lunedì 29 settembre 2025

(2ª parte) TORNIMPARTE - STEMMI A CONFRONTO

 

Villagrande di Tornimparte (L'Aquila);
chiesa di San Panfilo.
Stemma civico su scudo gotico affrescato in facciata;
datazione ipotetica: fine Trecento - inizio Quattrocento.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

Villagrande di Tornimparte (L'Aquila);
chiesa di San Panfilo.
Stemma civico affrescato nell'abside;
datazione: 1490-1494, epoca di realizzazione
del ciclo pittorico di Saturnino Gatti.
A sinistra nel campo dello scudo si notano tracce
di colore azzurro intenso, tendenti al blu.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)



A prosecuzione e complemento del post precedente (《TORNIMPARTE - STEMMI A CONFRONTO》).


Come riferito dal sig. Domenico Fusari della Pro Loco di Tornimparte, sulla base di riscontro documentario, è attestata un'ulteriore versione dello stemma più antico di Tornimparte: 

🛡campo d'oro al palo di rosso centrale.

📍La presenza di un unico palo potrebbe risalire all'epoca in cui Tornimparte coincideva soltanto con il territorio di Villa Grande e ville vicine, quindi almeno fino alla fondazione di Aquila nel XIII secolo.

↪ Questa versione d'oro a un solo palo di rosso sembra richiamare per somiglianza quella dell'arme a un solo palo caricato da una stella [6] 《addestrata》da altra stella [6]; una versione dagli smalti non noti con certezza, pubblicata dal Blasetti (1984) e riportata nel post precedente.


✍ Note.

↪《Addestrata》 sta per 《posta sul lato destro》 per lo scudo (quindi lato sinistro per chi guarda).

↪ La cifra 《 6 》 tra parentesi quadrate indica il numero di punte della stella.

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L'arme in facciata (Fig. 1).

📍 Alla versione sopra descritta segue poi cronologicamente quella 《interzata in palo》 (ossìa divisa in tre parti uguali verticalmente): nel 1° di nero (apparentemente), nel 2° di rosso, nel 3° di verde, rispettivamente caricati di una stella d'oro ciascuno, con le stelle disposte in banda (diagonalmente da in alto a destra a in basso a sinistra per lo scudo; il contrario per chi guarda).

↪ Questa versione (citata nel post precedente) è attestata dall'arme civica, su scudo gotico, raffigurata sulla facciata della chiesa di San Panfilo a Villagrande di Tornimparte, la quale accompagna un insieme di figure sacre affrescate (Madonna con Bambino e Santi), a prima vista databili tra fine Trecento e primo Quattrocento, un'epoca in cui al nucleo del 《Tornamparte》 più antico si aggiungono le unità territoriali di Castiglione e di Rocca San Vito, con la suddivisione in Terzi del territorio tornimpartese.

↪ Tuttavia, il colore nero del 1° campo di questo stemma civico affrescato all'esterno della chiesa potrebbe essere invece un azzurro intenso, tendente al blu, che nel tempo potrebbe aver assunto una tonalità nera per via di ritocchi/ridipinture influenzati magari da una pàtina naturale che si era formata con l'esposizione all'aria.


L'arme nell'abside (Fig. 2).

📍Questa ipotesi prende spunto concreto da un altro stemma di Tornimparte, sempre 《interzato in palo》, raffigurato nel notissimo e ammirevole ciclo di affreschi di Saturnino Gatti (1490-1494) nella tribuna all'interno della medesima chiesa di San Panfilo:

🛡 si tratta di un'arme composta da scudo definibile 《rinascimentale》 combinato però con le tipologie 《bucranica (a cranio di bue)》, e/o 《a testa (o muso) di cavallo》, dal quale si sviluppano nastri schioccanti.

↪ In questo stemma dipinto dentro la chiesa, più tardo rispetto a quello 《gotico》 esterno, si osservano alcune tracce di colore azzurro intenso, tendente al blu, visibili nel 1° campo (a destra per lo scudo, a sinistra per chi guarda); a questo ipotizzabile 1° campo azzurro si affiancano gli altri due già noti (il 2° e il 3°), rispettivamente di rosso e di verde.


📍 Ciò premesso e considerato, non si può escludere che l'arme civica di Tornimparte, nella versione 《interzata in palo》, sia d'azzurro, di rosso e di verde, 

e non di nero, di rosso e di verde come apparirebbe a prima vista all'esterno della chiesa.



