Veduta dell'Aquila dal lato sud |
30 gennaio 2018
«Aquila solitaria sull'altura,
cinta dai venti rudi, incoronata
dall’alte nubi e dalle grigie mura,
come un rapace sul suo picco guata.
Fiera città dall’ombre vigilata,
chiusa nel manto di tua gloria pura,
che suggerisci all'anima malata
un ascetico sogno di clausura,
se potessi fuggire il turbinoso
vivere nostro, splendido e dannato,
in devota umiltà di pellegrino
a te verrei, cercando il mio riposo,
per levare lo spirito placato
al cielo che qui sembra più vicino.
(Aquila, di Emanuel Mandell; da: Aquila in cartolina, L’Aquila 2010)»
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30 gennaio 2018
Dopo una breve e improvvisata escursione di gruppo dal Santuario della Madonna di Rojo (Poggio di Rojo), la passeggiata è stata ampiamente ripagata da questa splendida veduta dell’Aquila.
E ogni volta che mi trovo davanti a queste vedute, dall'alto o dal basso, mi viene sempre in mente questo bellissimo sonetto. La mia città descritta come un luogo di ascetismo e di clausura; “clausura” non nel senso di “prigione” ma - al contrario - come luogo di serenità, dove effettivamente ritrovo nuova energia, leggerezza e pace dell’animo.
Anche questo e la mia città.
Mauro Rosati