sabato 30 agosto 2025

UN ANGOLO DI L'AQUILA IN TERRA DI ROMAGNA

(Foto: Angela Lepidi, 2025)

 


Un angolo di L'Aquila in terra di Romagna. 🦅🐓

🏰 Da molti decenni la 《sorella minore》 della nostra Fortezza cinquecentesca fa bella mostra di sé ai visitatori dell'《Italia in Miniatura》, noto parco tematico situato presso Viserba, frazione di Rimini.

La Fortezza aquilana è dettagliatamente riprodotta in scala, con le sue volumetrie nonché con tanto di bastioni e di fossato perimetrale.



Mauro Rosati

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《UN FIORE "ACQUA E SAPONE"》

In basso al centro, un bocciolo spunta
con il suo stelo
tra le grandi foglie della Sanseviera.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

 

Qualche settimana dopo,
il fiore è cresciuto e sbocciato.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Dettaglio dell'infiorescenza:
sulla destra, alla base del fiore,
si notano due piccole gocce
prodotte dall'infiorescenza.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)




📍 La bellezza non è necessariamente, o soltanto, accentuata appariscenza.
↪ La bellezza può essere anche una semplicità 《acqua e sapone》, discreta, come quella di un fiore che sboccia timidamente tra le foglie di una pianta elegante e spartana allo stesso tempo; una pianta 《grassa》che, di primo acchito, saremmo portati a percepire come qualcosa che ci ricorda luoghi aridi o comunque climaticamente difficili.

🌱 E invece eccola qui, una Sanseviera che ho 《accolto》 quattro anni e mezzo fa come graditissimo dono e che ora mi ha regalato la soddisfazione di questa inaspettata infiorescenza. 
Un fiore poco appariscente ma non meno elegante, soprattutto se ne apprezziamo i dettagli da vicino;
dettagli come quelle piccole gocce che vediamo ingrandendo la seconda e terza foto: una specie di résina, un nettare, che stilla dalla base di questi fiori sottili, fatti di linee snelle e sinuose ma anche di consistenze 《polpose》.
💧 Gocce che ci ricordano una delicata rugiada mattutina, con le sue stille che ricoprono e dissetano foglie, fiori, prati, approntandoli per una nuova nascente giornata.


Mauro Rosati
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lunedì 18 agosto 2025

ELEGANTI PARTICOLARI

 

L'Aquila, via Cimino: particolari.
(Foto: Davide Ciocca, 2025)


🚩 L'Aquila, via Cimino (Quarto di San Giorgio): eleganti particolari.

📍 Un portale murato che, nello slancio a punta in chiave d'arco, sembra richiamare la tipologia dell'《arco inflesso》, spesso comunemente detto《alla veneziana》.

↪ In questo caso l'《inflessione》 esterna concava dell'arco è quasi impercettibile, forse - ipoteticamente - per via di una diversa durezza della pietra che magari consentiva una minore possibilità di sagomatura;

tuttavia la 《spinta》 della punta, accentuata dalla chiave d'arco, sembrerebbe proprio un richiamo alla tipologia 《inflessa》. 

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📍 Erano molti i linguaggi architettonici che circolavano lungo varie direttrici commerciali e culturali: tali linguaggi non erano però acquisiti passivamente bensì venivano rielaborati differentemente a livello locale, seppur partendo da un modello comune.

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🔎 Sulla muratura si osservano altri due graziosi e caratteristici dettagli: 

- nella tamponatura del portale è stata successivamente ricavata una finestra 《quadrotta》, oggi anch'essa murata;

- in basso, sulla sinistra, si osserva uno dei diffusi anelli in ferro ai quali venivano generalmente legati gli animali da trasporto, una sorta di 《posteggio》 del passato.

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🖼 La veduta d'insieme ci restituisce un portale dal profilo slanciato ed elegante, accentuato anche dalle due mensole-capitello d'imposta.



