domenica 21 ottobre 2018

Primo vero giorno di Autunno?

Numero di giorni annui con temperature massime sopra i 32 °C
(sulla base degli annali delle temperature nella città di L'Aquila)
(Avvertenza: il grafico è una personale elaborazione di dati pubblicati e
non ha scopi scientifici)


Avvertenza: la riflessione è stata scritta ieri, 20 ottobre 2018!
Oggi sembrerebbe essere il primo vero giorno di autunno anche se con diverse settimane di ritardo!
L'articolo è quindi un bilancio provvisorio dell'annata dal 1° gennaio al 20 ottobre di quest'anno.

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L'autunno c'è ma...si vede poco
Nonostante l'autunno astronomico sia iniziato ormai da quattro settimane, di quello vero se ne vede poco o niente; anzi se consideriamo che l'autunno meteorologico inizia già con il 1° di settembre, siamo un bel po' fuori tempo.

Fino a ieri infatti, di tempo autunnale se n'è visto pochissimo; soltanto una lunga e pesante coda d'estate, fatta eccezione per i giorni 2, 3, 4 settembre che hanno visto temperature intorno alla norma del periodo e i giorni 25-26 settembre con temperature in quel caso da autunno inoltrato.

Ottobre
Considerato fino a ieri, il mese di ottobre, si sta rivelando tra i peggiori degli ultimi anni dal punto di vista delle temperature anomale e della siccità; al momento siamo a - 96% di pioggia caduta e a circa 1,5 gradi sopra la temperatura media del mese, e i tassi di umidità molto alti rendono la percezione del caldo anche superiore. Tassi di umidità anomali per la nostra zona e provocati dalle correnti quasi continue da sud che, cariche di polveri sahariane e umidità raccolta sul Mediterraneo, 'ammorbano' l'aria alle nostre latitudini (e altitudini) creando una continua fastidiosa foschia che rende i contorni lontani poco definiti. Dalla fine di giugno ad oggi sono stati pochissimi i giorni in cui il cielo è stato veramente limpido e i contorni delle nostre montagne perfettamente nitidi, come è normale che sia.

L'anno in corso
Oltre alle temperature sopra la media  di ottobre (con temperature massime di punta anche di 5 gradi sopra la norma), proprio le correnti umide e calde sono l'anomalia più fastidiosa e perdurante di questo anno in corso: tutti i mesi da aprile ad oggi (ad eccezione di un più normale giugno) sono stati caratterizzati da aria quasi sempre fosca a causa degli insistenti venti di scirocco e libeccio, con foschia sia nelle giornate di pioggia sia in quelle di sole; veramente poche le vere belle giornate, ossia quelle con sole e cielo limpido e pulito.
Questa continua foschia stagnante provoca, tra i vari effetti negativi, anche un ristagno degli inquinanti, temperature minime  a volte molto più alte della norma, oltre che una percezione alterata delle temperature effettive.

L'estate 2018
L'estate 2018 è stata decisamente migliore rispetto alla terribile estate del 2017: la massima di quest'anno è stata di circa 33 ℃ rispetto ai circa 39,5 ℃ dell'estate 2017; anche i giorni di caldo anomalo, quelli dai 32 ℃ in su, sono stati 9 (come nel 2005) a fronte dei 47 giorni di caldo anomalo della disastrosa estate 2017. Inoltre, il mese di giugno 2018 è stato nella media rispetto all'eccessivo giugno 2017.
In compenso però, quest'estate 2018 è stata, come già scritto, caratterizzata da tassi di umidità alti che hanno reso la temperatura percepita (definita come indice THSW) più alto delle temperature effettive: ad esempio, il 01/08/2018, giorno più caldo dell'estate con i suoi 33 ℃ la temperatura percepita è stata pari a 41 ℃!