Mauro Rosati

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venerdì 26 settembre 2025

《CAPOPIAZZA》 VS. 《PIE' DI PIAZZA》


In apertura di un atto notarile di fine Quattrocento, estratto:

《[...] IN CIVITATE AQUILE, IN PEDE PLATEE FORI, ANTE DOMUM MAIORIS ECCLESIE AQUILANE.[...]》;

per grandi linee il passo, facendo seguito alla datazione, specifica che l'atto viene rogato nella città di Aquila, ai piedi della piazza del 《foro》(inteso innanzitutto come 《mercato》), davanti al Duomo, sede della Chiesa aquilana.


Da questo breve passo, indicante il luogo di redazione dell'atto, deduciamo alcuni importanti aspetti.


- Il foro

Il riferimento, come s'intuisce, è a Piazza del Duomo (Piazza del Mercato), qualificata come 《foro》, ossìa uno spazio multifunzionale dove si svolgono molteplici attività pubbliche quotidiane: commerciali (il mercato, appunto), giuridiche (es. redazioni di atti notarili), religiose, ecc..

Si tratta della Piazza Maggiore della nostra città, la 《Piazza》 per antonomàsia, senza neanche la necessità di specificarne l'intitolazione.

Piazza Maggiore per dimensioni e per importanza, imprescindibile cuore pulsante della nostra città, Ieri come Oggi;

piazza e zona franca appartenente a tutta la Città e a nessun Quarto.


- Topografia e relativa toponomastica.

Già la conformazione della Piazza ci suggerisce che:

Capopiazza è la parte più alta, oggi occupata e visualmente isolata per via della nuova pensilina, 

mentre Pie' di Piazza (《a pèe alla Piazza》) è la parte più bassa in quota, quindi quella davanti al sagrato del Duomo.


Il criterio basato sull'altimetria è lo stesso di altri toponimi che troviamo a cominciare proprio dal nostro territorio: 

Capu la Terra》(Capo la Terra), parte alta di un centro abitato in dislivello,

e Piedi la terra, la parte bassa;

Pie' la Costa/Piedi la Costa, centro abitato situato alle falde di una costa, di un pendìo;

Pie' la Villa/Piedi la Villa, centro abitato più a valle rispetto ad altri dello stesso comprensorio.


Il passaggio sopracitato dell'atto notarile supporta in modo cristallino e inequivocabile la validità della lettura altimetrica, poiché cita esplicitamente 《Pie' di Piazza》 con riferimento all'ubicazione del Duomo (domus=casa, intesa in questo caso spiritualmente come Casa di Dio, e materialmente come Casa del Vescovo, dal 1876 Arcivescovo, costituendo un unico complesso con l'adiacente Vescovado, dal 1876 Arcivescovado),

spiegando che 《Pie' di Piazza》 (pede platee) è davanti al Duomo, la chiesa maggiore, la Cattedrale (in quanto sede della Cattedra, il seggio del Vescovo, dal 1876 Arcivescovo).

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Nota a parte.

Nel breve passo citato molti avranno notato che il dittongo latino classico 《ae》 è semplificato in 《e》, poiché il Latino, lingua viva (non 《lingua morta》) è in costante evoluzione nel corso del tempo e anche nello spazio (aree geografiche) come qualsiasi altra 《lingua viva》, e quindi un Latino di fine Quattrocento differisce rispetto al Latino classico-letterario di un Cicerone, di un Sallustio, di un Seneca.

Il Latino è vivo nelle correnti lingue romanze odierne come l'Italiano, nonché nei molteplici dialetti e lingue locali che caratterizzano le varie zone d'Italia e dell'Europa romanza.

Il Latino è vivo come lingua degli atti ufficiali della Santa Sede, rappresentante lo Stato del Vaticano.

Il Latino è vivo in molteplici detti e nel lessico della nostra quotidianità quando utilizziamo parole correnti come: bonus, iunior (junior), iuventus (juventus), media (mezzi di comunicazione), alter ego, alias, lapsus, versus (abbreviato in vs.), tutor, vademecum, amen, curriculum, ecc..



Mauro Rosati

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lunedì 22 settembre 2025

TORNIMPARTE - STEMMI A CONFRONTO

 

Fig. 1 - Una versione dell'arme civica storica di Tornimparte.
(Fonte immagine:
C. BLASETTI, Le arme del Contado Aquilano,
Roma, stampa 1984).


Fig. 2 - Arme civica storica di
Rocca Santo Stefano

(Fonte immagine:
C. BLASETTI, Le arme del Contado Aquilano,
Roma, stampa 1984).


Fig. 3 - Stemma odierno Comune di Tornimparte (L'Aquila)
(Fonte immagine: 《Wikipedia》da 《Araldica Civica》).


