martedì 29 luglio 2025

《TROMPE-L'ŒIL: UN PIACEVOLE INGANNO》

L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale,
particolare pittorico con effetto
trompe-l'œil.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

 

📍 《TROMPE-L'ŒIL》, dal francese: letteralmente 《inganna l'occhio》; più semplicemente e più genericamente potremmo tradurlo come 《illusione ottica》.


🚩 L'Aquila, cortile rinascimentale di Palazzo Cipolloni-Cannella (Quarto di San Giorgio): particolare pittorico con effetto di apertura prospettica verso l'alto.


🖼 La calotta di una volta a botte si apre immaginariamente verso il cielo grazie all'effetto di prospettiva creato dalle architetture dipinte, in particolare archi e colonne immaginari che convergono verso un centro ideale (《fuoco》) offrendo alla nostra vista la percezione di uno spazio verticale dall'ampio respiro.

Non mancano altri esempi di questa tipologia  nella storia dell'arte della nostra città.


📍 Stilisticamente siamo nella piena maturazione delle esperienze pittorico-architettoniche del Rinascimento che già c'introducono all'affascinante illusionismo 《teatrale》 che caratterizzerà piacevolmente l'ampia esperienza del Barocco: esperienza ampia sia nello spazio, con le sue varianti geografiche, sia nel tempo, attraverso le varie eredità nei secoli successivi.

↪ Anche in questo caso pregevoli motivi 《a grottesca》 incorniciano questa immaginaria apertura verso il cielo, e la curvatura delle cornici contribuisce ad accentuare la percezione visiva di uno slancio verso l'alto.


🛡 Al centro dell'immaginario cielo nitido troneggia un'arme (《stemma》) come fosse 《in gloria》, in trionfo.

↪ Lo scudo dello stemma si presenta come una variante-evoluzione del più semplice e antico 《scudo torneario》(da torneo, anche detto《scudo a targa》), inquadrato entro una cornice più ampia dai caratteri già in parte baroccheggianti, come ad esempio l'arricciatura con effetto accartocciato in alto.

↪ Nel campo rosso dello scudo è caricata una torre murata《al naturale》 (ossìa di colore e forma realistici) , a due palchi (due piani), aperta e finestrata, merlata 《alla guelfa》 (merli dal profilo rettangolare). Dalla sommità del primo palco della torre si diramano due cornucopie (una per lato) anch'esse al naturale, riconoscibili dalla caratteristica forma a corno (cornu-copia, appunto), allegorìa di prosperità e abbondanza.

↪ Nel capo dello stemma un'ulteriore figura, non immediatamente distinguibile, ma a prima vista forse un drago, animale chimerico (ossìa immaginario) ricorrente tra le figure araldiche più tradizionali.


↪ All'esterno lo scudo presenta almeno tre tipologie di ornamenti: 

- 📍 due volti in capo e in punta, dei quali quello di un putto (fanciullo), in alto, e di un volto alato, in basso, dall'apparente aspetto meno fanciullesco;

- 📍 dei motivi a nastro chiari e semitrasparenti che svolazzano lungo tutto il perimetro dello scudo, richiamanti lo sviluppo di una più antica tipologia ornamentale già riscontrabile negli stemmi di primo Rinascimento;

- 📍 un cartiglio in alto con un motto, non del tutto leggibile con certezza, che recita 《ROBUR / ET [...]VB[ERTAS]》; le lettere tra parentesi quadra indicano un'ipotesi di lettura nella quale potremmo individuare 《ROBVR ET VBERTAS》, ossìa 《Forza e Abbondanza》, ipotesi d'interpretazione che potrebbe essere avvalorata dalla presenza della torre fortificata (la Forza) e delle cornucopie (l'Abbondanza). Tuttavìa bisogna tener conto di un piccolissimo non trascurabile dettaglio, ossìa di un minimo segno che s'intravede nel motto prima di 《...VBER[TAS]》, somigliante graficamente all'estremità di una lettera 《R》; inoltre, anche la lettura delle lettere finali è da approfondire e pertanto dobbiamo necessariamente mantenerci su una equilibrata linea di ipotesi logica indiretta.

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🖼 Dopo questa necessaria rassegna di dettagli e ipotesi, torniamo ad allargare il nostro sguardo e godiamoci intanto questa gran bella finestra immaginaria verso il limpido cielo di fondo.

Godiamoci questo piacevole 《inganno》.



Mauro Rosati

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domenica 27 luglio 2025

《UN CALENDARIO DA... CORTILE》

 

Fig. 1 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante l'Inverno.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

Fig. 2 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante la Primavera.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Fig. 3 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante l'Estate.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Fig. 4 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante l'Autunno.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)



🚩 L'Aquila, cortile rinascimentale di Palazzo Cipolloni-Cannella (Quarto di San Giorgio): particolari pittorici con allegorie delle Quattro Stagioni tradizionali e dei rispettivi Mesi.


📍 Ciascuna stagione inizia con il mese in cui cade l'inizio della corrispondente stagione astronomica: tutt'oggi, l'inizio della 《stagione meteorologica》 cade convenzionalmente il primo giorno del mese in cui inizia anche quella astronomica (ad es.: l'estate meteorologica inizia il 1° giugno).

