domenica 9 novembre 2025

12/05/1917 - 《TEMPI DI GUERRA》




12/05/1917 - 《Tempi di guerra》.

Manifesto a firma del sindaco dell'Aquila, Vincenzo Speranza, con prescrizioni rispetto alla gestione di allarmi aerei.

Ringrazio la dott.ssa Luisana Ferretti che ha portato a mia conoscenza questa interessante testimonianza di un momento storico ben preciso. 

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• Il contesto storico.

È il maggio del 1917, un anno chiave per la Prima Guerra Mondiale, e più specificamente per il fronte italo-austriaco. La guerra, in corso da quasi due anni, è divenuta un conflitto di posizione, logorante, e alcuni mesi dopo sarebbe giunta la disfatta di Caporetto (sul fiume Isonzo), con il cedimento delle linee italiane e il conseguente dilagare delle truppe austriache verso la pianura veneta. Un momento chiave che determinò la rimozione del generale Luigi Cadorna sostituito dal generale Armando Diaz, il quale avrebbe poi riordinato le forze italiane frenando innanzitutto l'avanzata austriaca sulla linea del fiume Piave.

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• Gli aerei da guerra.

Il fronte terrestre della guerra correva nel Triveneto, dal Trentino (Venezia Tridentina) alla Venezia Giulia, quindi a centinaia di chilometri verso nord rispetto all'Italia Centrale.

❓ Allora ci si potrebbe chiedere: perché predisporre prescrizioni e precauzioni per la difesa aerea?

❗Perché proprio con la Prima Guerra Mondiale le aviazioni, con i loro aerei da combattimento, si affermarono e divennero protagoniste del conflitto accanto alle truppe terrestri e alle marine militari: basti pensare a Francesco Baracca, per l'Italia, e al 《Barone Rosso》, per la Germania, passati alla storia nell'ambito dei combattimenti aerei della 《Grande Guerra》 e caduti entrambi in battaglia nel 1918, su fronti diversi. Proprio a seguito del ruolo rilevante dell'aviazione nel conflitto del 1915-1918, pochi anni dopo sarebbe nata l'Aeronautica Militare Italiana (1923).


La Prima Guerra Mondiale viene spesso definita come l'ultima delle guerre 《antiche》 e la prima delle guerre 《moderne》, con la comparsa di nuovi mezzi di combattimento e una svolta decisiva, in peggio, verso capacità distruttive maggiori.


❗Inoltre, il fronte terrestre italo-austriaco diveniva contestualmente marittimo proseguendo nel Mare Adriatico, e quindi non molto lontano dalle nostre zone appenniniche.

Già il 24/05/1915, alla notizia dell'entrata in guerra dell'Italia, la Marina militare austriaca aveva sferrato un attacco su larga scala lungo l'intera costa adriatica italiana, anche con il supporto di aerei da ricognizione, colpendo porti e centri abitati, come ad esempio Ancona.


Si comprende quindi che gli aerei iniziavano a destare seria preoccupazione anche lontano dai fronti principali.

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• Il manifesto.

Nel manifesto in foto (vedi sopra) leggiamo una serie di indicazioni di base rispetto all'eventualità di un allarme aereo e anche prescrizioni come quella di evitare di suonare le sirene ordinarie e altri allarmi acustici negli stabilimenti industriali e nelle scuole, onde evitare confusione con le sirene d'allarme aereo.

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• I luoghi - Una fotografia della nostra città in quel periodo storico.

Nel manifesto leggiamo che le sirene sono collocate in tre luoghi specifici.


1- Il Palazzo Comunale.

Nel 1917 la sede municipale era situata in Corso Vittorio Emanuele, nel complesso dell'ex monastero di Santa Maria delle Raccomandate

❓ E Palazzo Margherita?

❗Già dalla prima metà dell'Ottocento e fino al 1970, Palazzo Margherita fu sede del Palazzo di Giustizia, come possiamo osservare anche in diverse immagini d'epoca che lo ritraggono menzionato come Palazzo del Tribunale (o dei Tribunali), denominazione con la quale veniva talora indicata anche l'adiacente Via delle Aquile (Via del Tribunale, o dei Tribunali).

