Allegoria del mese di marzo (Fonte immagine: http://www.evus.it/it/index.php/news/zoom/il-cavaspina-sotto-il-segno-dei-pesci/ ) |
QUANDO
MARZO AVEVA 30 GIORNI
L'Uomo e la Natura
In
questi giorni, anche riflettendo sul precario periodo storico che il Mondo sta
vivendo, mi è tornato alla mente un racconto d'Infanzia.
«La leggenda di Marzo e
del Pastore»
Si tratta di una breve narrazione popolare - tramandata oralmente - che rimane
di stretta attualità, ancor di più - appunto - nell'epoca che stiamo vivendo.
È infatti una leggenda che -
apparentemente - vuole raccontare perché Marzo abbia 31 giorni ma, se andiamo a
rileggerla con la coscienza degli adulti, troviamo anche una morale più
sottile.
Un racconto per piccoli e grandi!
Cerco di riportarlo per iscritto come meglio lo ricordo. 😊
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C'era un tempo immaginario in cui Marzo
aveva 30 giorni e Aprile ne aveva 31.
Sempre a quel tempo c'era un Pastore
che possedeva un grande gregge.
Ogni giorno il Pastore portava al
pascolo le sue pecore e, conoscendo il clima "pazzo" del mese di
Marzo, usciva sempre prudentemente con mantello e ombrello.
Ogni giorno Marzo gli chiedeva dove
andasse con le sue pecore, in modo da «colpirlo» e prendersi gioco di lui con
qualche scroscione di pioggia o magari con la neve.
Il Pastore, però, ogni giorno mentiva
a Marzo, indicandogli sempre un posto diverso da quello dove poi andava effettivamente.
Ogni sera Marzo chiedeva al Pastore
come fosse andata la giornata, sperando di avergli fatto uno scherzo con
qualche burrasca improvvisa. Il Pastore, soddisfatto, raccontava a Marzo che il
tempo era stato ottimo.
E così Marzo rimaneva sempre deluso
dal fatto che il suo «scherzo» non fosse riuscito.
Arrivato il 30 del mese, l'ultimo
giorno, il Pastore si rivolse a Marzo, dicendogli più o meno così: « - Oggi
è l'ultimo giorno, domani arriva Aprile e tu non potrai farmi più niente! -
». Dopodiché, gli disse anche il luogo in cui avrebbe portato le pecore, questa
volta senza mentire, credendo che Marzo fosse ormai finito.
Marzo, indispettito dalla risposta
del Pastore decise di tendergli un tranello. Andò da suo fratello Aprile e gli
disse pressappoco così: « - Frateju Abrile prestame 'n atru dì, che te faccio
le peji pe' mi e pe' ti! (Fratello Aprile, prestami un altro dì e ti
procuro le pelli, per me e per te) - ».
Aprile accettò lo scambio
e regalò il suo «31» a Marzo.
Il giorno dopo, il Pastore - troppo
sicuro e imprudente - uscì senza ombrello e senza mantello, convinto del fatto
che fosse arrivato Aprile.
A quel punto Marzo lo sorprese in
piena giornata, scatenandogli contro una forte burrasca che fece disperdere la
maggior parte del gregge, con la perdita di molte pecore (le pelli che Marzo
aveva promesso ad Aprile erano proprio le pelli di pecora).
Il Pastore, bagnato e sconsolato,
tornò a casa, e a quel punto Marzo gli rivelò il suo tranello, chiedendogli
beffardamente: « - Com'è andata oggi? - ».
Ovviamente conosceva già la risposta.
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Riflessione
Se adesso pensiamo a Marzo come alla personificazione della Natura, e al Pastore
come fosse l'Essere Umano - ecco il perché delle maiuscole - la morale sembra
molto chiara:
l'Uomo, imprudente e arrogante, che
sfida la Natura «a viso aperto» è destinato ad essere punito dalla Natura
stessa.
È lei - la Natura - che «detta le
regole» (le «leggi naturali») e l’Uomo - che è parte della Natura - deve
adattarsi nel miglior modo possibile (ombrello e mantello), senza mai sfidarla
alla pari o, peggio ancora, offenderla.
La Natura non va piegata
alle nostre regole e ai nostri ritmi: una morale che dobbiamo sempre aver
presente, oggi come in passato.
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Nota 1
Ovviamente, come tutti i racconti popolari, esistono delle varianti locali che
magari già conoscete in maniera un po' differente. Ma la sostanza della narrazione è quella che vi ho riportato.
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Nota 2
Parallelamente a questo racconto mi sono
tornati alla mente anche il pensiero e l’opera del Leopardi.
Giacomo Leopardi riflette spesso sul
rapporto Uomo-Natura: in particolare, se non lo avete già fatto, vi consiglio
la lettura del «Dialogo
della Natura e di un Islandese» (1824).
Vi sembrerà scritto ai nostri giorni!
https://it.m.wikisource.org/wiki/Operette_morali/Dialogo_della_Natura_e_di_un_Islandese
Vi segnalo anche un brevissimo estratto dal film «Il giovane favoloso»
(2014); si tratta della scena in cui Giacomo Leopardi sogna l’incontro e il
dialogo di se stesso - nella parte dell’Islandese - con la personificazione
della Natura:
Mauro Rosati