sabato 31 dicembre 2022

LO "STILE DELLA CIRCONCISIONE" E L'"OTTAVA DEL NATALE"

 

Natività
(Foto: Mauro Rosati, 2022)


LO "STILE DELLA CIRCONCISIONE" E  L'"OTTAVA DEL NATALE"


✒《 Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. 》(Luca 2, 21)


📌 Ogni Calendario di impronta cristiana si basa su uno 《stile》, ossia una ricorrenza particolarmente importante dell'anno cristiano o altra data simbolica (es. inizio di una stagione) che viene presa come riferimento per fissare l'inizio dell'anno.

📌 Nel Medioevo, e anche successivamente, almeno fino all'introduzione e all'adozione del Calendario gregoriano, esistevano molti Calendari, con diversi 《stili》 differenti da luogo a luogo. 
A titolo esemplificativo:
《Stile della Natività》 (inizio anno il 25 dicembre), in uso - ad esempio - anche nella nostra Aquila e nella Repubblica di Genova;
《Stile dell'Incarnazione》, l'Annunciazione (inizio anno il 25 marzo), in uso - ad esempio - a Firenze, Siena, Pisa.

E così via.
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👉 Nota. Sugli 《stili》 del Calendario e sull'antico Capodanno aquilano, vedi:
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📌 Il Calendario gregoriano oggi in uso si basa sullo 《Stile della Circoncisione》 poiché sceglie come inizio dell'anno il giorno della circoncisione di Gesù Bambino (1° gennaio), nell'ottavo giorno del Natale (contando anche il 25 dicembre), come riferito dal versetto del Vangelo di Luca riportato all'inizio di questo post.

Infatti, secondo la tradizione ebraica riportata dall'evangelista Luca, la circoncisione di un bambino avveniva a otto giorni dalla nascita.

➡️ Per questo, il Capodanno contemporaneo fondato sul Calendario gregoriano, basandosi su questo 《stile》,  ricorre il 1° gennaio, Ottava del Natale e quindi giorno della circoncisione di Gesù Bambino.


Mauro Rosati
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Sugli argomenti 《calendari》 e 《stili》, leggi anche, a titolo di suggerimento:
(URL consultato in data 31/12/2022)
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giovedì 29 dicembre 2022

LA SETTIMANA "GRECA"


 LA SETTIMANA "GRECA"


📌 Nella lingua greca contemporanea si manifesta in modo evidente un dettaglio importante che caratterizza tradizionalmente i Popoli che, in tempi e modi differenti, hanno assimilato la cultura cristiana: ossia, il fatto che il conteggio dei giorni della settimana inizia dalla Domenica.

Il motivo appare palese: la Domenica è il giorno santo di riposo dei Cristiani, la "Pasqua della settimana", e allo stesso tempo inizio del nuovo ciclo settimanale.

Metaforicamente, una morte e resurrezione del Tempo che si rinnova ciclicamente ogni sette giorni.


📌 Poi, per motivi funzionali dovuti ai ritmi lavorativi quotidiani, molti calendari civili oggi in uso fanno iniziare la settimana dal Lunedì, ossia dal primo giorno dopo la festa domenicale.

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📌 Tuttavia, nella lingua greca contemporanea appare particolarmente evidente il riferimento della Domenica come giorno di partenza per il conteggio dei giorni settimanali: ce ne rendiamo conto osservando il nome greco dei giorni che vanno dal Lunedì al Giovedì italiani, i quali esplicitano nel nome l'ordine numerale dal secondo giorno (Lunedì) al quinto giorno (Giovedì).

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👉 Vediamo l'elenco e il raffronto con le denominazioni in lingua italiana.


1️⃣ ΚΥΡΙΑΚΉ (Kyriakí): 

corrisponde alla nostra "Domenica" in lingua italiana, e il significato è lo stesso.

📌 "Domenica" deriva dal latino tardo 《Dominica (dies)》, ossia il giorno consacrato al Signore.

📌 "Kyriakí" è parola formata linguisticamente dalla radice 《κυριε》(kyrie), che vuol dire appunto "Signore". Quindi giorno del Signore.


2️⃣ ΔΕΥΤΈΡΑ (Deftéra):

da "δεύτερος" (deftéros), che vuol dire "secondo". Quindi, seconda giornata (o secondo giorno).