↪ Con buona probabilità le lettura delle quattro immagini inizia con l'Inverno, e più precisamente con il mese di Dicembre quando il solstizio conclude l'annuale ciclo apparente del Sole nel cielo e inaugura il nuovo anno con la rinascita simbolica della luce diurna: e infatti il Natale, festa della Natività e della Luce astronomica e divina, si celebra proprio nei giorni del solstizio invernale.

E forse non a caso l'ovale dell'Inverno si trova in prossimità della porta d'ingresso al cortile, come a voler suggerire ulteriormente che la lettura inizia da quel lato.

↪ L'Inverno non è infatti 《stagione morta》 bensì è stagione di gestazione, quando la terra fecondata dalla semina autunnale riposa prima del parto primaverile.

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🔎 Ora leggiamo in dettaglio i quattro ovali dipinti inquadrati da splendidi motivi 《a grottesca》 di pieno Rinascimento, i quali richiamano linguaggi della pittura di età Romana antica.


1 - L'Inverno (Fig. 1). ❄

📍 Tre figure maschili recano in mano rispettivamente delle insegne con i nomi dei tre mesi invernali. 

Da destra a sinistra leggiamo: 《DECEMBER》 > 《IANVARIVS》 > 《FEBRVARIVS》.

↪ Le personificazioni dei mesi e altri uomini in abiti pesanti, raffigurati in secondo piano, sembrano essere tutte gravitanti attorno a una fiamma situata quasi al centro dell'ovale.

📍 In primo piano osserviamo una figura maschile su di un carro, raffigurata con indumenti adatti alla stagione, in postura china verso la fiamma e con le mani raccolte nell'atto di scaldarsi: dovrebbe trattarsi della personificazione dell'Inverno raffigurato come un uomo coperto da calde vesti, e spesso anche di età anziana con allusione alla transizione tra il vecchio anno e quello nuovo.


2 - La Primavera (Fig. 2). 🌱

📍 In un'atmosfera festosa immersa nel verde vediamo tre insegne con i nomi dei mesi primaverili, ossìa, da sinistra a destra:《MARS》> 《APRILIS》>《MAIVS》.

📍 Al centro, in primo piano, una giovane donna vestita di verde, coronata da un serto (ghirlanda) verde, danza su un prato mentre reca tra le mani un altro serto verde, con la destra, e una pianta - sempre verde - nell'altra mano: in questo caso dovremmo essere davanti alla personificazione della Primavera.

↪ In secondo piano, sulla sinistra, osserviamo delle figure maschili e femminili che suonano vari strumenti musicali: riconosciamo in particolare uno strumento a corde suonato con un archetto, un triangolo, un corno, quest'ultimo allegoria di giùbilo.

📖 Di seguito una citazione che dalla Primavera ci introduce alla stagione successiva:《 La tradizione mitologica greca tramanda che, in occasione dell’equinozio di primavera, la dea Persefone, sposa del Re degli Inferi Ade, ritorni sulla terra per generare bellezza, prosperità e luce. [...]》(Fonte: https://cultura.gov.it/evento/persefone-il-ritorno-incanto-di-primavera ; URL consultato in data 27/07/2025).


3 - L'Estate (Fig. 3).🌾

📍 Siamo nella stagione dell'apice del sole, della maturazione e della raccolta, e non a caso prevalgono i colori sulle sfumature del giallo. 

📍 Notiamo subito le tre consuete insegne con i nomi dei mesi corrispondenti; da destra a sinistra: 《IVNEVS》(probabile evoluzione del più classico e antico《IVNIVS》) > 《IVLIVS》> 《AVGVSTV[S]》.

📍 Al centro della scena una donna dal petto nudo, con un fascio di messi sotto il braccio destro e un mazzo di spighe di grano nella mano sinistra, troneggia su un carro di cui vediamo distintamente le ruote: l'iconografia fa pensare con buona probabilità alla dea greca Demetra (associata all'italica Cerere dai Romani), dea legata alla terra e a tutti i suoi frutti, madre della primaverile Persèfone, e ritratta quindi generalmente con sembianze più mature, alludenti anche all'estate intesa come stagione di maturazine, appunto.

📖 Una citazione integrativa:《Nell'iconografia Demetra/Cerere è tradizionalmente raffigurata con una corona di spighe sul capo e un mazzo di spighe in mano. [...]》(Treccani - Enciclopedìa dei ragazzi, 2005).

↪ In questi contesti iconografici la nudità, anche parziale, è innanzitutto indice di sacrale purezza e quindi di divinità; inoltre i seni, come anche i fianchi ampi, sono tradizionalmente associati al concetto di prosperità, similmente alla cornucòpia che, non a caso, appare talvolta nelle raffigurazioni di Demetra/Cerere.