Mauro Rosati

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martedì 12 agosto 2025

DUE PASSI... FRA DETTAGLI TECNICI E CURIOSITÀ LINGUISTICHE

Fig. 1
(Foto: Mauro Rosati, 2025)

 
Fig. 2
(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Una città è fatta di monumenti civili e religiosi, di grandi e piccoli palazzi, di case più elaborate e di case più semplici, di alberi e di aiuole, di ampi panorami e di suggestivi scorci, e anche di tanti dettagli: 

tutti elementi necessari, tutti degni di attenzione, perché se ben ordinati formano l'immagine d'insieme, come tante singole tessere che si assemblano e dialogano in un mosaico di senso compiuto.

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🚩 L'Aquila, due passi nel Quarto di Santa Maria: tra dettagli tecnici e curiosità linguistiche.


📍 Camminando tra le sue vie la nostra città ha molte storie e storielle da raccontarci, sia se guardiamo 《con il naso all'insù》, sia con il naso 《all'ingiù》, praticamente davanti ai nostri piedi.

↪ Come ad esempio in questo caso (vedi immagini):
tra le robuste e caratteristiche lastre della pavimentazione aquilana più storica, vediamo un chiusino per il servizio d'innaffiatura (quindi dobbiamo supporre un allaccio funzionale alla rete idrica pubblica)
e, a poca distanza, un altro chiusino con la scritta 《PRESA》.
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🔎 Osservando con attenzione il primo chiusino (Fig. 1) leggiamo 《SERVIZIO DI... INAFFIAMENTO》, con una sola 《N》.

❓ Un errore di 《battitura》?

❗Non è detto.

↪ Non possiamo infatti affermare con certezza che si tratti di un errore poiché, andando ad approfondire l'etimologia, leggiamo che il verbo 《innaffiare》 deriva dal latino volgare《inafflare》, composto da 《in-》=dentro e《-afflāre》=soffiare, infondere, spandere; letteralmente quindi《soffiare dentro》.

È latino volgare dicevamo, quindi un verbo che non riscontriamo nei dizionari del latino classico.


📖 Confrontando alcuni supporti linguistici troviamo la forma《INAFFIARE》 tra le varianti di 《innaffiare》, soprattutto nell'italiano più arcaico.
↪ Quindi non possiamo escludere che l'《INAFFIAMENTO》 che leggiamo sul primo chiusino (Fig. 1) possa essere una forma latineggiante volgare oppure una derivata forma toscaneggiante, come si riscontra in particolare nell'italiano scritto ottocentesco e ancor di più nell'italiano ufficiale post Unità d'Italia
(un po' come la differenza tra l'abruzzese《San Berardino》 e il toscaneggiante 《San Bernardino》;
così come《ciuccio/ciucci》, il somarello, ma anche un cognome, che diventa 《ciuco/ciuchi》).

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Per approfondimenti sul verbo 《innaffiare》 (e sui relativi sostantivi e avverbi) vedi ad esempio:

📍 - TLIO (Tesoro della Lingua Italiana delle Origini)
🌐 http://tlio.ovi.cnr.it/TLIOm/ (versione mobile)
🌐 http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/ (versione desktop)

🌐 http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/index.php?vox=025997.htm  (《innaffiare》)

📍 - Accademia della Crusca;
(《 [...] Il TLIO riporta per "innaffiare" anche diverse varianti come "inafiato", "innafiata", " ‘naffiare " e la scempia "inaffiare", segnalata anche nel GDLI, e presente sia in esempi di autori toscani sia nell’unico esempio non toscano, bensì siciliano, riportato nella voce del TLIO [...] 》)
🌐 https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/si-devono-innaffiare-o-annaffiare-le-piante/2895

📍 - Vocabolario Treccani 🌐
https://www.treccani.it/vocabolario/annaffiare/

📍 - Dizionario etimologico online 🌐 https://www.etimo.it/?term=innaffiare

(URL consultati in data 12/08/2025)


Mauro Rosati
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sabato 9 agosto 2025

《 13 GIUGNO 1944 》

 

Fig. 1 - L'Aquila, Piazza del Palazzo
(Quarto di Santa Maria):
epigrafe commemorativa della liberazione della città.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

Fig. 2 -
《 SIGILLUM CONMUNIS
CIVITATIS AQUILÆ 》,
sigillo civico dell'Aquila.