1 - Premessa storica


📍 Il territorio del Comune di Tornimparte così come lo vediamo oggi è il frutto dell'aggregazione di almeno quattro unità territoriali, castelli e ville, avvenuta nel corso dei secoli: Tornimparte, Castiglione, Rocca San Vito, Rocca Santo Stefano.

↪ L'originaria Terra di Tornimparte, abitato sparso gravitante intorno alla Villa Grande (anche《Villa Magna》negli atti storici), corrispondeva alla porzione sud-sud-est del Comune odierno.

📍Le sopraelencate quattro Terre/Castelli con ville (villaggi) parteciparono alla fondazione di Aquila (XIII secolo) insediandosi (《inurbandosi》) dentro le Mura cittadine nella zona del Quarto di San Giovanni che da Via Roma e dall'odierna Via XX Settembre digrada verso Porta Rivera.

↪ La pianta di Aquila di Antonio Vandi (1753) riporta in quella zona i locali di Castiglione e di Tornimparte (quest'ultimo a ridosso delle Mura di Porta Rivera, e corrispondente in gran parte all'area dell'ex mattatoio comunale, oggi padiglione del MuNDA - Museo Nazionale D'Abruzzo).

📍Una presenza rimarcata anche dall'onomastica stradale ufficializzata subito dopo l'Unità d'Italia: 

- Piazza San Vito (davanti alla chiesa omonima e alla Fontana della Rivera - 99 Cannelle);

- Largo Tornimparte, spazio prospiciente Piazza San Vito, situato dinanzi all'ingresso pedonale del padiglione MuNDA di Borgo Rivera;

- Via Castiglione, strada situata tra via Roma e via XX Settembre, costeggiante una parte del Quartiere Banca d'Italia (il 《Quartiere Italico》, come mi piace chiamarlo in base all'onomastica), e facente angolo con il sito dell'ex sede ANAS di via XX Settembre, demolita successivamente al sisma del 2009.


📍 Di queste quattro Terre, fu San Vito che insediò in città la propria omonima chiesa parrocchiale, aggregandosi al locale di Tornimparte; una chiesa sulla cui facciata monumentale vediamo in alto uno stemma che parrebbe richiamare uno di quelli antichi di Tornimparte (un po' come la facciata di Santa Maria di Rojo intra moenia che presenta in alto l'arme civica della Terra di Rojo ). Anche Castiglione dovrebbe aver insediato in città una sua chiesa, la parrocchiale di Sant'Angelo, che il Vandi (1753) riporta nella sua pianta urbana come 《diruta》; d'altro canto lo stesso castello di Castiglione decadde in tempi successivi alla fondazione di Aquila, e sarebbe stato distrutto all'inizio dell'occupazione spagnola (1533) secondo quanto afferma Carlo Franchi (nel Settecento) citato dal Blasetti (1984).


📍 Intanto, sempre dopo la fondazione di Aquila, la Terra di Rocca San Vito si aggrega a Tornimparte, come risulta già in un catasto del 1395 al quale fa riferimento (2021) la pagina di 《Toponomastica dell'Appennino Abruzzese》, a cura di Antonio Sciarretta.

↪ E così San Vito va a costituire uno dei Terzi nei quali sono raggruppate le molte ville del territorio di Tornimparte: 

- Terzo di Villa Grande (attestato ad esempio in atti notarili di fine Quattrocento), il più antico nucleo di 《Tornamparte》;

- Terzo di Colle San Vito, storicamente Rocca San Vito;

- Terzo di San Nicola, storicamente riferibile a Castiglione;

(i terzi sono nell'ordine così come elencati nella sopracitata pagina sulla toponomastica locale).


📍Infine, nel 1807, a seguito delle riforme amministrative napoleoniche, anche Rocca Santo Stefano viene accorpata a Tornimparte (più precisamente al《Governo di Tornimparte》, poi 《Comune di Tornimparte》 dal 1811).


Curiosità.

In quegli stessi anni anche Lucoli venne aggregato al Comune di Tornimparte (1811). Pochi anni dopo, nel 1816, Lucoli riacquisì la sua autonomia amministrativa.

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2 - Araldica


Gli stemmi.

📍 A seguito di questo accorpamento amministrativo fra i due castelli, il Comune di Tornimparte acquisisce lo stemma ufficiale odierno, il quale unisce una delle versioni dell'antica arme civica di Tornimparte all'arme civica di Rocca Santo Stefano, con alcune variazioni rispetto agli stemmi più antichi.


Vediamo quali!