📍 Alzando lo sguardo verso l'alto osserviamo poi un'altra immagine significativa, nel cielo: due cavalli e una figura ritratta nell'atto di guidarli con il braccio alzato, sullo sfondo di un bagliore giallo; anche in questo caso non mancano i richiami iconografici e potrebbe trattarsi del leggendario Carro del Sole che ogni mattina spunta dall'orizzonte per compiere il suo tragitto celeste quotidiano, secondo l'arco apparente percorso dal sole ogni giorno.

↪ L'estate è la stagione culminante del sole nel cielo e la posizione centrale del Carro sembra celebrarne il 《trionfo》 annuale che si compie contestualmente al trionfo della terra fruttifera rappresentata dalla dea Demetra/Cerere.


4 - L'Autunno (Fig. 4). 🍇 

📍 Si chiude il ciclo dell'anno agricolo e meteorologico, prima con la vendemmia e poi con le arature e le sémine. 

📍 Nell'ovale autunnale leggiamo i consueti segnàcoli con i nomi dei mesi che identificano la stagione; da destra a sinistra: 《SETEMB[ER]》o《SETEMB[RE]》 (probabile volgarizzazione del classico 《SEPTEMBER》, con la caduta della 《P》) > 《OCTOBER》 >《NOVEMBER》.

📍 Anche in questo caso l'atmosfera è festosa e anche in questo caso ci viene in aiuto l'iconografia: al centro della scena una pingue (grassa) figura maschile viene trasportata in trionfo su un carro mentre con la mano destra solleva un grande calice. Possiamo pensare con buona probabilità che si tratti del trionfo di Bacco il quale celebra la vendemmia e il nettare che ne deriva, in quel percorso che dal mosto estratto dalla pigiatura dell'uva conduce infine al vino (ricordiamo in proposito anche il detto popolare 《Per San Martino ogni mosto è vino》).

📍 A sinistra, in secondo piano, due donne danzanti (baccanti?) sembrano incoronare una figura maschile che ricorda un po' quella di un dotto (filosofo? poeta?) che si caratterizza per abiti e postura solenni i quali appaiono a prima vista quasi in contrasto con l'atmosfera gaudiosa dell'insieme.

A sinistra una figura maschile suona una tromba di fattura antica, ben distinguibile.

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📍 Dopo aver completato questo rapido circuito annuale, prima di concludere desidero ringraziare restauratrici e restauratori e, in generale, tutti coloro che con il proprio lavoro ci hanno donato la possibilità di godere di tanta cólta bellezza, con relativa dovizia di particolari.



Mauro Rosati

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giovedì 24 luglio 2025

VEDUTE IRIDATE

 

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


🚩 L'Aquila, periferia occidentale nell'Agro Amiternino (Quarto di San Pietro fuori le Mura):

veduta verso est dopo un veloce passaggio di qualche nube piovana. 🌈 


✍ I colori dell'iride, il fondo celeste, le pennellate bianche delle nuvole:

di fronte alla bruttezza morale e alla pochezza d'animo di tanti esseri umani, la Natura ci offre questi piccoli grandi regali che ci donano sollievo e non finiscono mai d'incantarci, nonostante le tante offese arrecate dagli umani sia ai propri simili, sia alla Natura stessa.


🌳💧 Madre Natura:

《Madre severa》 che ogni tanto assesta sonori ceffoni, ma anche e ancor di più 《Madre benevola》 che, nonostante gli esecrabili comportamenti umani, ci regala carezze come quella che vediamo in foto.

Il tutto reso ancor più bello dalla genuina espressione di meraviglia di alcuni bambini piccoli che passavano in quel momento e si accorgevano di questo colorato regalo.



Mauro Rosati

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lunedì 21 luglio 2025

L'AQUILA, PARTICOLARI ARALDICI: LO STEMMA MOZZAPEDE IN COLLEMAGGIO

(Foto: Sandro Zenodocchio; particolare)


🚩 L'Aquila, basilica di Santa Maria Assunta in Collemaggio (Quarto di San Giorgio fuori le Mura): 

arme Mozzapede, particolare della lastra sepolcrale di Nicolò Mozzapede.


🛡 Lo stemma, parzialmente 《parlante》, si caratterizza per uno scudo del tipo 《semirotondo》, o 《a calice》, con una partizione del tipo 《trinciato》:

lo scudo è infatti attraversato da una banda (《pezza onorevole》 che attraversa il campo in diagonale da in alto a sinistra a in basso a destra per chi guarda) dividendolo in due parti uguali;

nel 1° campo (in alto a destra per chi guarda) un piede umano è riferimento parlante al cognome Mozzapede.


✍ Di seguito una blasonatura dell'arme Mozzapede che può dare un'idea sugli 《smalti》 (metalli, colori, pellicce) dello stemma: 

🛡《 D'argento, alla banda di rosso, sormontata da un piede mozzato d'uomo al naturale 

(da un blasonario della nobiltà abruzzese).

↪ Questa blasonatura rispetta la regola araldica 《metallo non tocca metallo, colore non tocca colore》; infatti il fondo argento (metallo) è attraversato dalla banda rossa (colore) e il piede nel 1° campo è al naturale (colore reale, definibile anche come 《di carnagione》, ossìa riproducente una tonalità realistica della pelle).


Nota.

