lunedì 30 agosto 2021

IL BUFFET!

(Fonte immagine: wired.it)


Da una mia riflessione «sul campo» di agosto 2018!
Scherzando…ma non troppo!

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IL BUFFET!


Quel momento in cui l'evoluto homo sapiens sapiens regredisce a uno stato primordiale prossimo alla bestialità!



Lo stesso homo sapiens sapiens che viaggia nello spazio, che vanta grandi capolavori nelle diverse Arti, che ha prodotto e produce grandi innovazioni tecnologiche, che ha generato e genera periodicamente grandi Intelletti!



Sì, proprio lui!



Ma davanti al buffet tutto questo, per un attimo, si eclissa miseramente, e - nel «sonno della ragione» - l'animale «homo sapiens» si tuffa ferocemente sulla preda per cibarsi avidamente, anche a costo di spietate aggressioni nei confronti dei suoi simili; una sorta di lotta per la sopravvivenza!



«Homo homini lupus»!



E solo dopo aver alzato la bocca «dal fiero pasto» e placata la sua furia, recupera le sue sembianze più rassicuranti e torna ad essere l'homo sapiens sapiens che conosciamo!


D'altra parte l'«evoluzione» non è un processo diretto e lineare!



(Articolo pubblicato su Nescional Geografic 😜)

 



Mauro Rosati




venerdì 27 agosto 2021

ALBICOCCA...UN "LUNGO MORSO" DI STORIA E GEOGRAFIA

(Fonte immagine: 
https://unaparolaalgiorno.it/amp/significato/albicocca )

 

ALBICOCCA...UN "LUNGO MORSO" DI STORIA E GEOGRAFIA


ALBICOCCA. Ripercorrere l'itinerario di questa parola è un lungo viaggio nella Geografia e nella Storia, con ben tre stratificazioni linguistiche fino all'italiano ufficiale e ai nostri dialetti locali.


📌 Secondo le versioni più diffuse, l'albicocca sarebbe originaria del Lontano Oriente (Cina e/o Giappone).


❓Allora perché il suo nome scientifico è 《Prunus Armeniaca》? Perché l'Armenia?


📌 Perché pare che, prima Alessandro Magno durante le sue conquiste verso Oriente, e poi i Romani antichi, avessero visto questo albero in Armenia pensando che fosse originario di quelle terre.
E questo spiegherebbe il nome scientifico di 《Prunus Armeniaca》.


❓ E allora che c'entra la parola《albicocca》? Andiamo per passi.


1️⃣ I Romani chiamarono il suo albero 《praecoquus》, inteso come "precoce" perché è uno dei primissimi alberi da frutto a fiorire.
2️⃣ I Greci antichi trasformarono《praecoquus》 in 《praikókion》, adattandolo alla loro lingua.
3️⃣ Terzo passaggio: quando nell'Alto Medioevo gli Arabi conquistarono diverse terre del Mediterraneo, diffusero ulteriormente la coltivazione dell'albicocco e adattarono 《praecoquus/praikókion》in 《al-barquq》 (dove 《al》 è articolo determinativo nelle lingue arabe).


📌 Nei secoli successivi le nostre lingue e dialetti d'Italia adattarono 《al-barquq》 al latino volgare, ossia il latino parlato dal popolo (il "vulgus").
A quel punto l'articolo 《al》 si fuse con 《barquq》, dando origine alla pronuncia 《ALBICOCCA》.


📌 Intanto, però, c'era anche già la versione più antica《praecoquus》 e per questo oggi troviamo anche la parola PERCOCA, che vedremo poco più avanti.

Da alcune versioni etimologiche risulta poi che, in lingua araba, 《al-barquq》 indica la 《susina》, quella che comunemente chiamiamo 《prugna》, probabilmente proprio per la somiglianza di forma e dimensioni tra le albicocche e alcune varietà di susine.


