martedì 3 maggio 2022

GLI OROLOGI《CONTADINI》E IL QUADRANTE 《A 6 ORE》

Brisighella (Ravenna):
torre dell'orologio con quadrante a sei ore (metà XIX secolo).
(Fonte immagine: Pagina Facebook 《Condifesa Ravenna》
https://www.facebook.com/CondifesaRavenna/ )


Paganica (L'Aquila):
quadrante della tipologia 《a sei ore》
sulla chiesa di Santa Maria al Presepe.

(Foto: Fernando Rossi)


L'Aquila, chiesa di San Francesco in contrada Cianfarano:
campanile con orologio a quadrante di 24 ore (due corone di 12 ore ciascuna).

(Foto: Eleonora Gallo, 2020)




GLI OROLOGI《CONTADINI》E IL QUADRANTE 《A 6 ORE》


Da Paganica a Roma, da Fontecchio a Montereale, a Brisighella, e in tanti altri luoghi: un modo diverso di contare le ore, testimonianza da preservare di una cultura con ritmi differenti rispetto a quelli della nostra età contemporanea; una cultura più sincronizzata, per necessità, con i ritmi naturali.
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Per molti secoli in gran parte d'Italia (dal XIII secolo circa), è stato ampiamente vigente il sistema orario all'italiana (anche 《ora italica》), ossia il conteggio delle ore del giorno basato sull'alternanza naturale tra dì e notte: si trattava sempre di 24 ore ma partendo dal tramonto.

Questo orario all'italiana era l'evoluzione dell'orario utilizzato in età romana e fino appunto al XIII secolo circa. 

L'orario più antico (romano) era basato sulle 《ore ineguali》: ogni ora era più o meno lunga a seconda della stagione e della latitudine, poiché le ore di luce e quelle di buio erano divise per la durata effettiva del dì e della notte.
Per questo, come s'intuisce, nel periodo estivo le ore diurne erano più lunghe dei 60 minuti normali, mentre quelle notturne erano inferiori ai 60 minuti. Ovviamente accadeva il contrario nel periodo invernale.

Nel XIII secolo, appunto, con i primi orologi meccanici, si adottarono le 《ore uguali》, di 60 minuti ciascuna.
Il nuovo giorno, però, iniziava sempre al tramonto: più precisamente con il suono dell'Ave Maria dopo il calar del Sole, e i rintocchi delle campane scandivano lo scorrere della giornata.

E partendo dall'Ave Maria, la giornata era divisa in quattro parti da 6 ore ciascuna.


Con l'arrivo di Napoleone Bonaparte in Italia (fine Settecento e inizio Ottocento), ma in alcuni casi già  prima, l'ora italiana antica fu gradualmente sostituita dall'ora francese (detta anche 《ora oltremontana》), che invece prevedeva la divisione del giorno in due parti, da mezzanotte a mezzogiorno (12 ore antimeridiane - AM) e da mezzogiorno a mezzanotte (12 ore postmeridiane, pomeridiane - PM).
Per questo molti orologi furono sostituiti, e dai quadranti a 6 ore si passò a quelli a 12 ore.


Tuttavia, soprattutto nei paesi, dove prevaleva l'attività contadina, l'uso degli orologi a 6 ore e dell'ora italiana antica proseguì almeno per tutto l'Ottocento poiché rappresentava una scansione della giornata più in sincronia con i ritmi della vita contadina, considerando che il lavoro nei campi doveva necessariamente concludersi con il tramonto e considerato anche che le case non erano ancora illuminate dalle luci elettriche.
Per questo era più utile un conteggio delle ore basato sull'alternanza luce-buio.

Un metodo utile, in ogni caso, anche per gli artigiani delle città, fin quando non iniziò a diffondersi l’illuminazione elettrica interna.

Sulla base di questo sistema 《contadino》, molti orologi meccanici installati su torri civiche o campanili, avevano un quadrante che segnava 6 ore, poiché - come già accennato - il giorno era suddiviso in quattro parti da sei ore ciascuna, partendo appunto dall'Ave Maria dopo il tramonto.
A prescindere dalle stagioni, il punto fermo era il mezzogiorno che, sia d'Estate, sia d'Inverno, giungeva sempre nello stesso momento della giornata (con piccoli scarti di alcuni minuti, in più o in meno), quando il sole culminava in direzione Sud.