(Fonte immagine:
Statuto del Comune dell'Aquila,
edizione a stampa del 2002).



🚩 L'Aquila, Piazza del Palazzo (Quarto di Santa Maria):

epigrafe commemorativa della liberazione della città dall'occupazione nazista, avvenuta il 13/06/1944; 

come si legge nel testo, la targa alla Memoria venne collocata in occasione del 50° anniversario, quindi nell'anno 1994.

🔎 Al centro dell'epigrafe s'intravede un tondo che sembra riprodurre il 《 SIGILLUM CONMUNIS CIVITATIS AQUILÆ 》, sigillo civico del nostro Comune-Città, contenente l'immagine di un'aquila dal volo abbassato (ossìa punte delle ali orientate verso il basso), coronata, pósta in maestà (ossìa disposta frontalmente).


📍 La liberazione dell'Aquila è commemorata anche nell'intitolazione di una rotonda: 《Rotonda 13 giugno 1944 - Liberazione dell'Aquila》; si tratta della rotatoria all'ingresso ovest di Via XX Settembre, poco prima del complesso del Palazzo di Giustizia.

↪ L'ubicazione di questa intitolazione non è casuale: 

come fosse un unico filo della Memoria, dalla rotonda 《13 giugno 1944》 si snoda 《Viale XXV Aprile》 (25 aprile 1945, Liberazione d'Italia), popolarmente noto come 《viale della stazione》 che, a sua volta, raggiunge il piazzale della Stazione centrale, denominato 《Piazzale Caduti 08 Dicembre 1943》, in memoria delle numerose Vittime del bombardamento alleato che colpì la Stazione ferroviaria, la vicina Officina Carte e Valori (Zecca dello Stato) e la Rivera.

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Gli antefatti storici.

📍 Il 04/06/1944 era stata liberata la Città di Roma; nei giorni e nelle settimane seguenti la ritirata verso nord delle truppe naziste portava alla graduale liberazione di città e territori dell'Italia Centrale, tra cui, appunto, anche la Città dell'Aquila e il suo Territorio.


📍 Il 13 giugno 1944 poneva fine a nove mesi di occupazione particolarmente duri e travagliati, di cui ripercorriamo rapidamente alcune tappe.

↪ - 12/09/1943: con l'《Operazione Quercia》 il nostro Territorio si trovò al centro della storia europea e mondiale di quel momento, in una fase di svolta della Seconda Guerra Mondiale; una squadra di paracadutisti nazisti, infatti, prelevò Benito Mussolini dall'Hotel Campo Imperatore, dov'era agli arresti a seguito della sua destituzione da parte del Gran Consiglio del Fascismo. Due giorni dopo, il 14/09/1943, Mussolini incontrava Adolf Hitler, un incontro che determinò l'inizio di una nuova aspra fase della guerra in Italia

(per approfondimenti vedi, ad es.: https://www.archivioluce.com/la-liberazione-di-mussolini/ ).

↪ - 23/09/1943: eccidio dei giovanissimi Nove Martiri Aquilani, arrestati e fucilati dalle truppe d'occupazione naziste.

↪ - 08/12/1943: bombardamento alleato sulla Stazione ferroviaria e sull'Officina Carte e Valori (Zecca dello Stato), che coinvolse anche la vicina Rivera, con altissimo numero di Vittime tra civili e militari; un avvenimento ancora ben vivo nella memoria degli Aquilani, tramandato a figli e nipoti da chi lo visse in prima persona

(per approfondimenti sulla dinamica del bombardamento vedi, ad es.: https://www.ilcentro.it/l-aquila/settanta-anni-fa-le-bombe-sulla-stazione-1.1263689; articolo del prof. Walter Cavalieri, storico).

↪ - 07/06/1944: eccidio nazista di Filetto.

↪ - 11/06/1944: eccidio nazista di Onna del quale sono esposte diverse immagini dell'epoca nella Sala della Memoria presso la Casa della Cultura di Onna.


📍 Come accadde un po' ovunque, gli ultimi giorni prima della liberazione furono particolarmente duri poiché le truppe naziste in ritirata operarono sabotaggi e rappresaglie ai danni della popolazione civile.



