sabato 31 dicembre 2022

LO "STILE DELLA CIRCONCISIONE" E L'"OTTAVA DEL NATALE"

 

Natività
(Foto: Mauro Rosati, 2022)


LO "STILE DELLA CIRCONCISIONE" E  L'"OTTAVA DEL NATALE"


✒《 Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. 》(Luca 2, 21)


📌 Ogni Calendario di impronta cristiana si basa su uno 《stile》, ossia una ricorrenza particolarmente importante dell'anno cristiano o altra data simbolica (es. inizio di una stagione) che viene presa come riferimento per fissare l'inizio dell'anno.

📌 Nel Medioevo, e anche successivamente, almeno fino all'introduzione e all'adozione del Calendario gregoriano, esistevano molti Calendari, con diversi 《stili》 differenti da luogo a luogo. 
A titolo esemplificativo:
《Stile della Natività》 (inizio anno il 25 dicembre), in uso - ad esempio - anche nella nostra Aquila e nella Repubblica di Genova;
《Stile dell'Incarnazione》, l'Annunciazione (inizio anno il 25 marzo), in uso - ad esempio - a Firenze, Siena, Pisa.

E così via.
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👉 Nota. Sugli 《stili》 del Calendario e sull'antico Capodanno aquilano, vedi:
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📌 Il Calendario gregoriano oggi in uso si basa sullo 《Stile della Circoncisione》 poiché sceglie come inizio dell'anno il giorno della circoncisione di Gesù Bambino (1° gennaio), nell'ottavo giorno del Natale (contando anche il 25 dicembre), come riferito dal versetto del Vangelo di Luca riportato all'inizio di questo post.

Infatti, secondo la tradizione ebraica riportata dall'evangelista Luca, la circoncisione di un bambino avveniva a otto giorni dalla nascita.

➡️ Per questo, il Capodanno contemporaneo fondato sul Calendario gregoriano, basandosi su questo 《stile》,  ricorre il 1° gennaio, Ottava del Natale e quindi giorno della circoncisione di Gesù Bambino.


Mauro Rosati
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Sugli argomenti 《calendari》 e 《stili》, leggi anche, a titolo di suggerimento:
(URL consultato in data 31/12/2022)
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giovedì 29 dicembre 2022

LA SETTIMANA "GRECA"


 LA SETTIMANA "GRECA"


📌 Nella lingua greca contemporanea si manifesta in modo evidente un dettaglio importante che caratterizza tradizionalmente i Popoli che, in tempi e modi differenti, hanno assimilato la cultura cristiana: ossia, il fatto che il conteggio dei giorni della settimana inizia dalla Domenica.

Il motivo appare palese: la Domenica è il giorno santo di riposo dei Cristiani, la "Pasqua della settimana", e allo stesso tempo inizio del nuovo ciclo settimanale.

Metaforicamente, una morte e resurrezione del Tempo che si rinnova ciclicamente ogni sette giorni.


📌 Poi, per motivi funzionali dovuti ai ritmi lavorativi quotidiani, molti calendari civili oggi in uso fanno iniziare la settimana dal Lunedì, ossia dal primo giorno dopo la festa domenicale.

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📌 Tuttavia, nella lingua greca contemporanea appare particolarmente evidente il riferimento della Domenica come giorno di partenza per il conteggio dei giorni settimanali: ce ne rendiamo conto osservando il nome greco dei giorni che vanno dal Lunedì al Giovedì italiani, i quali esplicitano nel nome l'ordine numerale dal secondo giorno (Lunedì) al quinto giorno (Giovedì).

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👉 Vediamo l'elenco e il raffronto con le denominazioni in lingua italiana.


1️⃣ ΚΥΡΙΑΚΉ (Kyriakí): 

corrisponde alla nostra "Domenica" in lingua italiana, e il significato è lo stesso.

📌 "Domenica" deriva dal latino tardo 《Dominica (dies)》, ossia il giorno consacrato al Signore.

📌 "Kyriakí" è parola formata linguisticamente dalla radice 《κυριε》(kyrie), che vuol dire appunto "Signore". Quindi giorno del Signore.


2️⃣ ΔΕΥΤΈΡΑ (Deftéra):

da "δεύτερος" (deftéros), che vuol dire "secondo". Quindi, seconda giornata (o secondo giorno).

Corrisponde all'italiano "Lunedì" (il giorno della Luna), secondo giorno dalla Domenica.

📌 Da "δεύτερος" deriva - ad esempio - l'italiano "deuterio", ossia l'isòtopo dell'idrogeno con massa atomica doppia rispetto all'atomo di idrogeno primario (pròzio): quindi, il deutèrio è il "secondo idrogeno" in ordine di massa atomica (tecnicamente "idrogeno pesante").


3️⃣ ΤΡΊΤΗ (Tríti):

da "τρίτος" (trítos), che significa "terzo". Quindi, terza giornata (o terzo giorno).

Corrisponde all'italiano "Martedì" (il giorno di Marte), terzo giorno dalla Domenica.

📌 Da "τρίτος" deriva il latino scientifico "Tritium", dal quale proviene l'italiano "trìzio" (o trìtio), ossia l'isòtopo dell'idrogeno con massa atomica tripla rispetto all'atomo di idrogeno primario (pròzio): quindi, il trìzio è il "terzo idrogeno" in ordine di massa atomica.


4️⃣ ΤΕΤΆΡΤΗ (Tetárti):

da "τέταρτος" (tétartos), che si traduce con "quarto". Quindi, quarta giornata (o quarto giorno).

Corrisponde all'italiano "Mercoledì" (il giorno di Mercurio), quarto giorno dalla Domenica.


5️⃣ ΠΈΜΠΤΗ (Pémpti):

da "πέμπτος" (pémptos), che vuol dire "quinto". Per cui, quinta giornata (o quinto giorno).

Corrisponde all'italiano "Giovedì" (il giorno di Giove), quinto giorno dalla Domenica.


6️⃣ ΠΑΡΑΣΚΕΥΉ (Paraskeví):

da "παρασκευή" (paraskeví) che si traduce con "preparazione".

In questo caso, infatti, l'origine va ricercata nella "Parascève" ebraica, ossia il giorno di "preparazione" alla festività settimanale ebraica dello "shabbāt" (il "sabato").

"Paraskeví" è il sesto giorno dalla Domenica, e corrisponde quindi all'italiano "Venerdì" (il giorno di Venere).

📌 Nel calendario liturgico cristiano, la "Parascève" indica specificamente il Venerdì Santo (《feria sexta in parasceve》).


7️⃣ ΣΆΒΒΑΤΟ (Sávvato):

da "σάββατον" (sávvaton) derivato dall'ebraico "shabbāt", che significa "riposo", quindi "giorno del riposo". Nella tradizione ebraica, infatti, il riposo settimanale coincide con il Sabato.

In questo caso l'etimologia è la stessa del "Sabato" in lingua italiana, con l'unica differenza che nell'etimologia italiana abbiamo un ulteriore passaggio attraverso il latino "sabbătum" (quindi: "Shabbāt" > "Sávvaton" > "Sabbătum" > "Sabato").