Come per molti stemmi bisogna sempre tener conto che le blasonature possono talora essere differenti negli elementi e negli smalti a seconda delle epoche e dei luoghi.



Mauro Rosati

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martedì 15 luglio 2025

L'AQUILA, UN'AFFACCIATA SU VIA ACCURSIO

 



🚩 L'Aquila, affacciata pomeridiana su via Accursio (Quarto di Santa Maria);《via Accurzio》 per gli Aquilani aquilofoni 😀 :

📍 una finestra dai caratteri gotici maturi e 《francesizzanti》, caratterizzata da due arcatelle a sesto acuto e da un tondo centrale lavorati con caratteristici motivi polilobati, dal profilo definito mediante una fine cornice a piccole bugne diamantate.


🖼 La luce del primo pomeriggio impreziosisce l'insieme della veduta.


↪ Oggi murata con materiale misto come mattoni e pietre (talvolta si usavano anche frammenti di coppi, i《pinci》), non si può escludere che la finestra fosse in origine una bìfora con pilastrino centrale tra le due arcatelle; la tamponatura potrebbe risalire agli ultimi due-tre secoli, dovuta a un probabile rimaneggiamento della struttura: ad avvalorare questa ipotesi la presenza in basso di una《stanghetta》 (chiavarda) di ferro verticale che fissa un anello capochiave, elementi evidentemente successivi alla chiusura della finestra poiché ne attraversano la tamponatura; si tratta di rinforzi antisismici formati da travi in legno immerse nella muratura alle quali veniva applicato un capochiave in metallo che sporgeva all'esterno e veniva fissato da un paletto verticale.

Queste tecniche creavano un'armatura muraria che garantiva maggiore compattezza e resistenza alle murature, in particolare sotto l'effetto di movimenti sismici ma anche, più in generale, a maggiore garanzia della stabilità dell'edificio anche in condizioni ordinarie.

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📍 Abbiamo detto 《Via Accursio》, la bella stradina che da Corso Principe Umberto-Piazza del Palazzo sale verso la piazza capoquarto di Santa Maria Paganica dal lato dell'abside dell'omonima chiesa capoquarto, incrociando anche il caratteristico e grazioso Chiassetto del Campanaro


❓ Ma 《Accursio》 chi? O... 《Accursio》 che cosa?


📍 Parliamo di Mariangelo Accursio (1489-1546), rilevante figura di umanista aquilano. 

Un umanista a tutto tondo, una personalità poliedrica: 

filologo, epigrafista, genealogista, conoscitore di più lingue, scrittore, personalità pubblica in ambito civico, e altro ancora.



Mauro Rosati

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《ARTE&MOTORI》

 

Fig. 1
(Foto: Mauro Rosati, 2025)

Fig. 2
(Foto: Mauro Rosati, 2025)

Fig. 3
(Foto: Mauro Rosati, 2025)


🚩 L'Aquila, cortile rinascimentale di Palazzo Cipolloni-Cannella (Quarto di San Giorgio): 

un posteggio di classe, tra architetture e volte dipinte. 🚗


🖼 Di profilo (fig. 1).

Un po' auto un po' carrozza, una tappa di trasformazione nella 《staffetta》 storica tra i due mezzi. 

Posto guida sulla destra e sedili posteriori.


🔎 Particolari tecnologici (fig. 2).

Manometro segnalatore della temperatura del motore, più precisamente del liquido di raffreddamento; praticamente come quelli che abbiamo anche oggi sui cruscotti delle nostre auto in versione analogica o digitale.

Partendo dal basso, in senso orario:

-  ⚪《FREEZING》(=congelamento), indicatore bianco;

-  ⚪《COOL》(=freddo), indicatore bianco;

-  🟢《NORMAL》, indicatore verde;

-  🔴《BOILING》(ebollizione), indicatore rosso.


🖼 Infine, una meritata ripresa di fronte (fig. 3), con le eleganti architetture del cortile che risaltano in chiaroscuro tra ombreggiature e luce pomeridiana.



Mauro Rosati

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lunedì 14 luglio 2025

《INTERVALLO - L'ORA ESATTA》

 

Calascio (L'Aquila):
scorcio del campanile della
parrocchiale di San Nicola.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Intervallo - L'ora esatta


Anche una breve imprevista sosta in auto, quasi un pit-stop, può essere occasione per ammirare qualche scorcio.

Soprattutto se capitate in un borgo famosissimo per la sua Rocca medievale ma meno noto ai molti per la bellezza delle sue vie, vicoli, rue, piazze e piazzette, caratterizzato da una suggestiva posizione terrazzata《in costa》.

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Calascio (L'Aquila), piazza della Vittoria: 

veduta di scorcio del campanile della parrocchiale di San Nicola (patrono del paese, presente anche nell'arme municipale), con il suo orologio perfettamente funzionante e la sua cuspide piramidale. Possiamo apprezzare i blocchi in pietra calcarea ben squadrati, uno snello 《toro》 (quella cornice tondeggiante alla base della cella campanaria), la cornice aggettante (a sbalzo), con relative mensole, che vediamo appena al di sopra dell'orologio, alla base della cuspide del campanile.