📌 Infine, vediamo appunto PERCOCA: in diversi dialetti e lingue d'Italia indica oggi una particolare varietà di PÈSCA tipica dell'Italia (《'a percòca》in napoletano; pronuncia 《a' pərcòcə》).
Ma, d'altra parte, la PÈSCA è parente dell'ALBICOCCA, e anch'essa ci è arrivata in origine dall'Oriente mediante il "ponte" euro-asiatico della Persia e del Caucaso.
Il nome scientifico del pesco è infatti 《Prunus Persica》.
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🥭 Insomma, quando siamo a tavola e stiamo per addentare una gustosa ALBICOCCA, ricordiamoci che in pochi secondi stiamo anche "assaporando" secoli di Storia e migliaia di kilometri di Geografia.

➡️ E per rimanere in tema gastronomico consiglio anche le albicocche essiccate, altra prelibatezza oggi facilmente reperibile.
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Questa era solo una "sintesi" molto semplificativa.
Se volete approfondire nei dettagli vi suggerisco qualche collegamento tra i molti disponibili:

http://www.fruttanellescuole.gov.it/alunni/frutta-e-verdura-dalla-a-alla-z/albicocca

https://www.treccani.it/vocabolario/albicocco/


E COME SI CHIAMA L'ALBICOCCA NEL VOSTRO DIALETTO?
Se vi va di dire la vostra, rispondete sotto il post dedicato, qui:




domenica 22 agosto 2021

ANALOGICO E DIGITALE...L'UNO NON ESCLUDE L'ALTRO

Prendo spunto da questo post del dicembre 2017 per una breve riflessione personale:

https://portalebambini.it/studiare-geografia-severgnini/

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Analogico e Digitale...l'uno non esclude l'altro


Per esperienza diretta, penso che lo strumento elettronico sia utile come punto di partenza: io sono il primo a usarlo, quotidianamente.


Ciò che manca sono i passi successivi: la curiosità, lo spirito critico, i collegamenti di pensiero.
Questi ultimi ci spingono ad approfondire e a studiare; e solo a quel punto l'approfondimento ci porta dai motori di ricerca ai siti specializzati, dai siti ai libri, dai libri all'osservazione diretta: elementi complementari fra loro.

Personalmente posso parlare sempre della mia esperienza diretta: oggi studio ancora più volentieri e molto più facilmente di quando andavo a scuola, perché gradualmente negli anni ho acquisito l'interesse a ragionare sulle nozioni - che sono fondamentali - e quindi ad andare oltre, ampliando lo sguardo e creandomi delle opinioni (giuste o sbagliate che siano; non sono dogmi).


Penso che tra gli studenti - ieri come oggi - spesso manchi la 《curiosità》: di chi e di cosa sia la colpa non lo so, perché non mi occupo di Sociologia né di Pedagogia.


Intanto però voglio dire: basta con questo ritornello che la Storia, la Geografia e le materie umanistiche non servono a niente, come sentiamo dire da più di vent'anni da troppi ministri e primi ministri pseudo-modernisti.
Le materie tecnico-scientifiche ci educano alla conoscenza dei meccanismi alla base dell'Universo e del mondo quotidiano; le materie umanistiche ci educano invece al ragionamento e al pensiero critico, e quindi anche alla capacità di approfondire e di non subire passivamente tutto quello che leggiamo e/o ascoltiamo.


Per come la vedo, dobbiamo saper padroneggiare sia l'Analogico sia il Digitale, ma alla base di tutto c'è sempre una parolina 《magica》: Curiosità!


Mauro Rosati



giovedì 19 agosto 2021

UN «SOS» PER IL BORGO MEDIEVALE DI CASTEL SANT’ANGELO (- SUMMA LEX, SUMMA «INCURIA»? -)


Castel Sant'Angelo, accesso sud al borgo fortificato
(Foto: Flavia Festuccia)



UN «SOS» PER LE MURA E IL BORGO MEDIEVALI DI CASTEL SANT'ANGELO

- SUMMA LEX, SUMMA «INCURIA»? -


Gentili Lettori,

ricevo dall’architetto Flavia Festuccia (Università di Roma "Sapienza") un recente articolo - a firma di Salvatore Truncali - sul grave stato di degrado che mette a rischio la sopravvivenza stessa del bellissimo borgo di Castel Sant'Angelo (Rieti), non lontano dalla nostra città.