Corrisponde all'italiano "Lunedì" (il giorno della Luna), secondo giorno dalla Domenica.

📌 Da "δεύτερος" deriva - ad esempio - l'italiano "deuterio", ossia l'isòtopo dell'idrogeno con massa atomica doppia rispetto all'atomo di idrogeno primario (pròzio): quindi, il deutèrio è il "secondo idrogeno" in ordine di massa atomica (tecnicamente "idrogeno pesante").


3️⃣ ΤΡΊΤΗ (Tríti):

da "τρίτος" (trítos), che significa "terzo". Quindi, terza giornata (o terzo giorno).

Corrisponde all'italiano "Martedì" (il giorno di Marte), terzo giorno dalla Domenica.

📌 Da "τρίτος" deriva il latino scientifico "Tritium", dal quale proviene l'italiano "trìzio" (o trìtio), ossia l'isòtopo dell'idrogeno con massa atomica tripla rispetto all'atomo di idrogeno primario (pròzio): quindi, il trìzio è il "terzo idrogeno" in ordine di massa atomica.


4️⃣ ΤΕΤΆΡΤΗ (Tetárti):

da "τέταρτος" (tétartos), che si traduce con "quarto". Quindi, quarta giornata (o quarto giorno).

Corrisponde all'italiano "Mercoledì" (il giorno di Mercurio), quarto giorno dalla Domenica.


5️⃣ ΠΈΜΠΤΗ (Pémpti):

da "πέμπτος" (pémptos), che vuol dire "quinto". Per cui, quinta giornata (o quinto giorno).

Corrisponde all'italiano "Giovedì" (il giorno di Giove), quinto giorno dalla Domenica.


6️⃣ ΠΑΡΑΣΚΕΥΉ (Paraskeví):

da "παρασκευή" (paraskeví) che si traduce con "preparazione".

In questo caso, infatti, l'origine va ricercata nella "Parascève" ebraica, ossia il giorno di "preparazione" alla festività settimanale ebraica dello "shabbāt" (il "sabato").

"Paraskeví" è il sesto giorno dalla Domenica, e corrisponde quindi all'italiano "Venerdì" (il giorno di Venere).

📌 Nel calendario liturgico cristiano, la "Parascève" indica specificamente il Venerdì Santo (《feria sexta in parasceve》).


7️⃣ ΣΆΒΒΑΤΟ (Sávvato):

da "σάββατον" (sávvaton) derivato dall'ebraico "shabbāt", che significa "riposo", quindi "giorno del riposo". Nella tradizione ebraica, infatti, il riposo settimanale coincide con il Sabato.

In questo caso l'etimologia è la stessa del "Sabato" in lingua italiana, con l'unica differenza che nell'etimologia italiana abbiamo un ulteriore passaggio attraverso il latino "sabbătum" (quindi: "Shabbāt" > "Sávvaton" > "Sabbătum" > "Sabato").

"Sabato" è il settimo e ultimo giorno della settimana partendo dalla Domenica.


Nota. Nella tradizione greco-ortodossa il mercoledì e il venerdì sono anche i giorni del digiuno prima di determinate festività e, per gli ortodossi-dogmatici, anche i mercoledì e venerdì di ogni settimana.

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Ringrazio Zoi-Dimitra per il confronto e il riscontro linguistico-culturale.


Mauro Rosati



sabato 24 dicembre 2022

CARTOLINA AQUILANA - AUGURI DALL'EMICICLO!

 



CARTOLINA AQUILANA

AUGURI DALL'EMICICLO!



Con una cartolina aquilana, i miei auguri di Buone Feste! 🎄

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➡️ Nella foto:

il Palazzo dell'Esposizione, detto l'Emiciclo dal portico a esèdra che si apre sulla facciata e guarda alla Villa Comunale (Quarto di San Giorgio).


📌 Fondato nel 1610 come Ospizio di San Michele dei Frati Minori Cappuccini, convento dei Cappuccini dentro le Mura, nel 1656 fu importante punto di riferimento durante la grande pestilenza di quell'anno.


📌 Dopo l'Unità d'Italia (1861) passò al demanio comunale a seguito della soppressione giuridica degli Ordini religiosi (《Leggi eversive》, 1866-1867).


