mercoledì 27 aprile 2022

LA 《FONTE GRANDE》, IL VALORE DELL'ACQUA

 

Fig. 1
(Foto: Marta Vittorini, 2022)

Fig. 2
(Foto: Marta Vittorini, 2022)


Fig. 3
(Foto: Marta Vittorini, 2022)



LA 《FONTE GRANDE》, 

IL VALORE DELL'ACQUA


《QUEST'ACQUA / 

PER INDEFESSO E GENEROSO LAVORO /

DA LONTANE SORGENTI RACCOLTA / 

FE' PAGO UN DESIDERIO DI SECOLI.


PER VIRTÙ D'INGEGNO MOLTIPLICATA SUA FORZA MOTRICE /

AVANZÒ LE SPERANZE DEGLI AVI.


MDCCCLXXVI [1876]》

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Un bel post sull'importanza dei pozzi e sulla fatica che costava scavarli (  https://www.facebook.com/293715641813/posts/10158906988736814/ ) , pubblicato alcuni giorni fa nella pagina Facebook 《La campagna appena ieri》, fa riflettere ancora una volta su quanto fosse tutt'altro che scontato avere l'acqua corrente nelle case come invece è possibile per noi oggi. 

E fa riflettere su quanto dobbiamo essere attenti a non sprecarla, soprattutto in quest'epoca di magra.


Bella anche, nello stesso post, la citazione del proverbio cinese: 《Chi prende l'acqua da un pozzo, non dovrebbe dimenticare chi l'ha scavato》.

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Ed ecco quindi che la costruzione di una grande e bella Fonte pubblica, alimentata da una condotta, con acqua fresca e potabile e relativi lavatoi e abbeveratoi (Fig. 3), era un grande evento per tutta la comunità, tanto da essere celebrata come una grande opera (e tale era) con tanto di iscrizione in epigrafe (Figg. 1-2).


Nel  caso specifico siamo a Barisciano, popoloso borgo di montagna del Contado aquilano, a circa 20 km a est-sud-est di L'Aquila capoluogo, e tra i maggiori Castelli fondatori della nostra città:

nel 1876, il Comune di Barisciano inaugurò questa bella fonte, detta Fonte Grande, un punto di riferimento fondamentale per la gran parte degli abitanti che, con le tradizionali conche dovevano uscire di casa per andare a prendere  l'acqua fresca, così come doveva essere fondamentale per agricoltori e allevatori.

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Ancora una volta la Storia, attraverso le sue testimonianze immateriali e materiali, ci indirizza nelle scelte del presente.

D'altra parte la parola 《monumento》, come lo è oggi la Fonte Grande, deriva dal latino monumentum (=ricordo, monumento), derivante a sua volta dal verbo monere (=ammonire, ricordare).


Mauro



lunedì 25 aprile 2022

QUEL MURALE A BARISCIANO: IL FILO CONTINUO DELLA STORIA

 

(Foto: Marta Vittorini, 2022)


QUEL MURALE A BARISCIANO: 

IL FILO CONTINUO DELLA STORIA


A Barisciano (L'Aquila), uno dei maggiori castelli del Contado aquilano fondatori della nostra Città, un capolavoro pittorico arricchisce la centrale Piazza del Mercato, in Via Vetulasio.

Si tratta di un murale opera dell'artista bariscianese Callisto Di Nardo, commissionato nel 2018 dalla locale associazione culturale 《Il Sito》.


Realizzato secondo la tecnica detta 《trompe-l’œil》 (=inganna l'occhio), consistente nella creazione di effetti tridimensionali, di profondità, quasi 《iperrealisti》 in certi casi.


Esprimo di seguito le mie personali impressioni ammirando questo splendido dipinto paesaggista e, a mio avviso, magnificamente 《iperrealista》.

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Barisciano (L'Aquila) -

🎨Che gradevole stupore osservare quel murale in Piazza del Mercato, nel cuore del borgo: 

è meravigliosamente inserito nel contesto.