Blasonatura di una versione dell'arme storica di Tornimparte (Fig. 1):

🛡 《Di... , al palo di... caricato da una stella [6] di... , addestrata da altra stella [6] di... 》.

(📖 Fonte blasonatura: C. BLASETTI, Le arme del Contado Aquilano, Roma, stampa 1984; pp. 95-96).

📍In sostanza si tratta di uno scudo contenente un 《palo》 centrale (pezza onorevole occupante ⅓ o 2/7 del campo) con relativa stella a 6 punte, 《addestrata》 (ossìa affiancata sulla destra) da un'altra stella a 6 punte esterna al palo.


Note

↪ La destra di uno scudo corrisponde alla sinistra di chi guarda, la sinistra dello scudo corrisponde invece alla destra di chi guarda.

↪ I puntini di sospensione indicano che non sono noti con certezza gli 《smalti》 araldici (metalli, colori, pellicce).

📍 Tuttavia una versione storica a colori dello stemma di Tornimparte è osservabile in alcuni dipinti (datati almeno al XIV secolo da alcune fonti, se non anche XV secolo) sotto il portico della chiesa di San Panfilo a Villagrande: in questo caso l'arme, su scudo 《gotico》, è 《interzata in palo》, ossìa divisa verticalmente in tre parti uguali, rispettivamente nel 1° di nero, nel 2° di rosso e nel 3° di verde, ciascuna parte caricata di una stella d'oro, con le tre stelle disposte diagonalmente 《in banda》. La medesima versione la troviamo nella metà destra (sinistra per chi guarda) dell'odierno stemma del Comune di Tornimparte, che viene illustrato più avanti in questo stesso post.


Blasonatura dell'arme storica di Rocca Santo Stefano (Fig. 2):

🛡《Di... , alla torre merlata alla ghibellina [3], murata, di due piani di... , aperta del campo, accostata dalle lettere alfabetiche maiuscole R.S. e in punta dalla lettera S. (Rocca S. Stef.); nel capo una stella [6] di... 》.

(📖 Fonte blasonatura: C. BLASETTI, Le arme del Contado Aquilano, Roma, stampa 1984; pp. 92-93).


Note.

↪ I merli alla ghibellina (in questo caso 3) sono riconoscibili dalla forma a coda di rondine.

↪ Una torre si definisce 《murata》 quando riporta il disegno dei blocchi che ne costituiscono la muratura.

↪ L'espressione 《aperta del campo》 indica una torre con la raffigurazione della porta aperta a pianterreno che mostra lo stesso 《smalto》 del campo di fondo.

↪ I piani di una torre vengono blasonati anche come 《palchi》.

↪ I puntini di sospensione indicano che non sono noti con certezza gli 《smalti》 araldici (metalli, colori, pellicce).


• Arme di Castiglione.

❓ Al momento non mi risulta nota l'arme di Castiglione.

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Tornimparte - Stemma civico odierno (Fig. 3).

📍 Vediamo ora l'arme odierna del Comune di Tornimparte comparata con quelle più antiche sopra descritte.

↪ Lo stemma odierno di Tornimparte, come già anticipato, unisce quelli di Tornimparte antichi e quello storico di Rocca Santo Stefano.

🛡 Lo scudo è 《partito》, ossìa diviso a metà in verticale:

- il 1° campo (destra; sinistra per chi guarda), è 《interzato in palo》 rispettivamente di nero, di rosso e di verde (con eccezione quindi rispetto alla regola araldica del 《metallo non tocca metallo, colore non tocca colore》, in questo caso si applica una sottile striscia nera, una cucitura, a separare i colori o i metalli accostati che quindi risultano appunto 《cuciti》), ciascuna delle tre parti è poi caricata di una stella d'oro a 6 punte, per un totale di tre stelle poste 《in banda》 (ossìa in diagonale dall'alto a destra a in basso a sinistra dello scudo; il contrario per chi guarda);

↪ questa parte di stemma richiama parzialmente l'impostazione dell'arme storica di Tornimparte così come descritta dal Blasetti (vedi sopra),

ma allo stesso tempo riproduce invece fedelmente, anche negli 《smalti》, la versione raffigurata negli affreschi tre-quattrocenteschi sotto al portico esterno della chiesa di San Panfilo a Villagrande (vedi sopra in questo post);

- il 2° campo (sinistra; destra per chi guarda) è invece d'azzurro alla torre merlata alla guelfa (ossìa con merli di forma rettangolare) con 5 merli per palco, murata, di due palchi (piani) d'argento, chiusa di nero;

questa seconda parte dell'arme comunale richiama quella storica di Rocca Santo Stefano ma non riporta le lettere R.S. ai lati ed S. in punta, e neanche la stella sul capo.

