mercoledì 31 gennaio 2018

La "Merla bianca"!

(Fonte immagine: il mattino.it)

Una nota, antica e diffusa tradizione, caratterizzata da varianti locali ma più o meno simili, ci ricorda che in genere gli ultimi tre giorni di gennaio dovrebbero essere i più freddi dell'anno. La leggenda narra infatti, molto in sintesi, che i merli, un tempo bianchi, divennero neri dopo che una merla si riparò con i suoi piccoli in un nido sul comignolo di un camino per difenderli dal grande gelo di fine gennaio; dopo questi tre giorni i merli, piccoli e grandi, erano diventati neri a causa del fumo che risaliva dal camino.
Come ogni leggenda, il simpatico racconto contiene ovviamente un fondo di verità ovvero che il periodo tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio è generalmente il più freddo dell'anno così come il periodo tra fine luglio e inizio agosto (la "canicola") è generalmente il più caldo dell'anno.
Da un po' di anni però anche questa leggenda è messa in crisi dalle anomalie climatiche: se da un lato però la "canicola" estiva non ci viene mai risparmiata, dall'altro invece si fa sempre più fatica a riconoscere l'Inverno!
I mancati giorni della merla di quest'anno chiudono il peggior gennaio da tre anni, climaticamente parlando; un gennaio peggiore anche del già caldo gennaio 2016 che però almeno ci portò un paio di giorni di vero gelo, il 19 e il 20. Quest'anno niente! Temperature sopra la media e a tratti primaverili dall'inizio alla fine del mese, senza sosta, senza neve e con poca pioggia! 
Praticamente dall'inizio di febbraio dell'anno scorso è in corso una ininterrotta primavera continuata con un'estate precoce e rovente e proseguita in una nuova primavera che continua da settembre scorso, fatta eccezione per qualche giorno, ogni tanto, di autunno o inverno "provvisori"!
Molti pensano e dicono «meglio così» ma in realtà quello che sembra un bene è un danno sia per il normale ciclo della natura, sia per i nostri bioritmi, anche per i continui sbalzi di temperatura!
Come scrivevo già in un articolo di qualche giorno fa, la natura ha bisogno anche di stagioni di riposo (autunno e inverno) così come ne abbiamo bisogno noi esseri umani! Invece in questi giorni ho visto piante e fiori sbocciare anche alle nostre altitudini e montagne con pochissima neve; un mese intero con soli due giorni nella media e per il resto sempre sopra la media, addirittura con massime anche di 11℃ superiori al normale (circa 17℃ di massima il 5 gennaio scorso)! 
Questo risveglio anticipato, o meglio questo riposo mai iniziato, della natura espone animali e piante a una maggiore vulnerabilità a nuovi possibili sbalzi di temperatura ed ha influenza anche sul nostro umore.
Questo gennaio si conclude con temperature mai scese sotto i -5℃ e con giornate troppo calde per il periodo.
Tornando alla leggenda, una cosa è sicura: se il clima in passato fosse stato quello di questi anni, la merla sarebbe ancora bianca oppure avremmo dovuto pensare qualche altro racconto per giustificarne il colore nero delle piume.
Così come il canto anticipato del passero, anche la perla bianca ci richiama all'attenzione sull'anomalia climatica in corso.

Mauro Rosati

domenica 21 gennaio 2018

Il canto del passero

Il passero mattugio (Fonte: montagneaperte.it)