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Castel Sant'Angelo (Rieti), circa 40 km a ovest-nord-ovest dell'Aquila, è un borgo fortificato medievale situato nell'omonimo comune ai confini storici tra gli Abruzzi e lo Stato Pontificio, in territorio abruzzese (Provincia di Aquila) fino al 1927.

Gioiello di architettura, arte e storia, rischia l'abbandono totale e la graduale scomparsa a causa di una situazione di incuria che si protrae da diversi decenni.

L'articolo più in basso inquadra la grave situazione allo stato attuale, che richiede interventi risolutivi non più prorogabili.



Da quest'anno anche la sede Archeoclub dell’Aquila si sta interessando alla problematica interagendo con i cittadini rappresentanti della comunità locale e con le istituzioni competenti.

(Vedi: https://www.facebook.com/1531639933758464/posts/2995307200725056/ )

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Molte leggi e molta incuria, questo è quanto emerge dall'articolo più in basso e questo è quanto si vede in diversi casi di nostri Beni Culturali nazionali e, nel caso specifico, di molti borghi d'Italia che stanno subendo una sorte simile.

SUMMA LEX, SUMMA «INCURIA» - verrebbe da commentare - parafrasando il noto aforisma latino «Summum ius, Summa iniuria».



Vi segnaliamo e vi suggeriamo quindi un'attenta lettura di quest'articolo a firma dell'avvocato Salvatore Truncali, in fondo al quale potrete esprimere anche le vostre idee, i vostri commenti, le vostre opinioni:

https://www.archweb.com/blog/post/le-mura-medievali-di-castel-sant-angelo/ 
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Alcune immagini sullo stato del borgo fortificato di Castel Sant'Angelo sono disponibili a questo indirizzo:
https://ilgiornaledellarchitettura.com/2021/07/20/castel-santangelo-lincuria-medicina-dellincompetenza/ 

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Mauro Rosati 




mercoledì 18 agosto 2021

IL PONTE DEL GARIGLIANO...SULLA SENNA?!

Il 《Pont du Garigliano》 a Parigi
(Fonte immagine:
https://www.eutouring.com/pont_du_garigliano.html )

 

IL PONTE DEL GARIGLIANO...SULLA SENNA?!


Fu inaugurato 55 anni fa, il 1° settembre 1966, nello stesso anno del nostro Ponte del Belvedere (o Viadotto di Fontesecco).

Si chiama 《Pont du Garigliano》 (Ponte del Garigliano) ma si trova a Parigi e attraversa la Senna.

Perché allora questo nome che richiama invece un noto fiume italiano?


Scopriamolo insieme nelle righe che seguono, e che ho estratto, tradotto e adattato principalmente dall'indirizzo:
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Il 《Pont du Garigliano》 è un ponte in acciaio dall'aspetto molto moderno, sul fiume Senna; è di fatto il ponte più alto di Parigi, costruito negli Anni '60 sostituendo un precedente viadotto nella stessa posizione.


🠶 La storia!


In questo luogo c'era una volta un servizio di traghetti - tra il XV e il XVI arrondissement [circoscrizioni; n.d.R.] - che divenne però insufficiente con l'aumento del flusso di traffico, e così si decise che era necessario costruire un ponte.

Vi era anche la necessità di un collegamento ferroviario, e quindi intorno al 1860 fu realizzato un ponte in pietra per il traffico stradale, sormontato da un viadotto dove furono installati i binari ferroviari, che fu completato nel 1865.


Simile al 《Pont de Bercy》(sempre a Parigi) , questo nuovo ponte era chiamato 《Viaduc du Point-du-Jour》, anche se a volte veniva chiamato 《Viaduc d'Auteuil》 dal nome dell'area di Parigi in cui si estendeva questo ponte su due livelli [livello stradale, in basso, e livello ferroviario, in alto; n.d.R.].


Questo viadotto parigino aveva diversi archi che attraversavano la Senna i quali purtroppo - però - diventavano troppo bassi per il passaggio delle imbarcazioni quando il fiume si alzava molto in determinati periodi di piena.


