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Paganica (L'Aquila): arme nobiliare 'di Costanzo'. (Foto: Fernando Rossi) |
Paganica (L'Aquila), arme nobiliare del casato di Costanzo / de' Costanzo / Costanzo.
(Foto: Fernando Rossi)
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Cenni storici.
Antica famiglia nobile di probabile origine puteolana (Pozzuoli), il casato di Costanzo fu ascritto alla nobiltà napoletana nei 《Sedili》 (o seggi) di Montagna e di Portanova.
I 《Sedili》 sono distretti urbani in cui è suddivisa storicamente la Città di Napoli: ad ognuno di questi distretti, che avevano funzione amministrativa, corrispondeva un seggio (o《sedile》, appunto) nell'ambito del governo autonomo napoletano.
I casati non assegnati a un seggio specifico venivano ascritti alla 《nobilità fuori Seggio》. Gli stemmi dei Sedili di Napoli sono raffigurati sul campanile della basilica napoletana di San Lorenzo Maggiore, il cui complesso è stato cuore storico-amministrativo della Città di Napoli e non solo, perno urbanistico della città fin dalle origini greche.
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A Paganica.
Il casato 'di Costanzo' si diffuse in varie Province del Regno di Napoli e dalla metà del Settecento acquisì Paganica dalla famiglia Mattei Orsini, ottenendo poi il titolo di Duchi di Paganica (da cui lo splendido《Palazzo Ducale》alle porte del centro abitato); titolo già del casato Mattei Orsini di Roma.
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Lo stemma (vedi foto).
Lo stemma 'di Costanzo' si riconosce con una certa facilità; è normalmente diviso a metà in orizzontale (《troncato》) e contiene due tipologie di figure ricorrenti:
- in alto, un leone 《passante》, ossìa raffigurato nell'atto di camminare con una zampa anteriore sollevata;
- in basso, sei costole/coste disposte tre per lato.
Mentre il leone ha un significato più simbolico, poiché richiama diverse virtù, le costole/coste potrebbero essere invece un riferimento 《parlante》 (esplicito) al cognome di Costanzo.
Blasonatura (descrizione dello stemma).
Vediamo adesso due blasonature (descrizioni) dell'arme 'di Costanzo'.
Come per molti stemmi possiamo ovviamente trovare varianti differenti a seconda dell'epoca e dell'area geografica, ma non si tratta di una regola fissa.
Di seguito due versioni a titolo di esempio, estratte da due stemmàrî.
Una versione 《napoletana》:
《 D'azzurro, a sei coste d'argento 3 e 3 poste in fascia, abbassate sotto una riga rossa sormontata da un leone passante d'oro. 》.
Una versione 《abruzzese》:
《 D’azzurro a 6 costole umane d’argento poste 2, 2 e 2, al capo cucito d’azzurro, caricato d’un leone leopardito d’oro. 》
Note.
- Il 《capo》 è una partizione (suddivisione) dello scudo araldico, posta in alto, che occupa 2/7 dello spazio totale del campo dello scudo. Si differenzia dalla partizione 《troncata》 che invece divide lo scudo orizzontalmente in due parti uguali.
- Il leone 《leopardito》 (o 《illeopardito》) è un leone rappresentato in maniera più somigliante a un leopardo e generalmente con la testa 《in maestà》, ossia raffigurata di fronte, verso chi guarda.
- La 《cucitura》è una linea sottile di colore nero che si applica negli stemmi quando due colori vengono a contatto. In Araldica infatti si distinguono i 《metalli》 (oro e argento, e più raramente ferro e acciaio), i 《colori》 (es: azzurro, rosso), le 《pellicce》 (es: armellino/ermellino). La regola generale vuole che un colore non debba toccare un altro colore e un metallo non debba toccare un altro metallo: se ciò accade è opportuno disegnare una linea sottile nera (la 《cucitura》).
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Un ringraziamento allo storico paganichese Fernando Rossi per la nitida immagine dell'arme 'di Costanzo' che accompagna questo contributo.
Mauro Rosati
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