↪ Lo scudo, nel suo insieme, presenta ornamenti esteriori da Comune, definiti dalla tipologia di corona in capo, e dai due rami in punta rispettivamente di alloro e di quercia posti in 《decusse》 (a 《croce di Sant'Andrea》) e legati da un nastro tricolore italiano.



Mauro Rosati

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mercoledì 17 settembre 2025

TEMPI CHE CAMBIANO - LIBERE RIFLESSIONI

 

Tempi che cambiano - Libere riflessioni 📖

(riflessioni per chi non si appìsola prima di arrivare in fondo a questo post 😄)


📍 Quando andavo in vacanza da bambino e da ragazzino ricordo che nello spazio di meno di 1 km da dove alloggiavo c'erano almeno 2-3 librerie, nonostante si trattasse di località a prevalente vocazione turistica stagionale e quindi con relativa movida e relativi locali a tema: pub, discoteche, ristoranti, bar-gelaterie, sale giochi, giostre ecc.., legittimamente ovviamente, per carità; io tra l'altro preferivo (e preferisco) in particolare sale giochi e gelaterie! 😄

↪ In queste almeno 2-3 librerie (e/o bancarelle) si trovava un po' di tutto: 

da libri freschi di pubblicazione a libri usati spesso in ottime condizioni, e con soddisfacente varietà di scelta tematica (narrativa, saggi, letture per bimbi, giusto per citare qualche esempio).

↪ E così, la prima sera di vacanza la dedicavo al 《tour》 delle librerie più vicine, a curiosare fra gli scaffali, e non ne uscivo quasi mai a mani vuote: tante cosine interessanti a prezzi più che accessibili.

↪ Poi, dal secondo giorno, mi tuffavo anch'io nei divertimenti come tutti gli altri bimbi e ragazzini... e... tra una pausa e l'altra... anche in qualche lettura.

In spiaggia, negli alberghi, talora anche nei bar, notavo che la gente leggeva... magari anche cose leggere, per rilassarsi, ma comunque leggeva.

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📍 Poi, a un certo punto, pressappoco intorno alla metà degli anni 2000, le cose sono iniziate a cambiare: ogni volta che tornavo in vacanza trovavo sempre meno librerie, e allora mi allontanavo sempre un po' di più a caccia di 《risorse cartacee》.

↪ Al posto delle librerie comparivano altri locali: da quelli della movida a quelli di souvenir commerciali, e anche negozi di abbigliamento a prezzi stracciati.


📍 E così, pian piano, sono arrivato ad anni relativamente più recenti a constatare l'《estinzione》 di massa delle librerie vere e proprie, quantomeno nelle località di villeggiatura, e non solo. 

↪ Un po' come quando ci troviamo davanti a un 《menu》 con sempre meno scelta.

Per compensare quell'appetito di curiosità cartacea mi addentro oggi nelle ultime 《oasi di carta》: carto-librerie, edicole un po' più fornite, qualche bancarella quando capita (anche nei mercati e nei mercatini le bancarelle librarie sono sempre più rare).

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Per concludere: 

❓come siamo arrivati a questo?

❗Non saprei, le opinioni e le ipotesi che leggo e che ascolto sono tante e differenti.


❓Forse, come sostengono alcuni, la diffusione degli e-book e degli audio-libri?

🤔 Non saprei! E non ne sono del tutto convinto! Personalmente credo soltanto in minima parte che sia questa la causa, perché ho notato che tutt'ora la gente che ama leggere, a prescindere dall'età, continua a prediligere in prevalenza il cartaceo (io stesso utilizzo sia e-book sia cartaceo, in base all'importanza e alla qualità di contenuto del libro che vado ad acquistare).


↪ Potremmo formulare molte altre ipotesi: i cambiamenti sociali sono sempre complessi, frutto di tante dinamiche concomitanti.


📍 Per quanto mi riguarda mi limito a riportare soltanto qualche mia impressione, ben lontano dal voler essere esaustivo.

↪ Negli ultimi due decenni circa, e soprattutto nei dieci anni più recenti, sono indubbiamente aumentate le 《distrazioni》 molto più allettanti e rapide: nuove tecnologie digitali, ampia scelta di canali TV, e tanto altro. 

↪ Ovviamente non intendo demonizzare i progressi e le nuove acquisizioni tecnologiche che sono entrate nella nostra quotidianità (e che io stesso utilizzo); leggere un libro però richiede un minimo di concentrazione e tempi più 《lenti》, che non reggono il confronto con i tempi ultra-rapidi a cui siamo ormai assuefatti e al calo della durata della soglia di attenzione.