Il canto dei passeri, o "uccellini/uccelletti" come li chiamiamo comunemente, ci annuncia tradizionalmente l'arrivo della stagione primaverile. La natura che si risveglia, le prime giornate miti, la cosiddetta mezza stagione, che gradualmente ci conducono verso l'estate; 
l'estate bella però, quella mediterranea, mite e senza eccessi.
Così almeno era fino ancora a una decina di anni fa: verso fine marzo, inizio aprile i canti allegri del passero accompagnavano il risveglio della natura dopo la necessaria pausa invernale; non esistono stagioni "belle" o "brutte" ma esistono stagioni del riposo (necessario) e stagioni del risveglio. Così almeno funziona nelle nostre zone temperate.
Da un po' di anni purtroppo questo ritmo graduale e cadenzato è andato sempre più alterandosi, disorientando uomini e altri animali così come le piante!
Questa mattina, 21 gennaio, ho sentito cantare dei passeri; nel periodo più freddo dell'inverno, agli oltre 730 metri di altitudine della mia città e del mio quartiere. 
Questo canto del 21 gennaio però non annuncia il risveglio festoso della natura, è un canto precoce che ci ricorda che siamo in pieno disastro climatico.
Per il terzo inverno consecutivo le montagne sono "nude" fino a oltre 1800 metri di quota quando invece dovrebbero essere coperte da un denso e compatto manto di neve; e la neve dovrebbe essere spesso presente anche in città.
Anche oggi minime e massime oltre 5℃ sopra la normalità; il 5 gennaio addirittura una temperatura massima di 11℃ sopra la media della nostra zona (ben 18℃), roba da fine marzo.
Non c'è molto di buono in tutto questo, soprattutto se si viene da un'estate torrida e siccitosa (quella del 2017), una delle peggiori degli ultimi 15 anni (lo dicono i dati e i fatti).
Questi periodi caldi così prolungati, con temperature primaverili anche in pieno inverno, non fanno che accumulare energia termica (cioè calore) sulla terra e soprattutto nei mari. E, come ci insegnano fin da scuola, l'energia complessiva dell'Universo non aumenta né diminuisce ma si trasforma. E come ricordava tempo fa un climatologo, tutta questa energia termica si trasforma periodicamente in energia cinetica (cioè movimento) che in campo meteo si traduce in violente trombe d'aria, violente tempeste di vento, violente grandinate e anche violente tempeste di neve (come accaduto per esempio in Abruzzo nel gennaio 2017 o in Piemonte nelle scorse settimane)!
Ecco perché, personalmente, penso che non ci sia niente da rallegrarsi quando nel mese di gennaio (e febbraio) germogliano le piante e cantano i passeri. 
Così come una persona che non riposa è una persona più incline alla stanchezza e al cattivo umore, lo stesso accade per la natura!
Ecco perché il canto del passero preferirei ascoltarlo ad aprile!

Mauro Rosati

giovedì 28 dicembre 2017

Ritorno a Collemaggio!

Basilica di Santa Maria di Collemaggio, veduta verso l'abside centrale (Foto: Mauro Rosati, 2017)

Basilica di Santa Maria di Collemaggio, veduta della navata centrale verso l'abside (Foto: Mauro Rosati, 2017)

Basilica di Santa Maria di Collemaggio, navata sinistra, veduta interna del rosone sinistro. (Foto: Mauro Rosati, 2017)
Basilica di Santa Maria di Collemaggio, veduta della navata centrale verso il rosone maggiore. (Foto: Mauro Rosati, 2017)

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27 dicembre 2017
Ritorno a Collemaggio!
8 anni e 8 mesi fa eri per un terzo un mucchio di macerie e per il resto muri pericolanti e colonne sconnesse!
Qualche mese dopo, 8 anni fa esatti, le macerie non c'erano più e al loro posto una copertura trasparente dove prima c'era la volta del transetto; si poteva di nuovo entrare ma la vista era distratta da mozziconi di muri, tiranti, fasce di contenimento! 
I pessimisti dicevano che non saresti stata ricostruita e sarebbe rimasta l'improponobile copertura 'a serra'! 
Ma io non volevo ascoltarli! 
Gli ottimisti attendevano invece l'inizio dei lavori; anch'io ero ottimista e speranzoso e attendevo la tua ricostruzione! Un luogo così non poteva essere abbandonato a se stesso!
Poi, 4 anni fa sei stata chiusa di nuovo, in vista della ricostruzione; troppo pericoloso far entrare la gente nella Basilica 'incerottatata'! La ricostruzione però ancora non iniziava!
Poi 2 anni fa finalmente il recinto, le gru, gli operai e la promessa della ricostruzione in due anni!
La promessa è stata mantenuta!
La messa di Natale 2017 è stata celebrata nella  Basilica ricostruita!
Oggi sono finalmente potuto entrare anch'io per vederti di nuovo bella e accogliente!