Mauro Rosati

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domenica 3 agosto 2025

UN "TEATRO"... DAVANTI AL TEATRO

L'Aquila, piazza San Filippo: veduta d'insieme.
(Foto: Mauro Rosati, 2025)

 


🚩 L'Aquila, Piazza San Filippo (Quarto di San Pietro):

un'omogenea e studiata scenografia urbana barocca nel cuore della nostra città.


📍 Un largo che si apre lungo Via Cavour delimitato da una facciata sobria ma elegante, dalle forme morbide e sinuose, che abbraccia tutti gli edifici alle sue spalle creando una percezione visiva uniforme: Piazza San Filippo (《Largo San Filippo》 nel Viario ufficiale del Comune-Città dell'Aquila) è un esempio compiuto di urbanistica barocca studiato e pensato secondo una logica definita.

↪ La piazzetta non si trova in un posto casuale ma svolge una funzione ben precisa che unisce rispettosamente e intelligentemente architettura e urbanistica.

Siamo infatti all'altezza della chiesa (oggi teatro) di San Filippo (San Filippo Neri) fondata a L'Aquila dai Padri della Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri (《C.O. = Confoederatio Oratorii Sancti Philippi Nerii》), ossìa i Padri Oratoriani, comunemente noti anche come Padri Filippini, dal nome del fondatore. 

↪ Lo slargo che vediamo si sviluppa quindi di fronte alla chiesa come uno spazio teatrale dal quale assistere a uno spettacolo, affinché chi passa di lì possa ammirare la facciata della chiesa stessa, situata dal lato opposto: in pratica una 《platèa》, proprio come a teatro e, possiamo osservare in aggiunta, la parola 《piazza》 deriva dal latino 《platĕa》, a sua volta dal greco 《plateía》, con riferimento al concetto di largo, aperto.

↪ La platea dei teatri, infatti, è una 《piazza》 antistante al palcoscenico, dove sono collocate le poltrone dei posti a sedere; e proprio per questo il vocabolo 《platea》è passato, per metonìmia a indicare anche il pubblico stesso che assiste a un certo evento (spettacolo teatrale, concerto, conferenza, ecc.).


📍 Piazza San Filippo si mostra come una soluzione urbanistica coordinata con criterio e che, seppur con un linguaggio stilistico differente, ricorda concettualmente l'impostazione di Piazza Sant'Ignazio a Roma, la quale si apre dinanzi alla chiesa gesuita di Sant'Ignazio di Loyola, intitolata al fondatore della Compagnia di Gesù (《S.J. /S.I. = Societas Jesu / Societas Iesu》) , nota per la finta cupola prospettica opera di Andrea Pozzo e affiancata dal Collegio Romano, in origine casa d'istruzione fondata e gestita dai Padri Gesuiti e oggi sede centrale del Ministero della Cultura.


📍Torniamo di nuovo alla nostra Piazza San Filippo.

Quando passiamo per Via Cavour fermiamoci per qualche istante a contemplare questo accogliente angolo di città raccolto e ben disegnato, situato nel cuore del Quarto di San Pietro e a poca distanza dalla Piazza del Duomo (Piazza del Mercato)!

Dal portale della chiesa-teatro ammiriamo la piccola e graziosa piazza e poi proprio dalla piazzetta guardiamo a sua volta la facciata della chiesa!


Nota integrativa.

📍Così come accaduto per la chiesa gesuita di Santa Margherita (in origine parrocchiale di Santa Margherita della Forcella), sempre a L'Aquila, anche la chiesa di San Filippo è rimasta con la facciata 《a grezzo》 ossia con le pietre predisposte per il montaggio del prospetto che non venne poi realizzato.

Un fenomeno che riscontriamo spesso, parzialmente o integralmente, anche in altre città e generalmente dovuto a circostanze sfavorevoli (ad esempio economiche) che non resero possibile il completamento dei prospetti, soprattutto nei casi di facciate particolarmente ampie

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Curiosità - I doppi numeri civici.

📍Accanto ai portali che si affacciano su Piazza San Filippo possiamo osservare in almeno un caso la presenza di due numeri civici contemporaneamente: uno più basso e uno più alto.


