giovedì 24 febbraio 2022

CARDO SELVATICO, CARDO 《SANTO》

 

(Foto: Paola Cinque, 2022)


CARDO SELVATICO, 

CARDO 《SANTO》


Una delle molte varietà di cardo.

Il cardo, nelle sue varianti, è diffuso in EurAsia particolarmente nell'area mediterranea e in Asia centrale.


In questo caso (foto in alto) si tratta di un cardo selvatico a fusto basso, a forma di stella, con infiorescenza centrale circondata dalle caratteristiche foglie a raggiera.

In alcune zone viene chiamano popolarmente il 《cardo santo》 perché la sua forma ricorda un'ostia (l'infiorescenza) all'interno, circondata dai raggi come in un ostensorio.


Secondo alcune ipotesi, questa tipologia di cardo potrebbe essere stata d'ispirazione alle maestranze medievali che lavorarono agli stupendi motivi fito-floreali a rosa che troviamo su molti tra gli amboni abruzzesi più belli.


Non essendo un botanico, non entro nei dettagli delle classificazioni scientifiche, particolarmente complesse e basate anche su piccole differenze.


L'esemplare nell'immagine in alto (foto di Paola Cinque) è stato fotografato pochi giorni fa sull'altopiano chiamato Piano di Fugno (quota circa 1400 metri di altitudine), lungo il versante sud-occidentale del Gran Sasso d'Italia, non lontano dal borgo di Filetto (L'Aquila) uno dei castelli fondatori della città dell'Aquila.


Mauro



domenica 20 febbraio 2022

《MANDORLO....! MANDORLO...!》

Fiori di ciliegio (tipologia Prunus avium).
Cosa ha a che fare il ciliegio con il mandorlo?
Lo vediamo più avanti in questo post! :-)

(Foto: Mauro Rosati; fine marzo 2021)

 

《MANDORLO....! MANDORLO...!》


Febbraio e il mandorlo: i proverbi climatici di stagione, ereditati dalla cultura contadina e utili ancora oggi.

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1 - I proverbi climatici dei nostri contadini


Se febbraru non febbrarea,

marzu e abbrile lo reparea!


(Se febbraio non fa il febbraio, 

ci pensano marzo e aprile a rimediare)


Traduco adattando perché non esiste quasi mai una corrispondenza alla lettera tra una lingua e l'altra (es. in lingua italiana ufficiale non esiste il verbo 《febbraiare》, ossia 《fare il febbraio》, inteso come neve e freddo invernale).


Il proverbio, in uso ancora oggi, ha origini contadine ed esprime preoccupazione quando febbraio è troppo mite con le temperature.

Temperature troppo 《generose》 a febbraio, infatti, provocano un risveglio anticipato della Natura, compresi alberi da frutto e varie colture che poi vengono 《cotti》dalle successive gelate, ancora possibili fino ad aprile, soprattutto qui nelle zone montane.

La conseguenza è una carenza di prodotti da molte di queste colture.

Quindi il 《riparare》 di marzo e aprile è inteso come il danno provocato da nuove e normali gelate dopo un mese di febbraio troppo mite, considerato che siamo ancora nel pieno dell'Inverno.


(Area linguistica: Appennino centrale reatino-aquilano)

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2 - I proverbi climatici dei nostri contadini


Al proverbio di febbraio se ne collega concettualmente un altro, sempre di origine contadina:


Mandorlo, mandorlo, non fiorire,

che arriva marzo e te n'hai da pentire.》


In questo caso si immagina un 《appello》 metaforico al mandorlo affinché non anticipi la fioritura.

Nelle nostre zone montane il mandorlo fiorisce generalmente intorno alla metà di marzo, qualche volta un po' prima, altre volte un po' dopo, a seconda delle annate.

Quindi, se il mandorlo fiorisce troppo in anticipo (prima di marzo), magari proprio a causa di un febbraio mite, il rischio concreto è quello di gelate successive che 《cuociono》(《'ncotte》) le fioriture.

Un altro albero da frutto molto esposto al rischio di fioriture precoci è, per esempio, l'albicocco.

D'altra parte il mandorlo e l'albicocco appartengono alla stessa famiglia, quella del 《Prunus》, che comprende diverse altre piante da frutto come il ciliegio, il susino, il pesco.


