lunedì 30 giugno 2025

MEMORIA E MÒNITO: CALASCIO AI SUOI CADUTI

 

Calascio (L'Aquila): monumento ai Caduti
della Prima Guerra Mondiale.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

Calascio (L'Aquila): monumento ai Caduti
della Prima Guerra Mondiale;
particolare con i nomi dei Caduti in epìgrafe.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Calascio (L'Aquila), piazza della Vittoria: monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale.

Parole chiave: 

1-《panòplia》; 

2-《monumento》.


1 - La 《panòplia》, vocabolo italiano di origine greca, indica un insieme di armi disposte a 《trofeo》, generalmente come ornamenti esteriori di 《armi》 (stemmi) araldiche o raffigurate in opere artistiche celebrative. 

I trofei erano in origine le armi sottratte ai nemici ed esposte come simbolo di vittoria; con il passar del tempo divennero composizioni ornamentali simboliche.

In ambito artistico-araldico troviamo generalmente due tipologie principali di 《panòplie》:

- una versione classica più antica, caratterizzata da corazze, scudi, elmi, lance, spade ed altre armi tradizionali;

- una versione più moderna, a partire dal Cinquecento circa, dopo l'introduzione bellica delle armi da fuoco, nella quale troviamo anche fusti di cannoni con relative bocche da fuoco, spesso insieme a tamburi da guerra, alabarde, lance, e altre armi simili.


Anche nel monumento ai Caduti di Calascio possiamo riconoscere una sorta di 《panòplia》, ma diversa dalle precedenti poiché più vicina alla nostra epoca e con significati differenti:

in questo caso, infatti, le armi non celebrano la gloria di un casato o di una personalità specifica bensì richiamano la Memoria tragica dei Caduti in combattimento durante la Prima Guerra Mondiale.

È una 《panòplia》 più inquietante poiché le armi e gli oggetti raffigurati sono più vicini alla nostra sensibilità contemporanea: si riconoscono un fucile apparentemente del tipo 《a baionetta》, proiettili di artiglieria di vario calibro che possiamo osservare su entrambi i lati e, sulla destra, una specie di cassetta, di borsa, che a prima vista ricorda le 《gavette》 dell'equipaggiamento dei militari al fronte, generalmente semplici scatole di latta per le vivande, o più probabilmente una sacca porta-munizioni che faceva sempre parte dell'equipaggiamento dei soldati.

Rispetto alle 《panòplie》 tradizionali sopra descritte, le armi e l'equipaggiamento qui riprodotti colpiscono sia per la drammaticità del contesto, sia perché richiamano quella che viene spesso definita come l'ultima delle guerre 《antiche》 e la prima delle guerre 《moderne》, storicamente molto vicina alla nostra epoca: nel corso della Prima Guerra Mondiale compaiono i carri armati, che sostituiranno gradualmente la cavalleria; i fucili e i gas, che affiancano i vecchi pugnali e mazze ferrate; i combattimenti aerei e i bombardamenti da terra, mare e aria.


2 - 《Monumento》, dal latino 《monere》(=ammonire).

Come abbiamo visto già nei casi di Assergi e di Fontecchio, questa tipologia di monumenti è caratterizzata da una sobrietà d'insieme ma allo stesso tempo da una forte efficacia comunicativa e riassuntiva.

Lo schema architettonico è quello a 《edicola》 classica, simile a un tempietto, con alcuni elementi ricorrenti:

- una lampada votiva, 

- una lapide con i nomi dei Caduti scritti in epìgrafe, 

- piante-simbolo come 

l'ulivo (allegoria della Pace), 

la quercia (allegoria di Forza, Resistenza), 

l'alloro (allegoria della Vittoria).


Nel caso del monumento di Calascio notiamo quelle che sembrano foglie di ulivo disposte in alto al centro, ai lati di un soldato con elmo che ricorda un po' un guerriero italico.

Sempre in alto, ai lati del timpano, vediamo ramoscelli di quercia con le caratteristiche foglie sagomate e le ghiande.

Più in basso, sulle due paraste verticali situate ai lati, osserviamo delle foglie che sembrerebbero proprio di alloro, con le caratteristiche piccole bacche sferiche.


Al centro dell'edicola, in alto, è collocato un rilievo riproducente il testo del 《Bollettino della Vittoria》(Bollettino di guerra n. 1268) firmato dal generale Armando Diaz e pubblicato dal Comando Supremo delle Forze Armate Italiane alle ore 12.00 del 04/11/1918 (vedi anche https://vive.cultura.gov.it/it/museo-centrale-del-risorgimento/cosa-vedere/bollettino-della-vittoria ):

La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza. - [firmato] A. Diaz》.

Nota araldica. In alto a destra del bollettino riprodotto si intravedono, in ombra, due stemmi, dei quali si riconosce bene quello di Trieste che generalmente accompagna quelli delle altre grandi città liberate. L'arme civica di Trieste si contraddistingue per il caratteristico motivo definito 《alabarda di San Sergio》, o 《spiedo》, o 《ferro d'agone》, motivo che ricorda un po' un giglio.


In basso, sempre al centro dell'edicola commemorativa, un'epigrafe su marmo riporta l'elenco dei nomi dei Caduti, introdotto da una dedica da parte della Comunità di Calascio: 《 A TVTTI I FIGLI PARTECIPANTI ALLA GLORIA / CALASCIO DEDICA QVESTO SEGNO IMPERITVRO / TRAMANDANDO AI SECOLI I NOMI DEI GENEROSI CADVTI 》.

I nomi dei Caduti sono affiancati da quelli delle località in cui hanno perso la Vita; leggiamo nomi che richiamano il fronte nord-orientale del Triveneto e quello adriatico, dove si svolsero le vicende belliche della guerra italo-austriaca: Durazzo (Albania), Bassano (Vicenza), Trentino, Asia[go] (Vicenza), Trieste, Istrana (Treviso), e altri due luoghi non leggibili poiché coperti da un Tricolore italiano apposto sulla destra.

--------------------


Non ignoriamo questi monumenti!

Non ignoriamo la loro ammonizione quando vi passiamo davanti!

Fermiamoci a leggerli, a osservarli, a meditare!

Facciamo tesoro del messaggio che consegnano alle generazioni e alle epoche successive, inclusa la nostra età contemporanea!

Facciamo in modo che il loro mònito non sia vano!



Mauro Rosati

______________________


📖 Fonti essenziali di riferimento (URL consultati in data 30/06/2025):

Bollettino della Vittoria

https://vive.cultura.gov.it/it/museo-centrale-del-risorgimento/cosa-vedere/bollettino-della-vittoria

Arme civica di Trieste

https://www.triesteprima.it/social/stemma-di-trieste-storia-e-origini.html

https://patrimonioculturale.regione.fvg.it/stemma/?s_id=416550 

_______________________