↪ Soltanto intorno al 1970, con la realizzazione del Palazzo di Giustizia in Via XX Settembre-Villa Gioia, Palazzo Margherita tornò nella disponibilità del Comune dell'Aquila mentre Palazzo Ardinghelli, sede della Pretura, cadeva in abbandono.


2- La Caserma dell'Artiglieria.

Nel manifesto non è specificato ma possiamo ipotizzare che con tale nome s'intendesse la Caserma "Vincenzo De Rosa", sede del 18° Reggimento di Artiglieria. La caserma De Rosa, oggi non più esistente, era una cittadella militare che sorgeva in località Villa Gioia, dove oggi si trovano i complessi del Palazzo di Giustizia e dell'Agenzia delle Entrate.

↪ Fino al terremoto del 2009 c'erano almeno tre testimonianze materiali dell'ex caserma De Rosa, di cui due sono scomparse:

- la bella palazzina, sede del comandante, abbattuta dopo il sisma del 2009 e non ricostruita, che era situata accanto al Palazzo di Giustizia, all'inizio di Via Francesco Filomusi Guelfi, dove ora ci sono alcuni dei parcheggi del Tribunale;

- un'interessante garitta con finestre goticheggianti, realizzata sulla base di uno dei bastioni delle mura all'altezza del Tribunale, dove inizia il tratto di Mura che scende verso la Stazione Centrale; la garitta, crollata con il sisma del 2009, non è stata ricostruita.

↪ Rimane invece, fortunatamente recuperata, la grande facciata che vediamo da Via Rocco Carabba, all'incrocio con Viale XXV Aprile (quello della Stazione) e dalla Galleria Commerciale 《Meridiana》. Si tratta di una cospicua parte rimanente di una delle scuderie della caserma "Vincenzo De Rosa".


3- Il Calzaturificio Militare.

Da ricordi rispetto a una mostra organizzata dall'Archivio di Stato nel centenario della Prima Guerra Mondiale, il calzaturificio potrebbe essere lo stabilimento (《opificio militare》) dell'ex Cotonificio Tobler, poi divenuto fabbrica di arredi in legno (sedie in particolare), lo stabilimento 《Setta》, del quale vediamo anche la cabina di derivazione elettrica che lo alimentava e denominata appunto 《Cabina Setta》, situata all'angolo tra Via San Sisto e Viale della Croce Rossa.

Lo stabilimento ex Tobler è situato in località San Sisto bassa, visibile sia dal tratto inferiore di Via San Sisto, sia da Via San Gabriele dell'Addolorata (già 《strada 127》), con la sua caratteristica ciminiera in mattoni. Si tratta di un ex complesso industriale ampio e di notevole interesse,  che merita di essere recuperato e rifunzionalizzato (un po' come fatto, per esempio, con l'ex mattatoio comunale a Borgo Rivera).


❓• Palazzo CARESSA in Piazza del Castello.

Con Piazza del Castello, nel 1917, s'intendeva l'ampia area che va pressappoco da Viale delle Medaglie d'Oro (Auditorium del Parco) a Via Castello.

Personalmente non mi è noto quale possa essere questo 《Palazzo CARESSA》 il quale potrebbe anche essere uno dei palazzi su Via Castello, considerando che in quella zona non erano presenti altri edifici in direzione della Fortezza.

Nel 1917 Piazza del Castello ospitava anche uno dei villaggi di baracche, attestato ancora nel 1923, costruiti per ospitare gli sfollati a seguito dei danni derivati dal terremoto della Marsica del 1915.


❓Perché il punto di osservazione di eventuali aerei era situato in Piazza del Castello?

❗Perché quella zona rappresenta il settore più alto in quota della nostra città dentro le Mura, insieme alla vicina Chiesa del Carmine e a Piazza Santa Maria Paganica, di pochissimo più bassa (nell'insieme siamo tra i 735 e i 736 metri di altitudine circa).

La stessa Porta Castello è la più alta in quota fra tutte le porte civiche aquilane.

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In conclusione, alla luce di questo breve excursus partito dal manifesto in foto, sarebbero utili e importanti eventuali osservazioni costruttive e chiarificatrici riguardo ad alcuni aspetti meno certi come l'ubicazione del Calzaturificio Militare dell'epoca (vedi sopra) e del 《Palazzo CARESSA》 dell'allora Piazza del Castello.



Mauro Rosati

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