Il viadotto fu riparato in due diverse occasioni:
quando fu gravemente danneggiato durante l'assedio di Parigi del 1870 [guerra franco-prussiana; n.d.R.];
e poi, ancora nel 1943 quando fu bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale.


Successivamente alla guerra, con l'aumento del traffico che attraversava la circonvallazione di Marechaux, intorno alla città, e con la dismissione della parte ferroviaria, alla fine degli Anni '50 si ritenne che vi erano troppi problemi associati al ponte 《Viaduc du Point-du-Jour》, e che dovesse essere demolito e interamente sostituito con un nuovo ponte ma nella stessa posizione.


🠶 E arriviamo così al 《Pont du Garigliano》!


Il nuovo ponte è stato progettato dall'architetto Davy e dall'ingegner Thenault: iniziato nel 1963 dopo la demolizione del viadotto nell'anno precedente, fu terminato nel 1966 e inaugurato il 1° settembre dello stesso anno con il nome di 《Pont du Garigliano》 .


 🠶 Il perché del nome!


Il nome di 《Pont du Garigliano》è stato scelto come omaggio al generale Juin e alla vittoria nella Battaglia del Garigliano, ottenuta in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. La Battaglia del Garigliano (dalle valli del Garigliano), è nota anche come Battaglia di Montecassino.

Nota 1. La durissima battaglia si svolse tra l'inverno e la primavera del 1944, si concluse con lo sfondamento della linea Gustav [linea difensiva nazista; n.d.R.] e fu segnata da un alto numero di vittime civili e militari, e dalla distruzione dell'abbazia di Montecassino a causa di un bombardamento alleato.
L'antica abbazia fu poi fedelmente e accuratamente ricostruita nel dopoguerra.

Nota 2. Il generale Alphonse-Pierre Juin è figura storica discussa, in particolare per la condotta delle truppe da lui comandate nei confronti delle popolazioni civili della Ciociarìa, proprio a seguito dell'espugnazione della linea Gustav. Alle sue truppe sono stati attribuiti gravi crimini di guerra, in particolar modo nei confronti delle donne.
Si veda ad esempio: 
https://www.treccani.it/magazine/webtv/videos/voci_res_stella.html )
Il dramma di quelle violenze venne denunciato da Alberto Moravia nel suo romanzo 《La Ciociara
(1957), dal quale trasse spunto Vittorio De Sica per l'omonimo e celebre film (1960) con Sophia Loren.



🠶 Il ponte oggi!

Il nuovo ponte sulla Senna è esclusivamente stradale, con una struttura di sei travi metalliche saldate che comprendono tre campate in totale, con la campata maggiore leggermente arcuata e lunga 93 metri; questa struttura portante in acciaio è rivestita da cemento armato.

Il ponte ha anche due campate laterali di 58 metri che scavalcano una strada su ciascuna delle due rive del fiume, e tutto il 《Pont du Garigliano》 è sostenuto da piloni in muratura molto alti, posti a ridosso delle sponde, per consentire al traffico fluviale di navigare agevolmente; per questo è ora il ponte più alto di Parigi.

Il 《Pont du Garigliano》 è largo 26 metri e ha un profilo moderno molto armonico con un piano stradale (impalcato) di colore verde.


🠶 L'installazione artistica!

Per alcuni anni vi è stata installata anche un'opera d'arte contemporanea dalla forma di un fiore dai colori vivaci, posizionata su un lato del ponte .

Fu un'idea di Sophie Calle in collaborazione con Frank Gehry, e consisteva in un telefono a forma di fiore, ma non aveva una vera funzione, sebbene questa scultura monumentale fosse stata realizzata per celebrare la nuova linea di tram a Parigi.
La stessa artista poteva telefonare per vedere se qualche passante 《alzasse》 il ricevitore!

Trovate qui una galleria di immagini, tra le quali il ponte precedente e l'installazione artistica contemporanea :

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Ecco tutto!

🠶 E giusto per concludere con un'altra curiosità vorrei citare un ponte più antico, quest'ultimo proprio sul fiume Garigliano, realizzato durante il Regno Borbonico.
Si chiama Ponte Real Ferdinando: è un ponte sospeso realizzato in muratura e metallo intorno al 1830; una struttura all'avanguardia per l'epoca e che attraversa tutt'ora il fiume Garigliano.
Oggi è accessibile a piedi e visitabile a gruppi.

