In un certo senso i primi a "spaccare" l'Italia con la loro invasione (dopo le epoche romana e ostrogota), ma allo stesso tempo i primi che forse avrebbero potuto riunificarla: in particolare con le campagne di conquista dei re Liutprando e Astolfo.
E dopo un "giro di giostra" con le "Genti Longobarde", ora si passa ad altro.
Intanto però vorrei condividere una riflessione.
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Ho pensato di pubblicare ogni tanto la copertina di qualcuna delle mie letture. Non per pubblicità ma semplicemente per condividere idealmente degli spunti.
Non aggiungo recensioni dettagliate per non influenzare involontariamente chi guarda.
Quel che conta penso sia innanzitutto il "come" leggiamo; poi magari vengono il "quanto" leggiamo e il "che cosa" leggiamo.
L'importante è mantenere o recuperare la lettura e la scrittura "critiche" (ragionate), un percorso che personalmente ho iniziato a "potenziare" da alcuni anni comprendendone più profondamente la necessità.
Leggiamo! Scriviamo le nostre note, anche semplicemente con una matita! Copiamo e condividiamo un passaggio che ci attrae particolarmente! E così via!
"Buttiamo su carta" (o su schermo) idee, riflessioni e opinioni!
Insomma, combattiamo tutti la nostra "guerra" agli "analfabetismi contemporanei" (e in questa categoria di analfabeti mi ci metto io per primo).
Nell'Ottocento la battaglia dell'Italia post-unitaria era l'analfabetismo di base, cioè leggere e scrivere.
Oggi, invece, il problema sono i nuovi analfabetismi: "analfabetismo di ritorno", "analfabetismo funzionale" e, aggiungerei, di conseguenza "analfabetismo critico".
Analfabetismi che riguardano una grande percentuale della società a prescindere dall'età e dal grado del titolo di studio: gli "analfabetismi" contemporanei possono riguardare anche persone "multi-titolate".
Sono "analfabetismi" molto pericolosi perché riducono la nostra capacità critica e di espressione scritta ("scripta manent") e possono fare molti danni in tante circostanze:
in momenti difficili della Storia, oppure quando si esercita il diritto di voto alle elezioni o in un referendum, e così via, in tante circostanze quotidiane.
Allora combattiamo tutti questa "guerra" usando queste "armi di-istruzione di massa" fatte di carta e inchiostro (anche virtuali se preferiamo); "armi" comunemente chiamate "carta", "penna" e "libro" ma anche "riviste" e "diari" (cartacei oppure in rete).
E personalmente, la battaglia principale la combatto innanzitutto con me stesso!
Mauro