❓ Perché due numeri civici?


❗ La spiegazione più plausibile, sulla base di altri esempi storicamente attestati in città, ci suggerisce l'ipotesi che la piazza seguisse in origine la numerazione dell'odierna Via Cavour, senza distinzione; poi, in un secondo momento, quando il largo è stato intitolato ufficialmente come 《Piazza/Largo San Filippo》, i portali che si aprono nel bel prospetto barocco hanno acquisito una numerazione indipendente rispetto a Via Cavour.

↪ Quindi possiamo dedurre che il numero con il valore più alto appartenga alla vecchia numerazione civica mentre quello con il valore più basso sia il civico più nuovo ed oggi valido.



Mauro Rosati

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martedì 29 luglio 2025

《TROMPE-L'ŒIL: UN PIACEVOLE INGANNO》

L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale,
particolare pittorico con effetto
trompe-l'œil.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

 

📍 《TROMPE-L'ŒIL》, dal francese: letteralmente 《inganna l'occhio》; più semplicemente e più genericamente potremmo tradurlo come 《illusione ottica》.


🚩 L'Aquila, cortile rinascimentale di Palazzo Cipolloni-Cannella (Quarto di San Giorgio): particolare pittorico con effetto di apertura prospettica verso l'alto.


🖼 La calotta di una volta a botte si apre immaginariamente verso il cielo grazie all'effetto di prospettiva creato dalle architetture dipinte, in particolare archi e colonne immaginari che convergono verso un centro ideale (《fuoco》) offrendo alla nostra vista la percezione di uno spazio verticale dall'ampio respiro.

Non mancano altri esempi di questa tipologia  nella storia dell'arte della nostra città.


📍 Stilisticamente siamo nella piena maturazione delle esperienze pittorico-architettoniche del Rinascimento che già c'introducono all'affascinante illusionismo 《teatrale》 che caratterizzerà piacevolmente l'ampia esperienza del Barocco: esperienza ampia sia nello spazio, con le sue varianti geografiche, sia nel tempo, attraverso le varie eredità nei secoli successivi.

↪ Anche in questo caso pregevoli motivi 《a grottesca》 incorniciano questa immaginaria apertura verso il cielo, e la curvatura delle cornici contribuisce ad accentuare la percezione visiva di uno slancio verso l'alto.


🛡 Al centro dell'immaginario cielo nitido troneggia un'arme (《stemma》) come fosse 《in gloria》, in trionfo.

↪ Lo scudo dello stemma si presenta come una variante-evoluzione del più semplice e antico 《scudo torneario》(da torneo, anche detto《scudo a targa》), inquadrato entro una cornice più ampia dai caratteri già in parte baroccheggianti, come ad esempio l'arricciatura con effetto accartocciato in alto.

↪ Nel campo rosso dello scudo è caricata una torre murata《al naturale》 (ossìa di colore e forma realistici) , a due palchi (due piani), aperta e finestrata, merlata 《alla guelfa》 (merli dal profilo rettangolare). Dalla sommità del primo palco della torre si diramano due cornucopie (una per lato) anch'esse al naturale, riconoscibili dalla caratteristica forma a corno (cornu-copia, appunto), allegorìa di prosperità e abbondanza.

↪ Nel capo dello stemma un'ulteriore figura, non immediatamente distinguibile, ma a prima vista forse un drago, animale chimerico (ossìa immaginario) ricorrente tra le figure araldiche più tradizionali.


↪ All'esterno lo scudo presenta almeno tre tipologie di ornamenti: 

- 📍 due volti in capo e in punta, dei quali quello di un putto (fanciullo), in alto, e di un volto alato, in basso, dall'apparente aspetto meno fanciullesco;

- 📍 dei motivi a nastro chiari e semitrasparenti che svolazzano lungo tutto il perimetro dello scudo, richiamanti lo sviluppo di una più antica tipologia ornamentale già riscontrabile negli stemmi di primo Rinascimento;