"Sabato" è il settimo e ultimo giorno della settimana partendo dalla Domenica.


Nota. Nella tradizione greco-ortodossa il mercoledì e il venerdì sono anche i giorni del digiuno prima di determinate festività e, per gli ortodossi-dogmatici, anche i mercoledì e venerdì di ogni settimana.

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Ringrazio Zoi-Dimitra per il confronto e il riscontro linguistico-culturale.


Mauro Rosati



sabato 24 dicembre 2022

CARTOLINA AQUILANA - AUGURI DALL'EMICICLO!

 



CARTOLINA AQUILANA

AUGURI DALL'EMICICLO!



Con una cartolina aquilana, i miei auguri di Buone Feste! 🎄

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➡️ Nella foto:

il Palazzo dell'Esposizione, detto l'Emiciclo dal portico a esèdra che si apre sulla facciata e guarda alla Villa Comunale (Quarto di San Giorgio).


📌 Fondato nel 1610 come Ospizio di San Michele dei Frati Minori Cappuccini, convento dei Cappuccini dentro le Mura, nel 1656 fu importante punto di riferimento durante la grande pestilenza di quell'anno.


📌 Dopo l'Unità d'Italia (1861) passò al demanio comunale a seguito della soppressione giuridica degli Ordini religiosi (《Leggi eversive》, 1866-1867).


📌 Tra il 1883 e il 1888 venne ampliato in occasione dell'Esposizione agricola regionale, ad opera dell'architetto Carlo Waldis che progettò il portico a esèdra da cui deriva il nome di "Emiciclo".


📌 Dopo l'Esposizione del 1888, tra Ottocento e Novecento il complesso svolse varie funzioni, tra le quali: sede della Scuola di Arti e Mestieri fondata dal pittore Teofilo Patini, parte del manicomio prima dell'apertura del vicino Ospedale psichiatrico di Collemaggio nel 1915, quindi Scuole Industriali. 

➡️ Nello spazio a nord del complesso si trovavano anche i campi da tennis della Città dell'Aquila, prima della costruzione (anni '30 del Novecento) dell'odierno complesso polisportivo comprendente lo Stadio "Tommaso Fattori", la Piscina Comunale "Ondina Valla" (con solarium esterno), il Circolo Tennis, il Palazzetto dello Sport (con pista di pattinaggio) e campetti minori.

(Ringrazio il signor Gianni, classe 1940, per questa testimonianza storica indiretta sui campi da tennis all'Emiciclo)


📌 Oggi l'Emiciclo è sede del Consiglio Regionale d'Abruzzo e, dopo i lavori di ricostruzione e restauro post-sisma 2009, sono stati valorizzati gli ambienti dell'ex convento, tra cui la chiesa e il chiostro annesso.

➡️ L'ex chiesa di San Michele è stata liberata da uno scalone in cemento posticcio e oggi, recuperata la sua spazialità, è un grande spazio di passaggio per i vari ambienti del complesso ma anche luogo di cultura con frequenti mostre/esposizioni. Il fondo dell'antico coro della chiesa, rimosso lo scalone in cemento, è stato arricchito da una gradevole e rispettosa vetrata policroma dell'artista abruzzese Franco Summa

➡️ Le cappelle laterali (lato nord) dell'ex chiesa fungono oggi da locali di servizio con varie funzioni, mentre è stato riportato in evidenza il volume del chiostro, con la riapertura dello spazio quadrato centrale (ex Sala Michetti) ora coperto da una luminosa vetrata e valorizzato da un piccolo giardino interno (giardino d'inverno), dal quale si accede agli ambienti sotterranei riscoperti durante i lavori (2015-2018) e rifunzionalizzati a uso biblioteca e sale lettura.

➡️ Infine, sotto il piazzale esterno è stata ricavata una grande sala convegni sotterranea, la "Sala Ipogea", di 250 posti a sedere e tecnologicamente attrezzata. Il piazzale superiore si apre invece di nuovo verso la Villa Comunale, come in origine, dopo l'abbattimento della recinzione in ferro e cemento e la pedonalizzazione dell'antistante Via Michele Jacobucci.



Mauro Rosati

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martedì 13 dicembre 2022

TRA SANT'ANDREA E...SANTA LUCIA, "IL GIORNO PIÙ CORTO CHE CI SIA"


TRA SANT'ANDREA E...SANTA LUCIA, "IL GIORNO PIÙ CORTO CHE CI SIA"

La percezione del buio invernale nella cultura popolare.

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 ❓ 《SANTA LUCIA, IL GIORNO PIÙ CORTO CHE CI SIA》 - Ma perché oggi e non il 21-22 dicembre? 👇


🔎 Un paio di settimane fa, nel gruppo FacebookLA CAMPAGNA APPENA IERI》, leggendo un interessantissimo post sui 《bùr ad Sant'Andrè》(i bui di Sant'Andrea) mi è tornata in mente un'altra espressione, un detto, quello di oggi (13 dicembre):

Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia》.


👉 I 《BÙR AD SANT'ANDRÈ》 (le notti buie di Sant'Andrea; 28-29-30 novembre) è un'espressione popolare della Romagna che identifica gli ultimi tre giorni di novembre come i più bui dell'anno (Sant'Andrea l'Apostolo, 30 novembre).

🌐 Vedi post in: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02kmmBThGmEHQe1mx41PWkCgcZanUZ1yA2QXdguVKQh8MkbJnAWXcegb16a52RLMFMl&id=100064845336426

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⁉️ Entrambi i detti pongono la "questione" della percezione del buio "in anticipo"  rispetto al Solstizio d'Inverno.


👉 Così come per 《i bùr ad Sant'Andrè》, anche per 《Santa Lucia》 fin dai tempi della Scuola ho pensato come prima spiegazione proprio alla riforma del calendario di papa Gregorio XIII.

Quindi, poiché Santa Lucia si commemora il 13 dicembre ecco che siamo tra 8 e 10 giorni circa prima del Solstizio d'Inverno; per cui, prima della riforma gregoriana del calendario, il Solstizio era "scivolato" indietro dal 21-22 dicembre fino all'11-13 dicembre, o giù di lì.


👉 Poi, in anni più recenti ho appreso un'ulteriore possibile spiegazione che ho potuto verificare consultando le effemèridi della mia città; e credo ciascuno possa effettuare il medesimo riscontro con le effemèridi della propria località.

📌 Nei giorni intorno al 13 dicembre il tramonto del Sole raggiunge il suo minimo, dopodiché, dalla metà del mese, il Sole inizia a tramontare più tardi, giorno dopo giorno.

Le giornate però continuano ad accorciarsi perché, in compenso, il Sole sorge più tardi al mattino, fino al Solstizio invernale.


👉 Ma, per ovvi motivi dovuti alle attività umane, siamo più portati a percepire il ritardo del tramonto che non quello dell'alba. Ciò può dare l'impressione che le giornate inizino ad allungarsi di nuovo già dal 14-15 dicembre.

