sabato 28 novembre 2020

Quousque tandem?

«Pacientia» (Allegoria della Pazienza, 1540), di Sebald Beham.
Bilbao/Bilbo, Museo di Belle Arti ( https://www.museobilbao.com/in/
 ).
( Fonte immagine: 
http://news-art.it/news/giorgio-vasari-e-l-allegoria-della-pazienza.htm )




Quousque tandem abutere, Italice Popule, patientia mea?

Quam diu etiam furor iste tuus me eludet?

Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?

 

 

Versione "riveduta e aggiornata" del celeberrimo passo della prima Catilinaria (orazione di Marco Tullio Cicerone).

Un passo utilizzato correntemente anche ai giorni nostri, in vari contesti, spesso nella forma abbreviata: Quosque tandem?.

 


In questa versione “aggiornata” - più che un'invettiva - vuole essere una "preghiera" rivolta ai tracotanti, ai cinici, agli egoisti, agli arroganti, ai superbi, ai superficiali, che tanti problemi hanno creato e stanno creando.


Una "preghiera" che ognuno può idealmente fare propria.

La prima persona singolare è in realtà un "plurale impersonale", nel quale si possono identificare tutte le persone che condividono il senso di questo "appello".

 

Nella lingua latina il sostantivo maschile “Populus” indica tutta la Comunità “politica” che forma uno Stato: governanti e governati (ossia i Cittadini). L’“esortazione” è rivolta a quella parte del nostro “Populus” che rientra nelle categorie di cui sopra, affinché possa prendere coscienza dei propri comportamenti quando questi hanno conseguenze su tutta la Comunità.

 

Nota 1. “Populus” - Popolo al maschile non va confuso con “populus” al femminile, che significa invece “pioppo”, e differisce anche nel tipo di accenti che troviamo sui dizionari.

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Nota 2. Per completezza, il passo originale della prima Catilinaria - tradotto in italiano - “suona” più o meno così:

 

Fino a quando approfitterai della nostra pazienza, Catilina?

Quanto a lungo questo tuo delirio si prenderà gioco di noi?

Fino a che punto si spingerà la tua sregolata arroganza?

 

(Dall’originale in lingua latina:

Quosque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet?

Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?).

 

Mauro