(Foto: Mauro Rosati, 2018) |
Sulla Storia: qualche punto di vista strettamente soggettivo.
A mio personale parere, lo studio della Storia, e discipline affini, non è un esercizio fine a se stesso.
Oltre che per passione e/o professione, si studia la Storia per pianificare al meglio il Presente e, quindi, anche il Futuro.
Si studia la Storia per selezionare la parte migliore del Passato e scartarne gli errori. (Una sorta di 《trebbiatura》 metaforica.)
Si studia la Storia per difendere, arricchire e tramandare l'eredità intellettuale e materiale che ci hanno consegnato i nostri Antenati.
Si studia la Storia per unire il meglio di Ieri con il meglio di Oggi.
Studiare il Passato per capire e provare a risolvere i problemi del Presente.
Solo in quest'ottica, credo, hanno senso compiuto le mostre, i convegni, le pubblicazioni e quant'altro sia utile alla divulgazione.
Per questo, amareggia e rattrista l'《ignoranza》 di quelle persone che della Storia fanno scempio. Scempio morale e materiale.
Persone la cui 《ignoranza》 è spesso pari alla presunzione: e quando parlo di 《ignoranza》 non mi riferisco al titolo di studio ma al livello di arroganza.
E l'amarezza è tanto più profonda quando queste persone si arrogano il diritto di pensare, decidere e agire a nome e per conto di tutti.
Persone che si auto-promuovono a portatrici della Verità e del Giusto assoluti.
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La Storia è altra cosa. Chiunque - con metodo - vi si può avvicinare: il professionista e l'appassionato amatore.
In ogni caso - però - la Storia è ricerca, lettura, studio, ascolto, confronto, ipotesi, scambio, e tanto altro ancora.
Non certo improvvisazione.
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Ripeto: quantomeno, questo è il mio personale punto di vista.
Mauro