(Area geografico-linguistica: Appennino centrale reatino-aquilano)


Mauro




giovedì 17 febbraio 2022

«CHE ORE SONO A L'AQUILA?»

 

Il meridiano di Termoli
(in grassetto)
Tra la punta più a Est del Salento e il punto più ad Ovest delle Alpi Cozie, c'è un fuso orario effettivo di circa 48 minuti.


«CHE ORE SONO A L'AQUILA?»


Se il nostro orologio segna le 12:00 ora solare italiana (UTC+1), a L'Aquila che ore sono realmente?
Sono le 11:54 circa, ossia 6 minuti più dietro.

Quando mi riferisco a L'Aquila intendo come riferimento il meridiano che passa per il Palazzo civico e la Torre civica, ossia:
longitudine circa 13° 23' 53" E
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Perché 6 minuti in meno rispetto all'ora nazionale? 

Vediamo insieme.


Come sappiamo, dall'Ottocento la Terra è stata divisa idealmente in 24 《spicchi》, corrispondenti ai 24 fusi orari che si calcolano dal Meridiano Universale (quello passante per Greenwich,  a Londra).

Ogni spicchio, pari a 15° di longitudine, corrisponde a un'ora:
un'ora in meno se si va verso Ovest, un'ora in più se si va verso Est.
In teoria tutto lo spazio all'interno di ciascuno spicchio adotta lo stesso orario, anche se in realtà vi sono diverse eccezioni perché in molti Paesi i confini del fuso orario sono irregolari, in quanto seguono i confini amministrativi dello Stato; oppure per altri motivi.
Nei Paesi molto grandi, poi, ci sono più fusi orari.
Ad oggi, i fusi orari effettivi son più di 24.


Nel caso dell'Italia, l'ora solare ufficiale è quella del quindicesimo meridiano a Est di Londra (longitudine 15° 00' 00" E) passante per Termoli: quindi un'ora in più rispetto a quella universale (UTC+1) e due ore in più quando è in vigore l'ora legale (UTC+2).

>UTC=Universal Time Coordinated (Tempo Coordinato Universale).

Quindi, quando leggiamo gli orologi in Italia è come se leggessimo l'ora di Termoli: per comodità, ovviamente, adottiamo lo stesso orario in tutta Italia.
Ma naturalmente in Italia ci sono località più a est e località più a ovest rispetto a Termoli, che differiscono quindi di alcuni minuti, in più o in meno, rispetto all'orario ufficiale nazionale.
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Nel caso dell'Aquila, come abbiamo già visto, prendiamo come riferimento il meridiano che approssimativamente passa per il Palazzo civico e per la Torre civica: longitudine 13° 23' 53" E.
Quindi L'Aquila si trova più a Ovest  ( perciò più 《indietro》) rispetto ai 15° del meridiano di Termoli:
precisamente 1° 36' 7" più 《indietro》.


Poiché sappiamo che 15° corrispondono a un'ora (60 minuti), allora 1° (un grado) corrisponde a 4 minuti (60:15=4).
E, poiché 1° (un grado) corrisponde a 4 minuti, allora 15' (15 primi) corrispondono a 1 minuto (infatti 1 grado = 60 primi e 60:4=15).


Torniamo a L'Aquila: abbiamo detto che siamo a 1° 36' 7" più a Ovest del meridiano di Termoli.
Perciò: (1° = 4 minuti) + (36' = 2,4 minuti) + (7" = circa 0,067 secondi).

Per semplicità, se arrotondiamo soltanto ai minuti - e senza i decimali - abbiamo un totale di 6 minuti:
per cui quando leggiamo il nostro orologio a L'Aquila sappiamo che la nostra ora locale è di 6 minuti indietro rispetto a quella ufficiale che leggiamo sull'orologio.

Per esempio: quando l'orologio segna le 12:00, da noi sono le 11:54; quando segna le 12:06, da noi sono le 12:00.
Il discorso vale ovviamente a qualsiasi ora: guardiamo l'orologio e togliamo 6 minuti.


