martedì 30 agosto 2022

TAMERICI, PINI, OLEANDRI - PASSEGGIANDO SUI LITORALI

 

Spazio a verde lungo un tratto del Lido di Tortoreto:
tamerìci, oleandri, pini e palme
(Foto: Mauro Rosati, 2019)


TAMERICI, PINI, OLEANDRI - 

PASSEGGIANDO SUI LITORALI


🚶‍♂️Quando mi trovo a camminare su un litorale, lungo una passeggiata lungomare - e non solo -, c'è una pianta in particolare che attrae istintivamente il mio sguardo: 

la tamerìce.


🌿 Semplice, non appariscente, resiliente (impiegando un aggettivo in voga) per la sua capacità di adattarsi a quel particolare ecosistema: 

ha poche esigenze d'acqua, cresce nella terra salmastra, le sue foglie - se viste da vicino - sembrano tenui aghetti affusolati, eppure sa offrirci splendide chiome "cotonate" e piacevoli ombre. 

🟢 È proprio per questa sua delicata semplicità, per questo suo non voler apparire, per questa sua bellezza discreta, che mi attrae molto: 

una bellezza "acqua e sapone", spontanea, selvatica, naturale.


🌊 I nostri litorali mediterranei ne sono ricchi, eppure una visione urbanistica quasi da scenografie 《tropical-hollywoodiane》 spinge da anni molte amministrazioni locali a ridisegnare pesantemente i paesaggi di tanti viali e passeggiate marittime, con tagli di alberature non necessari e lunghe piantumazioni di palme 《ornamentali》, talora dalla dubbia bellezza e prive di efficacia pratica (quantomeno dal mio personale punto di vista):

non fanno ombra quando sono basse e - in genere - non ne fanno granché neppure quando sono alte, a meno che non siano fittamente assiepate.


🌴 Il problema non è tanto la palma in sé quanto il senso di tagliare alberature sane già esistenti per sostituirle con le palme ornamentali.

⁉️ E la domanda che mi pongo è più o meno sempre la stessa:

perché sacrificare le belle e riservate tamerici, gli stupendi pini marittimi che ombreggiano tanti viali litoranei, i frondosi e fioriti oleandri che rallegrano la vista?


🌳 Personalmente nessuna palma è ancora riuscita a suggestionarmi, né a rinfrescarmi, come le lunghe infilate prospettiche di pini "a ombrello"; 

🌺 nessuna palma è ancora riuscita a incantarmi come la vivida bellezza mediterranea dei rigogliosi oleandri; 

🌳 nessuna palma è ancora riuscita ad affascinarmi come le selvatiche e discrete tamerici.


🌴 - Sempre opinione personale - discorso diverso si potrebbe fare per alcuni esemplari di palma coltivati negli orti botanici - ben curati - e per le utili palme "da frutto" che però, per differenti motivi pratici, non potremmo piantumare sulle vie litoranee.


Mauro

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(Nella foto in alto: spazio a verde lungo un tratto del Lido di Tortoreto - agosto 2019;

l'inquadratura - "al volo" - raccoglie le essenze in questione: 

tamerice, pini, oleandro e...palme 😄)

sabato 27 agosto 2022

JENS ERIK CARL RASMUSSEN - PAESAGGISTA E NON SOLO

 



JENS ERIK CARL RASMUSSEN - 

PAESAGGISTA E NON SOLO


📌 🎨 JENS ERIK CARL RASMUSSEN (1841-1893), danese, pittore paesaggista e non solo.


📌 Nella sua ricca produzione troviamo vedute della vasta terra di Groenlandia 🇬🇱, della sua popolazione Inuit, e anche altro: 

scene di genere e in particolare scene marittime, con qualche sguardo anche al Mediterraneo italiano (ad es. la costiera di Sorrento); paesaggi estivi e paesaggi invernali; ritrattistica.  


