lunedì 20 giugno 2022

TRANQUILLITÀ DELLA SERA

 

(Foto: Mauro Rosati, 2019)



TRANQUILLITÀ DELLA SERA

L'Aquila, 18 giugno 2022
In prossimità delle mura del Quarto di Santa Maria.
Un suono nitido, delicato e cadenzato: è il rintocco di una campana che scandisce l'orario, e introduce la tranquillità della Sera. 


Tranquillità della Sera 🌙 

Calato il Sole, scesa la Sera, 
i motori si diradano,
la frenesia si acquieta,
i rumori si placano.
Animali che riposano,
altri che si svegliano.

Nell'aria 《libera》,
senza più frastuoni,
finalmente si ode,
vicina o lontana (?),
una piccola campana,
che 《antica》 scandisce le ore. 🔔

Piacevole sonorità quotidiana. 🎶

Da dove proviene?
Forse da un monastero,
forse da una chiesina! ⛪ 

Gradevole suono che dice:
- la giornata è conclusa! -

Il tempo appare più lento,
l'animo si rilassa contento. 

Ora serena, si riapre la mente,
schiudendo l'intelletto,
liberando il pensiero,
che si fa 《fertile》,
finalmente, nuovamente. 🌱


Mauro Rosati


martedì 7 giugno 2022

《Belvedere AMALIA SPERANDIO - Fotografa -》

(Foto: Sandro Zecca, 2022)

 

《Belvedere 

AMALIA SPERANDIO 

- Fotografa -》


Dalla riscoperta di una figura a lungo dimenticata all'intitolazione di un giardino-belvedere.

La figura di Amalia Sperandio.

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Amalia Sperandio (1855-1848), fotografa aquilana, nata a Corfù nel 1855 durante l'esilio del padre, antiborbonico. 

Cresciuta a Napoli dopo l'Unità d'Italia, dove i genitori erano librai. 

Insieme alla madre, originaria di San Marco di Preturo, dopo la morte del padre giunse ad Aquila, dove si stabilì e si avvicinò alla fotografia, scoprendo questa sua vocazione artistica.

Una figura che si lega quindi fisicamente e simbolicamente a tre luoghi che la videro nascere, crescere e poi intraprendere la strada che l'ha 《immortalata》 (proprio come in una fotografia): 

Corfù, Napoli, L'Aquila.


Un vanto per la nostra Città sotto molti punti di vista. 

Un vanto valorizzato soprattutto in anni recenti.


Un nome che forse già avevamo letto varie volte, magari più distrattamente, sotto molte immagini consultabili in rete oppure in pubblicazioni di raccolte. E magari senza neanche pensare a una donna: 

una donna fotografa?! ...in quell'epoca? ...quando mai! ...fammi il piacere!

Un nome riportato a maggiore attenzione, nell'ultimo decennio, da alcuni nostri appassionati concittadini e in particolare dal Gruppo Aquilano di Azione Civica 《Jemo 'nnanzi》: ricerche, mostre, pubblicazione.

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Un vanto sotto diversi aspetti.


Amalia Sperandio è stata fotografa nei tempi in cui la fotografia era ancora pionieristica, una nuova tecnologia ancora poco diffusa, soprattutto al di fuori delle grandi città metropolitane.

È stata fotografa e per di più...una fotografa donna!!


Fotografa donna, in un'epoca in cui le donne italiane non avevano ancora il diritto di Voto: in Italia il suffragio universale maschile fu introdotto nel 1913, mentre per quello femminile bisognerà attendere il 1946.


Fotografa donna, in un'epoca in cui erano poche le donne che potevano dirsi 《emancipate》 , per lavorare, viaggiare, studiare. 

Un'epoca in cui la donna era 《proprietà》 della famiglia di origine fino al compimento degli Studi e al matrimonio (al massimo, 《esagerando》, veniva concesso il Diploma; impensabile l'Università).

Una volta sposata, la 《proprietà》 femminile passava al marito. 

Un'epoca in cui era quasi impensabile che la donna volesse o potesse scegliere di lavorare in autonomia, a meno che non fossero 《mestieri》 di fatica riservati alle donne (figli, casa, e altri pochi spazi riservati, purché sempre sotto controllo 《padronale》); e talora, addirittura, mestieri 《da uomini》 dove le donne facevano però comodo (come le fatiche della campagna, e non solo), per non parlare delle donne che, per vari motivi, hanno dovuto fare da madri e da padri (talvolta anche al giorno d'oggi).


Non voglio fare retorica scontata, né un trattato sulla condizione della Donna dalle origini dell'Umanità ad Oggi, ma soltanto far risaltare la particolarità, l'eccezionalità, della figura di Amalia Sperandio: fotografa donna; professione per nulla scontata ai suoi tempi.

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Dopo la sua 《riscoperta》, mancava solo uno spazio da intitolarle, possibilmente all'altezza della personalità.


E così desidero citare, con orgoglio civico e personale, anche un mio piccolissimo 《vanto》.