Lascio a voi la curiosità di approfondire! 😉😊


Mauro Rosati




venerdì 13 agosto 2021

TASTO 《CANC[EL]》

(Fonte: 《Archeo》n. 438)


TASTO 《CANC[EL]


Quando si dice: 《rimanere basìti》!

Una notizia preoccupante, riportata nell'editoriale di un'autorevole rivista nazionale nel campo storico e archeologico.


Togliere il Greco e il Latino dalle lauree in Lettere Classiche...

...praticamente come togliere Matematica e Fisica dalle lauree 《bio》 e 《tecnico》 scientifiche.


Notizia ancora più preoccupante perché viene da una delle Università più rinomate al Mondo, che si fregia ovviamente anch'essa di un motto latino; come di (sana) prassi nelle Istituzioni accademiche e non solo:《DEI SVB NVMINE VIGET》.


Se questa decisione dovesse divenire una prassi diffusa, nell'arco di circa due generazioni rischieremmo di non avere più persone in grado di saper leggere una mole di testi (codici, epigrafi, ecc...) che sono patrimonio di almeno metà del Pianeta; non solo di Grecia e Italia tanto per intenderci.

Chi leggerà e chi tradurrà nuovi testi che dovessero venir fuori dalle continue scoperte archeologiche e archivistiche?

Già oggi 《stentiamo》 un po'.


Spero di esagerare se scrivo che sembra di assistere al suicidio, graduale e (?)consapevole, di un'intera Civiltà millenaria e stratificata.


Mauro Rosati



venerdì 6 agosto 2021

QUELL'ISOLA GRIGIA DAVANTI ALLA FONTANA

L'isola di asfalto davanti alla monumentale Fontana Luminosa (1934),
opera dello scultore abruzzese Nicola D'Antino.

(Fonte immagine: GoogleMaps)



È da qualche annetto che ci penso, e di recente sono tornato spesso a rifletterci.


Davanti alla Fontana Luminosa, salendo da Viale Gran Sasso - a piedi o in auto - ci troviamo davanti un'isola di asfalto che 《si è formata》 diversi anni fa (vedi la foto in alto).


Diciamocela tutta - anche se è ovvio -: 

questa isola di asfalto non rende onore alla bellezza della nostra Fontana Luminosa, soprattutto perché si trova in un punto particolarmente panoramico, e all'ingresso del cuore della nostra città.

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E allora continuo a chiedermi: perché non togliamo l'asfalto da quell'isola e creiamo una bella aiuola a prato naturale?

Per esempio, due siepi basse ai lati - destro e sinistro - e al centro qualcosa di semplice e di significativo: ad esempio lo stemma della nostra città.

Le due siepi basse ai lati, che inquadrano la Fontana per chi sale da Viale Gran Sasso o da Viale Nizza, e un prato naturale calpestabile che si potrebbe percorrere per raggiungere il salvagente pedonale della Fontana.


Niente di difficile, niente di costoso: due piccoli filari di siepi, un prato naturale di qualche decina di metri quadrati e uno stemma al centro, con magari una piccola targa con l'autore del monumento e l'anno di realizzazione.


Niente di più! 

Forse ci avranno pensato già in tanti ma desidero lo stesso condividere la mia riflessione: mi rivolgo ai miei concittadini e all'Amministrazione comunale.

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A volte basta veramente poco per cambiare, in meglio, il volto di un luogo.

E quell'isola davanti alla Fontana, se sistemata, farebbe un 《figurone》.

Penso anche a svariati esempi in tante città italiane


Se invece ci sono già idee, scusate l'intervento! 😊

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E, infine, riflettevo su un altro fatto importante: nella nostra città mi pare non ci sia nessuno spazio intitolato allo scultore Nicola D'Antino.


Questo spazio chiuso davanti alla Fontana Luminosa, sistemato degnamente ad aiuola potrebbe essere intitolato proprio all'artista Nicola D'Antino, che tante opere ha realizzato nella nostra città.

