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Onna (L'Aquila), chiesa parrocchiale di San Pietro l'Apostolo. (Foto: Mauro Rosati, 2025) |
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(Mauro Rosati, 《Il Centro》, 21/06/2025; pp. 38-39). |
Onna:《Memoria, Cultura, Rinascita》
15 giugno 2025
《Memoria, Cultura, Rinascita》- Ho scelto queste tre parole per sintetizzare i miei sentimenti e le mie impressioni durante e dopo la bellissima visita di questa mattina ad Onna (L'Aquila), accompagnati dalla guida turistica dottoressa Loredana Eusanio, sempre preparata e professionale.
Un evento a cura di Archeoclub L'Aquila in collaborazione con Onna ONLUS e con la Parrocchia di San Pietro Apostolo in Onna, in occasione delle GEA-Giornate Europee dell'Archeologia 2025.
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Rispetto e delicatezza:
è questo innanzitutto l'approccio doveroso con il quale bisogna entrare ad Onna e con cui relazionarsi con i suoi cittadini.
Sono stato ad Onna per la prima volta nel 2013-2014, per un incontro a Casa Onna: fu un impatto forte perché ero consapevole di entrare in un luogo 《delicato》, nel centro abitato che durante il sisma del 06/04/2009 ha subito il più alto numero di perdite umane in proporzione alla popolazione, 40 vittime su circa 350 abitanti, più del 10% della popolazione di questo antico paese al centro della Piana di Bazzano, pochissimi chilometri a est della Città dell'Aquila.
All'epoca (2013-2014), quando entrai ad Onna, si vedevano soltanto monconi di muri sopravvissuti ai crolli: solo la bella chiesa parrocchiale e Casa Onna erano lì a ricordare che in quel luogo c'era un paese, e che doveva tornare ad esserci.
Poi sono tornato ad Onna nel maggio del 2017, con la studiosa dottoressa Loredana Mariani e le allieve del Liceo Linguistico dell'Aquila impegnate nel progetto scuola-lavoro con Archeoclub L'Aquila, per Chiese aperte 2017. In quell'occasione coglievo finalmente i primi segni materiali della rinascita: la chiesa parrocchiale ricostruita e riaperta al culto e una casa appena riedificata sulla stessa piazza, oltre alla Casa della Cultura, con il suo vario e cospicuo patrimonio di archeologia del territorio e di memoria del paese, a partire dalla campana all'ingresso, recuperata dal crollo del campanile della chiesa parrocchiale, una campana che a sua volta commemorava le vittime dell'eccidio nazista dell'11/06/1944.
Oggi sono tornato e ho provato forti emozioni.
Da un lato la commozione per i dolorosi racconti personali dei paesani che ci hanno accolto, con la ferita viva di una tragedia che non si può dimenticare, 40 vittime, alle quali è dedicata un'opera efficacemente comunicativa proprio per la sua immediata semplicità: davanti alla Casa della Cultura un cuore disegnato nel prato con 40 cubetti in pietra calcarea, e al centro del cuore un orologio appositamente realizzato con le lancette fissate sulle ore 3.32, orario del sisma del 06/04/2009; un'opera per la Memoria creata dal signor Paolo Paolucci.
A pochi metri di distanza un'altra installazione, 《la Coperta》, di Lorenzo Guzzini, commemora le 309 vittime del terremoto del 2009.
Osservando le due realizzazioni si comprende pienamente l'entità dell'impatto del terremoto sulle comunità colpite.
Dall'altro lato, contemporaneamente, ho provato un senso di sollievo, di entusiasmo, nel vedere il paese che rinasce, le case che hanno ripreso forma e altre che la stanno riprendendo, i panni stesi a un balcone, l'attenzione e la sensibilità dei cittadini di Onna nella conservazione del loro patrimonio materiale e immateriale: il rispetto dell'impianto urbanistico storico, il recupero e la ricollocazione di pietre e di oggetti-simbolo di una comunità come le tradizionali croci in ferro, una nicchietta votiva nel muro di una casa, il restauro e la ricollocazione dell'epigrafe che ricorda le vittime della strage nazista dell'11/06/1944, la biblioteca e la sala della Memoria nella Casa della Cultura, il museo degli oggetti della Civiltà contadina (gioghi per i buoi, aratri, lanterne a olio, le bici del lattaio, del barbiere, dell'arrotino, munite di cassettine e accessori necessari ai rispettivi mestieri) curato con passione dal signor Paolo Paolucci.
In tutto ciò, fin dalla prima volta che sono entrato ad Onna più di undici anni fa, ho percepito una comunità accogliente, orgogliosa, che non si è sfaldata davanti all'urto pesante del 2009: una comunità che proprio ripartendo dalla cultura del territorio e del suo passato ha gettato da subito i semi che ora stanno diventando alberi.
La ricostruzione di Onna, inoltre, è stata anche un patto di riappacificazione tra la Germania e la Comunità onnese dopo la strage del 1944, con la Repubblica Federale di Germania che si è posta attivamente come capofila in una serie di progetti che hanno avviato e affiancato la ricostruzione sociale e materiale di Onna, iniziando con Casa Onna, primo luogo di aggregazione nel paese distrutto, subito dopo il terremoto del 2009.
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Desidero tornare nuovamente ad Onna e studiarla ulteriormente, desidero vedere 《ju pinnero'》(=il pennerone), grande pietra cilindrica che in passato, attaccata a un braccio verticale di legno veniva utilizzata per pressare e torcere l'uva, le vinacce e/o le olive, a seconda delle zone, affinché se ne ricavasse il maggior estratto possibile; quando non venne più usata, questa pietra fu collocata nel cuore di Onna, accanto alla cantina da cui proveniva, e per generazioni è stata punto di riferimento e di ritrovo per la comunità onnese, come mi ha raccontato il giornalista Giustino Parisse. 《Ju pinnero'》 è stato recuperato per essere riportato a nuova vita, nella nuova Onna che sta rinascendo.
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Un invito.
Ve lo suggerisco con entusiasmo ed emozione, dopo essere andato via con un groppo in gola da un lato, e con il cuore risollevato dall'altro:
portate ad Onna i vostri figli e nipoti, portate i vostri amici e parenti che vengono a trovarvi, portate le scolaresche!
Onna sta diventando sempre più l'esempio di un luogo che dalla distruzione di vite umane e di case è riuscita a riprendere un suo percorso, ripartendo dalla sua storia e dall'ammirevole, commovente e tenace volontà e compattezza dei suoi abitanti.
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Ringraziamenti.
Desidero ringraziare la nostra guida Loredana Eusanio, la signora Margherita Nardecchia Marzolo (presidente Onna ONLUS), la signora Piera Nardecchia Marzolo, i signori Paolo Paolucci e Giustino Parisse per i loro racconti e aneddoti sul paese, e tutti gli Onnesi che oggi, come le volte precedenti, ci hanno accolto con la consueta gentilezza e con vivo orgoglio.
Un grazie al prof. Giulio Pacifico, consigliere Archeoclub L'Aquila, coordinatore e referente Archeoclub per questa intensa mattinata ad Onna.
Mauro Rosati
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