Bentornata Basilica di Collemaggio! :D


Mauro Rosati

lunedì 11 dicembre 2017

Previsioni o visioni? - Molto rumore per nulla!

Almeno per quanto riguarda la nostra zona, l'ondata di «gelo e neve» annunciata nei giorni scorsi è stato il terzo "falso allarme"! Fatta eccezione per le temperature basse, ma comunque normali, con valori attorno alla media per il mese di dicembre e non «polari» come enfatizzato dai media, la tanto attesa neve non è arrivata!
O meglio, ha fatto una fugace comparsa, pochi fiocchi, la mattina del 02 dicembre scorso e poi una mezz'oretta sabato 09 dicembre!
E così, da tre anni, il mese di novembre va "in bianco" (e non per la neve) e dicembre non è iniziato nel migliore dei modi, sempre "nevosamente" parlando!
Quel che è più grave, climaticamente, è che neanche sui monti intorno alla città c'è neve a sufficienza! Poca o nulla quella caduta sotto i 1800 metri e, per completare il danno oggi sono arrivati i venti caldi da sud che hanno sciolto quel poco che c'era sotto quelle quote, portando le temperature sopra la media del periodo! La massima continua a salire e in questo momento (ore 20,43) è quasi il doppio della massima media di questo periodo; siamo intorno ai 12 gradi!
A ciò si aggiunge il fastidio nel sentire le tv generaliste parlare di neve e gelo in «tutta Italia»! Quale Italia? Forse i mezzi di comunicazione di massa dimenticano che da 156 anni, almeno amministrativamente, l'Italia comprende un'area che va dalla catena alpina fino alla Sicilia con i suoi arcipelaghi! Invece parlano genericamente d'Italia specificando poi che la neve interesserà solo quattro-cinque regioni e qualche città! Soprattutto annunciando false aspettative per chi di neve ci vive, indotto compreso!
Evidentemente per loro, come per la politica nazionale, l'Italia sono solo alcune regioni e città privilegiate, sempre le stesse, mentre l'Italia-2, principalmente le zone interne, non esiste o comunque è marginale; salvo ricordarsene per riempire i tg con qualche fatto di pettegola cronaca! E questa divisione di fatto "Italia-1" e "Italia-2" non è tanto geografica nord-sud ma è longitudinale e a macchia di leopardo!
Tornando al meteo, l'unica consolazione per il novembre appena concluso è che dopo due annate di novembre secco e "caldo" si sono riviste piogge e temperature vicine alla norma del periodo, salvo qualche giornata più calda del normale!
Un discorso a parte meriterebbero poi le app meteo: con tutte le volte che hanno previsto neve nella nostra città oggi dovremmo averelne come cumulo totale almeno una quarantina di cm! Peccato che quando invece prevedono le odiose ondate di calore estive, inutili e dannose, non sbagliano mai!
Tornando ad oggi, con i rumorosi e dannosi venti "caldi", tutto fumo e danni e niente "arrosto" (neve), continuiamo ad invocare la neve, preziosa per la terra, per le sorgenti ma anche per il nostro umore e per il turismo invernale.

Mauro Rosati

domenica 3 dicembre 2017

Il Museo del Carro agricolo a Paganica (L'Aquila)














03 dicembre 2017
Bella mattinata con Archeoclub L'Aquila nel Museo del Carro agricolo di Paganica ( Carri D'epoca L'Aquila ), 7 km a est di L'Aquila!

Una ricca collezione di carri agricoli di vario tipo provenienti da Abruzzi, Reatino, Umbria, Toscana, Emilia recuperati e restaurati personalmente da Concezio Cacio che con passione e risorse proprie ha messo su l'intera esposizione!
Un museo che tramanda la tradizione del 'Facocchio' aquilano un tempo custodita dalla famiglia Fossi in via dei Giardini a L'Aquila, dove oggi sorge l'Hotel San Michele.

Il museo più grande d'Italia nel suo genere, un'eccellenza aquilana che merita molta più notorietà e visitatori!


