mercoledì 6 settembre 2017

Rimboschimenti sì, rimboschimenti no - Forse la soluzione sta nel mezzo

A 3 km da Antrodoco: senso unico alternato per caduta massi.

04 settembre 2017 - I danni su Monte Giano

A 4 km da Antrodoco, verso Madonna delle Grotte: senso unico alternato per caduta massi.

E dopo gli incendi ecco le primissime conseguenze: nelle foto siaml lungo la strada delle gole di Antrodoco, a 3 e 4 km dalla via Salaria, si vede il senso unico alternato in due punti per pericolo caduta massi; e poi cominceranno a franare il suolo bruciato e i tronchi degli alberi. E questo vale per ogni bosco dove montagne particolarmente ripide sono andate a fuoco.
Limitandoci all' Abruzzo (in cui considero anche la confinante Antrodoco), ora si parla della questione rimboschimento, molti non lo vorrebbero e secondo gli organi di informazione una legge impedisce l'azione di rimboschimento nei primi 5 anni dall'incendio; qualcun altro invece è favorevole.
Quel che è evidente è che non si possono lasciare interi ettari di bosco bruciati abbandonati a se stessi solo perché eventuali rimboschimenti potrebbero dar luogo a speculazioni economiche; se il problema è questo si vigili rigorosamente.
In alcune zone, soprattutto sui versanti ripidi di alcuni monti, gli alberi sono una protezione necessaria da caduta massi, frane e valanghe (es. Fonte Vetica e Monte Siella, Monte Giano, Monte Morrone, ecc.). Quindi la rinascita dei boschi va aiutata e non può essere lasciata solo a se stessa.
Non sono un esperto in materia agro-silvo-pastorale ma penso che i rimboschimenti vadano fatti: non "a pioggia", dovunque, senza criterio, ma vadano fatti in quei punti dove i boschi da soli non potrebbero ricrescere naturalmente! Per evitare disastri idrogeologici a catena! Potrebbero essere effettuati rimboschimenti mirati che facciano da "pilota" per la rinascita dei nuovi boschi spontanei!
E poi intanto nei periodi buoni (autunno-inverno-primavera) lavoriamo anche sulla prevenzione lì dove i boschi sono ancora integri: ripulire i sottoboschi da sterpaglie e legno secco, prodotti molto richiesti nel campo delle biomasse, a fine primavera facciamo rispettare seriamente le ordinanze tagliando l'erba e fresando i terreni vicino ai boschi, facciamo taglio a sfoltimento delle piante secche, e creiamo linee tagliafuoco.
In questo modo gli incendi ci troveranno molto più preparati e faranno meno danni. È, ultima ossservazione, ma non
meno importante, individuiamo aeroporti d'emergenza in punti geografici centrali, interni agli Appennini e vicino ai grossi bacini d'acqua.

Mauro Rosati