Forse noi contemporanei avvertiamo di meno queste piccole variazioni perché siamo abituati all'illuminazione artificiale, ma è molto probabile che i nostri nonni e bisnonni fossero più sensibili a questi piccoli ritardi del tramonto, poiché per necessità erano più avvezzi a regolare i loro ritmi con la luce naturale.

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📌 In conclusione, quindi, il giorno più corto è il 21 o 22 dicembre ma - apparentemente - sembra il 13 dicembre. E forse per questo i nostri avi percepivano come il periodo più buio proprio le settimane tra fine novembre (Sant'Andrea) e metà dicembre (intorno a Santa Lucia, appunto).


Mauro


venerdì 9 dicembre 2022

SULLA STRADA FERRATA - Riflessioni

 

Sulla strada ferrata (I),
sonetto di E. De Amicis

👆 Prendo spunto da questo bel sonetto di Edmondo De Amicis e da un post nel gruppo Facebook 《Storie di Meldola》 per una breve riflessione personale.

(In fondo a questo post cito estratti e riferimenti).


📌 Dal punto di vista dei trasporti, vi è stato un periodo particolarmente felice per l'Italia: tra l'Ottocento (1839, inaugurazione ferrovia Napoli-Portici) e la prima metà del Novecento, quando dalle grandi città ai piccoli centri, anche di montagna, vi fu una capillare diffusione dei mezzi su rotaia e a cremagliera (tram, treni, funicolari), nonché filovie.

🚂 Pensiamo, ad esempio nel nostro territorio, alla ferrovia Aquila-Capitignano (prima metà del Novecento), che in progetto sarebbe dovuta giungere fino a Teramo; ferrovia che, in ogni caso, operò ugualmente, soprattutto nel trasporto merci (torba, patate, ecc.). Una ferrovia che sarebbe stata utilissima anche al giorno d'oggi, a uso passeggeri, per una mobilità pubblica più sostenibile. Ne possiamo ammirare la bella stazione capolinea a L'Aquila, zona stazione centrale, con l'elegante edificio recuperato e rifunzionalizzato, e la bella stazione a Marana di Montereale, recuperata e adibita a uso prevalentemente commerciale. E poi, si vedono diversi caselli ferroviari, purtroppo in abbandono, uno dei quali si trova in via Pasquale Ficara all'incrocio con Via Capitignano (non a caso), alla periferia ovest di L'Aquila, all'altezza della rampa che conduce verso la S.S. 80 e poco prima del sottopassaggio che conduce da un lato verso l'Ospedale "San Salvatore" e dall'altro, proseguendo dritto, su Via Vetojo (zona Polo Universitario Matematico-Fisico-Naturalistico) .

Via Capitignano ricalca infatti un tratto della ferrovia Aquila-Capitignano, nel percorso da Via dei Medici a Via Paolo Borsellino. 


Torniamo alla riflessione generale sull'epoca d'oro delle rotaie e delle filovie.

📌 Le automobili erano ancora poche e per pochi, e il mezzo pubblico garantiva un trasporto sicuro per tutti: 

i tram coprivano le grandi distanze delle città metropolitane, i treni arrivavano fin nei piccoli paesi più recònditi, i quali non rimanevano isolati neanche con la neve (e ne cadeva molta) poiché le locomotive erano dotate di sperone spazzaneve che puliva i binari al loro passaggio.

🚊  Altro esempio, il Santuario di Vicoforte, nei pressi di Mondovì, in passato era servito da un'apposita fermata del tram che ne garantiva il collegamento con la stessa Mondovì. E non dimentichiamo la filovia di Aquila, con i mini-tram su gomma che nel primo ventennio del Novecento garantivano il collegamento tra la stazione centrale e Piazza del Palazzo, cuore civico della nostra Città.


📌 Poi, dopo la Seconda Guerra Mondiale e la grande industrializzazione, si diffusero l'automobile su larga scala, e - in generale - i vari mezzi su gomma: 

tante tranvie, ferrovie locali - e non solo - vennero dismesse, fino ad avere strade e autostrade ipertrafficate, città inquinate, strade bloccate e centri isolati dalla minima neve, linee marittime sottoutilizzate e l'assurdità di mezzi su gomma che viaggiano parallelamente alle ferrovie - anch'esse sottoutilizzate - e/o parallelamente alle linee di costa, a poche decine di metri dal mare, dove molte merci e passeggeri potrebbero viaggiare da un porto all'altro su navi, traghetti, battelli, aliscafi e altri mezzi marittimi.


Dall'epoca d'oro Ottocento-Novecento ci possono insomma venire spunti per una nuova mobilità sostenibile.


➡️ Letture collegate. Sulle potenzialità turistiche della linea ferroviaria Sulmona-L'Aquila-Rieti-Terni, vedi: 👇

https://pianetalaquila.blogspot.com/2021/04/da-sulmona-terniin-carrozza-e-viceversa.html?m=1


Mauro

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🚂 🚄 SULLA STRADA FERRATA - I


✒ 📜《Corre il treno sonante in riva al mare.

Entra del monte ne la negra mole,

Esce, e d’un grido risaluta il sole,

E dentro al bosco sibilando spare;


Quindi sul ponte rimbombante appare.

Borghi sorvola, camposanti, aiuole,

E cupe valli taciturne e sole

E quete ville solitarie e care;


E simili a fantasime sui piani

Passano le casupole e le piante

E fuggono gli attoniti villani,


E poi rallenta il corso anzi la mèta,

E grave tra edifici alti l’ansante

Ira dei negri ordigni arsi si cheta.》


📖 E. DE AMICIS, 《Poesie》, IV edizione, Fratelli Treves Editori, Milano 1882; p. 139.

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👉 Quando treni e tram includevano anche i piccoli borghi. 

Il caso di Meldola, borgo romagnolo in provincia di Forlì-Cesena, che per un periodo ebbe il suo "tramway" (il "tranvai"), che lo lo collegava ai centri maggiori del territorio.


《 𝑪𝒂𝒓𝒐 '𝑻𝒓𝒂𝒏𝒗𝒂𝒊'...

🚂 "Un'idea geniale, una realizzazione ancora più geniale, permisero l'attivazione del tramway a vapore che partendo da Meldola, toccando Forlì approdava all'antica capitale dell'Esarcato: Ravenna. 

🚆 Un sogno che divenne realtà e poi...ridivenne sogno. Un'idea felice che permise di collegare la vallata del Bidente al mare, vitalizzando quanto di buono era sopito e quanto di nuovo scaturiva in terra di Romagna. 》 


📖 Paride PINTUS, 《Caro 'Tranvai'》, Ge.Graf Bertinoro, 1995. 

(🌐 continua nel post, corredato da un'immagine d'epoca: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0xohjowRLDNTK7eQCvCZGyTKcJH39baYneswr8Z1QJ4hsQLhEuXth2oKgZyv8Fopbl&id=100081776633010

in 《Storie di Meldola》).

