍n. 36 - La Misericordia, Mon(aster)o d(i) Zitelle*

(2ª pianta di Aquila di Girolamo Pico Fonticulano, 1581; incisa postuma da Jacopo Lauro nel 1600)


🗺 1622

📍n. 40 - S(anta) Maria della Mis(ericordi)a, Mon(aster)o de Zite(ll)e*

(pianta di Aquila di Scipione Antonelli - incisa da Jacopo Lauro)


🗺 1753:

📍n. 29 - Santa Maria della Misericordia, Conservatorio** di Orfane, e Confraternita

(pianta di Aquila di Antonio Francesco Vandi per Carlo Franchi)


🗺 1826:

📍n. 11 - Misericordia, Conservatorio** di Orfanelle e Confraternita

(pianta di Aquila di Baldassarre Catalani)


🗺 1935:

📍quadrato n. 15 - Chiesa della SS. Misericordia

(pianta di Aquila degli Abruzzi di Tito Nanni, planimetria caratterizzata da un reticolato di quadrati)

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Annotazioni


* 📍《Zitella》 non è da intendersi nell'accezione scherzosa o sarcastica odierna, bensì come 《fanciulla》, 《giovane donna non maritata》 (TLIO)*** e - possiamo ipotizzare - donna non sposata anche e soprattutto in condizioni di indigenza e/o socialmente difficili (donne abbandonate, donne mal maritate, donne ripudiate).

*** 📖 ( TLIO - Tesoro della Lingua Italiana delle Origini;

🌐 http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/ 

🌐 http://tlio.ovi.cnr.it/TLIOm/ )


** 📍《Conservatorio》 è da intendersi nell'accezione più antica di 《asilo》, 《ospizio》, 《orfanotrofio》 (A. Damerini - Enciclopedia Italiana Treccani, 1931), e in generale come luogo di conservazione intesa come 《ospitalità, tutela, protezione》.

📍In taluni di questi conservatorî s'impartiva anche - talora - un'educazione musicale, in origine soprattutto a Napoli e a Venezia:

📖 《Questo fu il carattere dei più antichi conservatorî di Napoli e di Venezia, i quali ultimi portavano anzi il nome di ospedale.

Istituzione e nome, con l'aggiunta dell'attributo musicale, furono poi ripresi anche fuori d'Italia ovunque sorgesse un'importante scuola di musica o di arte drammatica, mentre il carattere assistenziale, proprio dei primi conservatorî, venne perdendosi attraverso i tempi. Nei nostri giorni, infatti, la maggior parte degl'istituti che si chiamano ancora conservatorî restringe la propria organizzazione a quella di un centro didattico dove s'insegnano le discipline atte a formare compositori, maestri di musica, virtuosi cantori e strumentisti.》

📖 (A. Damerini - Enciclopedia Italiana Treccani, 1931;

🌐 https://www.treccani.it/enciclopedia/conservatorio_(Enciclopedia-Italiana)/ )



Mauro Rosati

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