🎨 Una selezione di opere d'arte di Carl Rasmussen è disponibile in: 

https://g.co/kgs/jbtpQb


🎨 Una più ampia galleria è invece consultabile all'indirizzo:

http://www.artnet.com/artists/carl-jens-erik-c-rasmussen/past-auction-results

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➡️ Nell'immagine in alto: il sole di mezzanotte dalla costa groenlandese

 (《Midnatsstemning ved den grønlandske kyst = Atmosfera di Mezzanotte sulla costa di Groenlandia》, 1872)


( Fonte immagine: 

https://da.m.wikipedia.org/wiki/Fil:Carl_Rasmussen_-_Midnatsstemning_ved_den_gr%C3%B8nlandske_kyst_-_KMS993_-_Statens_Museum_for_Kunst.jpg )

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domenica 21 agosto 2022

LA 《CORSA DEI BÀRBERI》

LA 《CORSA DEI BÀRBERI》


Uno spunto di storia romana da una bella foto condivisa da Walter Cavalieri nel gruppo FacebookFoto Inedite e Rare (2)》, dal gruppo 《Memorie di Roma》.

https://www.facebook.com/groups/142434417351616/permalink/476345137293874/


L'immagine riporta in didascalia: 《Piazza del Popolo, 1870 (Digital Public Library)》.


La celebre Piazza romana è ritratta in una foto scattata dal lato del Pincio, con la visuale rivolta verso l'asse di Via Cola di Rienzo, che conduce oltre il Tevere.

In fondo si vede infatti la Cupola della Basilica di San Pietro Apostolo in Vaticano.

In primo piano si vede una delle due colonne 《rostrate》 ossia con ròstri lungo il fusto, àncore sempre lungo il fusto, e - in cima - una panòplia, ossia un assortimento di armi e corazze disposte a trofeo. La tipologia richiama le colonne rostrate trionfali dell'Antica Roma.


L'inquadratura della foto è stretta sulla piazza, per cui non si vede Porta del Popolo (o Porta Flaminia).

La Porta civica è infatti situata sulla destra, però fuori dal campo dell'immagine.

A sinistra c'è invece via del Corso, sempre fuori dal campo visivo dello scatto.

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Nella foto d'epoca appena descritta, si nota un'arena installata alla sinistra dell'obelisco, sul lato di Via del Corso.


Tra i commenti al post del gruppo 《Memorie di Roma》 si legge che l'arena veniva installata per la 《Corsa dei cavalli bèrberi (o bàrberi)》.


Da articoli/racconti postati in diversi siti a tema, si apprende che questa corsa di cavalli era una tradizione del Carnevale romano, la quale risaliva ai tempi della Roma pontificia, e che si svolse - pare - fino al 1883 quando venne abolita dalle autorità pubbliche.


I cavalli in gara partivano da Piazza del Popolo, come in un palio, percorrevano la Via Lata (oggi Via del Corso, prolungamento urbano della Via Flaminia), e giungevano infine in Piazza San Marco (oggi Piazza Venezia). 

A differenza di altri palii, i cavalli bèrberi - ornati di piumaggi - non erano guidati da un fantino ma venivano pungolati mediante il cosiddetto 《espediente della prescia》, e incitati lungo il percorso attraverso la folla di spettatori che assistevano.

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In un dipinto si vede la partenza da Piazza del Popolo, in un'arena molto simile a quella della foto del 1870.

( Fonte immagine dipinto:

https://www.visitareroma.eu/wp-content/uploads/2018/01/BERBERI.PIAZZADELPOPOLO.jpg )


La prospettiva di questo dipinto è situata a un angolo di circa 90° rispetto alla prospettiva della foto del 1870.

Il dipinto ritrae la partenza della corsa dal lato di Via del Corso, guardando verso l'obelisco e, più in fondo, verso Porta del Popolo (Porta Flaminia); quest'ultima con alcune differenze rispetto all'aspetto odierno.

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Ringrazio Walter Cavalieri per la foto di spunto.


