Nota. Numeri romani «antichi» e numeri romani «moderni».
- Semplificando molto il discorso - per «moderni» si intendono quei numeri romani che ci sono giunti in eredità dagli umanisti del tardo Medioevo e del primo Rinascimento: sono simili ai numeri romani «antichi» ma con qualche differenza.
Per esempio: il numero 4 viene rappresentato come «IIII» per i Romani antichi (quattro volte uno), mentre diventa «IV» nella forma moderna (cinque meno uno). Entrambe le versioni sono corrette.
Lo stesso vale per il 9, che possiamo trovare come «VIIII» (cinque più quattro) per i Romani antichi, oppure come «IX» (dieci meno uno) nella forma «moderna».
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Paese che vai...orologio che trovi!
Un
velocissimo tour riassuntivo - e non esaustivo - tra alcuni degli
orologi pubblici della nostra città e dintorni.
E allo stesso tempo uno
spunto per tornare ad apprezzarli e a guardarli con più attenzione.
Infine, per i lettori più
curiosi, anche un invito a segnalare il loro orologio pubblico: quello
preferito; quello che conoscono meglio.
Orologi!
Li ho sempre amati, fin da bambino.
Dalla semplice e affascinante
meridiana agli orologi digitali, passando per i «classici» meccanici a lancette!
Ricordo sempre con piacere una meridiana artigianale che realizzai a 15 anni su
una tavoletta di masonite «povera» (ritagliata dal fondo di una cassetta
della frutta), applicando al centro un lungo chiodo che
funzionava come gnomone.
Ce l'ho ancora.
I numeri delle ore sono rigorosamente
romani! E anche l’anno di realizzazione è scritto in numeri romani.
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Gli orologi, dicevamo!
Mi piacciono tutti, anche se -
appunto - ho una particolare predilezione per quelli con i numeri romani.
E non mi piacciono solo quelli da appartamento: amo vedere gli orologi
pubblici funzionanti, nelle strade, sulle torri civiche, sui campanili delle
chiese!
(Per «pubblici» intendo genericamente tutti quei grandi
orologi visibili alla collettività.)
Per questo sono molto contento che con la ricostruzione della nostra città si
stiano riattivando anche vecchi orologi pubblici che non funzionavano già prima
del terremoto del 2009:
- che gioia veder funzionare l'orologio del Palazzo dell’Esposizione (Emiciclo) alla Villa Comunale, illuminato di notte;
- che gioia vedere il nuovo orologio
sul campanile della chiesa Capoquarto di San Pietro a Coppito,
ripristinato dall'impresa Marinelli di Agnone, che ha «colato» le nuove campane della
torre ricostruita.
E poi, che bello veder funzionare di nuovo il famoso orologio «Omega»
sotto i Portici di Palazzo Federici, punto di riferimento per tanti Aquilani a
partire dal periodo a cavallo tra gli anni '30 e i primi anni '40 del
Novecento.
«Ci
vediamo all'Omega!»: così si usava dire, come ricordava il
prof. Alessandro Clementi in un incontro pubblico poco più di 10 anni
fa, narrando un episodio della sua infanzia.
Oggi, già da molti anni, al posto
della scritta «Omega»
è riportato il nome della nostra città.
E dall'anno scorso l'orologio è
tornato a scandire i ritmi di chi passa da lì.
E ancora, che belle le due meridiane di San Vito alla Rivera, ricomposte
pietra su pietra negli anni scorsi, durante la ricostruzione di chiesa e
facciata.
E infine - non dimentichiamo - ci sono «gli orologi» della Cattedrale (da riparare) e quello -
celeberrimo - della Torre civica di Piazza del Palazzo: «l'orologio degli orologi»,
l’orologio pubblico per eccellenza!
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Probabilmente ce ne saranno anche
altri che in questo momento mi sfuggono.
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Uscendo poi dalla città, incontriamo - per esempio - l'orologio sul campanile della
Cappella Camerini (o «Chiesa di San Francesco in Cianfarano»), piccola chiesa e gioiellino architettonico in stile «eclettico», situata appunto in contrada
Cianfarano, lungo via Colle Pretara.
Tra l'altro, questo orologio ha una
doppia corona di ore, una specie di formato «24h»:
- la prima corona, in numeri romani,
segna le ore fino a mezzogiorno (ante-meridiane);
- la seconda corona, più esterna,
segna le ore dalle 13 alle 24 (post-meridiane), in numeri arabi, quelli che
usiamo comunemente oggi.
Spingendoci più a ovest, fino ai piedi del borgo di Coppito, possiamo ammirare
l'orologio del campanile della chiesa parrocchiale di San Pietro, la chiesa
fuori le mura della città (extra moenia) che ha donato il nome alla sua «sorella» (intra moenia)
dentro le mura dell'Aquila.
Mi fermo qui, perché l'elenco sarebbe plausibilmente più lungo:
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Una cosa è certa:
gli orologi pubblici sono
utili oggi così come in passato!
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Oltre che suggestivi e spesso di grande bellezza -, gli orologi pubblici sono
una parte attiva e funzionale dell’arredo urbano - sia nelle nostre città, sia
nei nostri borghi -.
Insieme alle campane, scandiscono i ritmi della giornata tra le vie e le piazze
pubbliche, e ci possono tornare utili se non abbiamo a portata di mano lo smartphone
o un orologio da polso.
Mentre si cammina - infatti - è più semplice e istintivo alzare lo sguardo verso un grande
orologio a vista, piuttosto che frugare tra le tasche di una giacca o di una
borsa - o borsello - che siano.
Soprattutto se abbiamo le mani occupate da un buon panino o da un gustoso
gelato! 😊
Mauro Rosati
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SEGNALA IL TUO OROLOGIO PUBBLICO!
Se la materia vi incuriosisce, segnalate pure gli orologi pubblici funzionanti nella nostra città, nei suoi dintorni e anche oltre - senza limiti di confine, né provinciali né regionali -.
Potete segnalare il vostro orologio pubblico qui:
https://forms.gle/PWEpeN9iJoafpwnh9
Per «orologi» si intendono - nel senso più ampio - dalla meridiana più semplice, all’orologio meccanico a lancette, fino a quelli digitali.