Nella stessa piazza troviamo anche il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, che nella sua essenzialità invita a un doveroso raccoglimento.

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Se passate per Calascio visitate la Rocca... ma dedicate anche al borgo l'attenzione che merita! 😉


Calascio, situato nella Baronìa di Carapelle, tra Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Castelvecchio Calvisio e Carapelle Calvisio, è a circa 30 km di strada a est della Città dell'Aquila.



Mauro Rosati

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domenica 13 luglio 2025

《UNA CONSTATAZIONE SENZA TEMPO》

 

(Fonte immagine: 《Nobili Napoletani》)


Una constatazione senza tempo.

L'asservimento è causato innanzitutto proprio dal popolo, quando esso lascia fare, ed è quindi più colpa dei molti 《servi》 che lo permettono piuttosto che dei padroni-tiranni, i quali sono numericamente una minoranza rispetto al popolo 

( 《 ...il servaggio è male volontario di popolo / ed è colpa de' servi più che dei padroni. 》 ).


Questa è sostanzialmente la morale di un'epigrafe del 1871 (《 MDCCCLXXI 》), situata presso la Certosa di San Martino a Napoli, che ricorda un episodio particolarmente significativo nella storia della città partenopea.

Luglio 1547: dopo settimane di tensione Napoli insorge contro la decisione del viceré spagnolo Pedro di Toledo di introdurre in città l'Inquisizione. La rivolta fu trasversale, dai ceti popolari a quelli più 《alti》, e spinse gli Spagnoli occupanti sulla difensiva.

La rivolta ritardò di sei anni l'introduzione dell'Inquisizione, che venne instaurata a Napoli soltanto nel 1553, ma è significativa dal punto di vista della reazione massiccia della popolazione contro un'imposizione repressiva che arrivava dall'alto, dai 《padroni》 occupanti.


Di seguito il testo integrale dell'epigrafe:

《 AI POPOLANI DI NAPOLI / CHE NELLE TRE ONESTE GIORNATE DI LUGLIO MDXLVII / LACERI MALE ARMATI E SOLI D'ITALIA / FRANCAMENTE PUGNANDO NELLE VIE DALLE CASE / CONTRA LE MIGLIORI BANDE DI EUROPA / TENNERO DA SE LONTANO L'OBBROBRIO / DELLA INQUISIZIONE SPAGNUOLA / IMPOSTA DA UN IMPERADORE FIAMMINGO E DA UN PAPA ITALIANO / E PROVARONO ANCHE UNA VOLTA / CHE IL SERVAGGIO È MALE VOLONTARIO DI POPOLO / ED È COLPA DE' SERVI PIÙ CHE DE' PADRONI 》.


Note a margine dell'epigrafe.

-《PUGNANDO》(latinismo) = combattendo.

- L'《IMPERADORE FIAMMINGO》 è Carlo V.

- Il 《PAPA ITALIANO》 è papa Paolo III Farnese (regnante 1534-1549).

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Anche oggi, seppur diversamente, i cittadini diventano a volte 《sudditi》 di importanti decisioni imposte dall'alto senza tener conto dell'opinione pubblica.

E a differenza di ieri esistono molti strumenti di democrazia che, con mezzi diversi, consentono al popolo di manifestare la propria opinione e il proprio dissenso, se necessario.

Se questi mezzi democratici non vengono però utilizzati non ci si può poi lamentare delle imposizioni.



Mauro

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domenica 6 luglio 2025

《L'AQUILA, UNA FONDERIA... NOSTRANA》

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

 

📍 Un tombino a griglia per il deflusso delle acque piovane, tecnicamente (e più appropriatamente) una《caditoia》 (ossìa un'apertura dove cadono e defluiscono le acque delle strade).

E, aggiungo come nota di cultura popolare, una 《saittella》, come si direbbe a Napoli per indicare questo oggetto.


📍Quando vediamo i tombini o queste caditoie siamo abituati ad osservare spesso nomi di fonderie di livello nazionale o quantomeno regionale.
In questo caso, invece, leggiamo il nome di un'altra fonderia, una 《fonderia nostrana》, molto importante per la nostra città: 《R(EGIA) SCUOLA INDUSTRIALE - AQUILA》. Si tratta quindi di una caditoia a griglia prodotta e uscita dai laboratori dell'Istituto Tecnico Industriale della nostra Città dell'Aquila: 《Regia Scuola》 poiché siamo nel periodo del Regno d'Italia (1861-1946).
📍Come attestato da foto-cartoline d'epoca, per lungo tempo le Scuole Industriali hanno avuto sede presso il complesso oggi noto come 《Emiciclo》, ossìa il《Palazzo dell'Esposizione》(1883-1888), già Ospizio di San Michele dei Frati Cappuccini dentro le Mura, fondato nel 1610, dal quale prende il nome la vicina Via San Michele (Quarto di San Giorgio).
📍Continuando a leggere la scritta sulla caditoia notiamo che la nostra città è ancora formalmente《Aquila》, prima che nel 1939 venisse ufficialmente aggiunta la 《L》 con l'apostrofo, a seguito di uno specifico Regio Decreto.