📍 Già da alcuni decenni nel nostro Paese non si leggeva moltissimo... ora non si legge quasi più (in proporzione): 

quando da bambino mi guardavo intorno, in una spiaggia o in un'area pic-nic, vedevo qua e là persone con un libro tra le mani, o quantomeno con una rivista... 

...oggi, negli stessi luoghi mi giro intorno e vedo persone di tutte le età, dai bambini agli anziani, affondati nei loro smartphone in preda a una specie di《bulimìa》 di notizie, di gossip, di previsioni meteo (queste ultime divenute argomento e tormento quotidiano).

↪ E poi penso anche ad altro: mentre le librerie vanno decadendo, da almeno 25 anni nuovi format televisivi come i 《reality show》, non solo non vanno decadendo ma rimangono tra i programmi più seguiti in TV e sui social, senza perdere un colpo... 

...quasi quotidianamente i《reality show》 sono sempre ai primi posti tra le tendenze sui motori di ricerca!

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📍 Ho buttato giù giusto qualche spunto di riflessione dal mio personale punto di vista ma l'argomento è vasto e complesso: ciascuno ovviamente potrà avere le sue ipotesi, le sue personali opinioni sull'argomento, che non si può certo esaurire in un semplice post.


Ah...se siete arrivati fin qui vuol dire che forse avete ancora voglia di leggere! 😄



Mauro

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domenica 14 settembre 2025

IMMAGINARIAMENTE... REALI!

 

L'Aquila, Quarto di San Giorgio:
facciata con porte-finestre dipinte.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


L'Aquila, Quarto di San Giorgio:
porte-finestre dipinte,
veduta d'insieme
del contesto architettonico
e paesaggistico.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


IMMAGINARIAMENTE... REALI!
(Un ossìmoro voluto).


🚩 L'Aquila, semplici e raffinati dettagli illusionistici nel Quarto di San Giorgio, ai confini con il Quarto di Santa Maria.

📍 A volte nascevano già così, fin dalla costruzione di un edificio, come quando si realizzava una facciata integrale per uniformare fabbricati diversi;
altre volte, invece, andavano a camuffare e a simulare un'apertura che veniva murata, tamponata:
in entrambi i casi parliamo delle finte finestre e porte-finestre dipinte sulle facciate di molte case e palazzi.
↪ Talvolta vengono disegnate anche spalancate oppure socchiuse, con una grata, con un'anta parzialmente aperta, quasi come se qualcuno stesse per affacciarsi, quindi anche con un pizzico di intenzione giocosa oltre che artistico-estetica.

📍 Porte e finestre dipinte: un uso in voga fino a tempi storicamente non troppo lontani (e talora anche al giorno d'oggi), quando il buon gusto e la funzionalità andavano di pari passo, e l'immaginazione diventava complemento della realtà.
Un po' come quelle pitture illusionistiche, molto realistiche grazie alla prospettiva, realizzate oggi da artisti autorizzati sulla superficie di alcune strade/piazze o su freddi muri in cemento da rendere più gradevoli alla vista.

📍 Siamo tornati quindi sul concetto di 《trompe-l'œil》(=inganna l'occhio) che abbiamo già analizzato una prima volta nei mesi scorsi.

📍 Lo scopo primario di queste porte e finestre dipinte era, ed è, sempre lo stesso:
conservare l'equilibrio estetico, la simmetria di una facciata, in modo che la visione d'insieme, la percezione ottica, sia sempre gradevole e armonica, già da lontano, per chi passa lungo una strada, Ieri come Oggi.

🔎 Camminando con sguardo attento tra le vie e le piazze della nostra città ne troviamo molte, soprattutto finestre o porte-finestre, come in queste immagini.
↪ Tra i molti esempi possiamo citarne altri due, giusto a titolo di spunto:
la bellissima facciata di Palazzo Zuzi lungo via delle Bone Novelle, 
e quella altrettanto mirabile di Palazzo Rivera in piazza Santa Maria di Rojo,
entrambe nel Quarto di San Giovanni.
↪ Ma ne troviamo anche su palazzetti e case più piccoli: basta prenderci un po' di tempo libero, quando ne abbiamo la possibilità, e passeggiare con 《lentezza》, intesa nell'accezione positiva di ritmi più tranquilli. E anche quando andiamo più spediti, per i nostri impegni, possiamo cogliere ugualmente questi particolari semplicemente alzando lo sguardo e spaziando da un lato all'altro di una strada o di una piazza.