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martedì 29 novembre 2022

IN ALTA QUOTA - CURIOSITÀ "ABRUZZESI"...E NON SOLO


IN ALTA QUOTA - CURIOSITÀ "ABRUZZESI"...E NON SOLO


Il virgolettato è dovuto semplicemente al fatto che andiamo un po' fuori dai confini amministrativi degli Abruzzi odierni. Tuttavia i confini amministrativi non devono essere una barriera culturale, quanto piuttosto uno stimolo ulteriore a collaborare, condividere e coltivare rapporti di vicinato. 


📌 Come sappiamo, Leonessa è uno di quei centri che hanno condiviso secoli di Storia comune con gli Abruzzi, fino al 1927, e ovviamente anche con la vicina Umbria. Non a caso a Leonessa vi sono 《Porta Spoletina》 e 《Porta Aquilana》.

Per questo mi fa particolarmente piacere riportare queste curiosità che, personalmente, ho scoperto in questi giorni.

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📌 Tra luglio e agosto del 2014, una spedizione alpinistica patrocinata dal CAI di Leonessa, dalla Provincia di Rieti e dal Comune di Leonessa, scalò due vette inviolate del Karakorum, lungo il versante sud dell'Homboro Valley (Pakistan). Il Karakorum, per intenderci, è la grande catena montuosa che culmina con il K2.

Divisi in due squadre, gli alpinisti della spedizione leonessana raggiunsero le due vette che sono state battezzate 🏔《LEONESSA PEAK》 (=Vetta Leonessa, 5398 mt. di quota) e 🏔《NUNZIATELLA PEAK》 (=Vetta Nunziatella, 5376 mt. di quota). 

➡️ Quest'ultima è stata così denominata in onore dell'Accademia Militare della Nunziatella di Napoli, uno dei più antichi istituti formativi militari oggi esistenti al Mondo, fondata alla fine del Settecento, poiché i due alpinisti che l'hanno scalata sono stati allievi di questa Accademia.

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📌 E sempre in tema "alpinismo" e "Abruzzi", torniamo oltre un secolo dietro. Nel 1909 Amedeo di Savoia-Aosta primo "Duca degli Abruzzi" guidò un'importante spedizione nel tentativo di scalare proprio il K2, che sarebbe poi stato conquistato nel 1954.

In onore del Duca alpinista, a seguito di quella spedizione, sul Karakorum esistono un 🏔《ABRUZZI GLACIER》 (=Ghiacciaio Abruzzi) e un 🏔《ABRUZZI SPUR》(=Sperone Abruzzi) , la cresta del K2 lungo la quale fu tentata la scalata del 1909. 

Come ricorda la Società Geografica Italiana, la spedizione del Duca degli Abruzzi nel 1909 fu il tentativo più ambizioso per quell'epoca se paragonato alle spedizioni precedenti.

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👉 Qui di seguito, il racconto della spedizione sul K2 del 1909 (Società Geografica Italiana):

🌐 https://societageografica.net/wp/2020/04/22/il-duca-degli-abruzzi-e-il-k2/#_ftn2


🎞 Tornando al 2014, la spedizione di Leonessa è stata successivamente celebrata anche da un film-documentario.

👉 Qui di seguito, il racconto della spedizione del 2014 sulla pagina 《leonessa.org》 e su 《Il Messaggero - Rieti》del 21 dicembre 2014:

🌐 http://www.leonessa.org/2014/varie/karakorum/karak/karak1.htm


🌐 https://www.ilmessaggero.it/AMP/rieti/cai_leonessa_pakistan-765517.html 

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Mauro



domenica 20 novembre 2022

《AL PITTORE PAOLO MICHETTI》


 

✒ 🎨《AL PITTORE PAOLO MICHETTI》:

sonetto di Edmondo De Amicis dedicato al pittore abruzzese Francesco Paolo Michetti (1851-1929) da Tocco (oggi Tocco da Casauria), già provincia di Abruzzo Citeriore (Provincia di Chieti), oggi Provincia di Pescara. 

➡️ Nei quattordici versi di un sonetto (due quartine e due terzine), il De Amicis descrive e rende lo stile naturalista-verista del Michetti - nonché i suoi soggetti predominanti - mediante brevi ed efficaci espressioni.

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✒ 📖《 Chi t’ispira que’ bei volti vermigli

Di donnine e di bimbi, o mio Michetti?

Sono fior del tuo lido o tuoi concetti?

Caro Michetti mio, dove li pigli?


E a che strani ardimenti ti consigli?

Con che arcana magìa côgli e rifletti

Della natura i novi intimi aspetti

Onde il mondo innamori e meravigli?


Chi ti guida il pennello e l’intelletto?

È una bimba gentil per cui sospiri,

una fata, o un demonio, o un angioletto?


Tutta render non so nelle mie rime

La maledetta simpatìa che ispiri....

Ma tu m’intendi, va, matto sublime.

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📖 Testo da: 

E. DE AMICIS, Poesie, IV edizione, Fratelli Treves Editori, Milano 1882; p. 131.

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Mauro



martedì 15 novembre 2022

SISTEMA SOLARE... A MISURA DI BAMBINO

 

Il modellino

Il Sole in dettaglio



SISTEMA SOLARE... A MISURA DI BAMBINO


👉 Un bel modellino didattico del sistema solare realizzato dalle insegnanti e dagli alunni di una delle classi quinte della Primaria "Mariele Ventre".

Materiali semplici, creatività e, in aggiunta, un pizzico di tecnologia per il grande Sole al centro, che sembra una vera stella infuocata. ☀️


Nel modellino, la Terra  🌍 è accompagnata dalla sua Luna 🌕, e i pianeti sono in totale otto poiché il "piccolo" Plutone - scoperto nel 1930 - è stato classificato come 《pianeta nano》 nel 2006 dall'Unione Astronomica Internazionale.

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📌 Oggi Plutone (più piccolo della Luna) è classificato precisamente come un 《plutòide》.

➡️ Un 《plutòide》 è un "pianeta nano" e "oggetto trans-nettuniano", ossia un oggetto cosmico appartenente al sistema solare e situato all'esterno dell'orbita di Nettuno.


📌 Insieme a Caronte, Plutone costituisce un 《pianeta doppio》, ossia un sistema di due corpi celesti ("sistema binario") che orbitano intorno a un baricentro comune che si trova all'esterno di entrambi.

Quest'ultima è una definizione molto specifica di "pianeta doppio" poiché esistono posizioni diverse nel mondo scientifico internazionale (> vedi sitografia in fondo a questo post).

Sempre secondo questa definizione specifica, anche il sistema Terra-Luna è un "sistema-binario", però - a differenza di Plutone-Caronte - non è un "pianeta doppio", poiché il baricentro cade all'interno del pianeta Terra.

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👉 Un planetario per la nostra Città.

L'Astronomia piace un po' a tutti, a prescindere dall'età, anche a livello amatoriale.

