sabato 18 aprile 2020

Scarabei, Malve, Ortica

Pianta della zona con l'indicazione delle strade.

Pubblico di seguito un articolo già inviato alle redazioni di stampa locale il 23 febbraio e il 26 febbraio scorsi.


L'Aquila - Se da via XX settembre entriamo in via Fontesecco, appena superato il cavalcavia di ponte Belvedere, troviamo sulla sinistra uno dei tanti particolari percorsi urbani che la nostra città ci può offrire. Una piccola rete di vicoli e gradinate che da via Fontesecco ci permette di risalire a piedi il pendio del colle, sia verso viale Giovanni XXIII sia verso piazza dell'Addolorata; il Colle in questione è quello detto «Colle dell'Addolorata» o «Colle di Sassa».

Apriamo una breve parentesi: la piazza dell'Addolorata (alle spalle dell'ex hotel conosciuto da molti come «il tetto»), prende il nome dalla chiesa della Madonna dei Sette Dolori «dentro» le mura, la chiesa “sorella” di quella «fuori» le mura, meglio nota come Madonna «fore» (detta così proprio per distinguerla da quella dentro la città).

Torniamo adesso al nostro percorso. Tra i nomi di questi vicoli e di queste gradinate che risalgono il Colle, ne troviamo tre particolarmente curiosi:

- la gradinata degli Scarabei (chiamata in passato «Chiusa degli Scarabei»), che da via Fontesecco risale il pendio in direzione di viale Giovanni XXIII a ridosso di Ponte Belvedere;

- il vico dell'Ortica, che risalendo da via Fontesecco si collega a via Giorgetto, da dove si può arrivare in piazza dell'Addolorata attraverso via del Calvario;

- il chiassetto delle Malve, che collega via del Calvario con la gradinata degli Scarabei.

Gli scarabei, l'ortica, le malve: tutti nomi intuitivi, probabilmente espressione della cultura popolare che chiamava così quelle vie per le loro caratteristiche particolari; quindi denominazioni che erano forse spontanee e che poi sono diventate ufficiali quando sono stati assegnati i nomi alle vie cittadine. Questi nomi oggi sono tutti riportati nel Viario ufficiale del Comune dell'Aquila.

La maggior parte dei tracciati di queste vie sono già riconoscibili nella pianta storica della città del 1753 (pianta del Vandi).

Insomma, una delle molte curiosità della nostra onomastica cittadina e uno dei tanti scorci che il centro della nostra città ci offre. Uno scorcio di città su quel pendio che si trova subito dopo Ponte Belvedere, uno scorcio di città che dobbiamo tutelare nel disegno delle sue strade insieme ai nomi stessi di quelle vie.

Così come dobbiamo tutelare tanti altri scorci e tante altre curiosità fra i nomi delle vie del nostro centro cittadino. Nomi che ci possono suggerire o raccontare piccole e grandi storie.


Mauro Rosati