26
marzo 1993 - Il cielo «arancione»
Ricordo quel venerdì 26 marzo del 1993 - quantomeno ricordo quella data, se poi
fossero il 25 o il 24 cambiava poco, anche perché ho potuto effettuare riscontri
storici -.
Ero un bambino e frequentavo le Elementari.
Era una mattinata normale, a scuola
con i miei compagni.
Non è accaduto nulla di particolare o
anomalo quel giorno, tranne un dettaglio, un fenomeno che 28 anni fa sembrava
eccezionale: era nuvoloso e piovigginava ma il cielo non era grigio; era di un
forte colore variabile tra l'arancione e il rosa salmone.
Quel colore anomalo rendeva la luce
sgradevole e surreale, sia all'esterno sia all'interno della nostra classe, una
luce che sembrava quasi «soporifera».
In parole semplici, in quei giorni,
correnti di Scirocco più forti del solito avevano portato in quota le sabbie
del Sahara fin sull'Italia, a migliaia di chilometri di distanza.
Sull'Italia! E quindi anche sulla mia
scuola, in un paese tra gli Appennini a 830 metri di altitudine.
Ho ricontrollato i dati storici pubblicati delle temperature, e venerdì 26 marzo 1993 era
il primo giorno in cui le temperature massime si riabbassarono - con un brusco
crollo - dopo 15 giorni più o meno «alterati». Quella mattinata «arancione» doveva essere
il «residuo» delle giornate
precedenti. Quello che accade quando c’è un cambio brusco di correnti atmosferiche.
Capivo che si trattava di un fenomeno atmosferico, pur se all'epoca raro, per
cui non ero spaventato.
Poi anche la maestra ci aveva
tranquillizzato, anche perché il «baby-bulletto» di turno si divertiva a
tormentare - con «la
fine del Mondo» - le nostre compagne e i nostri compagni più spaventati.
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Oggi, a 28 anni di distanza, quel fenomeno raro sta diventando ordinario - già
da 10-15 anni -.
A proposito di periferia del Sahara, infatti, lo Scirocco è diventato un vento
molto più forte e prevalente di quanto non lo fosse allora.
Ormai non c'è mese dell'anno - Estate
o Inverno che sia - in cui non si verifichi almeno un paio di volte quel
fenomeno. Quel colore tra il giallo e l'arancio che tinge le nuvole e penetra
dalle finestre con la sua luce alterata e disturbante; l'umidità dell'aria
aumenta «a vista» - e anche la temperatura -, «trascinate» dalla fascia desertica
tropicale.
Oggi sì che fa paura quell'aria giallastra che annuncia tempeste di Scirocco
subtropicali; fa paura perché ci ricorda il disastro climatico in corso:
Scirocco che fa paura per la potenza
delle raffiche di vento che provocano danni seri sulle zone costiere esposte a
sud - con violente mareggiate - e in parte anche nelle zone montane;
Scirocco che fa paura per le piogge violente che provoca quando si scontra con
le correnti fredde che «cercano
di respingerlo»; Scirocco che fa danni causando valanghe e sciogliendo
anticipatamente la neve di stagione.
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Quel venerdì 26 marzo del 1993 pochi avrebbero immaginato che quel fenomeno
raro, di lì a 15-20 anni sarebbe diventato la «normalità»; il cambiamento climatico era già in corso
ma ancora poco percettibile:
Italia «trincea
climatica»;
Italia «periferia nord del Sahara».
Mauro