- 📍 un cartiglio in alto con un motto, non del tutto leggibile con certezza, che recita 《ROBUR / ET [...]VB[ERTAS]》; le lettere tra parentesi quadra indicano un'ipotesi di lettura nella quale potremmo individuare 《ROBVR ET VBERTAS》, ossìa 《Forza e Abbondanza》, ipotesi d'interpretazione che potrebbe essere avvalorata dalla presenza della torre fortificata (la Forza) e delle cornucopie (l'Abbondanza). Tuttavìa bisogna tener conto di un piccolissimo non trascurabile dettaglio, ossìa di un minimo segno che s'intravede nel motto prima di 《...VBER[TAS]》, somigliante graficamente all'estremità di una lettera 《R》; inoltre, anche la lettura delle lettere finali è da approfondire e pertanto dobbiamo necessariamente mantenerci su una equilibrata linea di ipotesi logica indiretta.

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🖼 Dopo questa necessaria rassegna di dettagli e ipotesi, torniamo ad allargare il nostro sguardo e godiamoci intanto questa gran bella finestra immaginaria verso il limpido cielo di fondo.

Godiamoci questo piacevole 《inganno》.



Mauro Rosati

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domenica 27 luglio 2025

《UN CALENDARIO DA... CORTILE》

 

Fig. 1 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante l'Inverno.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

Fig. 2 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante la Primavera.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Fig. 3 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante l'Estate.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


Fig. 4 - L'Aquila, palazzo Cipolloni-Cannella
(Quarto di San Giorgio):
cortile rinascimentale;
particolare pittorico raffigurante l'Autunno.

(Foto: Mauro Rosati, 2025)



🚩 L'Aquila, cortile rinascimentale di Palazzo Cipolloni-Cannella (Quarto di San Giorgio): particolari pittorici con allegorie delle Quattro Stagioni tradizionali e dei rispettivi Mesi.


📍 Ciascuna stagione inizia con il mese in cui cade l'inizio della corrispondente stagione astronomica: tutt'oggi, l'inizio della 《stagione meteorologica》 cade convenzionalmente il primo giorno del mese in cui inizia anche quella astronomica (ad es.: l'estate meteorologica inizia il 1° giugno).

↪ Con buona probabilità le lettura delle quattro immagini inizia con l'Inverno, e più precisamente con il mese di Dicembre quando il solstizio conclude l'annuale ciclo apparente del Sole nel cielo e inaugura il nuovo anno con la rinascita simbolica della luce diurna: e infatti il Natale, festa della Natività e della Luce astronomica e divina, si celebra proprio nei giorni del solstizio invernale.

E forse non a caso l'ovale dell'Inverno si trova in prossimità della porta d'ingresso al cortile, come a voler suggerire ulteriormente che la lettura inizia da quel lato.

↪ L'Inverno non è infatti 《stagione morta》 bensì è stagione di gestazione, quando la terra fecondata dalla semina autunnale riposa prima del parto primaverile.

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🔎 Ora leggiamo in dettaglio i quattro ovali dipinti inquadrati da splendidi motivi 《a grottesca》 di pieno Rinascimento, i quali richiamano linguaggi della pittura di età Romana antica.


1 - L'Inverno (Fig. 1). ❄

📍 Tre figure maschili recano in mano rispettivamente delle insegne con i nomi dei tre mesi invernali. 

Da destra a sinistra leggiamo: 《DECEMBER》 > 《IANVARIVS》 > 《FEBRVARIVS》.

↪ Le personificazioni dei mesi e altri uomini in abiti pesanti, raffigurati in secondo piano, sembrano essere tutte gravitanti attorno a una fiamma situata quasi al centro dell'ovale.

📍 In primo piano osserviamo una figura maschile su di un carro, raffigurata con indumenti adatti alla stagione, in postura china verso la fiamma e con le mani raccolte nell'atto di scaldarsi: dovrebbe trattarsi della personificazione dell'Inverno raffigurato come un uomo coperto da calde vesti, e spesso anche di età anziana con allusione alla transizione tra il vecchio anno e quello nuovo.


2 - La Primavera (Fig. 2). 🌱

📍 In un'atmosfera festosa immersa nel verde vediamo tre insegne con i nomi dei mesi primaverili, ossìa, da sinistra a destra:《MARS》> 《APRILIS》>《MAIVS》.