📌 Tra il 1883 e il 1888 venne ampliato in occasione dell'Esposizione agricola regionale, ad opera dell'architetto Carlo Waldis che progettò il portico a esèdra da cui deriva il nome di "Emiciclo".


📌 Dopo l'Esposizione del 1888, tra Ottocento e Novecento il complesso svolse varie funzioni, tra le quali: sede della Scuola di Arti e Mestieri fondata dal pittore Teofilo Patini, parte del manicomio prima dell'apertura del vicino Ospedale psichiatrico di Collemaggio nel 1915, quindi Scuole Industriali. 

➡️ Nello spazio a nord del complesso si trovavano anche i campi da tennis della Città dell'Aquila, prima della costruzione (anni '30 del Novecento) dell'odierno complesso polisportivo comprendente lo Stadio "Tommaso Fattori", la Piscina Comunale "Ondina Valla" (con solarium esterno), il Circolo Tennis, il Palazzetto dello Sport (con pista di pattinaggio) e campetti minori.

(Ringrazio il signor Gianni, classe 1940, per questa testimonianza storica indiretta sui campi da tennis all'Emiciclo)


📌 Oggi l'Emiciclo è sede del Consiglio Regionale d'Abruzzo e, dopo i lavori di ricostruzione e restauro post-sisma 2009, sono stati valorizzati gli ambienti dell'ex convento, tra cui la chiesa e il chiostro annesso.

➡️ L'ex chiesa di San Michele è stata liberata da uno scalone in cemento posticcio e oggi, recuperata la sua spazialità, è un grande spazio di passaggio per i vari ambienti del complesso ma anche luogo di cultura con frequenti mostre/esposizioni. Il fondo dell'antico coro della chiesa, rimosso lo scalone in cemento, è stato arricchito da una gradevole e rispettosa vetrata policroma dell'artista abruzzese Franco Summa

➡️ Le cappelle laterali (lato nord) dell'ex chiesa fungono oggi da locali di servizio con varie funzioni, mentre è stato riportato in evidenza il volume del chiostro, con la riapertura dello spazio quadrato centrale (ex Sala Michetti) ora coperto da una luminosa vetrata e valorizzato da un piccolo giardino interno (giardino d'inverno), dal quale si accede agli ambienti sotterranei riscoperti durante i lavori (2015-2018) e rifunzionalizzati a uso biblioteca e sale lettura.

➡️ Infine, sotto il piazzale esterno è stata ricavata una grande sala convegni sotterranea, la "Sala Ipogea", di 250 posti a sedere e tecnologicamente attrezzata. Il piazzale superiore si apre invece di nuovo verso la Villa Comunale, come in origine, dopo l'abbattimento della recinzione in ferro e cemento e la pedonalizzazione dell'antistante Via Michele Jacobucci.



Mauro Rosati

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martedì 13 dicembre 2022

TRA SANT'ANDREA E...SANTA LUCIA, "IL GIORNO PIÙ CORTO CHE CI SIA"


TRA SANT'ANDREA E...SANTA LUCIA, "IL GIORNO PIÙ CORTO CHE CI SIA"

La percezione del buio invernale nella cultura popolare.

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 ❓ 《SANTA LUCIA, IL GIORNO PIÙ CORTO CHE CI SIA》 - Ma perché oggi e non il 21-22 dicembre? 👇


🔎 Un paio di settimane fa, nel gruppo FacebookLA CAMPAGNA APPENA IERI》, leggendo un interessantissimo post sui 《bùr ad Sant'Andrè》(i bui di Sant'Andrea) mi è tornata in mente un'altra espressione, un detto, quello di oggi (13 dicembre):

Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia》.


👉 I 《BÙR AD SANT'ANDRÈ》 (le notti buie di Sant'Andrea; 28-29-30 novembre) è un'espressione popolare della Romagna che identifica gli ultimi tre giorni di novembre come i più bui dell'anno (Sant'Andrea l'Apostolo, 30 novembre).

🌐 Vedi post in: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02kmmBThGmEHQe1mx41PWkCgcZanUZ1yA2QXdguVKQh8MkbJnAWXcegb16a52RLMFMl&id=100064845336426

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⁉️ Entrambi i detti pongono la "questione" della percezione del buio "in anticipo"  rispetto al Solstizio d'Inverno.