Per questo motivo, da diversi anni, penso che sia necessario un planetario anche nella nostra città: possibilmente in centro città, e possibilmente in un edificio da recuperare e rifunzionalizzare (tipo - ad esempio - l'ex chiesa medievale di San Nicola d'Anza in via dei Merletti, nelle vicinanze dei Salesiani e di Viale Duca degli Abruzzi).

Non servono spazi mastodontici; esistono planetari diffusi anche in molte cittadine. L'importante è l'esistenza di un luogo didattico dove avvicinare gli amatori, grandi e piccini, agli esperti del campo.


Mauro Rosati

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🌐 Sitografia di spunto

(URL consultati in data 15/11/2022):


https://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/08_Agosto/18/terra_luna.shtml


https://www.treccani.it/enciclopedia/plutoide


https://www.treccani.it/enciclopedia/plutone_(Lessico-del-XXI-Secolo)



domenica 13 novembre 2022

R.A.G.V.A.I.V. - I SETTE 《CAVALIERI DELL'IRIDE》

 

Doppio arcobaleno
(Foto: Mauro Rosati, 2021)


R.A.G.V.A.I.V. - I SETTE 《CAVALIERI DELL'IRIDE》


L'Aquila, 13 novembre 2021

Ore 16,00-16,10


R.A.G.V.A.I.V. - I sette 《Cavalieri dell'Iride》!


Non ci si può distrarre un attimo che la Natura offre continuamente spettacolo, anzi...un doppio spettacolo!


Durante un breve acquazzone da 《Estate di San Martino》, ecco che vedo verso Est uno stupendo arcobaleno, nitido e risaltante sullo sfondo grigio delle nuvole. Mentre scatto le prime foto, però, ne appare un secondo, a destra, più tenue: potete riconsocerlo aguzzando lo sguardo.


Tutto in soli 10 minuti - una breve pausa dalle faccende di casa - direi che ne è valsa la pena! 🌦🌈


Un detto popolare recita che quando piove con il Sole 《si sposa la volpe》: in questo caso auguri alla nuova coppia volpina! 🦊😊


Mauro Rosati


P.s.: come molti di voi già sapranno, R.A.G.V.A.I.V. è un acronimo che sta per Rosso - Arancione - Giallo - Verde - Azzurro - Indaco - Violetto; i sette colori della luce visibile. Con questo semplice 《trucchetto》, dalla scuola in poi ho imparato a ricordare i colori dell'iride. 🌈



giovedì 3 novembre 2022

STAUROTÈCA - Quando il greco ci viene in aiuto


Quando il greco ci viene in aiuto.


🟢 STAUROTÈCA


Come per altri vocaboli che abbiamo visto in precedenza, anche in questo caso ci troviamo davanti a un termine specialistico, più familiare in alcuni campi di studio.

Come sempre, però, ciò non ci impedisce di conoscerlo e padroneggiarlo anche nel nostro linguaggio quotidiano, sia per arricchire il nostro lessico, sia perché può capitare di leggerlo o ascoltarlo anche in contesti meno tecnici.

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📌 Etimologia.

Anche questa volta ci tornano utili la lingua greca e la comparazione empirica con vocaboli che conosciamo meglio.

STAUROTÈCA è composto dal prefisso 《STAURO-》 e dal suffisso 《-TÈCA》.


Iniziamo dalla fine, ossia dal suffisso:

➡️《-TÈCA》 richiama alla mente parole come pinacoteca, enoteca, discoteca, e molti altri vocaboli che individuano locali e oggetti 《contenitori》 di qualcosa, piccoli o grandi che siano.

E infatti 《-TÈCA》 deriva dal greco 《θήκη》 (théke = scatola, scrigno, contenitore). Da cui anche il sostantivo italiano 《tèca》 (ad es. la tèca di un museo).


Vediamo ora il prefisso:

➡️ 《STAURO-》, dal greco 《σταυρός》(staurós = "palo" - genericamente -; "croce" - specificamente -).

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📌 Definizione.

➡️ Quindi, letteralmente, 《STAUROTECA》 = 《contenitore della Croce》.

E infatti la 《STAUROTÈCA》, nello specifico della cultura artistica cristiana, è un reliquiario che contiene frammenti ritenuti provenienti dalla croce di Cristo e quindi meritevoli di particolare custodia e devozione.

➡️ Le staurotèche possono essere di vario tipo e di varie epoche, anche se molto diffuse nelle testimonianze artistiche del primo millennio cristiano, in particolare. Possono essere grandi custodie fisse, situate in luoghi sacri, ma anche molto piccole in modo da poter essere portate al collo.

Possono essere antiche ma anche contemporanee.


Mauro

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《[...] Nell’arte cristiana, reliquiario, in genere a forma di croce, destinato a conservare frammenti della croce di Cristo: se ne hanno esempî soprattutto nei secoli 5°-10°, di metallo prezioso, avorio, legno, spesso ornati di smalti e gemme; potevano essere anche piccoli, da portare al collo. [...]》.

(《Staurotèca》 in Vocabolario Treccani online)



L'《OZIO》 È IL PADRE...DELLE VIRTÙ


L'《OZIO》 È IL PADRE...DELLE VIRTÙ


➡️ L'《ozio》 è il padre...delle virtù!

Parafrasando un noto e diffuso detto.


📍 Non si tratta dell'《ozio》 come lo intendiamo noi Oggi, bensì dell'《ozio》 (otium) com'era concepito dagli Antichi: un tempo di riposo, libero e lontano dal 《negozio》(negotium), da impiegare in modo auto-costruttivo nella coltivazione dell'intelletto e del corpo, mediante attività di vario tipo.


📍 Tale era l'importanza dell'《otium》 nell'Antichità al punto che esso diveniva centrale nella scansione del tempo quotidiano. 

I《negotia》 (plurale di《negotium》), ossia gli affari e le incombenze quotidiane, erano "negazione dell'ozio", come suggerisce la parola stessa (neg-otium): quindi, vale a dire, delle pause tra un momento e l'altro di ozio.


📍 Recuperare questa accezione positiva di 《ozio》 anche nella nostra epoca, significa investire al meglio il nostro tempo libero, impiegandolo in una proficua e attiva coltivazione dei nostri interessi, delle nostre passioni.

L'ozio, quindi, come momento di accrescimento interiore e non solo, e non come tempo di inerzia improduttiva o, peggio ancora, di bagordi.


➡️ Un《ozio》 di questo genere non sarà portatore del vizio, bensì di molte virtù.

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📖《[...] otium era il tempo libero dalle occupazioni della vita politica e dagli affari pubblici (cioè dai negotia), che poteva esser dedicato alle cure della casa, del podere, oppure agli studî (donde la parola passò a indicare gli studî stessi, l’attività letteraria) [...]》

 (《Ozio》 in Vocabolario Treccani, significato n. 2).


Mauro



lunedì 24 ottobre 2022

《BEL TEMPO》 O《MAL-TEMPO》?  QUESTIONE DI EQUILIBRI

 《BEL TEMPO》 O《MAL-TEMPO》? 

