domenica 21 gennaio 2018

Il canto del passero

Il passero mattugio (Fonte: montagneaperte.it)


Il canto dei passeri, o "uccellini/uccelletti" come li chiamiamo comunemente, ci annuncia tradizionalmente l'arrivo della stagione primaverile. La natura che si risveglia, le prime giornate miti, la cosiddetta mezza stagione, che gradualmente ci conducono verso l'estate; 
l'estate bella però, quella mediterranea, mite e senza eccessi.
Così almeno era fino ancora a una decina di anni fa: verso fine marzo, inizio aprile i canti allegri del passero accompagnavano il risveglio della natura dopo la necessaria pausa invernale; non esistono stagioni "belle" o "brutte" ma esistono stagioni del riposo (necessario) e stagioni del risveglio. Così almeno funziona nelle nostre zone temperate.
Da un po' di anni purtroppo questo ritmo graduale e cadenzato è andato sempre più alterandosi, disorientando uomini e altri animali così come le piante!
Questa mattina, 21 gennaio, ho sentito cantare dei passeri; nel periodo più freddo dell'inverno, agli oltre 730 metri di altitudine della mia città e del mio quartiere. 
Questo canto del 21 gennaio però non annuncia il risveglio festoso della natura, è un canto precoce che ci ricorda che siamo in pieno disastro climatico.
Per il terzo inverno consecutivo le montagne sono "nude" fino a oltre 1800 metri di quota quando invece dovrebbero essere coperte da un denso e compatto manto di neve; e la neve dovrebbe essere spesso presente anche in città.
Anche oggi minime e massime oltre 5℃ sopra la normalità; il 5 gennaio addirittura una temperatura massima di 11℃ sopra la media della nostra zona (ben 18℃), roba da fine marzo.
Non c'è molto di buono in tutto questo, soprattutto se si viene da un'estate torrida e siccitosa (quella del 2017), una delle peggiori degli ultimi 15 anni (lo dicono i dati e i fatti).
Questi periodi caldi così prolungati, con temperature primaverili anche in pieno inverno, non fanno che accumulare energia termica (cioè calore) sulla terra e soprattutto nei mari. E, come ci insegnano fin da scuola, l'energia complessiva dell'Universo non aumenta né diminuisce ma si trasforma. E come ricordava tempo fa un climatologo, tutta questa energia termica si trasforma periodicamente in energia cinetica (cioè movimento) che in campo meteo si traduce in violente trombe d'aria, violente tempeste di vento, violente grandinate e anche violente tempeste di neve (come accaduto per esempio in Abruzzo nel gennaio 2017 o in Piemonte nelle scorse settimane)!
Ecco perché, personalmente, penso che non ci sia niente da rallegrarsi quando nel mese di gennaio (e febbraio) germogliano le piante e cantano i passeri. 
Così come una persona che non riposa è una persona più incline alla stanchezza e al cattivo umore, lo stesso accade per la natura!
Ecco perché il canto del passero preferirei ascoltarlo ad aprile!

Mauro Rosati