giovedì 9 dicembre 2021

IMPRESSIONI DICEMBRINE ...E SUGGESTIONI DELL'ALBA

Giuseppe Pelizza da Volpedo, 《Il sole》 (1904).
(Fonte immagine: 
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/80/Giuseppe_Pelizza_-_Il_Sole.jpg/596px-Giuseppe_Pelizza_-_Il_Sole.jpg )


IMPRESSIONI DICEMBRINE 

...E SUGGESTIONI DELL'ALBA


Non lo facevo da diversi anni. Forse a molti potrà sembrare una cosa scontata e banale. Non lo so, ma personalmente è qualcosa che mi affascina oggi così come da bambino e da adolescente.


Sto parlando dell'alba: più precisamente di assistere allo spettacolo dell'alba, e in particolare alla levata del Sole.

Da un po' ho riscoperto questa buona abitudine.


Senza nulla togliere ai tramonti, altrettanto stupendi e suggestivi, l'alba trasmette un fascino e una curiosità particolari. Forse perché, il tramonto avviene sempre in orari in cui siamo vigili, e quindi ci rimane più semplice e quotidiano 《beccarlo》; mentre l'alba, invece, va cercata. In Estate dobbiamo svegliarci presto o andare a dormire molto tardi se vogliamo assistervi, in Inverno ce l'abbiamo quasi su un piatto d'argento poiché coincide con l'ora del risveglio della maggior parte di noi.


Mi affascinano l'alba d'Estate e quella d'Inverno, quella che sorge dalle montagne o tra le montagne - i miei Appennini -, così come quella del 《sole gigante》 che spunta dal mare - il 《mio》 Adriatico -, con le sue sfumature che partono dal rosso-rosa fino all'arancio e al giallo del Sole ormai 《levatosi》 dall'orizzonte.

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Nella casa in cui vivevo da bambino ricordo l'alba delle giornate di giugno, con l'entusiasmo di poterle vedere con tranquillità, con la Scuola ormai finita e quindi senza la sveglia mattutina. Mi alzavo intorno alle 4 del mattino e mi sistemavo sul davanzale della finestra in cucina: posizione ideale, rivolta a nord-est, verso una gola tra due montagne; è proprio in quella direzione che sorge il sole di prima Estate.

Mi godevo tutta la fase del crepuscolo mattutino, con il cielo che si schiariva gradualmente e cominciava a delineare i profili dei monti. Dopo una lunga attesa, quando ormai il cielo era del tutto chiaro ecco alzarsi la nostra stella più vicina: i primi raggi inondavano le vette dei monti, poi i tetti delle case e le cime degli alberi più alti. 

E poi eccolo lì! Il Sole!

Tutto avveniva in poche decine di secondi: il primo raggio spuntava dalla gola tra i due monti e inondava la stanza. 

In questi momenti ci rendiamo conto di quanto ruoti velocemente la Terra: il tramonto e l'alba, infatti, ci danno dei punti di riferimento all'orizzonte, grazie ai quali osserviamo direttamente la velocità con cui si sposta (apparentemente) il Sole.


Una velocità, come sappiamo, che va da 0 km/h ai Poli a circa 1668 km/h all'Equatore.

Alla mia latitudine dell'Aquila (circa 42° 21' N al Municipio) la velocità di rotazione della Terra è di circa 1233 km/h.


Chiusa questa breve parentesi tecnica, mi viene in mente anche l'alba che ho avuto occasione fin da bambino di poter osservare sul Mare Adriatico, da diverse località: un'alba diversa, caratterizzata dal Sole più grande e più rosso perché l'orizzonte apparente corrisponde esattamente alla 《pianura》 del mare. 

In quel caso, insieme al chiarore, spesso si iniziano a intravedere i profili dei piccoli e medi pescherecci con i loro caratteristici 《bracci》 degli àrgani che, con un tocco di fantasia e visti da lontano, mi fanno sempre venire in mente un po' le drakkar (dreki) vichinghe con le loro polène.


E così, di alba in alba, arriviamo a questi giorni più recenti di inizio Inverno.

La casa dove vivo ora è esposta a est-sud-est, la posizione ideale per veder sorgere il Sole nella stagione invernale, e in particolare a dicembre, inizio dell'Inverno meteorologico (al principio del mese) e poi di quello astronomico (poco prima del Natale; o 《della Natale》 aquilanamente parlando).

