martedì 7 giugno 2022

《Belvedere AMALIA SPERANDIO - Fotografa -》

(Foto: Sandro Zecca, 2022)

 

《Belvedere 

AMALIA SPERANDIO 

- Fotografa -》


Dalla riscoperta di una figura a lungo dimenticata all'intitolazione di un giardino-belvedere.

La figura di Amalia Sperandio.

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Amalia Sperandio (1855-1848), fotografa aquilana, nata a Corfù nel 1855 durante l'esilio del padre, antiborbonico. 

Cresciuta a Napoli dopo l'Unità d'Italia, dove i genitori erano librai. 

Insieme alla madre, originaria di San Marco di Preturo, dopo la morte del padre giunse ad Aquila, dove si stabilì e si avvicinò alla fotografia, scoprendo questa sua vocazione artistica.

Una figura che si lega quindi fisicamente e simbolicamente a tre luoghi che la videro nascere, crescere e poi intraprendere la strada che l'ha 《immortalata》 (proprio come in una fotografia): 

Corfù, Napoli, L'Aquila.


Un vanto per la nostra Città sotto molti punti di vista. 

Un vanto valorizzato soprattutto in anni recenti.


Un nome che forse già avevamo letto varie volte, magari più distrattamente, sotto molte immagini consultabili in rete oppure in pubblicazioni di raccolte. E magari senza neanche pensare a una donna: 

una donna fotografa?! ...in quell'epoca? ...quando mai! ...fammi il piacere!

Un nome riportato a maggiore attenzione, nell'ultimo decennio, da alcuni nostri appassionati concittadini e in particolare dal Gruppo Aquilano di Azione Civica 《Jemo 'nnanzi》: ricerche, mostre, pubblicazione.

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Un vanto sotto diversi aspetti.


Amalia Sperandio è stata fotografa nei tempi in cui la fotografia era ancora pionieristica, una nuova tecnologia ancora poco diffusa, soprattutto al di fuori delle grandi città metropolitane.

È stata fotografa e per di più...una fotografa donna!!


Fotografa donna, in un'epoca in cui le donne italiane non avevano ancora il diritto di Voto: in Italia il suffragio universale maschile fu introdotto nel 1913, mentre per quello femminile bisognerà attendere il 1946.


Fotografa donna, in un'epoca in cui erano poche le donne che potevano dirsi 《emancipate》 , per lavorare, viaggiare, studiare. 

Un'epoca in cui la donna era 《proprietà》 della famiglia di origine fino al compimento degli Studi e al matrimonio (al massimo, 《esagerando》, veniva concesso il Diploma; impensabile l'Università).

Una volta sposata, la 《proprietà》 femminile passava al marito. 

Un'epoca in cui era quasi impensabile che la donna volesse o potesse scegliere di lavorare in autonomia, a meno che non fossero 《mestieri》 di fatica riservati alle donne (figli, casa, e altri pochi spazi riservati, purché sempre sotto controllo 《padronale》); e talora, addirittura, mestieri 《da uomini》 dove le donne facevano però comodo (come le fatiche della campagna, e non solo), per non parlare delle donne che, per vari motivi, hanno dovuto fare da madri e da padri (talvolta anche al giorno d'oggi).


Non voglio fare retorica scontata, né un trattato sulla condizione della Donna dalle origini dell'Umanità ad Oggi, ma soltanto far risaltare la particolarità, l'eccezionalità, della figura di Amalia Sperandio: fotografa donna; professione per nulla scontata ai suoi tempi.

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Dopo la sua 《riscoperta》, mancava solo uno spazio da intitolarle, possibilmente all'altezza della personalità.


E così desidero citare, con orgoglio civico e personale, anche un mio piccolissimo 《vanto》.

Quando si parlava d'intitolazione, camminando un po' con il pensiero, ho pensato allo stupendo giardino-belvedere sulle mura di Porta Branconia. Un luogo senza intitolazione, nonostante la sua bellezza e la sua storia, che si apre come un meraviglioso giardino pensile lungo Viale Duca degli Abruzzi.


Personalmente ho pensato: 

quale posto migliore di un giardino-belvedere con un paesaggio che spazia sulla zona ovest della nostra Città e abbraccia il contorno delle nostre montagne, dalle propaggini del Gran Sasso a nord, passando per la cima del Terminillo a nord-nord-ovest, fino ai più vicini monti che incorniciano l'Altopiano aquilano a ovest e a sud? 

Una veduta che sovrappone diversi piani prospettici, dalle Mura sottostanti ai monti più distanti.


E così, nel giugno del 2020, avanzai una proposta scritta, sottoscritta insieme all'amico studioso Sandro Zecca. 

Proposta poi accolta e condivisa dai nostri colleghi della Commissione per l'Onomastica stradale, che ringrazio tutti insieme al segretario Roberto Russo: 

Liliana Biondi - presidente -, Walter Cavalieri, Rodolfo Ludovici, Mario Renzi, Simone Zigrossi.

Grazie alla sensibilità di tutte le Istituzioni che hanno poi ricevuto, esaminato e approvato la proposta, si è giunti all'intitolazione ufficiale.


E, grazie infine alla donazione del Gruppo civico 《Jemo 'nnanzi》, l'intitolazione è diventata anche una bellissima targa rispettosa del contesto, scoperta ufficialmente il 02 giugno 2022, in concomitanza con l'anniversario di un importante evento storico: 

la Battaglia dell'Aquila (o Battaglia di Bazzano) del 02/06/1424, che segnò la liberazione della città dall'assedio delle truppe mercenarie di Braccio da Montone, dopo oltre un anno di difesa proprio da quelle stesse mura dalle quali oggi si affaccia il giardino Belvedere Amalia Sperandio.



Mauro Rosati