Mauro

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Di seguito, un po' di sitografia di riferimento:


https://www.laziogourmand.com/il-carnevale-romano-e-la-corsa-dei-cavalli-berberi/


https://www.museodiroma.it/it/opera/la-corsa-dei-barberi


https://www.raccontidalvicinato.it/il-carnevale-romano-e-la-corsa-dei-cavalli-barberi/


https://www.visitareroma.eu/la-via-del-corso-la-sua-storia-legata-al-carnevale/


https://www.visitareroma.eu/non-mette-la-prescia-al-culo/


 

martedì 16 agosto 2022

IL PENNERONE - Vocaboli e toponimi agrari

La nostra storia agraria, vocaboli e toponimi - Il PENNERONE


🟢 Il PENNERONE / Il PINNERONE / Ju PINNERO'


📌 Si tratta di una pietra cilindrica, più o meno grande, che serviva per la spremitura (torcitura) dell'uva/vinacce o delle olive, a seconda dei casi e delle zone.
Al centro di questa pietra veniva fissato un asse verticale, spesso in legno, dotato di 《manici》 sporgenti che servivano per far ruotare il palo insieme al pinnerone.
La rotazione poteva essere a trazione umana o animale (ad esempio un asino).


➡️ Talora, per estensione, questo vocabolo può essere anche topònimo indicante il luogo/località in cui si trovava il 《pennerone》.
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📌 Una nuova parola, quindi, dalla nostra storia agraria, sempre da un post pubblicato nel gruppo FacebookPaganica de 'na vote》:


Nel post è citato un passo estratto da un documento d'archivio del 1807: 

《[...] dove posa la pietra del torcitore, o sia il pennerone [...]》.
Nello stesso post è presente anche una foto, del signor Francesco de Paulis, che ritrae un pennerone ancorato all'asse verticale di legno, sito a Paganica nelle campagne del Contado a est di L'Aquila.


📌 Un'altra attestazione del 《pennerone》, è testimoniata dalla signora Antonella Pezzopane che racconta del 《PINNERONE》 di Onna, a poca distanza da Paganica, sempre nella campagna aquilana:
A Onna  c'era il pinnerone!   Era il posto di ritrovo per  fare due chiacchiere. Sempre pieno di  giovani  la sera.》.

📌 《Ju PINNERO'》 di Onna, di cui parla anche la signora Marzia Masiello in questo post del 2020 su "Radio L'Aquila 1":

Nel caso di Onna sarebbe bello e importante ricollocarne un esemplare nel luogo in cui si trovava, per coltivarne attivamente il significato sociale negli usi e nella memoria storica del paese.
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📌 Un'altra testimonianza dei 《pinneroni》 si ritrova, ad esempio, anche nella Bassa Valle dell'Aterno, come ad Acciano (L'Aquila):
《[...] Acciano è famosa per le sue cantine scavate nella roccia calcarea, dove, non in tutte, si trova una grossa pietra cilindrica chiamata “pinnerone” che serviva a spremere le vinacce [...]》
(Da:
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📌 Il pinnerone per la spremitura delle olive è invece narrato in questo post del 2005:

Il meccanismo descritto è sostanzialmente sempre lo stesso, come abbiamo visto, a prescindere che si tratti di uva/vinacce o di olive:
《[...] Quanta fatica per farlo,per trasportarlo al "montano"dove veniva appeso ad un asse come pressa e dove un asino paziente e rassegnato iniziava,come un rito,a girare intorno al palo,muovendo le grosse pietre circolari [...]》.
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Un ringraziamento, per gli spunti, alla signora Antonella Pezzopane per la sua testimonianza diretta del 《pinnerone》 di Onna e al signor Fernando Rossi, studioso e amministratore del gruppo FacebookPaganica de 'na vote》, autore dell'interessante post.


Mauro



mercoledì 10 agosto 2022

LA NOSTRA STORIA AGRARIA - TOPONIMI E VOCABOLI

La nostra Storia - Toponimi e vocaboli agrari


🟢 le MASSALE, lo CANNO, SPAONA'


Partendo da un post pubblicato nel gruppo Facebook 《Paganica de na vote》 :

https://www.facebook.com/groups/509542385852575/permalink/2447546365385491/


📌 《Le MASSALE》: località con pozzo o fosso per la purgatura della canapa. 