📍Oggi, questa caditoia uscita dai laboratori delle nostre Scuole Industriali continua a svolgere regolarmente la sua funzione, ossìa la raccolta delle acque meteoriche:
pioggia, neve, grandine; in sostanza le acque di provenienza atmosferica nelle loro diverse forme.



Mauro Rosati
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A puro titolo di suggerimento, per le immagini d'epoca dell'Emiciclo menzionato come 《Regie Scuole Industriali》 vedi, ad esempio:

📖 M.P. RENZETTI-L. MARRA-F. CAPALDI,《Aquila in Cartolina》, L'Aquila, One Group Edizioni 2010; pp. 55, 353.

Ovviamente non mancano anche altre pubblicazioni, nonché pagine social, a tema.

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L'AQUILA, PARTICOLARI ARALDICI: IL PORTALE DEL CASTELLO

L'Aquila, Fortezza cinquecentesca;
particolare del portale:
arme nobiliare di Pedro di Toledo nella versione da coniugato con Maria de Pimentel y Osorio.

(Fonte immagine:
https://museonazionaledabruzzo.cultura.gov.it/il-castello/ )



Lecce, Castello: versione cromatica con 《smalti》
dell'arme Toledo-Osorio.

(Fonte immagine:
https://www.castellocarlov.it/stemmi-raffigurati-in-pietra/ )

 


🚩 L'Aquila, Fortezza cinquecentesca; particolare del portale (vedi prima immagine):

🛡 arme di Pedro Alvarez de Toledo y Zuniga (Pedro di Toledo), consigliere dell'imperatore Carlo V e viceré di Napoli negli anni 1532-1553, periodo di fondazione del Forte aquilano.

↪ L'arme di Pedro di Toledo si trova alle due estremità del fregio del portale della Fortezza aquilana, ai lati del grande rilievo centrale riproducente l'arme dell'imperatore Carlo V.


📍 La composizione dello stemma è successiva al matrimonio di Pedro de Toledo con Maria de Pimentel y Osorio, dalla quale acquisì - maritali nomine - il titolo di 《marchese di Villafranca del Bierzo》, prima di diventare anche viceré di Napoli.

↪ Il campo dello scudo si presenta 《partito》, ossìa diviso a metà in verticale, e unisce l'arme Alvarez di Toledo situata nel 1° campo (metà sinistra per chi guarda) e caratterizzata da un motivo a scacchi argento e azzurro, con l'arme di Maria de Pimentel y Osorio situata nel 2° campo (metà destra per chi guarda), caratterizzata da due lupi/cani rossi posti in palo. 

🎨 Per un'idea di massima degli 《smalti》dello stemma, vedi la seconda immagine (Castello di Lecce).

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Blasonature.


- 📍 L'arme del casato Alvarez di Toledo, aggregato al patriziato napoletano all'inizio del XVI secolo nel Sedile (Seggio) di Montagna, si caratterizza per la seguente blasonatura:

 🛡《Scaccato partito di due e spaccato di quattro linee a sette scacchi d'argento e otto d'azzurro.》(blasonario nobiltà napoletana).


- 📍 L'arme Pimentel y Osorio, nobiltà originaria delle Isole Canarie (secondo l'《Heraldrys Institute of Rome》) si contraddistingue per la presenza di due lupi/cani posti in palo (ossìa in verticale) con la seguente blasonatura: 

🛡《D'oro, ai due lupi passanti di rosso

(traduzione dalla blasonatura in lingua spagnola riportata dall'《Heraldrys Institute of Rome》).

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📍 Nei secoli successivi ritroviamo ad Aquila il casato Osorio (divenuto Ossorio) imparentato con il casato Alfieri, da cui la famiglia Alfieri-Ossorio dalla quale prende nome il palazzo in Piazza Santa Giusta detto anche Bonomo-Ximenes.

📍 Sempre a L'Aquila, nella basilica di Santa Maria Assunta in Collemaggio troviamo lo stemma di un abate Alfieri-Ossorio sepolto nella Basilica stessa nel Settecento: 

🛡 in questo caso lo scudo si presenta 《partito》 (ossìa diviso in due metà verticali), con l'ala trafitta Alfieri nel 1° campo (sinistra per chi guarda) e i due lupi/cani rossi Ossorio posti in palo nel 2° campo (a destra per chi guarda).



Mauro Rosati

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Alcuni riferimenti sitografici di base (URL consultati in data 06/07/2025):

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https://museonazionaledabruzzo.cultura.gov.it/il-castello/

🌐

https://www.castellocarlov.it/stemmi-raffigurati-in-pietra/

(Castello di Lecce)

🌐

https://www.heraldrysinstitute.com/cognomi/Ossorio/idc/619263/

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sabato 5 luglio 2025

ARTE E SPIRITUALITÀ: LA CHIESA DI SAN PIETRO CELESTINO A PAGANICA

Paganica (L'Aquila),
chiesa di San Pietro Celestino V:
dipinto murale raffigurante papa Celestino V.

