giovedì 14 gennaio 2021

«Nave con troppi nocchieri»

(Fonte immagine: midisegni.it)


Una crisi di governo nel bel mezzo del peggior disastro socio-sanitario d'Italia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale; una nave nella tempesta dove gli ufficiali litigano e nessuno tiene il timone:

bella dimostrazione di responsabilità e senso dello Stato da parte della classe politica italiana!


Una classe politica degna di una parte del popolo italiano
quella parte di popolo che è sempre pronta a 《fregare lo Stato e le regole》; quella parte di popolo che in questa emergenza sta mostrando il peggio di sé comportandosi in modo superficiale, cinico e irresponsabile.
Quella parte di Italia della finta modernità (la "modernità di facciata"), che si crede "moderna" magari perché ha "appiccicato" due vetrate sulla facciata di un palazzo.
Quella parte del popolo italiano che vota secondo le raccomandazioni di Cetto La Qualunque: 《Prima Voti e Poi Rifletti!》.


Personalmente non mi sento rappresentato da nessuna delle forze politiche oggi sulla scena.

Mi riconosco invece nelle idee della "modernità di sostanza" - quella vera, quella efficace -:
quella della digitalizzazione
quella di più verde, meno cemento e meno asfalto; 
quella dei luoghi accessibili anche ai cittadini diversamente abili, aggirando le barriere architettoniche con interventi semplici e rispettosi dei luoghi; 
quella che recupera borghi e centri storici, facendo lavorare l'edilizia senza nuove e superflue lottizzazioni; 
quella dello snellimento amministrativo, compresi i farraginosi appalti pubblici; 
quella che premia chi investe sull'agricoltura
quella delle isole pedonali.

Questa, e molto altro, è la vera "modernità" in cui credo!
Insomma, il minimo sindacale perché una nazione di oggi possa considerarsi "civile"!


E, al momento, di civiltà ne vedo veramente poca
Vedo invece l'Italia del 《comunquemente e infattamente, I have no dream!》! Vedo l'Italia non più come 《nave sanza nocchiero》 ma - al contrario - nave con troppi nocchieri!


Mauro Rosati


P.s.: mi scuso con Dante Alighieri e con Cetto La Qualunque per averli "chiamati in causa".