📍 Al centro, in primo piano, una giovane donna vestita di verde, coronata da un serto (ghirlanda) verde, danza su un prato mentre reca tra le mani un altro serto verde, con la destra, e una pianta - sempre verde - nell'altra mano: in questo caso dovremmo essere davanti alla personificazione della Primavera.

↪ In secondo piano, sulla sinistra, osserviamo delle figure maschili e femminili che suonano vari strumenti musicali: riconosciamo in particolare uno strumento a corde suonato con un archetto, un triangolo, un corno, quest'ultimo allegoria di giùbilo.

📖 Di seguito una citazione che dalla Primavera ci introduce alla stagione successiva:《 La tradizione mitologica greca tramanda che, in occasione dell’equinozio di primavera, la dea Persefone, sposa del Re degli Inferi Ade, ritorni sulla terra per generare bellezza, prosperità e luce. [...]》(Fonte: https://cultura.gov.it/evento/persefone-il-ritorno-incanto-di-primavera ; URL consultato in data 27/07/2025).


3 - L'Estate (Fig. 3).🌾

📍 Siamo nella stagione dell'apice del sole, della maturazione e della raccolta, e non a caso prevalgono i colori sulle sfumature del giallo. 

📍 Notiamo subito le tre consuete insegne con i nomi dei mesi corrispondenti; da destra a sinistra: 《IVNEVS》(probabile evoluzione del più classico e antico《IVNIVS》) > 《IVLIVS》> 《AVGVSTV[S]》.

📍 Al centro della scena una donna dal petto nudo, con un fascio di messi sotto il braccio destro e un mazzo di spighe di grano nella mano sinistra, troneggia su un carro di cui vediamo distintamente le ruote: l'iconografia fa pensare con buona probabilità alla dea greca Demetra (associata all'italica Cerere dai Romani), dea legata alla terra e a tutti i suoi frutti, madre della primaverile Persèfone, e ritratta quindi generalmente con sembianze più mature, alludenti anche all'estate intesa come stagione di maturazine, appunto.

📖 Una citazione integrativa:《Nell'iconografia Demetra/Cerere è tradizionalmente raffigurata con una corona di spighe sul capo e un mazzo di spighe in mano. [...]》(Treccani - Enciclopedìa dei ragazzi, 2005).

↪ In questi contesti iconografici la nudità, anche parziale, è innanzitutto indice di sacrale purezza e quindi di divinità; inoltre i seni, come anche i fianchi ampi, sono tradizionalmente associati al concetto di prosperità, similmente alla cornucòpia che, non a caso, appare talvolta nelle raffigurazioni di Demetra/Cerere.

📍 Alzando lo sguardo verso l'alto osserviamo poi un'altra immagine significativa, nel cielo: due cavalli e una figura ritratta nell'atto di guidarli con il braccio alzato, sullo sfondo di un bagliore giallo; anche in questo caso non mancano i richiami iconografici e potrebbe trattarsi del leggendario Carro del Sole che ogni mattina spunta dall'orizzonte per compiere il suo tragitto celeste quotidiano, secondo l'arco apparente percorso dal sole ogni giorno.

↪ L'estate è la stagione culminante del sole nel cielo e la posizione centrale del Carro sembra celebrarne il 《trionfo》 annuale che si compie contestualmente al trionfo della terra fruttifera rappresentata dalla dea Demetra/Cerere.


4 - L'Autunno (Fig. 4). 🍇 

📍 Si chiude il ciclo dell'anno agricolo e meteorologico, prima con la vendemmia e poi con le arature e le sémine. 

📍 Nell'ovale autunnale leggiamo i consueti segnàcoli con i nomi dei mesi che identificano la stagione; da destra a sinistra: 《SETEMB[ER]》o《SETEMB[RE]》 (probabile volgarizzazione del classico 《SEPTEMBER》, con la caduta della 《P》) > 《OCTOBER》 >《NOVEMBER》.