(Foto: Irene Iovannitti, 2025)


Paganica (L'Aquila),
chiesa di San Pietro Celestino V:
veduta dell'altare.

(Foto: Irene Iovannitti, 2025)


Paganica (L'Aquila),
chiesa di San Pietro Celestino V:
veduta d'insieme.

(Foto: Irene Iovannitti, 2025)


🚩 Paganica (L'Aquila), chiesa di San Pietro Celestino V: rappresentazione pittorica di papa Celestino V in una nicchia sulla parete dell'àbside.

🔎 Tra i dettagli del dipinto si notano il triregno (tiara con tre corone) e le due 《chiavi petrine》 (chiavi di San Pietro), simboli storici dell'autorità del Papa.


📍 Come si può osservare in molte raffigurazioni di papa Celestino V, il triregno è appoggiato in disparte, alludendo alla sua rinuncia all'incarico pontificio e, più in generale, anche alla rinuncia dei poteri terreni in favore di una scelta di vita più spirituale: Celestino V era infatti monaco ed eremita che venne eletto Pontefice in età molto anziana per la sua epoca.

Le realistiche pieghe della pelle che osserviamo sul suo volto nel dipinto stanno proprio ad evidenziare la sua età matura.

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📍 Qualche curiosità, tra Passato e Presente:

- l'uso del triregno venne abolito da papa Paolo VI (regnante 1963-1978); in Araldica è invece rimasto come timbro dello stemma pontificio fino a papa Giovanni Paolo II (regnante 1978-2005), per essere poi sostituito da una mitria d'argento con tre fasce d'oro unite da un palo del medesimo 《smalto》, a partire dal pontificato di papa Benedetto XVI (regnante 2005-2013);

- le 《chiavi petrine》, simbolo dell'autorità papale, sono presenti nello stemma della Santa Sede e in quelli delle Basiliche, oltre che negli stemmi di Istituti facenti capo alla Chiesa Romana; esse richiamano il mandato conferito da Gesù a San Pietro e quindi alla figura del Papa come vicario di Cristo sulla Terra, richiamando anche lo stesso San Pietro apostolo (Simon Pietro) nell'iconografia delle raffigurazioni;

- il camauro; sempre nel dipinto, Celestino V indossa un 《camauro》, copricapo rosso con orlo chiaro, oggi meno utilizzato, storicamente caratterizzante l'abbigliamento pontificio e che, in epoca recente, abbiamo visto spesso indossare da papa Benedetto XVI (regnante 2005-2013).

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Sul paliotto* dell'altare antistante al dipinto vediamo rappresentati due santi accanto a uno stemma centrale non noto con certezza:

- sulla destra San Giovanni il Battista, riconoscibile dagli attributi iconografici della pelle di cammello che indossava, della croce, e dell'agnello, riferimento al suo ruolo di precursore di Gesù, ossìa l'Agnello di Dio (《Ecce Agnus Dei, qui tollit peccata mundi》, troviamo spesso scritto su un cartiglio mostrato dal Battista);

- sulla sinistra un santo con barba e spada, attributi iconografici che insieme fanno pensare quasi certamente a San Paolo apostolo; l'impugnatura della spada è in questo caso molto leggera, differente dalla più tradizionale impugnatura 《a croce》.

Nota. *Il 《paliotto》 è la parte anteriore dell'altare, rivolta verso l'aula di una chiesa.

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Nell'insieme la chiesa di San Pietro Celestino si presenta come un gradevole e sobrio edificio in bella muratura, caratterizzato da uno spazio raccolto in cui il legno più scuro delle capriate risalta sulle pareti laterali più chiare, in un'atmosfera che comunica serenità e favorisce il raccoglimento spirituale.



Mauro Rosati

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venerdì 4 luglio 2025

《LA PICCOLA-GRANDE BELLEZZA》

 

L'Aquila,
basilica di San Bernardino da Siena:
Cappella della Madonna del Rosario; veduta d'insieme.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


L'Aquila,
basilica di San Bernardino da Siena:
Cappella della Madonna del Rosario;
veduta verso l'immagine
di San Luca l'Evangelista.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

L'Aquila,
basilica di San Bernardino da Siena:
Cappella della Madonna del Rosario;
veduta verso l'immagine
di San Giovanni l'Evangelista
e, sulla parete a sinistra,
l'arcangelo Gabriele annunciante.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)



Bellezza non è soltanto《grandi firme》!
Bellezza è anche ammirare una piccola cappella dentro una grande Basilica, con bagliori di luce che ne esaltano le linee architettoniche, conchiglie dorate che risplendono su bianche nicchie, brani pittorici che ci parlano con parole scritte e dettagli iconografici!

La Bellezza è una visione d'insieme, un'armonica sintesi di molteplici aspetti!
La Bellezza è orchestra di singoli particolari!

Non esiste Bellezza senza cura dei dettagli,
non bastano i dettagli senza cura dell'insieme!
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🚩 L'Aquila, basilica di San Bernardino da Siena (Quarto di Santa Maria): cappella della Madonna del Rosario; particolari.

