venerdì 26 settembre 2025

《CAPOPIAZZA》 VS. 《PIE' DI PIAZZA》


In apertura di un atto notarile di fine Quattrocento, estratto:

《[...] IN CIVITATE AQUILE, IN PEDE PLATEE FORI, ANTE DOMUM MAIORIS ECCLESIE AQUILANE.[...]》;

per grandi linee il passo, facendo seguito alla datazione, specifica che l'atto viene rogato nella città di Aquila, ai piedi della piazza del 《foro》(inteso innanzitutto come 《mercato》), davanti al Duomo, sede della Chiesa aquilana.


Da questo breve passo, indicante il luogo di redazione dell'atto, deduciamo alcuni importanti aspetti.


- Il foro

Il riferimento, come s'intuisce, è a Piazza del Duomo (Piazza del Mercato), qualificata come 《foro》, ossìa uno spazio multifunzionale dove si svolgono molteplici attività pubbliche quotidiane: commerciali (il mercato, appunto), giuridiche (es. redazioni di atti notarili), religiose, ecc..

Si tratta della Piazza Maggiore della nostra città, la 《Piazza》 per antonomàsia, senza neanche la necessità di specificarne l'intitolazione.

Piazza Maggiore per dimensioni e per importanza, imprescindibile cuore pulsante della nostra città, Ieri come Oggi;

piazza e zona franca appartenente a tutta la Città e a nessun Quarto.


- Topografia e relativa toponomastica.

Già la conformazione della Piazza ci suggerisce che:

Capopiazza è la parte più alta, oggi occupata e visualmente isolata per via della nuova pensilina, 

mentre Pie' di Piazza (《a pèe alla Piazza》) è la parte più bassa in quota, quindi quella davanti al sagrato del Duomo.


Il criterio basato sull'altimetria è lo stesso di altri toponimi che troviamo a cominciare proprio dal nostro territorio: 

Capu la Terra》(Capo la Terra), parte alta di un centro abitato in dislivello,

e Piedi la terra, la parte bassa;

Pie' la Costa/Piedi la Costa, centro abitato situato alle falde di una costa, di un pendìo;

Pie' la Villa/Piedi la Villa, centro abitato più a valle rispetto ad altri dello stesso comprensorio.


Il passaggio sopracitato dell'atto notarile supporta in modo cristallino e inequivocabile la validità della lettura altimetrica, poiché cita esplicitamente 《Pie' di Piazza》 con riferimento all'ubicazione del Duomo (domus=casa, intesa in questo caso spiritualmente come Casa di Dio, e materialmente come Casa del Vescovo, dal 1876 Arcivescovo, costituendo un unico complesso con l'adiacente Vescovado, dal 1876 Arcivescovado),

spiegando che 《Pie' di Piazza》 (pede platee) è davanti al Duomo, la chiesa maggiore, la Cattedrale (in quanto sede della Cattedra, il seggio del Vescovo, dal 1876 Arcivescovo).

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Nota a parte.

Nel breve passo citato molti avranno notato che il dittongo latino classico 《ae》 è semplificato in 《e》, poiché il Latino, lingua viva (non 《lingua morta》) è in costante evoluzione nel corso del tempo e anche nello spazio (aree geografiche) come qualsiasi altra 《lingua viva》, e quindi un Latino di fine Quattrocento differisce rispetto al Latino classico-letterario di un Cicerone, di un Sallustio, di un Seneca.

Il Latino è vivo nelle correnti lingue romanze odierne come l'Italiano, nonché nei molteplici dialetti e lingue locali che caratterizzano le varie zone d'Italia e dell'Europa romanza.

Il Latino è vivo come lingua degli atti ufficiali della Santa Sede, rappresentante lo Stato del Vaticano.

Il Latino è vivo in molteplici detti e nel lessico della nostra quotidianità quando utilizziamo parole correnti come: bonus, iunior (junior), iuventus (juventus), media (mezzi di comunicazione), alter ego, alias, lapsus, versus (abbreviato in vs.), tutor, vademecum, amen, curriculum, ecc..



Mauro Rosati

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