Gli orologi andavano ovviamente regolati quasi quotidianamente, per adattarli alle variazioni del tramonto, tanto che esistevano delle persone incaricate stabilmente per svolgere questo compito.

Ad esempio, lo studioso Fernando Rossi riferisce che nell'Ottocento a Paganica il tecnico che regolava l'orologio era dipendente fisso del Comune paganichese, oltre al Segretario Comunale, come risulta dai documenti storici dell'allora Intendenza di Provincia (prima dell'Unità d'Italia). Inoltre, sempre a partire dall'Ottocento, diventò importante anche il conteggio dei quarti d'ora, oltre che dell'ora intera.

Ancora oggi, diverse chiese e torri in tutta Italia, scandiscono le ore diurne con suoni brevi ogni 15 minuti e un suono 《maggiore》 ogni ora.


Un sistema del genere può sembrare complicato a noi contemporanei poiché i nostri ritmi sono diversi e per questo usiamo suddividere il giorno in 24 ore da 60 minuti ciascuna, per tutto l'anno, partendo dalla Mezzanotte.
Nella civiltà contadina, invece, l'altro sistema era molto pratico poiché si trattava di una Società in cui il tempo era basato sul lavoro nei campi e sulle preghiere della giornata, un po' come per le ore che scandivano le attività dei monaci, le cui giornate erano suddivise sulla base dei diversi momenti di preghiera tra un'attività e l'altra.


Nel XX secolo si arrivò infine anche al sistema delle 24 ore, che caratterizza più o meno tutti i dispositivi digitali odierni, anche se rimane in uso contemporaneamente il sistema a 12 ore, diviso in AM e PM.
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A L'Aquila abbiamo un bell'esempio di quadrante a 24 ore sulla torre del campanile di San Francesco in Cianfarano, nota come Cappella Cianfarano, sorta nei primi del Novecento come cappella privata dell'allora villino Camerini: il quadrante di questa bellissima chiesina è formato da una prima corona di 12 ore in numeri romani (da I a XII) e da una seconda corona più esterna in numeri arabi (da 13 a 24).


Sempre a L'Aquila abbiamo anche un esempio dei due sistemi, all'italiana e alla francese.
Sulla bella facciata della chiesa di San Vito alla Rivera, in largo Tornimparte (Borgo Rivera) possiamo distinguere due meridiane: quella a sinistra con il conteggio 《all'italiana》 (o italico), quella a destra con il conteggio 《alla francese》 , basato sull'intervallo mezzanotte-mezzogiorno.
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Tornando al sistema dell'ora italiana antica, ancor oggi troviamo quadranti di orologi che segnano sei ore, principalmente nei borghi, ossia dove l'industrializzazione di massa della Società arrivò pienamente soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale.


Nel comprensorio aquilano abbiamo, per esempio, quadranti a sei ore sulla torre di Montereale, sulla chiesa di Santa Maria al Presepe (del Castello) a Paganica, sulla torre civica di Fontecchio.

Un orologio a sei ore è presente poi sulla 《Torre del Mascherino》 (o Mascarino) nel Palazzo del Quirinale a Roma, residenza estiva pontificia, poi residenza ufficiale dei Re d'Italia e oggi residenza ufficiale dei Presidenti della Repubblica Italiana.
Un altro esempio di quadrante a sei ore, molto bello, si trova sulla torre dell'orologio di Brisighella (Ravenna), installato nel 1850, e quindi molto dopo rispetto all'introduzione napoleonica del quadrante a 12 ore.



Mauro

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Riferimenti sitografici per approfondire (URL consultati in data 03/05/2022):


https://www.imolafaenza.it/luogo/torre-dell-orologio-brisighella/


https://www.treccani.it/enciclopedia/ora_%28Enciclopedia-Italiana%29/


https://www.treccani.it/enciclopedia/ora/


http://www.carnesecchi.eu/tempo.htm


https://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/osservatore_romano_giallo_misurazione_ore_passato-573514.html


https://www.gapers.it/2019/10/lantica-ora-italiana-e-i-suoi-vantaggi/


https://www.romasegreta.it/trevi/piazza-del-quirinale.html


https://www.treccani.it/enciclopedia/breviario