L'anomalia di settembre
Infine c'è stata la coda 'avvelenata' di settembre, con una punta di 30℃ il 12 del mese (circa 6-7 gradi sopra il normale); soltanto la brusca discesa di aria siberiana nei giorni 25-26 settembre ha riportato la media del mese intorno alla norma, ma si tratta di una norma fatta di estremi eccessivi: dai 30 ℃ di massima del 12 settembre a 1 ℃ di minima del 27 settembre. Stesso discorso di giugno, con giornate calde a inizio mese e poi una discesa di aria artica nell'ultima decade del mese che ha poi preceduto l'ondata di caldo di inizio luglio.

L'anno in corso - 2
L'anno, d'altra parte, meteorologicamente non era iniziato nel migliore dei modi, con un gennaio siccitoso (- 70% di pioggia/neve) e intorno ai 3 gradi sopra la media del mese. Più positivi febbraio e marzo con neve (limitata agli ultimi 2 giorni di febbraio) e pioggia abbondante. Di nuovo molto siccitoso aprile (-74,4% di pioggia/neve), con tre gradi sopra la media e un'ondata di calore di circa 12 giorni che ha portato temperature paragonabili a quelle di fine giugno. Di nuovo, fortunatamente, piovoso maggio (+ 106% di pioggia) anche se afoso. Variabile giugno come già scritto con -35,6% di pioggia; afoso e un grado sopra la media il mese di luglio, con -21,6% di pioggia. Agosto ha rappresentato quest'anno una provvidenziale pausa con un temperatura media mensile di circa un grado sotto la norma e abbondanti piogge (+110%) grazie alle ricorrenti discese di aria artica che stemperavano il caldo afoso. Settembre e ottobre stanno lasciando di nuovo a desiderare per le temperature anomale, mentre per le piogge buono settembre +8,7%) e disastroso finora ottobre (-96% di pioggia al 20 ottobre). Nelle prime due decadi di ottobre, infatti, è piovuto pochissimo, proprio in uno dei mesi che dovrebbe essere tra i più piovosi dell'anno, anche con le prime spruzzate di neve sui monti.
Questa la situazione piogge nei mesi più siccitosi di quest'anno, in base alle rilevazioni della stazione meteo locale:
Gennaio - 70% di pioggia/neve;
Aprile - 74% di pioggia/neve;
Giugno - 35,6% di pioggia;
Luglio - 21,6% di pioggia;
Ottobre - 96% di pioggia (al 20 del mese).

Ma al di là dei rilievi scientifici, la scarsità di piogge è evidente anche ad un'osservazione diretta: dall'inizio di ottobre abbiamo avuto solo quattro eventi piovosi e di breve durata.

In conclusione, citando Ennio Flaiano, «la situazione è grave ma non è seria»; e intanto si continua a gongolare per l'ottobrata estiva (compresi gli organi di informazione) ma non si vede, o si fa finta di non vedere, la catastrofe climatica in pieno svolgimento. Basti pensare ai due uragani disastrosi che nella prima metà di ottobre hanno colpito l'uno la Florida, l'altro l'Europa sud-occidentale con danni gravissimi in Portogallo, Spagna e Francia; tra l'altro il secondo anno di fila in cui un uragano tropicale, seppur declassato a tempesta, raggiunge l'Europa: l'anno scorso l'uragano Ophelia raggiunse addirittura l'Irlanda e le altre isole britanniche ( https://www.focus.it/ambiente/natura/uragano-ophelia-e-apocalisse-a-londra ). E non dimentichiamo poi la tempesta che a fine settembre 2018 ha colpito la Grecia: una tempesta tropicale generata dal temperato Mar Mediterraneo da cui la definizione di «Medicane» (Mediterranian Hurricane = Uragano Mediterraneo).
Tutte conseguenze di un'atmosfera e di mari saturi di calore; calore che continua ad accumularsi e a ristagnare, e che poi è pronto a liberarsi bruscamente generando tornado, bombe d'acqua, bombe di neve come quelle in Abruzzo (gennaio 2017) e in Piemonte occidentale (gennaio 2018), tanto per fare qualche esempio.

Ciò nonostante, mentre a fine ottobre vestiamo ancora come a primavera inoltrata, si preferisce continuare a tenere la testa nascosta e a gongolare per una situazione che invece non dovrebbe che preoccupare.


Mauro Rosati