🖼 Veduta verso la volta ellittica e il suo tamburo con la finestra centrale che lascia trasparire la luce pomeridiana e si diffonde sulla calotta in alto.
📍 Al centro, sulla cimasa dell'altare, un Cristo benedicente dall'aspetto austero ma dallo sguardo pacato, benevolo, mostra un libro aperto dove si legge: 《EGO SUM / A ET Ω》(=《Io sono l'Alfa e l'Omega》, rispettivamente la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco; vale a dire 《Io sono il principio e la fine di tutto》). 
Un Cristo autorevole ma non autoritario.

📍 Ai suoi lati, nei pennacchi agli angoli tra i muri e la cupoletta, lo affiancano due dei quattro Evangelisti, associati alle loro figure simboliche che li identificano immediatamente:
- ↪ a sinistra, San Giovanni (《SANCTVS IOANNES》, come leggiamo nella didascalìa) ritratto quasi frontalmente nell'atto di scrivere sopra una pergamena, accompagnato in basso dalla figura dell'aquila a lui associata; sta ancora scrivendo, forse perché è lui a dover redigere l'ultima Scrittura, l'ultimo atto dei Tempi, ossìa il Libro dell'Apocalisse, l'《omega》 sancita da Gesù che torna per il Giudizio finale;
- ↪ a destra, San Luca (《SANCTUS LUCAS》 nella didascalìa), raffigurato di profilo mentre legge un libro già completato, accompagnato in basso dal toro che lo identifica (in questo caso un toro alato); a lui spetta un altro onore, ossìa la possibilità di dipingere il primo e unico ritratto della Madonna manifestatasi in persona.

📍 Infine, ma non meno importante, un dipinto a metà sul lato sinistro della Cappella: un angelo da un lato e una parte mancante dall'altro; eppure la postura dell'angelo, genuflesso e con il dito destro sollevato, ci ricorda una scena molto nota, uno dei passaggi-chiave delle Sacre Scritture. 
AVE, GRATIA PLENA, DOMINUS TECUM 》 sta esclamando quasi certamente quella figura angelica (Luca 1, 28): è l'arcangelo Gabriele che si rivolge all'Annunziata, ossìa a Maria che riceve l'《Annunciazione》 di essere stata prescelta quale Madre di Dio che s'incarna come Uomo.
Dall'altro lato del dipinto, purtroppo mancante, possiamo quindi immaginare Maria che ascolta umilmente le parole dell'arcangelo Gabriele per poi rispondere:《 ECCE ANCILLA DOMINI; FIAT MIHI SECUNDUM VERBUM TUUM 》(Luca 1, 38).

↪ Ed ecco che l'intera scena si anima con chiarezza davanti a noi!
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Contempliamo le cose belle! 
Apprezziamole! 
Piccole o grandi che siano!


Mauro Rosati
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giovedì 3 luglio 2025

L'AQUILA, VEDUTA FORCONESE

 

L'Aquila, veduta serale dalle
campagne forconesi

(Foto: Irene Iovannitti, 2025)



🚩 L'Aquila, una suggestiva veduta serale della città dalle campagne forconesi, sul versante orientale. (Foto: Irene Iovannitti, 2025)

📍 Siamo nell'ora vespertina, in quel momento della giornata in cui il giorno e la notte si incontrano, si abbracciano e si danno il cambio, salutandosi e dandosi appuntamento per l'alba del giorno successivo.

I bagliori del sole appena tramontato, con le loro sfumature rosso-arancio, mettono in risalto il profilo della nostra città, in un effetto di controluce che ci consente di distinguere le forme degli edifici più dominanti: tra questi risalta, inconfondibile, la splendida e maestosa basilica di San Bernardino da Siena con la sua grande cupola e il suo bel campanile che le fa compagnia.

🖌🎨 Un romantico e suggestivo amalgama di colori e profili, arricchito da leggere pennellate di nuvole: una percezione d'insieme che guida i nostri occhi dalla campagna in primo piano fino alla città sul colle, sullo sfondo di un cielo che ci offre tutte le armoniche sfumature dell'Iride.

Quelle stesse suggestioni che, dal versante opposto, ci regalano le prime luci dell'alba.


🌈 Non perdiamo l'abitudine di emozionarci davanti a queste atmosfere e conserviamo sempre quella sana e spontanea meraviglia che ci portiamo dentro fin da bambini!



Mauro Rosati

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martedì 1 luglio 2025

VENIAMO TUTTI DAL MARE

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

 


Veniamo tutti dal mare! 🌊

Fossili dal Quarto di San Giorgio fuori le Mura.

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Piànola (L'Aquila): conchiglia fossile da Rocca di Cambio (L'Aquila), circa 1434 metri di altitudine, incastonata in una pietra calcarea dal tipico colore bianco con sfumature giallo paglierino caratteristiche di molti calcari del nostro territorio.


La pietra, proveniente da materiale di risulta di uno scavo edile, è stata reimpiegata alcuni anni fa nella costruzione di un bel muretto a secco.

Un viaggio durato forse milioni di anni, dai fondali di un antico mare fino alla quota del più alto Comune di tutto l'Appennino.



Mauro Rosati

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