🌤️ Una profondità ariosa che espande lo spazio fisico verso una spazialità pittorica notevole.

Stupendamente e armonicamente variegato nei colori, senza eccessi disturbanti nelle tonalità, né contrasti stridenti. 

Unisce tradizione e contemporaneità senza stacchi bruschi, esprimendo il concetto della Storia come filo continuo attraverso i tempi.


Le vedute tra le arcate si compenetrano, accomunate dallo sfondo unitario che sfuma verso una sorta di cenno metafisico nei volumi degli edifici accennati a sinistra. 


I personaggi stessi fanno da filo conduttore tra un'arcata e l'altra, e tra lo spazio dipinto e quello reale, in una narrazione continuativa: 

le signore che lavorano a maglia, le galline sul lastricato, il signore che suona l'organetto, il gatto placidamente adagiato sul muretto, il mandorlo fiorito, la cima del verde cipresso più in fondo, dietro alcuni edifici simbolo di Barisciano, tra i quali San Flaviano al centro con il robusto campanile.


Piccola curiosità. Un po' a sinistra del gatto si nota anche un piccolo 《inserto》 del muro reale, con la scritta 《ENEL》 che si camuffa bene tra il selciato dipinto dei gradoni della cordonata, integrando oggetto materiale e spazio figurato.


In primo piano la signora con la conca unisce la scena destra con quella centrale  aperta sull'ampia piazza con cordonata (una scalinata con gradoni bassi raccordati da un 《cordone》 in pietra). Il cane che si alza con le zampette sulla colonna collega fra loro l'arcata centrale, l'arcata sinistra e il selciato reale in porfido.


Poi lo sguardo avanza verso i campi  sulla sinistra, con il Corno Grande che campeggia  armonicamente sullo sfondo, immerso in un leggero sfumato atmosferico.


Un viaggio nel tempo e nel linguaggio figurativo, all'interno dello stesso spazio. 

La visione d'insieme è armonica e unitaria, con un'abile fusione di sfumature stilistiche che arrivano fino al bel 《naïf》dei campi, accanto al già citato 《metafisico》 delle case a sinistra, e al paesaggismo realista d'insieme.


Poi, sempre a sinistra, quel cenno quasi di 《street art》 metropolitana,  nel lembo sollevato che svela un muro a mattoni. Davanti ai mattoni, il cippo miliare della Claudia Nova che richiama l'antichità romano-italica del territorio e chiude questo circuito spazio-temporale, invitando lo sguardo a ripetere il giro.


Una spazialità così vera che viene voglia di passare tra quelle arcate, attraversando il muro fisico un po' come fosse l'ingresso al 《binario 9 ¾》 nella saga di Harry Potter. 🧙🏼‍♂️ 🧙🏻‍♀️

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Un'opera che mi entusiasma tanto! 👍🏻



Mauro

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Sulla personalità artistica di Callisto Di Nardo vedi, per esempio:

https://ilblogdeicinturelli.wordpress.com/2021/04/25/i-panorami-di-callisto-di-nardo-2/

(URL consultato in data 25/04/2022)



sabato 23 aprile 2022

LA 《NAVE DA GUERRA》 CHE GETTA ACQUA PER SPEGNERE IL FUOCO

(Fonte immagine a risoluzione originale:
https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Giardini_vaticani,_fontana_della_galea_02.JPG#mw-jump-to-license )

 

LA 《NAVE DA GUERRA》 CHE GETTA ACQUA PER SPEGNERE IL FUOCO


Da una fontana 《romana》, un messaggio universale e senza tempo.

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Bellica pontificum non fundit machina flammas,
sed dulcem belli qua perit ignis aquam
(=La macchina da guerra dei pontefici non getta fiamme,
ma dolce acqua con cui estingue il fuoco della guerra).