Quando si parlava d'intitolazione, camminando un po' con il pensiero, ho pensato allo stupendo giardino-belvedere sulle mura di Porta Branconia. Un luogo senza intitolazione, nonostante la sua bellezza e la sua storia, che si apre come un meraviglioso giardino pensile lungo Viale Duca degli Abruzzi.


Personalmente ho pensato: 

quale posto migliore di un giardino-belvedere con un paesaggio che spazia sulla zona ovest della nostra Città e abbraccia il contorno delle nostre montagne, dalle propaggini del Gran Sasso a nord, passando per la cima del Terminillo a nord-nord-ovest, fino ai più vicini monti che incorniciano l'Altopiano aquilano a ovest e a sud? 

Una veduta che sovrappone diversi piani prospettici, dalle Mura sottostanti ai monti più distanti.


E così, nel giugno del 2020, avanzai una proposta scritta, sottoscritta insieme all'amico studioso Sandro Zecca. 

Proposta poi accolta e condivisa dai nostri colleghi della Commissione per l'Onomastica stradale, che ringrazio tutti insieme al segretario Roberto Russo: 

Liliana Biondi - presidente -, Walter Cavalieri, Rodolfo Ludovici, Mario Renzi, Simone Zigrossi.

Grazie alla sensibilità di tutte le Istituzioni che hanno poi ricevuto, esaminato e approvato la proposta, si è giunti all'intitolazione ufficiale.


E, grazie infine alla donazione del Gruppo civico 《Jemo 'nnanzi》, l'intitolazione è diventata anche una bellissima targa rispettosa del contesto, scoperta ufficialmente il 02 giugno 2022, in concomitanza con l'anniversario di un importante evento storico: 

la Battaglia dell'Aquila (o Battaglia di Bazzano) del 02/06/1424, che segnò la liberazione della città dall'assedio delle truppe mercenarie di Braccio da Montone, dopo oltre un anno di difesa proprio da quelle stesse mura dalle quali oggi si affaccia il giardino Belvedere Amalia Sperandio.



Mauro Rosati



venerdì 3 giugno 2022

LA STAZIONE TERMINI E LA 《PIAZZA DELLE TERME》, UNO SPACCATO DI STORIA NARRATO DAI LUOGHI (1863-1925)

Fig.1 - Mappa di Roma del 1876 (dettaglio):
in alto a destra la Stazione Termini e le mura serviane.

(Fonte immagine:
https://www.rerumromanarum.com/2017/02/vecchia-stazione-termini.html?m=0 )

 

Fig. 2 - La Stazione Termini, Piazza dell'Esedra e le Terme di Diocleziano in una mappa di Roma del 1925.
(Fonte immagine: 
http://www.stagniweb.it/foto6.asp?File=rm925&InizioI=1&RigheI=50&Col=4 )



LA STAZIONE TERMINI E LA 《PIAZZA DELLE TERME》, UNO SPACCATO DI STORIA NARRATO DAI LUOGHI (1863-1925)


Prendendo spunto da un interessantissimo post pubblicato sul gruppo FacebookBELLEZZE d'ITALIA》 ( https://www.facebook.com/groups/bellezzeitalia/permalink/1365389290613090/ ) ho colto l'opportunità di ricostruire un breve spaccato storico e odonomastico nella zona tra la Stazione Termini, le Terme di Diocleziano e Piazza della Repubblica a Roma.

Una finestra cronologica compresa tra il 1863 e il 1925.

Uno spaccato di Storia, di Roma e d'Italia, narrato dai luoghi, dai nomi, dai monumenti.

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Nell'immagine d'epoca del post (1868) è ritratta la prima stazione ferroviaria di Roma, denominata 《Stazione Centrale delle Ferrovie Romane》, potremmo dire 《la prima Stazione Termini》.

( Immagine in: https://m.facebook.com/groups/bellezzeitalia/permalink/1365389290613090/ )


Sulla pianta in alto (1876; Fig. 1), invece, si vedono la nuova stazione realizzata nel 1874 (in alto a destra; demolita poi nel periodo 1938-1949), e il tracciato delle mura serviane (dal re Servio Tullio), la cinta muraria più antica di Roma, evidenziato a ridosso della stazione ferroviaria.

Interessante osservare la dicitura 《Gâre》 a indicare la stazione ferroviaria che si ispirava agli eleganti e leggiadri modelli delle 《gâre》 parigine e di cultura francese in generale.


La nuova stazione del 1874, così come la precedente, è molto vicina alle Terme di Diocleziano da cui derivano il nome della stazione stessa e della Piazza antistante: 

Piazza di Termini (o Piazza delle Terme), divenuta Piazza dei Cinquecento dopo la disfatta militare italiana di Dogali (26/01/1887), in Eritrea, durante la campagna coloniale.


Il 05/06/1887 nella Piazza antistante alla stazione fu inaugurato il memoriale con obelisco dedicato ai circa 500 Caduti di Dogali, successivamente spostato nella collocazione attuale (1924), a poca distanza dal Piazzale dei Cinquecento, nei giardini di Viale delle Terme di Diocleziano (Giardini Luigi Einaudi).