Mauro Rosati
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mercoledì 10 settembre 2025

UNA "SEMPLICE" FONTANA... TANTE CURIOSITÀ

 

L'Aquila, Piazza del Duomo (Piazza del Mercato):
fontana di Pie' di Piazza in una foto del 1900.

(Fonte immagine: Calendario 《Zampilli di Storia》,
a cura del Gruppo Aquilano di Azione Civica "Jemo 'nnanzi",
One Group Edizioni - settembre 2025).



🚩 L'Aquila, Piazza del Duomo (Piazza del Mercato): la storica Fontana di Pie' di Piazza in una foto datata al 1900. 

📍Sullo sfondo, partendo dalla destra, riconosciamo il Palazzo dell'Arcivescovado (da cui il nome della vicina "Via dell'Arcivescovado"), sede dell'Arcidiocesi Metropolitana dell'Aquila e quindi dell'Arcivescovo Metropolita. 

↪ Più a valle, a sinistra della foto, intravediamo un laro del complesso di Palazzo de Nardis, che risvolta poi su Via San Marciano.


Nota complementare.

La Diocesi dell'Aquila nasce ufficialmente nel 1257 (regnante  papa Alessandro IV) per traslazione della Diocesi di Forcona dentro le Mura della Città, al tempo di Berardo da Padula, ultimo vescovo di Forcona e primo vescovo dell'Aquila. Nel 1876 (regnante papa Pio IX) la Diocesi aquilana viene elevata ad Arcidiocesi, al tempo del vescovo, poi arcivescovo, mons. Luigi Filippi, francescano.

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Torniamo alla foto.

📍 Un'immagine d'epoca ricca di spunti di osservazione.

Iniziamo dal basso.


📍 La pavimentazione.

↪ A terra, in primo piano, riconosciamo il caratteristico selciato aquilano "a cubetti" (《trovanti》) in pietra calcarea, caratterizzante ampiamente la pavimentazione storica della nostra Città dell'Aquila, insieme ai grandi lastroni (sempre in calcare) che pavimentavano le principali strade carrabili e che tutt'oggi possiamo ancora osservare in diversi spazi del centro cittadino.


📍 La fontana.

↪ La storica fontana si presenta già in gran parte nella veste che conosciamo oggi ma con due importanti differenze:

- alla base della fontana non c'è ancora la grande vasca circolare che vediamo ora poiché la vasca superiore aveva varie funzioni tra le quali l'abbeveramento degli animali, come vediamo in questa foto storica, per cui, se vi fosse stato l'odierno vascone basso, le persone e il bestiame non avrebbero potuto avvicinarsi alla vasca principale situata ad altezza piu comoda;

- alla sommità della fontana vediamo la vasca minore dalla quale zampilla l'acqua; su quella stessa vasca oggi è posizionata la statua bronzea opera di Nicola D'Antino la quale fa coppia con quella della fontana di Capopiazza, raffiguranti insieme i Diòscuri, ossìa i mitologici gemelli Càstore e Pollùce, e che sarebbero state installate soltanto a partire dagli anni '20 del Novecento.


📍 Le Cancelle.

↪ Spostiamo ora il nostro sguardo sulla sinistra, dove intravediamo il tetto di un basso fabbricato:

si tratta dell'aggregato che comprendeva le ben note e storiche botteghe dette 《le Cancelle》; dopo la Prima Guerra Mondiale al posto di quell'aggregato sarebbe stato costruito il Palazzo delle Poste e Telegrafi, l'edificio classicheggiante che vediamo oggi da quella stessa posizione, ad angolo tra Piazza del Duomo e Via dell'Arcivescovado. 

Il prospetto delle 《Cancelle》 venne quindi smontato e ricollocato nella retrostante via Simeonibus, dove oggi tutti noi identifichiamo la posizione delle 《Cancelle》.


Nota integrativa.

📍 Infine una breve nota su ciò che non vediamo in questa fotografia: sulla destra, fuori dal campo dell'immagine, c'è la facciata della nostra Cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio, che però riconosceremmo solo in parte. All'epoca di questo scatto, infatti, la facciata odierna del Duomo era incompleta poiché mancavano la parte alta e i due campanili, i quali sarebbero stati completati soltanto nel 1928 sulla base del progetto ottocentesco che presenta, nell'impostazione, stringenti somiglianze con il prospetto della chiesa di Trinità dei Monti in Roma. La data di completamento della facciata della nostra Cattedrale Metropolitana è riportata in numeri romani sulla sommità, lungo la balaustra tra i due campanili: A(NNO) D(OMINI) MCMXXVIII .