QUESTIONE DI EQUILIBRI


Personalmente non amo molto l'espressione 《mal-tempo》 riferita a una normale pioggia 🌧  o a una normale nevicata 🌨 , o semplicemente a una giornata fresca e nuvolosa.

Nell'equilibrio meteorologico è fondamentale una regolare alternanza tra le diverse condizioni atmosferiche. Poi, ciascuno di noi potrà preferire l'una piuttosto che l'altra.

È necessario il sole ☀️ così come sono necessari la pioggia🌧 , il vento 🌬 , la neve 🌨 , la brina ❄ , la rugiada 💧.


➡️ Il《Mal-tempo》, invece, è la rottura di questo equilibrio: 

si ha 《mal-tempo》 quando una di queste condizioni meteo diventa eccessiva e prevalente rispetto alle altre e rispetto alla normalità di un certo luogo e di una certa stagione.


🌧 Una buona pioggia diventa 《mal-tempo》 se eccede provocando allagamenti o inondazioni.

🌨 Una buona nevicata diventa 《mal-tempo》 se eccede in una 《bomba di neve》 che sfonda i tetti e seppellisce le strade.

💧 Una buona rugiada notturna rinfresca terra e aria, e dà respiro ad animali e piante.

❄ Una buona brinata cristallizza l'umidità a terra, de-umidificando l'aria e garantendo il necessario riposo alla terra e alle piante. 🌱 Diventa 《mal-tempo》 se eccede in ondata di gelo estremo.

🌬 Un normale vento di brezza ricambia l'aria, al mare 🌊 come in montagna ⛰ . Diventa 《mal-tempo》 se si trasforma in burrasca o in tromba d'aria 🌪.

☀️ Così anche il tempo soleggiato diventa 《mal-tempo》 quando si protrae per settimane o mesi interi provocando siccità, e/o quando le temperature salgono a lungo sopra la norma (ondate di calore). 🌡


➡️ In questa epoca di lunghe siccità alternate a brevi e violente 《bombe d'acqua》, in quest'epoca di terreni induriti e di inondazioni, è forse più evidente l'importanza di una equilibrata alternanza fra sole, pioggia, neve, e tutti gli altri fenomeni che caratterizzano normalmente il nostro clima.

📍Il concetto di 《cambiamento cimatico》 è tutto lì: 

mancanza di equilibrio, estremizzazione dei fenomeni atmosferici.


➡️ Di recente, anche diversi climatologi hanno iniziato ad affermare che un eccesso di 《bel tempo》 non è più 《bel tempo》 , ma diventa esso stesso 《mal-tempo》 per le conseguenze dannose che comporta agli ecosistemi (Uomo compreso).


Mauro



domenica 23 ottobre 2022

QUANDO SAN MASSIMO SI FESTEGGIAVA A OTTOBRE

 

QUANDO SAN MASSIMO SI FESTEGGIAVA A OTTOBRE


📖 Un testimone diretto dell'epoca, 《un certo》 Buccio di Ranallo, ci racconta che prima del 1362 la fiera e la festa di San Massimo ad Aquila si tenevano il giorno di San Luca l'evangelista, ossia il 18 ottobre.

In quello stesso giorno - però - si teneva fiera anche all'Isola (oggi Isola del Gran Sasso d'Italia), sicché se ne ricavava poco per via della concomitanza.


✒ Scrive Buccio:

《[...] Avevamo la feria, dico, lo Santo Luca;

Per la feria dell'Isola non valea palluca [...]》


➡️ San Massimo d'Aveja, patrono dell'Aquila e del Quarto di San Giovanni, è anche patrono di Isola del Gran Sasso e di altri centri come Opi di Fagnano e Penne.

Possiamo osservare, inoltre, che ottobre è un mese molto impegnativo per i lavori della campagna (ad es. semina, raccolta dello zafferano) prima della pausa invernale; per cui gli abitanti del Contado avevano probabilmente difficoltà a recarsi in città per partecipare alla fiera e ai festeggiamenti del Santo patrono.


📌 Così gli Aquilani pensarono di traslare la fiera da ottobre a maggio, insieme ai relativi festeggiamenti in onore del Santo, e ne fecero richiesta al Re e alla Regina di Napoli.

✒ Continua Buccio:

 《[...] Divisaro Aquilani che ad magio se conduca,

et sia fatta sì bella, como sole traluca.

Ad dece dì de magio se devìa commensare,

In festa de santo Maximo si sse degia affermare,

Et otto dì da poi essa degia durare,

Et tucte le Arti de Aquila in piacza degia stare. [...]》.

Il racconto di Buccio di Ranallo prosegue con la descrizione della fiera e dei festeggiamenti di San Massimo nel maggio del 1362, con la quale si conclude la sua bella Cronaca rimata.


📖 I versi citati in questo post sono tratti dall'edizione della Cronaca di Buccio curata da Vincenzo De Bartholomaeis (1907), pp. 299-300.


📜 - Il diploma di reale assenso del 1361: la fiera e la festa vengono traslate da ottobre a maggio.

Il De Bartholomaeis cita in nota (pp. 299-300) il diploma di reale assenso che autorizza la traslazione della fiera  da ottobre a maggio.

Il diploma di assenso, spedito ad Aquila in data 16/06/1361 dal re Luigi I d'Angiò di Napoli (Luigi di Taranto) e dalla regina Giovanna I di Napoli, ci fornisce i dettagli della fiera di ottobre e di quella di maggio:

per concessione del re Roberto d'Angiò (《ex concessione clare memorie domini regis Roberti》, la fiera di ottobre si teneva nel giorno di San Luca l'evangelista (《in festo Sancti Luce》, 18 ottobre) per una durata di dodici giorni (《per dies duodecim》); su richesta degli Aquilani si autorizzava lo spostamento della fiera all'ottavo giorno di maggio, due giorni prima della festa di San Massimo (10 maggio), per la durata di dieci giorni e includendo anche la festa di San Pietro confessore (ossia San Pietro Celestino, 19 maggio, compatrono dell'Aquila e patrono del Quarto di San Giorgio).


📜 - Il diploma di reale assenso del 1363: la fiera viene traslata da maggio a giugno.

Due anni dopo, nel 1363, sempre su richiesta degli Aquilani, un nuovo diploma di reale assenso autorizza lo spostamento della fiera al mese di giugno e, come ipotizza lo storico Anton Ludovico Antinori (XVIII secolo), anche la festa di San Massimo seguì la fiera e passò dal 10 maggio al 10 giugno.

Il De Bartholomaeis cita in nota questo nuovo diploma, dato il 25/04/1363 e concesso dalla regina Giovanna I di Napoli (il re Luigi I era morto nel maggio del 1362). Il diploma trasla la fiera (e la festa) dal mese di maggio al mese di giugno, con durata dall'ottavo giorno del mese fino al quindicesimo (《ab octavo usque ad quintum decimum diem dicti mensis iunii》).