📍 Anche in questo caso l'atmosfera è festosa e anche in questo caso ci viene in aiuto l'iconografia: al centro della scena una pingue (grassa) figura maschile viene trasportata in trionfo su un carro mentre con la mano destra solleva un grande calice. Possiamo pensare con buona probabilità che si tratti del trionfo di Bacco il quale celebra la vendemmia e il nettare che ne deriva, in quel percorso che dal mosto estratto dalla pigiatura dell'uva conduce infine al vino (ricordiamo in proposito anche il detto popolare 《Per San Martino ogni mosto è vino》).

📍 A sinistra, in secondo piano, due donne danzanti (baccanti?) sembrano incoronare una figura maschile che ricorda un po' quella di un dotto (filosofo? poeta?) che si caratterizza per abiti e postura solenni i quali appaiono a prima vista quasi in contrasto con l'atmosfera gaudiosa dell'insieme.

A sinistra una figura maschile suona una tromba di fattura antica, ben distinguibile.

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📍 Dopo aver completato questo rapido circuito annuale, prima di concludere desidero ringraziare restauratrici e restauratori e, in generale, tutti coloro che con il proprio lavoro ci hanno donato la possibilità di godere di tanta cólta bellezza, con relativa dovizia di particolari.



Mauro Rosati

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giovedì 24 luglio 2025

VEDUTE IRIDATE

 

(Foto: Mauro Rosati, 2025)

(Foto: Mauro Rosati, 2025)


🚩 L'Aquila, periferia occidentale nell'Agro Amiternino (Quarto di San Pietro fuori le Mura):

veduta verso est dopo un veloce passaggio di qualche nube piovana. 🌈 


✍ I colori dell'iride, il fondo celeste, le pennellate bianche delle nuvole:

di fronte alla bruttezza morale e alla pochezza d'animo di tanti esseri umani, la Natura ci offre questi piccoli grandi regali che ci donano sollievo e non finiscono mai d'incantarci, nonostante le tante offese arrecate dagli umani sia ai propri simili, sia alla Natura stessa.


🌳💧 Madre Natura:

《Madre severa》 che ogni tanto assesta sonori ceffoni, ma anche e ancor di più 《Madre benevola》 che, nonostante gli esecrabili comportamenti umani, ci regala carezze come quella che vediamo in foto.

Il tutto reso ancor più bello dalla genuina espressione di meraviglia di alcuni bambini piccoli che passavano in quel momento e si accorgevano di questo colorato regalo.



Mauro Rosati

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lunedì 21 luglio 2025

L'AQUILA, PARTICOLARI ARALDICI: LO STEMMA MOZZAPEDE IN COLLEMAGGIO

(Foto: Sandro Zenodocchio; particolare)


🚩 L'Aquila, basilica di Santa Maria Assunta in Collemaggio (Quarto di San Giorgio fuori le Mura): 

arme Mozzapede, particolare della lastra sepolcrale di Nicolò Mozzapede.


🛡 Lo stemma, parzialmente 《parlante》, si caratterizza per uno scudo del tipo 《semirotondo》, o 《a calice》, con una partizione del tipo 《trinciato》:

lo scudo è infatti attraversato da una banda (《pezza onorevole》 che attraversa il campo in diagonale da in alto a sinistra a in basso a destra per chi guarda) dividendolo in due parti uguali;

nel 1° campo (in alto a destra per chi guarda) un piede umano è riferimento parlante al cognome Mozzapede.


✍ Di seguito una blasonatura dell'arme Mozzapede che può dare un'idea sugli 《smalti》 (metalli, colori, pellicce) dello stemma: 

🛡《 D'argento, alla banda di rosso, sormontata da un piede mozzato d'uomo al naturale 

(da un blasonario della nobiltà abruzzese).

↪ Questa blasonatura rispetta la regola araldica 《metallo non tocca metallo, colore non tocca colore》; infatti il fondo argento (metallo) è attraversato dalla banda rossa (colore) e il piede nel 1° campo è al naturale (colore reale, definibile anche come 《di carnagione》, ossìa riproducente una tonalità realistica della pelle).


Nota.

Come per molti stemmi bisogna sempre tener conto che le blasonature possono talora essere differenti negli elementi e negli smalti a seconda delle epoche e dei luoghi.



Mauro Rosati

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