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Pizzoli, arme nobiliare Crostarosa. (Foto: Emanuele Curci, 2022) |
PIZZOLI, L'ARME CROSTAROSA
Insieme al blasone del cardinale Cosimo de Torres, un altro spunto di interesse araldico, sempre dalle immagini pubblicate della visita a Pizzoli della sede Archeoclub di L'Aquila.
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(In alto) Pizzoli, arme nobiliare Crostarosa (Foto: Emanuele Curci 2022):
troncato《di rosso, alla testa di leone al naturale, uscente dal lato sinistro dello scudo,
nella cui bocca una mano di carnagione proveniente dal fianco destro immette un ramo d'albero sfrondato al naturale;
capo di nero con una rosa araldica d'oro, alla fascia d'oro in questo caso sulla partizione.》.
La versione 《pizzolana》in foto, appena descritta, differisce per un paio di colori da quella 《romana》 riportata in RMNO – Vol. II pag. 39, citato come fonte bibliografica dall'armoriale di Wikipedia.
(RMNO= P. ROMANO, Famiglie romane, Roma, Tipografia Agostiniana, 1942 (volume primo) e 1943 (volume secondo) ).
La versione 《romana》, infatti, descrive un 《capo d'azzurro》 e una 《fascia d'argento》.
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Questa è la descrizione di riferimento, così come riportata nell'armoriale 《Famiglie romane》 del 1942-1943:
[troncato] 《di rosso, alla testa di leone al naturale, uscente dal lato sinistro dello scudo,
nella cui bocca una mano di carnagione proveniente dal fianco destro immette un ramo d'albero sfrondato al naturale;
capo d'azzurro con una rosa araldica d'oro, alla fascia d'argento sulla partizione.》
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Il casato Crostarosa, con relativo blasone, non è elencato nel dettagliato elenco del Dizionario storico-blasonico di G. B. di Crollalanza (fine anni '80 dell'Ottocento) mentre è citato nell'armoriale di P. Romano del 1942-1943, già indicato sopra.
Di primo acchito, ciò farebbe ipotizzare una nobiltà con riconoscimento relativamente 《recente》, ossia nel periodo successivo alla pubblicazione del Crollalanza (fine anni '80 del XIX secolo) e quella del Romano (1942-1943).
《Recente》 quantomeno nell'ambito del patriziato romano.
Anche se in ambito aquilano il casato potrebbe risalire già al periodo tra i secoli XVI e XVII
L'ipotesi ad oggi più accreditata è infatti quella di un imparentamento tra il casato Crosta e il casato Rosa (di cui la rosa nel campo superiore del blasone), da cui il cognome odierno, come riferisce Riccardo Ribacchi (
ribacchi.it):
《La famiglia è originaria dell'Abruzzo e più in particolare di Pizzoli, provincia de L'Aquila.
Creseide Rosa, figlia di Giambattista (1541-1625), regio magistrato, sposò Sante Crosta, di Sassa. Da questo connubio ebbe origine il cognome Crosta-Rosa, unito in appresso da Giuseppe di Francesco. Costui (1653) ebbe cinque figli, fra i quali Maria Celeste, per i suoi prodigi dichiarata Venerabile.》
Mauro
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