✒ Lo storico Anton Ludovico Antinori, citato sempre dal De Bartholomaeis, riferisce che la fiera fu novamente trasferita a maggio nel 1456 《per privilegio di Alfonso d'Aragona》 e che restò confermata in tal modo anche dall'imperatore Carlo V nel 1520.


➡️ Possiamo ipotizzare che la festa religiosa non seguì nuovamente la fiera in questa nuova traslazione e pertanto la memoria di San Massimo rimase al 10 giugno: 

l'Antinori riferisce che al suo tempo (XVIII secolo) San Massimo si celebra 《a' 10 di giugno》, come lo celebriamo anche noi tutt'oggi.

La nuova fiera di San Massimo del giorno d'oggi si tiene nello stesso giorno della festività religiosa, ossia il 10 giugno.

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Il 10 giugno, tra l'altro, è l'anniversario di un importante evento storico, sempre legato al culto di San Massimo d'Aveja:

il 10 giugno dell'anno 956, l'imperatore Ottone I il Grande e papa Giovanni XII si recarono in visita alle spoglie di San Massimo presso 《Civita Sancti Maximi》 (Civita di San Massimo) che oggi conosciamo come Civita di Bagno, all'epoca sede della Diocesi di Forcona di cui abbiamo oggi testimonianza materiale nei resti dell'ex cattedrale di San Massimo presso Civita di Bagno.

Come sappiamo, nel 1257 la Diocesi di Forcona venne traslata ad Aquila dal vescovo Berardo da Padula, e con essa il titolo di San Massimo che venne unito al già esistente patrono San Giorgio nella Cattedrale aquilana (come da recenti studi e articoli di Sandro Zecca).

Cattedrale che da allora è intitolata ai Santi Massimo e Giorgio


Mauro

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📖 🌐 Riferimenti bibliografici e sitografici:

-《Cronaca Aquilana rimata di Buccio di Ranallo》, a cura di Vincenzo De Bartholomaeis, Forzani e C. Tipografi del Senato, Palazzo Madama - Roma 1907.

-《San Massimo d'Aveia martire》, scheda a cura di don Claudio Tracanna; in http://www.santiebeati.it/dettaglio/91218

(URL consultato in data 23/10/2022).



mercoledì 19 ottobre 2022

《I QUINDICI MINUTI PRIMA DELL'ALBA - IMPRESSIONI DEL MOMENTO》

 L'Aquila, 19 ottobre 2022


🌈 La cromìa del cielo muta rapidamente,

verso Oriente:

rosso tenue... 🔴

...poi rosa...

...poi arancio... 🟠

...poi giallo tenue... 🟡

...quindi giallo intenso... quasi bianco... ⚪


🎨 Una teoria di colori 

che si avvicendano lestamente.

L'aria attende...

tra gli ultimi silenzi del mattino,

la campana di un monastero, 🔔

e i primi suoni di giornata.


Poi... il primo raggio spunta all'orizzonte... 🌄 🌅

...filtra nell'aria cristallina

delle mattine 

d'autunno e d'inverno...

...diretto...deciso!


Tepore color dell'oro! ☀️


E raggiunge ogni cosa...

...passa tra le foglie di una pianta... 🌿

...entra dalle finestre... 🪟

...lo vedi sollevarsi...

...velocemente...

mentre guardi a Oriente. 🧭


Tra le mani una tazza di latte, 🥛

o un buon cappuccino ☕

all'orzo, dal gusto sobrio e persistente.


Che spettacolo!

Senza biglietto... 🎟 

non si paga niente!


Offre la Natura!

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...I QUINDICI MINUTI PRIMA DELL'ALBA...

...IMPRESSIONI DEL MOMENTO.

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Mauro Rosati



venerdì 14 ottobre 2022

LA ROMAGNA "TOSCANA" - Curiosità di confine fra Ottocento e Novecento

La Romagna "toscana" in una carta della
Provincia di Firenze
(Fonte immagine: pagina FacebookItalia meravigliosa》)

 

LA ROMAGNA "TOSCANA" - Curiosità di confine fra Ottocento e Novecento


🌍 Una carta geografica molto chiara sulle dinamiche geo-storiche della Romagna "toscana".


📌 La Romagna "toscana" era una porzione di Romagna interna, fin quasi alle porte di Forlì, che dall'Unità d'Italia (1861) e fino al 1923, appartenne alla Provincia di Firenze, all'epoca molto più estesa territorialmente rispetto all'odierna Città metropolitana di Firenze.


🌍 Nella cartina in alto la Provincia di Firenze risulta costituita da ben quattro Circondari (una suddivisione delle Province italiane, poi soppressa):

- Circondario di Firenze (capoluogo);

- Circondario di Pistoia;

- Circondario di San Miniato;

- Circondario di Rocca San Casciano.


📌 🐓 La Romagna "toscana" si identificava prevalentemente con il Circondario di Rocca San Casciano, che comprendeva parte dell'Appennino e del sub-Appennino romagnolo (entroterra forlivese nello specifico).

Si tratta del circondario di colore giallo-ocra visibile sulla destra della carta geografica.

➡️ Questa particolare situazione era l'eredità storica delle conquiste di Firenze e del Granducato di Toscana nei secoli precedenti, prima dell'Unità d'Italia; conquiste che si erano spinte oltre il crinale dell'Appennino fino al versante romagnolo.


📌 Con l'Unità d'Italia questo assetto territoriale confluì nell'ampia Provincia di Firenze che, automaticamente, incluse i territori romagnoli storicamente conquistati.

La Provincia di Firenze ereditò infatti i confini territoriali del 《Compartimento di Firenze》 del Granducato di Toscana, così come erano stati definiti nel corso dell'Ottocento pre-unitario (scorporo di Arezzo e Pistoia, e nuovo riaccorpamento di Pistoia).


📌 🐓 La situazione della Romagna "toscana" venne ridefinita quando, con il Regio Decreto n. 544 del 04/03/1923 (R.D. 544/1923) il Circondario di Rocca San Casciano venne scorporato dalla Provincia di Firenze e aggregato alla Provincia di Forlì (oggi Forlì-Cesena).

➡️ Negli anni successivi (1926-1929) i Comuni del Circondario di Rocca San Casciano furono soggetti a diversi altri 《ritocchi》 territoriali, quasi chirurgici, che ne ridefinirono circoscrizioni e confini interni alla Provincia di Forlì, ad esempio:

- R. D. L. (Regio Decreto-Legge) n. 1220 del 14/03/1926,

- convertito in Legge n. 911 del 02/06/1927;

- R. D. L. (Regio Decreto Legge) n. 216 del 17/02/1927 (《Predappio Nuova》);

- R. D. (Regio Decreto) n. 1159 del 17/05/1928;

- R. D. (Regio Decreto) n. 802 del 28/03/1929 (《Galeata》).

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📌 Sul versante toscano (lati centrale e sinistro della carta) si nota come anche San Miniato e, appunto, Pistoia fossero capoluoghi di Circondari appartenenti alla Provincia di Firenze.