👉 Così come per 《i bùr ad Sant'Andrè》, anche per 《Santa Lucia》 fin dai tempi della Scuola ho pensato come prima spiegazione proprio alla riforma del calendario di papa Gregorio XIII.

Quindi, poiché Santa Lucia si commemora il 13 dicembre ecco che siamo tra 8 e 10 giorni circa prima del Solstizio d'Inverno; per cui, prima della riforma gregoriana del calendario, il Solstizio era "scivolato" indietro dal 21-22 dicembre fino all'11-13 dicembre, o giù di lì.


👉 Poi, in anni più recenti ho appreso un'ulteriore possibile spiegazione che ho potuto verificare consultando le effemèridi della mia città; e credo ciascuno possa effettuare il medesimo riscontro con le effemèridi della propria località.

📌 Nei giorni intorno al 13 dicembre il tramonto del Sole raggiunge il suo minimo, dopodiché, dalla metà del mese, il Sole inizia a tramontare più tardi, giorno dopo giorno.

Le giornate però continuano ad accorciarsi perché, in compenso, il Sole sorge più tardi al mattino, fino al Solstizio invernale.


👉 Ma, per ovvi motivi dovuti alle attività umane, siamo più portati a percepire il ritardo del tramonto che non quello dell'alba. Ciò può dare l'impressione che le giornate inizino ad allungarsi di nuovo già dal 14-15 dicembre.

Forse noi contemporanei avvertiamo di meno queste piccole variazioni perché siamo abituati all'illuminazione artificiale, ma è molto probabile che i nostri nonni e bisnonni fossero più sensibili a questi piccoli ritardi del tramonto, poiché per necessità erano più avvezzi a regolare i loro ritmi con la luce naturale.

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📌 In conclusione, quindi, il giorno più corto è il 21 o 22 dicembre ma - apparentemente - sembra il 13 dicembre. E forse per questo i nostri avi percepivano come il periodo più buio proprio le settimane tra fine novembre (Sant'Andrea) e metà dicembre (intorno a Santa Lucia, appunto).


Mauro


venerdì 9 dicembre 2022

SULLA STRADA FERRATA - Riflessioni

 

Sulla strada ferrata (I),
sonetto di E. De Amicis

👆 Prendo spunto da questo bel sonetto di Edmondo De Amicis e da un post nel gruppo Facebook 《Storie di Meldola》 per una breve riflessione personale.

(In fondo a questo post cito estratti e riferimenti).


📌 Dal punto di vista dei trasporti, vi è stato un periodo particolarmente felice per l'Italia: tra l'Ottocento (1839, inaugurazione ferrovia Napoli-Portici) e la prima metà del Novecento, quando dalle grandi città ai piccoli centri, anche di montagna, vi fu una capillare diffusione dei mezzi su rotaia e a cremagliera (tram, treni, funicolari), nonché filovie.

🚂 Pensiamo, ad esempio nel nostro territorio, alla ferrovia Aquila-Capitignano (prima metà del Novecento), che in progetto sarebbe dovuta giungere fino a Teramo; ferrovia che, in ogni caso, operò ugualmente, soprattutto nel trasporto merci (torba, patate, ecc.). Una ferrovia che sarebbe stata utilissima anche al giorno d'oggi, a uso passeggeri, per una mobilità pubblica più sostenibile. Ne possiamo ammirare la bella stazione capolinea a L'Aquila, zona stazione centrale, con l'elegante edificio recuperato e rifunzionalizzato, e la bella stazione a Marana di Montereale, recuperata e adibita a uso prevalentemente commerciale. E poi, si vedono diversi caselli ferroviari, purtroppo in abbandono, uno dei quali si trova in via Pasquale Ficara all'incrocio con Via Capitignano (non a caso), alla periferia ovest di L'Aquila, all'altezza della rampa che conduce verso la S.S. 80 e poco prima del sottopassaggio che conduce da un lato verso l'Ospedale "San Salvatore" e dall'altro, proseguendo dritto, su Via Vetojo (zona Polo Universitario Matematico-Fisico-Naturalistico) .

Via Capitignano ricalca infatti un tratto della ferrovia Aquila-Capitignano, nel percorso da Via dei Medici a Via Paolo Borsellino. 