E la Fontana Luminosa è sicuramente la sua opera più celebre popolarmente.


Mauro Rosati



giovedì 5 agosto 2021

Sant'Emidio vescovo (Santu Middiu)

 

Sant'Emidio nell'Annunciazione del veneziano Carlo Crivelli.
Il Santo vescovo è visibile a sinistra, accanto all'arcangelo Gabriele.

( Fonte immagine: http://www.santiebeati.it/immagini/?mode=view&album=65250&pic=65250B.JPG )
 


Articolo inviato alle redazioni locali in data 03/08/2021 e pubblicato sulla stampa locale.


Sant'Emidio (Santu Middiu), o Sant'Emigdio (Emygdius), originario di Trèviri (Trier, odierna Germania - Land di Renania-Palatinato), è considerato il primo Vescovo di Ascoli Piceno, città in cui gode di particolare venerazione ancor di più dopo che il capoluogo piceno uscì sostanzialmente indenne dalla forte sequenza sismica che sconvolse Umbria, Marche e Abruzzi tra il 1702 e il 1703. 

Sant'Emidio è contitolare della Cattedrale di Ascoli Piceno, intitolata a Maria "Madre di Dio" .


Patrono di Ascoli e della sua Diocesi, compatrono di Napoli, patrono di Città di Castello e di tante altre località, in un Paese, come l'Italia, che è in gran parte sismico.
Soltanto negli Abruzzi, il culto di Sant'Emidio è attestato in almeno 161 tra città e borghi ( Fonte: «Sant'Emidio nel mondo» 
).


Proprio dopo il grave terremoto del 02/02/1703, il culto di Sant'Emidio si diffuse anche ad Aquila e nel suo Contado provenendo dalla vicina Ascoli Piceno.
Una tradizione popolare riportata da Quirino Bernardi nel suo studio sulla toponomastica storica aquilana (1961), narra che tutti gli Ascolani che si trovavano ad Aquila durante il terremoto del 1703 rimasero illesi, e per tale motivo furono essi stessi tra i promotori del culto come ex voto. Gli Aquilani stessi si recarono in pellegrinaggio ad Ascoli Piceno presso la tomba del Santo. 
Il culto di Sant'Emidio divenne molto popolare nella nostra città e nel nostro territorio, tanto che la città di Aquila gli dedicò un altare civico all'interno della Cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio (oggi Cattedrale metropolitana dei Santi Massimo e Giorgio): l'altare fu realizzato in un posto di particolare importanza, ossia sul lato (testata) nord del transetto del Duomo, dove l'altare si trova tutt'oggi; lato del transetto rimasto in piedi anche dopo il crollo avvenuto a seguito del sisma del 2009, 

Almeno fino alla prima metà del Novecento, la ricorrenza di Sant'Emidio veniva celebrata ad Aquila con una processione, come attestato anche da fotografie d'epoca.
Il culto di Sant'Emidio si diffuse anche nel Contado aquilano: raffigurazioni del Santo si trovano, ad esempio, nelle chiese parrocchiali di Onna e di Coppito, entrambe intitolate a San Pietro Apostolo.


Sant'Emidio è presente anche nell'onomastica stradale aquilana.
A L'Aquila - infatti - è intitolata a Sant'Emidio una piazza nel cuore del quartiere di Santanza (Sant'Anza), appena fuori le Mura, a poca distanza dalla Rotonda e dall'adiacente Largo Salvo D'Acquisto. Il quartiere fa parte della storica località di Sant'Anza, la quale comprende un territorio che raggiunge a nord i confini con Collebrincioni e che fu tra i castelli fondatori di Aquila, e la cui parrocchia intra moenia (dentro le Mura) divenne la chiesa di San Nicola d'Anza, oggi in abbandono e bisognosa di recupero e di rifunzionalizzazione.


Mauro Rosati

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Una biografia del Santo: 

http://www.santiebeati.it/Detailed/65250.html


Stampa locale, collegamenti alle pubblicazioni:

https://www.ilcapoluogo.it/2021/08/05/santemidio-il-santo-vescovo-protettore-contro-i-terremoti/amp/