➡️ Oggi nella medesima area tra Firenze e Pistoia esistono ben tre unità amministrative di livello provinciale (secondo livello):

la Città Metropolitana di Firenze, la Provincia di Prato e la Provincia di Pistoia.



Mauro

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P.S. Il gallo 🐓 che avete visto nel testo è un riferimento iconografico alla Romagna. 🙂

(Vedi, per esempio:

🌐https://ilromagnolo.info/rubriche/lingua/la-caveja-e-il-gallo-simboli-romagna/ )

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🖼 (Fonte immagine cartina: 《Italia meravigliosa》

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02QFtEzpG9UnAGpsEygJToh9F7kKBdQrT1uKMUv36i78YuuXG6DiC2wF5X17KqDF8ol&id=107548147433422 )



martedì 11 ottobre 2022

MONOLÌCNE - Quando il greco ci viene in aiuto

 

Quando il greco ci viene in aiuto


🟢 MONOLÌCNE / MONOLÌCNI


Ci troviamo davanti a un vocabolo 《specialistico》, apparentemente 《difficile》: in questo caso si tratta di un aggettivo.

Un aggettivo certamente più familiare in determinati campi di studio come, ad esempio, l'Archeologia e la Storia dell'Arte.


➡️ Eppure, come si vedrà anche per 《panòplia》, si tratta di un vocabolo che possiamo trovare e leggere anche in contesti più comuni: 

ad esempio nella guida o nel catalogo di un Museo, oppure sulle didascalie che descrivono vetrine o singoli pezzi nel Museo stesso, in articoli divulgativi, ecc..


📌 MONOLÌCNE. 

Scomponendo questa parola abbiamo un prefisso - 《MONO-》- che, come sappiamo, significa 《unico》.

Il suffisso, invece, è la chiave del significato:

《-LICNE》 , dal sostantivo maschile greco 《λύχνος》(lýknos)= 《lampada》.


➡️ Quindi, letteralmente, 《MONOLÌCNE》= Unica lampada.

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📌 Vediamo meglio il senso.

È un aggettivo che troviamo frequentemente associato alle note lampade/lucerne a olio di epoche egizia, greca, romana antiche (e non solo).

Queste lucerne, potevano avere uno o più beccucci dai quali usciva la fiammella per l'illuminazione, ossia la 《lampada》(o luce, che dir si voglia).


➡️ Per questo, l'aggettivo 《MONOLÌCNE》 è il capofila di una serie di altri aggettivi che indicano lucerne con due, tre o più lampade. 

Quindi: MONOLÌCNE, BILÌCNE, TRILÌCNE, e così via.

Sempre lo stesso suffisso; cambia soltanto il prefisso numerale che indica la quantità di beccucci di una lucerna (lucerna monolìcne, lucerna bilìcne, ecc.)

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➡️ Volendo dilettarci a familiarizzare con questo aggettivo, potremmo anche utilizzarlo nella nostra vita quotidiana, magari come simpatico 《quiz》 per un nostro interlocutore:

potremmo dire che in soggiorno abbiamo un lampadario, o una plafoniera, o una piantàna 《bilìcni》, ossia con due lampade/faretti; 💡💡

oppure, potremmo indicare per strada dei 《lampioni trilìcni》, ossia con tre lanterne. 💡💡💡


📍 Al di là del 《gioco》, può essere uno dei tanti modi per disporre di un vocabolario più ricco che può tornarci utile quando - ad esempio - cerchiamo un sinonimo.


Mauro

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🖼 Nell'immagine all'indirizzo che segue si può vedere un esempio di 《lucerna bilìcne》: http://www.museodellolivo.com/-/media/museo/i-tesori/intro/itesori_intro_reperto4_mb.ashx?h=310&iar=0&w=640

(URL consultato in data 16/09/2022)

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venerdì 7 ottobre 2022

《LA BATTAGLIA DELLA CERNAIA》 e la figura artistica di GEROLAMO INDUNO

(Fonte immagine:
http://www.istitutomatteucci.it/component/hikashop/product/118-domenico-e-gerolamo-induno-la-storia-e-la-cronaca-scritte-con-il-pennello )


LA BATTAGLIA DELLA CERNAIA》 e la figura artistica di GEROLAMO INDUNO (1825-1890).


📌 ⚔《La Battaglia della Cernaia》, di Gerolamo Induno.
Il dipinto è narrato per fotogrammi in un video esplicativo: https://youtu.be/hPFUPPVc8BU


📌 L'opera pittorica è un'istantanea della Battaglia della Cernaia (16/08/1855), combattuta nell'ultima parte della Guerra di Crimea (1853-1856).
➡️ La Cernaia (《[Fiume] Nero》) è un piccolo fiume dell'area sud-occidentale della penisola di Crimea che, dopo circa 35 km di percorso, sfocia nella baia di Sebastopoli sul Mar Nero.
Lungo il suo corso si combatté la battaglia che ne prende il nome, e che vide in prima linea i Bersaglieri del Regno di Sardegna, nei quali era arruolato Gerolamo Induno, il 《pittore-soldato》.
📌 Nel periodo risorgimentale, infatti, Induno si specializzò in una 《pittura di guerra》 che ne fece una sorta di foto-reporter 《ante litteram》. Nel corso della Guerra di Crimea, Gerolamo Induno fissò molte scene sul campo mediante disegni, studi, resoconti che, al ritorno in Italia, furono la base di diversi suoi dipinti.


📌 🎨 L'opera di Induno, formatosi presso l'Accademia di Brera a Milano, ha spaziato dalla pittura dal vero, scene di genere, ritrattistica, agli inizi e nella maturità artistica, seguìta poi dalla pittura risorgimentale celebrativa di valori patriottici ma sempre 《vera》 nel narrare l'aspetto drammatico umano, soggettivo e collettivo, di ogni guerra.
Dopo le esperienze belliche, in particolare la Repubblica Romana (1849) e la già citata Guerra di Crimea (1853-1856), Gerolamo Induno proseguì con la pittura celebrativa ma anche con arte decorativa, nonché con opere pittoriche di rinnovato gusto settecentesco (ispirate al 《Settecentismo》) e scene di quotidianità borghese, rispondendo a una domanda molto diffusa tra la committenza.


📌 Nella 《Battaglia della Cernaia》 , Induno ritrae la scena principale della battaglia sul fondo, dove gli eserciti si scambiano feroci colpi di artiglieria, mentre in primo piano celebra la figura degli alti ufficiali, tra i quali Alfonso La Marmora - sulla destra -, e allo stesso tempo narra 《in diretta》 il dramma umano di un soldato ferito sul campo assistito dalle infermiere e da un cappellano - sulla sinistra -.
Celebrazione di valori ma senza retorica in eccesso; con molta partecipazione e verità umana, avendo egli stesso vissuto la guerra in prima linea.

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Una biografia di Gerolamo Induno è disponibile, ad esempio, agli indirizzi (URL consultati in data 06/10/2022):

🌐 Società di Belle Arti - Gerolamo Induno

🌐 Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani (vol. 62; 2004) - Gerolamo Induno



Mauro