Torniamo alla riflessione generale sull'epoca d'oro delle rotaie e delle filovie.

📌 Le automobili erano ancora poche e per pochi, e il mezzo pubblico garantiva un trasporto sicuro per tutti: 

i tram coprivano le grandi distanze delle città metropolitane, i treni arrivavano fin nei piccoli paesi più recònditi, i quali non rimanevano isolati neanche con la neve (e ne cadeva molta) poiché le locomotive erano dotate di sperone spazzaneve che puliva i binari al loro passaggio.

🚊  Altro esempio, il Santuario di Vicoforte, nei pressi di Mondovì, in passato era servito da un'apposita fermata del tram che ne garantiva il collegamento con la stessa Mondovì. E non dimentichiamo la filovia di Aquila, con i mini-tram su gomma che nel primo ventennio del Novecento garantivano il collegamento tra la stazione centrale e Piazza del Palazzo, cuore civico della nostra Città.


📌 Poi, dopo la Seconda Guerra Mondiale e la grande industrializzazione, si diffusero l'automobile su larga scala, e - in generale - i vari mezzi su gomma: 

tante tranvie, ferrovie locali - e non solo - vennero dismesse, fino ad avere strade e autostrade ipertrafficate, città inquinate, strade bloccate e centri isolati dalla minima neve, linee marittime sottoutilizzate e l'assurdità di mezzi su gomma che viaggiano parallelamente alle ferrovie - anch'esse sottoutilizzate - e/o parallelamente alle linee di costa, a poche decine di metri dal mare, dove molte merci e passeggeri potrebbero viaggiare da un porto all'altro su navi, traghetti, battelli, aliscafi e altri mezzi marittimi.


Dall'epoca d'oro Ottocento-Novecento ci possono insomma venire spunti per una nuova mobilità sostenibile.


➡️ Letture collegate. Sulle potenzialità turistiche della linea ferroviaria Sulmona-L'Aquila-Rieti-Terni, vedi: 👇

https://pianetalaquila.blogspot.com/2021/04/da-sulmona-terniin-carrozza-e-viceversa.html?m=1


Mauro

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🚂 🚄 SULLA STRADA FERRATA - I


✒ 📜《Corre il treno sonante in riva al mare.

Entra del monte ne la negra mole,

Esce, e d’un grido risaluta il sole,

E dentro al bosco sibilando spare;


Quindi sul ponte rimbombante appare.

Borghi sorvola, camposanti, aiuole,

E cupe valli taciturne e sole

E quete ville solitarie e care;


E simili a fantasime sui piani

Passano le casupole e le piante

E fuggono gli attoniti villani,


E poi rallenta il corso anzi la mèta,

E grave tra edifici alti l’ansante

Ira dei negri ordigni arsi si cheta.》


📖 E. DE AMICIS, 《Poesie》, IV edizione, Fratelli Treves Editori, Milano 1882; p. 139.

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👉 Quando treni e tram includevano anche i piccoli borghi. 

Il caso di Meldola, borgo romagnolo in provincia di Forlì-Cesena, che per un periodo ebbe il suo "tramway" (il "tranvai"), che lo lo collegava ai centri maggiori del territorio.


《 𝑪𝒂𝒓𝒐 '𝑻𝒓𝒂𝒏𝒗𝒂𝒊'...

🚂 "Un'idea geniale, una realizzazione ancora più geniale, permisero l'attivazione del tramway a vapore che partendo da Meldola, toccando Forlì approdava all'antica capitale dell'Esarcato: Ravenna. 

🚆 Un sogno che divenne realtà e poi...ridivenne sogno. Un'idea felice che permise di collegare la vallata del Bidente al mare, vitalizzando quanto di buono era sopito e quanto di nuovo scaturiva in terra di Romagna. 》 


📖 Paride PINTUS, 《Caro 'Tranvai'》, Ge.Graf Bertinoro, 1995. 

(🌐 continua nel post, corredato da un'immagine d'epoca: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0xohjowRLDNTK7eQCvCZGyTKcJH39baYneswr8Z1QJ4hsQLhEuXth2oKgZyv8Fopbl&id=100081776633010

in 《Storie di Meldola》).

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