Come attestano altre foto d'epoca, ai tempi di questa immagine avremmo quindi visto solo la parte inferiore del prospetto della Cattedrale e un piccolo campanile provvisorio sul lato destro.



Mauro Rosati

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mercoledì 3 settembre 2025

ROJO: LO STEMMA CIVICO NEL SANTUARIO DEL POGGIO

Fig. 1 - Santuario della Madonna di Rojo:
probabile stemma civico della Terra di Rojo.

(Foto: Mauro Rosati)

 
Fig. 2 - Per comparazione: riproduzione dell'arme civica della Terra di Rojo
(Fonte immagine: C. BLASETTI, Le arme del Contado Aquilano, Roma, stampa 1984).




🚩 Poggio di Rojo (L'Aquila), santuario della Madonna di Rojo.
Nell'immagine (fig. 1), seppur di bassa risoluzione, s'intravede un tondo contenente quello che sembrerebbe proprio lo stemma civico di Rojo.

📍 L'arme della Terra di Rojo è riconoscibile dalla presenza di un palo centrale, che il Blasetti blasona come smaltato《d'argento》(probabilmente nelle versioni più antiche), accostato di due spighe di grano (fig. 2):
🛡《Di..., al palo d'argento accostato da due spighe di frumento al naturale
(📖 C. BLASETTI, Le arme del Contado Aquilano, Roma, stampa 1984; p. 92).

📍 Le spighe di grano possono presentarsi 《al naturale》, ossia nel loro aspetto più realistico, oppure stilizzate in una forma che ricorda un po' quella di un giglio.
↪ La versione stilizzata è generalmente riscontrabile negli stemmi più "antichi" (epoca basso-medievale e proto-rinascimentale), come possiamo osservare, ad esempio, nel confronto tra le versioni più "moderne" e quelle più originarie dell'arme civica di Assergi: sul portale e sulla facciata della parrocchiale di Santa Maria Assunta in Assergi abbiamo esempi della spiga di grano in versione stilizzata.

🔎 Nota 1.
In Araldica la versione più essenziale e stilizzata delle figure è preferibile rispetto alla versione 《al naturale》, poiché risulta più immediata e più semplice nella classificazione e nella riproduzione di uno stemma, in particolare se di ridotte dimensioni.

🔎 Nota 2.
Un esemplare medievale dell'arme civica di Rojo, quindi più antico rispetto a quello del santuario di Rojo Poggio, è visibile in capo alla restaurata facciata della chiesa di Santa Maria di Rojo in L'Aquila:
anche in questo caso, come nell'esempio della parrocchiale di Assergi, le spighe di grano sono raffigurate in forma stilizzata a mo' "di giglio".
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📍 Tornando all'immagine dello stemma presente nel santuario di Poggio di Rojo (fig. 1), possiamo osservare le due spighe laterali e il palo centrale, caratterizzanti l'arme civica di Rojo: il tutto interamente di smalto 《oro》 secondo il gusto più baroccheggiante (e non meno interessante) dell'epoca.
↪ Come accade per molti stemmi, nel corso del tempo le modalità di rappresentazione possono variare in tutto o in parte, dando origine alle varianti (《alias》).

📍 L'arme civica rojana presente nel Santuario mariano del Poggio appare proprio come una variante della versione base poiché le due spighe di grano sembrano spuntare ciascuna da almeno un monte all'italiana (ossia un monte stilizzato a forma di "panettone", composto da un cilindro verticale chiuso in alto da una calotta semisferica).
↪ Il monte all'italiana non compare invece nelle versioni più comuni dell'arme civica di Rojo.
↪ Inoltre, il palo centrale sembrerebbe a prima vista《diminuito》, ossia ridotto in larghezza: 
il palo, infatti, è una 《pezza onorevole》, che normalmente occupa ⅓ (oppure 2/7) dell'intero campo dello scudo.

↪ Pertanto lo stemma in foto (fig. 1) appare, di primo acchito, come un'interessante attestazione di una variante (《alias》), cronologicamente successiva alla più antica versione sulla facciata di Santa Maria di Rojo in L'Aquila.
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🔎 Nota integrativa.
Le 《pezze》, figure araldiche formate da linee di partizione, sono ritenute tra le prime e quindi tra le più antiche figure comparse nell'Araldica.

🔎 Nota simbologica.
La spiga, che si rappresenta color oro, è simbolo di sobrietà e abbondanza
(📖 C. BLASETTI, Le arme del Contado Aquilano, Roma, stampa 1984; p. 92).


Mauro Rosati
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