Mauro Rosati



sabato 25 novembre 2017

Le "sorba"

Le "sorba" appena raccolte su un letto di foglie
(Foto: Mauro Rosati (2015)


W l'autunno e i frutti dell'autunno!
Le "sorba"!

Ripropongo una mia breve riflessione tra il 'gastronomico' e il letterario su uno dei frutti più caratteristici e, forse, oggi meno noti dell'autunno: "le sorba"!
La loro forma ricorda un po' quella di una pera ma sono molto piccole, circa 3 cm, ed hanno un caratteristico sapore acidulo, "aspretto"! Crescono a grappoli sui rami di alberi alti anche diversi metri e maturano proprio in questo periodo colorando i rami con sfumature di giallo e rosso!
Anche Dante Alighieri cita le sorbe, metaforicamente, nella sua "Commedia" nelle parole di Brunetto Latini: 《Ed è ragion; ché tra li lazzi sorbi / Si disconvien fruttare al dolce fico》(Inferno, XV, 65-66)!
Un frutto oggi forse poco noto! In questa foto sono presentate appena colte in un letto di foglie del loro albero!


Mauro Rosati



sabato 4 novembre 2017

Riflessioni piovose-siccitose

Dopo l'estate climaticamente disastrosa a tratti catastrofica di quest'anno, il mese di settembre ha rappresentato una boccata d'aria e, soprattutto d'acqua, con il 78% di precipitazioni in più rispetto alla norma e le prime spolverate di neve sui nostri monti; il primo mese con piogge adeguate che mancavano di fatto da maggio.
Questo inizio di autunno aveva fatto sperare in una stagione che compensasse la siccità complessiva che ormai prosegue da un anno.
Purtroppo il mese di ottobre ha di nuovo deluso le aspettative di un vero inizio autunno con una nuova fase di siccità, eppure sembrava iniziato bene con una nuova spolverata di neve sulle nostre montagne: invece è piovuto poco, soltanto due giornate (il 6 e il 22), con il 96,5 % in meno di piogge e neve. Temperature massime spesso tra i 5 e gli 8 °C sopra la norma; fortunatamente le temperature minime sono state nella norma del periodo e quindi hanno compensato le massime mantenendo la media di ottobre intorno alla norma.
Il bilancio annuo complessivo rimane negativo con il 62% in meno di pioggia (e neve) rispetto alla normalità per la nostra città.
L'estate climaticamente disastrosa trascorsa ha visto un luglio con 78% in meno di piogge e un agosto con il 100% in meno di piogge, quindi completamente siccitoso, e con una punta di temperatura massima fino a 10°C sopra la media a inizio agosto e, complessivamente 47 giorni di temperature massime sopra i 32°C, la peggiore negli ultimi 50 anni in questo senso (vedi: https://pianetalaquila.blogspot.it/2017/10/riflessioni-calorose.html?m=1#links ).
Questa la sintesi annua, mese per mese, sulla situazione piogge-neve
- gennaio 2017:     - 39%
- febbraio 2017:    - 80%
- marzo 2017:        - 65%
- aprile 2017:         - 30%
- maggio 2017:      +27%
- giugno 2017:       - 99%
- luglio 2017          - 78%
- agosto 2017       - 100%
- settembre 2017 + 78%
- ottobre 2017    - 96,5%
Ognuno può trarre le propria conclusioni!
Certo è che adesso c'è da sperare in una nuova fase di piogge e di neve!