La denominazione di Piazza di Termini rimase invece nell'odierna Piazza della Repubblica, detta anche Piazza Esedra, davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angeli.

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Riporto di seguito, una breve cronologia cartografica e onomastica della zona, dal 1863 al 1925, riorganizzata sulla base delle fonti sitografiche e cartografiche citate.


Le prime due stazioni ferroviarie, sorgevano in posizione più avanzata rispetto a quella odierna, nello spazio dell'attuale Piazza dei Cinquecento.


1863: in una planimetria di Roma (di Luigi Nisi Cavalieri), la stazione ferroviaria non è ancora visibile. La Piazza di Termini è riportata in corrispondenza dell'odierna Piazza della Repubblica e del Viale delle Terme di Diocleziano.

Le antiche Terme sono invece riportate come 《Terme di Diocleziano, ora Certosa》 (con riferimento alla Certosa eistente all'interno dell'ex complesso termale romano, adiacente alla chiesa di Santa Maria degli Angeli).

(Fonte cartografica: 

https://geoportale.cittametropolitanaroma.it/cartografia-storica/20/40/roma-nel-1863 )


1873: pianta di Roma di Giuseppe Micheletti.

È presente la seconda stazione Termini, quella nuova inaugurata nel 1874 e demolita tra il 1938 e il 1949, sempre in posizione più progredita rispetto alla stazione odierna.

La denominazione di Piazza di Termini si è estesa nel frattempo anche alla piazza antistante alla nuova Stazione ferroviaria.

Si comincia a configurare la planimetria trapezoidale degli odierni Viale Luigi Einaudi (diagonale) e dei Giardini Einaudi, tra la Stazione e l'attuale Piazza della Repubblica.

(Fonte cartografica: 

https://geoportale.cittametropolitanaroma.it/cartografia-storica/20/40/roma-nel-1873-0 ).


1884: pianta di Roma 《a volo d'uccello》, di Romolo Bullo.

La seconda stazione Termini, nello stile della 《Gâre》 francese, è riportata a rilievo tridimensionale (in assonometria).

È presente l'odonimo (nome di strada) 《Piazza di Termini》 sia davanti alla stazione ferroviaria, sia nell'odierna Piazza della Repubblica, con l'odierna conformazione dei Giardini Einaudi.

(Fonte cartografica: 

https://geoportale.cittametropolitanaroma.it/cartografia-storica/20/40/roma-nel-1884 )


1889: pianta di Roma di autore anonimo.

La Piazza antistante alla Stazione è diventata 《Piazza dei Cinquecento》, in seguito alla disfatta militare di Dogali del 26/01/1886.

Al centro della piazza, in asse con la stazione ferroviaria, è visibile il monumento ad obelisco alla Memoria dei circa cinquecento Caduti della battaglia, inaugurato il 05/06/1886.

L'odonimo di 《Piazza di Termini》 ritorna a indicare soltanto lo spazio tra gli odierni Piazza della Repubblica e Viale delle Terme di Diocleziano.

(Fonte cartografica: 

https://geoportale.cittametropolitanaroma.it/cartografia-storica/20/40/roma-nel-1889 )


1891: pianta di Roma a cura dell'Istituto Cartografico Italiano.

La planimetria conferma la situazione del 1889, con 《Piazza dei Cinquecento》, il monumento al centro della piazza, la pianta 《a trapezio》 degli odierni Giardini Einaudi, i due assi degli odierni Viale Luigi Einaudi (lato obliquo dei giardini) e Viale delle Terme di Diocleziano.《Piazza di Termini》, invece, indica lo spazio dell'attuale Piazza della Repubblica.

La planimetria riporta anche la Certosa con chiostro, alle spalle di Santa Maria degli Angeli, nel complesso delle ex Terme di Diocleziano.

(Fonte cartografica: 

https://geoportale.cittametropolitanaroma.it/cartografia-storica/20/40/roma-nel-1891 )


1925: mappa turistica di Roma con le linee ferrotranviarie.

Il monumento ai Caduti di Dogali è stato spostato da Piazza dei Cinquecento e ricollocato nella posizione odierna, al centro degli attuali Giardini Einaudi.

Piazza di Termini, davanti a Santa Maria degli Angeli, è diventata 《Piazza dell'Esedra》 (oggi Piazza della Repubblica).

(Fonte cartografica, Fig. 2 in alto:

http://www.stagniweb.it/foto6.asp?File=rm925&InizioI=1&RigheI=50&Col=4 )



Mauro

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Sitografia di riferimento:

https://www.rerumromanarum.com/2014/04/lobelisco-di-dogali.html?m=1


https://www.turismoroma.it/it/luoghi/obelisco-di-dogali


https://www.treccani.it/enciclopedia/dogali


https://www.rerumromanarum.com/2017/02/vecchia-stazione-termini.html?m=1


https://www.rerumromanarum.com/2020/04/piazza-dei-cinquecento.html?m=1