Toponimo attestato in alcune aree delle campagne intorno a L'Aquila, dove le caratteristiche dei terreni erano più favorevoli alla coltivazione della Canapa comune (Cannabis sativa) - 《lo CANNO》 - fibra vegetale molto utilizzata in passato e talora, più sporadicamente, ancor oggi, ad esempio nella impermeabilizzazione dei giunti delle tubature idrauliche, anche se generalmente sostituita da fibre artificiali.


📌 In particolare nella campagna ad est dell'Aquila è presente una 《Via delle Massale》- importante odonimo agrario - nella frazione di Onna e la località 《le Massale》 nella vicina frazione di Tempèra, entrambe situate in aree dove la maggior presenza d'acqua favoriva la coltivazione della Canapa comune.


📌 Come riferisce il signor Vincenzo Rossi, riguardo alla frazione aquilana di Tèmpera, 《le MASSALE》 è la località dove si metteva 《a cura' lo CANNO》 (a curare la canapa) dentro dei fossi appositi.


📌 Sempre il signor Vincenzo Rossi:

《[...] ricordo da ragazzo che i vecchi agricoltori, dopo aver seminato la canapa, prima di raccoglierla, dicevano che dovevano andare a "SPAONA' ". Significava  di estirpare le piante infestanti, questo lavoro si faceva rigorosamente al mattino, altrimenti se scaldava il sole, un odore strano ti dava fastidio. Dopo anni mi sono reso conto di quel fastidio, era il fiore e che oggi é droga, mentre con lo stelo si faceva la rinomata canapa, che lavorata particolarmente, si usava in tanti modi.》


Ringrazio il signor Vincenzo Rossi per la testimonianza toponomastica e dialettale, e il signor Fernando Rossi, studioso e amministratore del gruppo 《Paganica de na vote》, per il post da cui ho tratto spunto per questo brevissimo excursus.

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📌 Nota. Nel dialetto aquilano, e sue varianti, è presente il genere neutro che al maschile è distinguibile dall'uso dell'articolo 《lo》 al posto di 《ju / lu》. Entrambi si traducono come 《il》 con la differenza che 《lo》 indica sostanze, oggetti, concetti astratti, espressi appunto nel genere neutro (lo cacio = il cacio, il formaggio; lo stupidu = il futile; lo canno = la canapa).


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📌 Sulla canapa, più in generale.

I vari passaggi della Canapa coltivata (Cannabis sativa):

da quella grezza a quella lavorata, fino a quella tinta:

- Canapa in erba;

- Canapa greggia, ossia macerata e battuta;

- Canapa graffiata o spinata;

graffiata o spinata in gargiolo;

- Canapa, e stoppa di canapa filata greggia;

imbiancata;

filata e tinta.


📖 ( Fonte《Tariffa generale per l'esazione dei dazj d'introduzione, uscita e transito nel territorio degli Stati Estensi》, 1816.

https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.icar.beniculturali.it/biblio/pdf/LexEsten/vIIIc33/02_T3_1816c33.pdf&ved=2ahUKEwikkfvtubz5AhXTXfEDHZjHBeoQFnoECC8QAQ&usg=AOvVaw1U24iL2DYw6EceqwmqYG8Z )

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📖 Il lemma 《Canapa》 nel Grande dizionario della lingua italiana UTET:

pag. 614

https://www.gdli.it/pdf_viewer/Scripts/pdf.js/web/viewer.asp?file=/PDF/GDLI02/GDLI_02_ocr_619.pdf&parola=c%C3%A0napa


pag. 615

https://www.gdli.it/pdf_viewer/Scripts/pdf.js/web/viewer.asp?file=/PDF/GDLI02/GDLI_02_ocr_620.pdf&parola=canapa