Mauro Rosati

lunedì 30 ottobre 2017

Domenica 30 ottobre 2016 - Ore 07,40

Domenica 30 ottobre 2016, ore 07,40
Appena sveglio, primo giorno di ora solare, la luce del sole entra già dai buchi delle tapparelle ancora chiuse!
Si sente un rumore, come un leggero ticchettìo, la tapparella accanto al divano letto tremola leggermente ma fuori non c'è vento! Da quattro giorni si dormiva in allerta dopo il secondo sisma, quello nelle Marche del 26 ottobre! A quel punto penso si tratti di qualche leggera scossa di replica a qualche decina di km, dalla zona in cui da due mesi si ripetono le cosiddette 'scosse di assestamento'!
Tutti questi pensieri si susseguono nell'arco di 5-6 secondi! Il tempo di alzarmi seduto sul letto per capire meglio l'origine del rumore!
Proprio in quel momento dei forti scossoni in serie fanno ondeggiare il letto togliendo ogni dubbio; il letto si muove come se fosse su un carrello che va avanti e indietro su un binario, tutta la casa ondeggia come se rullasse su un binario! I tavolini tremano, le pentole nel posapiatti in cucina suonano battendo tra loro e contro gli sportelli dello scolapiatti, gli sportelli dei mobili sbattono e tutto quello che vi è dentro suona distintamente, i telai delle porte scricchiolano sotto le spinte dello scuotimento! Uno scuotimento forte e deciso che continua e riprende forza quando sembra che stia per concludersi!
Intanto mi sono alzato dal letto e vedo le piante scrollare le loro foglie come se fossero investite da raffiche di vento! La luce nella stanza permettete di vedere tutto: i lampadari che oscillano ampiamente, le pareti che ondeggiano! Mentre mi faccio strada lungo il pavimento e tra le pareti ondeggianti gli scossoni finiscono fino a diventare un leggero tremolio e lasciando nell'aria un suono simile a un elicottero che si allontana!
Non avevo idea di quanto fosse durato il tutto, forse 15-20-30 secondi; capivo solo che il terremoto si era verificato a una certa distanza perché molto ondulatorio!
Una volta uscito di casa, con una sensazione di "mal di mare" cerco di capire dove sia avvenuto e di che intensità sia stato! Magnitudo momento 6,5 nei pressi di Norcia, praticamente a circa 54 km da casa mia!
Questo è stato, esattamente un anno fa, il risveglio di gran parte dell'Italia Centrale, dall'Umbria alle Marche, dal Lazio all'Abruzzo, a decine di km dall'epicentro! Quindi ognuno può figurarsi quanto ancora più brusco lo sia stato per le popolazioni a meno di 15-20 km dall'epicentro!
Per dare una vaga idea di quello che ho descritto, ho scelto tre video girati in tre città non vicine all'epicentro:

- il primo nel maceratese a circa 45 km dall'origine del sisma
https://youtu.be/J6GuDm6j9Mg

- il secondo a Teramo a circa 52 km dall'epicentro
https://youtu.be/h4__ubkFZAc

- il terzo a Rieti, circa 60 km dall'epicentro
https://youtu.be/oKaW4a6atd0


Mauro Rosati

mercoledì 25 ottobre 2017

Zafferano dell'Aquila D.O.P.



25 ottobre 2017
Due fiori di «Crocus sativus», più comunemente zafferano! 
Da secoli ricchezza della città dell'Aquila e del suo Contado, con i suoi filamenti rossi e profumati, protetti dai caratteristici petali viola! Usato come spezia e come base di tinture! 
Tanto importante per la nostra città da essere anche raffigurato nei capitelli di alcuni palazzi storici! 
Una tradizione che si tramanda da generazioni e che in questo periodo dell'anno vede la raccolta, rigorosamente prima del sorgere del sole, e poi la lavorazione durante la giornata!
Questi due fiori sono stati colti ieri mattina nelle campagne di Castelnuovo di San Pio delle Camere!
Peccato che la foto non renda l'idea del profumo dei filamenti ancora intatto!
Zafferano dell'Aquila DOP!

Mauro Rosati



giovedì 19 ottobre 2017

28 ottobre 2016 - Serie "Sui tetti dell'Aquila"



28 ottobre 2016

Serie "Sui tetti dell'Aquila"!
Dal Quarto di San Pietro: veduta verso la città ricostruita (settore nord-ovest) da un tetto della città in ricostruzione dentro le mura!

"Fuori porta la montagna": la linea dell'autostrada demarca la zona urbana dalle montagne appena fuori la città (Pettino e San Giuliano), in fondo il convento dei Frati mInori di San Giuliano troneggia sul suo pendìo!
A fare da sfondo un cielo aquilano di fine ottobre!

Mauro Rosati