A dicembre il Sole che sorge raggiunge il massimo del suo azimut a oriente, ossia l'angolo che parte dal nord, in senso orario, fino al punto in cui la nostra stella spunta dall'orizzonte.


In queste mattine dicembrine, quando il cielo è limpido ho l'occasione di gustarmi quei minuti che intercorrono tra quando si vedono le sagome delle case, dei palazzi e degli alberi ancora poco definite fino all'inizio graduale del chiarore, che comincia a definire i tetti e gli alberi esposti sulle parti più alte, nell'alternarsi di creste e valloni del mio quartiere. 

Poi, si inizia a vedere la luce riflessa dalle vetrate dei piani più alti.

A quel punto inizia lo 《sprint》 del Sole che sembra accelerare la sua levata: l'atmosfera nitida si colora di un giallo paglierino con una lieve sfumatura di arancio, sempre più diffuso con il passare dei minuti. Si iniziano a vedere distintamente gli alberi, le case, i palazzi, la distesa bianca della brina o della neve al suolo, sui tetti, sulle piante.

Poi, nell'arco di qualche decina di secondi, un bagliore luminoso inizia a traboccare dalle finestre fin dentro casa, finché vedo la nostra stella spuntare e alzarsi rapidamente nel cielo: le pareti e i mobili alle mie spalle si illuminano come avessi acceso una luce domestica; anzi …molto di più!

Lo spettacolo si compie e il nuovo giorno è ormai avviato: i bassi raggi del periodo invernale permettono di godere a lungo, durante la mattinata, del riverbero di luce che fa brillare ogni ambiente di casa.


E anche quando capita che le nebbie di primo mattino sembrano avvolgerci in un batuffolo d'aria ovattata che restringe il nostro orizzonte visivo, in una suggestiva atmosfera sospesa, ecco che i raggi del Sole pian piano iniziano a diradare questo sipario di vapore acqueo che lentamente si colora di un giallino sempre più oro, lo diffonde e, proprio come alla levata del Sole, ci svela gradualmente il paesaggio con le case, i palazzi, i prati, i terreni, i monti, gli alberi, e la brina o la neve che ricoprono i tetti, le piante e il suolo. Alla fine restiamo estasiati quando, discioltosi questa sorta di batuffolo di zucchero a velo, si apre ai nostri occhi quel cielo limpido tipico soprattutto delle mattinate più fredde che vanno dall'Autunno alle prime settimane di Primavera.


E che dire anche di quelle mattine quando nubi alte, sottili e «lucide», quasi lenticolari, fanno da corte d’accoglienza al Sole nascente? Ne diffondono il chiarore prima ancora che esso sorga e si aprono a sipario quando spunta dall’orizzonte. Altro suggestivo spettacolo mattutino!

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Insomma, quante impressioni ci regala l'alba così come il tramonto; e forse non per caso questi fenomeni sono spesso oggetto della fotografia artistica, e della fotografia in generale, così come di tanti pittori: ricordiamo ad esempio il celebre Impression, soleil levant di Claude Monet o il Sole rappresentato da Giuseppe Pelizza da Volpedo, giusto per citare due tra i molti esempi possibili.


Personalmente, come mi piace fare di tanto in tanto, ho cercato di dipingere a parole, o almeno di tratteggiare, le impressioni-emozioni di questo momento della giornata.

Ho cercato di descrivere alcune delle sensazioni, forse ancestrali, che ci suscita questo fenomeno: un fenomeno quotidiano e sempre  accattivante.


Le parole non sono mai sufficienti per descrivere a tutto tondo queste gradevoli emozioni.


Sul mare come tra i monti, tra città e campagna: il mio suggerimento è quello di godere sempre a pieno, quando possibile, di questi tanti piccoli-grandi spettacoli che la Natura ci offre; il piacere di assaporare o ri-assaporare il gusto di queste emozioni quotidiane.

Ritrovare una maggiore sintonia con i ritmi naturali: normale per le generazioni passate, meno per la nostra epoca.

Una sintonia che possiamo ritrovare anche nei nostri ecosistemi urbani se sappiamo riconoscerla e apprezzarla. 


Mauro