martedì 7 dicembre 2021

«POLITICAMENTE CORRETTO» o «IPOCRITAMENTE CORRETTO»?

 

«POLITICAMENTE CORRETTO»

 o «IPOCRITAMENTE CORRETTO»?

 

 

Con la ricorrenza di San Nicola vescovo, ieri, siamo entrati nel mese pienamente natalizio.

 


Su un noto motore di ricerca da alcuni giorni è comparso un doodle ovviamente a carattere natalizio.

Se si scorre sopra il doodle con il cursore, però, compare un generico e quasi burocratico «Festività stagionali 2021», come se si volesse evitare l'aggettivo «natalizie», neanche fosse una bestemmia.

 

È un dato di fatto che da molti decenni esistono «due Natale»: quello religioso e quello commerciale, una sorta di Natale «laico» che convive con quello spirituale; come d'altra parte accade da tempo anche nella maggior parte delle feste patronali, e non solo, di tanti paesi è città.

Ciò nonostante, rimangono pur sempre festività confessionali che nascono da un fattore religioso imprescindibile, a meno che non si voglia cadere nel «non-senso».

 

Quale «non-senso»?

 

Il «non-senso» di festeggiare il Natale ma senza nominarlo, di festeggiare la Pasqua ma guai a pronunciare l'aggettivo «Santa» e/o il complemento «di Resurrezione».

In sintesi: Buon Natale purché non si usi il «blasfemo» aggettivo «Santo», né si facciano riferimenti a Gesù Bambino; per carità!

In sintesi: Buona Pasqua ma purché non sia «Santa» né si accenni alla Resurrezione di Cristo.

 

Insomma, un po' come celebrare un matrimonio ma senza sposi - religioso o civile che sia -.

E magari anziché «matrimonio» meglio dire «ratifica dell'unione coniugale».

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Sinceramente non capisco la necessità di questo «pudore» - esasperazione del «politicamente corretto» - che sfocia in un paradosso che potremmo definire «ipocritamente corretto».

 

Un po' comodo sfruttare l'atmosfera delle Festività natalizie perché muovono un bel po' di flusso commerciale però - allo stesso tempo - ignorare o censurare il fulcro intorno al quale ruotano queste Festività.

 

Due piedi in due scarpe diverse.

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Ognuno è libero di vivere questo periodo dell'anno come meglio crede e nessuno è obbligato a celebrare il Natale o la Pasqua se lo ritiene opportuno e/o non li sente propri.

 


Tra l'altro, poi, il periodo natalizio si stratifica su festività più antiche ma sempre a carattere religioso.


Vogliamo celebrare i Saturnali? Facciamo pure, ma per coerenza non dobbiamo mettere addobbi natalizi.


Vogliamo celebrare la festa del Sole Invitto? Facciamo pure, ma dovremo ricorrere ad altri ornamenti.

 


Tutte le Culture, dal villaggio più recondito tra gli Oceani alle megalopoli mondiali, tramandano e celebrano tradizioni di tipo religioso legate a periodi particolari e significativi dell'anno: perché dovremmo negarle?

 


Per cui, usiamo tranquillamente l'aggettivo «natalizio»; non è un reato penale.

Per cui, quando ci scambiamo gli Auguri sentiamoci liberi di farlo:

chi dirà «Buon Natale», chi dirà «Auguri per un Santo Natale», ma non dimentichiamo perché pronunciamo la parola «Natale».

Così come liberamente nessuno dovrà sentirsi obbligato a farlo se non lo sente.

 

Penso che quasi nessuno direbbe «Buona Festa di stagione».

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Personalmente preferirei quindi leggere un onesto «Festività natalizie», altrimenti penso sia più coerente togliere del tutto quel doodle.

 

 

Mauro Rosati


P.S.. Se poi esistono altre Festività di stagione che ignoro, sono pronto a imparare, purché mi venga insegnato.

Ma il Natale rimane un dato di fatto oggettivo.