Ciò significa anche che quando adottiamo l'ora legale, se ufficialmente ci portiamo un'ora avanti (è come se ci spostassimo dal meridiano 15° Est di Termoli a quello 30° Est di San Pietroburgo), nella nostra città ci portiamo effettivamente a 1 ora e 6 minuti più avanti rispetto al nostro orario naturale.
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Il 《Mezzogiorno locale》: un'altra cosa ancora.

Il fuso orario locale che abbiamo visto è una curiosità per leggere gli orologi e vale a tutte le ore

Non dobbiamo confonderlo con un'altra cosa ancora: 
il 《mezzogiorno locale》, cioè il momento in cui il Sole passa effettivamente per il meridiano della nostra città e raggiunge il punto più alto della giornata.
Il Sole infatti non passa nello stesso punto ogni 24 ore esatte, ma a volte un po' prima, a volte un po' dopo, perché il giorno naturale non dura 24 ore esatte.
In questo caso bisogna tener conto dell'《equazione del tempo》, una tabella fissa di minuti e secondi da aggiungere o da sottrarre a seconda del periodo del mese e dell'anno.


Quindi, per calcolare il 《mezzogiorno locale》 dell'Aquila dobbiamo fare questo piccolo conto:
ore 12:00 (ufficiale) + / -《l'equazione del tempo》+ i 6 minuti di differenza tra la longitudine dell'Aquila e il meridiano ufficiale dell'Italia.
Ovviamente, quando è in vigore l'ora legale, dobbiamo aggiungere un'ora in più al risultato.


Esempio. Oggi, 17 febbraio, il nostro《mezzogiorno locale》 è stato alle ore 12:20 circa (ora solare ufficiale dell'Italia):
ore 12:00 (ufficiali) + 14 minuti (equazione del tempo di oggi) + 6 minuti (differenza di longitudine).


Mauro

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Spunti sitografici (URL consultati in data 17/02/2022).


Tabella dell'equazione del tempo:


Calcolo del mezzogiorno locale:


Ovviamente, quando si va di fretta e/o si vogliono vedere i vari dettagli della giornata, si possono anche consultare le molte effemèridi che si trovano online, selezionando il mese, la località e controllando sotto la voce 《culminare》 (del sole).
Ecco un esempio, fra i tanti siti disponibili:


martedì 1 febbraio 2022

《SCONTRO TRA CIVILTÀ》...SULLA SCACCHIERA

 


Lo schieramento incaico

Lo schieramento coloniale spagnolo



《SCONTRO TRA CIVILTÀ》
...SULLA SCACCHIERA

Acquisto di alcuni anni fa, da una bancarella peruviana; in occasione della Fiera dell'Epifanìa.


《Scontro tra Civiltà》 sulla scacchiera. 
Al posto dei consueti Bianchi e Neri, in questo caso gli sfidanti sono lo schieramento dell'impero Inca e i 《Conquistadores》 dell'impero spagnolo.

I pezzi sono in semplice terracotta dipinta. 
La scacchiera 8x8, in masonite, è richiudibile grazie a due cerniere: l'interno è cavo e rivestito di gommapiuma per potervi riporre i piccoli scacchi (i più alti raggiungono i 5 cm circa dei re e i 4,5 cm circa di regine e torri).
L'esercito incaico schiera dei lama al posto dei cavalli (meno probabile che si tratti dell'àlpaca, generalmente più basso).

Mauro



CAMOMILLA DI GENNAIO

CAMOMILLA DI GENNAIO

Si sono conclusi i tre 《giorni della merla》 (29-30-31 gennaio).


La merla è rimasta bianca (al massimo un po' grigia). 

Di freddo (quello vero) neanche l'ombra.


E gennaio è rimasto (quasi) a secco: 

solo 1 giorno di neve e 3 giorni di pioggia stentata.

Complessivamente è piovuto e nevicato l'87% in meno rispetto al normale.


Ancora una volta, un gennaio 《alla camomilla》 con pochissime giornate veramente invernali; 

temperatura media pari a 1 grado sopra il normale (come se la nostra temperatura corporea fosse di 37,5 °C).


E oggi raffiche di vento > causa: 

il contrasto tra le normali correnti d'aria fredda e quelle troppo calde rispetto alla stagione.


Mauro