«POLITICAMENTE CORRETTO»
o «IPOCRITAMENTE CORRETTO»?
Con la ricorrenza di San Nicola vescovo,
ieri, siamo entrati nel mese pienamente natalizio.
Su un noto motore di ricerca da
alcuni giorni è comparso un doodle ovviamente a carattere natalizio.
Se si scorre sopra il doodle
con il cursore, però, compare un generico e quasi burocratico «Festività stagionali 2021», come se si volesse
evitare l'aggettivo «natalizie», neanche fosse una
bestemmia.
È un dato di fatto che da molti
decenni esistono «due
Natale»: quello religioso e quello commerciale, una sorta di Natale «laico» che convive con quello
spirituale; come d'altra parte accade da tempo anche nella maggior parte delle
feste patronali, e non solo, di tanti paesi è città.
Ciò nonostante, rimangono pur sempre
festività confessionali che nascono da un fattore religioso imprescindibile, a
meno che non si voglia cadere nel «non-senso».
Quale «non-senso»?
Il «non-senso» di festeggiare il Natale ma senza nominarlo, di
festeggiare la Pasqua ma guai a pronunciare l'aggettivo «Santa» e/o il complemento «di Resurrezione».
In sintesi: Buon Natale purché non si
usi il «blasfemo» aggettivo «Santo», né si facciano
riferimenti a Gesù Bambino; per carità!
In sintesi: Buona Pasqua ma purché
non sia «Santa» né si accenni alla
Resurrezione di Cristo.
Insomma, un po' come celebrare un matrimonio
ma senza sposi - religioso o civile che sia -.
E magari anziché «matrimonio» meglio dire «ratifica dell'unione
coniugale».
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Sinceramente non capisco la necessità
di questo «pudore»
- esasperazione del «politicamente
corretto» - che sfocia in un
paradosso che potremmo definire «ipocritamente corretto».
Un po' comodo sfruttare l'atmosfera
delle Festività natalizie perché muovono un bel po' di flusso commerciale però
- allo stesso tempo - ignorare o censurare il fulcro intorno al quale ruotano
queste Festività.
Due piedi in due scarpe diverse.
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Ognuno è libero di vivere questo
periodo dell'anno come meglio crede e nessuno è obbligato a celebrare il Natale
o la Pasqua se lo ritiene opportuno e/o non li sente propri.
Tra l'altro, poi, il periodo
natalizio si stratifica su festività più antiche ma sempre a carattere
religioso.
Vogliamo celebrare i Saturnali?
Facciamo pure, ma per coerenza non dobbiamo mettere addobbi natalizi.
Vogliamo celebrare la festa del Sole
Invitto? Facciamo pure, ma dovremo ricorrere ad altri ornamenti.
Tutte le Culture, dal villaggio più
recondito tra gli Oceani alle megalopoli mondiali, tramandano e celebrano
tradizioni di tipo religioso legate a periodi particolari e significativi
dell'anno: perché dovremmo negarle?
Per cui, usiamo tranquillamente
l'aggettivo «natalizio»; non è un reato penale.
Per cui, quando ci scambiamo gli
Auguri sentiamoci liberi di farlo:
chi dirà «Buon Natale», chi dirà «Auguri per un Santo
Natale», ma non dimentichiamo perché pronunciamo la parola «Natale».
Così come liberamente nessuno dovrà
sentirsi obbligato a farlo se non lo sente.
Penso che quasi nessuno direbbe «Buona Festa di stagione».
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Personalmente preferirei quindi
leggere un onesto «Festività
natalizie»,
altrimenti penso sia più coerente togliere del tutto quel doodle.
Ma il Natale rimane un dato di fatto
oggettivo.