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📖 A. Buonopane,《La Canapa nel Veneto romano: testimonianze epigrafiche》:

https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.academia.edu/2110317/La_canapa_nel_Veneto_romano&ved=2ahUKEwikkfvtubz5AhXTXfEDHZjHBeoQFnoECDcQAQ&usg=AOvVaw30OaGB_KA2kwZJVSPaVBWl

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Mauro



lunedì 8 agosto 2022

TRA SPÀLATO E RAGUSA (DI DALMAZIA) - IL PONTE DI SABBIONCELLO

 

Veduta notturna
(Fonte immagine:
https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2022/08/nuovo-ponte-croazia-1024x683.jpg )


Veduta diurna dall'alto
(Fonte immagine:
https://www.ansa.it/webimages/img_457x/2022/7/25/71eb79a48ee9d6e8a9e38ec8b3098df3.jpg )




TRA SPÀLATO E RAGUSA 
(DI DALMAZIA) -
IL PONTE DI SABBIONCELLO



🌍 🇧🇦 La Repubblica di Bosnia ed Erzegovina dispone di uno stretto ma importante 《corridoio》 territoriale, largo pochi kilometri, che le consente lo sbocco sul Mare Adriatico e quindi le comunicazioni marittime. 
Si tratta del 《corridoio di Neum》 dal nome della città portuale bosniaca.

📌 Questo 《corridoio》- però -《taglia》 in due il territorio della Croazia 🇭🇷, 《isolando》 amministrativamente a sud la Contea raguseo-narentana, ossia il distretto di Ragusa di Dalmazia (Dubrovnik), rendendola quindi un'exclave rispetto al resto della Croazia, situata prevalentemente a nord del 《corridoio di Neum》.

📌 Pertanto, fino a poco tempo fa, se dalla Croazia si doveva raggiungere la contea-exclave di Ragusa/Dubrovnik, bisognava attraversare per due volte (entrata e uscita), la frontiera con la Bosnia ed Erzegovina.
E viceversa, ovviamente.

🏗 Per tale motivo, dopo alterne vicende di natura politica ed economica, è stato costruito il 《Ponte di Sabbioncello》: un ponte prevalentemente strallato che attraversa circa 2,4 km di mare, collegando il territorio della Croazia direttamente con la contea di Ragusa/Dubrovnik, aggirando il 《corridoio di Neum》 e approdando sulla penisola di Sabbioncello (Pelješac) nel territorio amministrativo di Ragusa/Dubrovnik.

📌 Il ponte, inaugurato il 26 luglio 2022, attraversa il mare proprio di fronte allo sbocco bosniaco di Neum: per questo, l'altezza del piano stradale sul livello delle acque e la larghezza delle campate hanno dovuto tenere in conto la necessità di consentire il transito regolare delle navi in entrata e in uscita dal porto bosniaco di Neum.
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🌍 Nota. Per orientarci meglio:
lo sbocco del corridoio di Neum e il nuovo ponte si trovano pressappoco a una latitudine compresa tra San Benedetto del Tronto e la frazione di Porto d'Ascoli, poco più a nord del confine Marche-Abruzzi.
Semplicemente, sulla sponda opposta del Mare Adriatico.


Mauro
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➡️ Qualche ulteriore dettaglio sul ponte è disponibile, ad esempio, in:
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P.S. A prima vista un ponte 《strallato》 può sembrare uguale a un ponte 《sospeso》. Il principio è simile ma con una variabile sostanziale.
La differenza principale è nella posizione-struttura dei cavi che reggono le campate del ponte.
Nel ponte 《sospeso》 grandi cavi portanti - a parabola - partono dai piloni, e da ciascuno di questi grandi cavi scendono dei cavi minori (pendìni) che mantengono in sospensione l'impalcato della strada.
Nel ponte 《strallato》, invece, i cavi che sostengono la strada partono tutti quanti dai piloni. Questi cavi si chiamano 《stralli》 , sostantivo utilizzato nel linguaggio nautico, da cui l'aggettivo 《strallato》.
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