Con questo stupendo distico del 1644, il cardinale Maffeo Barberini presentava e celebrava la splendida 《Fontana della Galera》 con gli stupendi giochi d'acqua del suo vascello (una galera, o galea appunto).

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La 《Fontana della Galera》: dove una galea - nave da guerra del passato - getta l'acqua dalle sue cannoniere.


Nei Giardini Vaticani, tra le molte meraviglie, ve n'è infatti una che si chiama 《Fontana della Galera》 (o 《Galea》) .


📌 Nata come peschiera sotto il pontificato di papa Giulio III Ciocchi del Monte, venne massicciamente rielaborata nel primo Seicento sotto il pontificato di papa Paolo V Borghese. Il progetto prevedeva anche una galea in metallo che fu collocata nella vasca nel 1621, all'inizio del pontificato di papa Gregorio XV Ludovisi.
Da questa galea, la nuova fontana prese il nome con il quale è nota tutt'oggi, 《Fontana della Galera》 appunto.


📌 La versione odierna della Fontana è frutto di un ulteriore importante rifacimento architettonico risalente al pontificato di papa Pio VI Braschi, durante il quale, inglobando e integrando la struttura preesistente, fu realizzata l'odierna mostra (facciata) di gusto classico con al centro la statua-personificazione del fiume Po, legata alla leggenda delle Eliadi, raffigurata nella nicchia centrale. La vecchia galera venne sostituita con una nuova, realizzata sul modello di quella precedente.

Per questo, nella Fontana odierna la galera è sormontata dalle tre stelle Braschi, il casato del romagnolo papa Pio VI, collocate rispettivamente una su ciascuno dei tre alberi della nave.
Le tre stelle compaiono anche sugli architravi delle nicchie laterali.
Sotto l'arme, un'epigrafe ricorda il rifacimento realizzato durante il pontificato di Pio VI, specificando che la Fontana originale fu edificata su commissione di papa Paolo V.


Restaurata nel 2007-2011, questo capolavoro si esprime in tutto il suo splendore, con la meravigliosa galea che getta l'acqua sul fuoco della guerra.


Mauro

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Per approfondire nei dettagli la storia della Fontana si consiglia la lettura di questo estratto:
(URL consultato in data 23/04/2022)

Vedi anche:
(URL consultato in data 23/04/2022)


Sull'arme di papa Pio VI, vedi ad esempio:
(URL consultato in data 23/04/2022)

Cronotassi dei Papi:
(URL consultato in data 23/04/2022)



domenica 10 aprile 2022

GERNIKA - STORIA E MEMORIA IN UNA MEDAGLIA

 

Fig. 1. 《Gernika 1937-1987


Fig. 2. 《Bonbaketaren - 50 Urteurrena


Fig. 3. 《Gernika-Lumoko Udala


《GERNIKA - STORIA E MEMORIA IN UNA MEDAGLIA》


Un dono ricevuto da bambino, del quale, crescendo, ho compreso il pieno significato storico e simbolico.

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Un medaglione commemorativo per il 50° anniversario del bombardamento di Gernika (Guernica in lingua spagnola), avvenuto il 26/04/1937, durante la guerra civile spagnola.

Il bombardamento venne effettuato dall'aviazione tedesca (Luftwaffe), in appoggio alla fazione franchista, e distrusse in gran parte la cittadina dei Paesi Baschi. Si salvarono alcuni edifici, tra cui la Casa comunale, dal forte valore simbolico per la storia del Popolo basco.

Questo evento tragico colpì particolarmente in molti per la sua violenza, anche da un punto di vista emotivo, compreso il celebre Pablo Picasso che sull'onda emozionale realizzò in soli due mesi il suo 《Guernìca》, opera pittorica fortemente drammatica che immortalò l'accaduto, rendendo nota la cittadina basca in tutto il Mondo e divenendo una sorta di 《manifesto》 figurativo contro la violenza delle guerre.

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Su un lato del medaglione (Fig. 1) si vede una colomba in volo recante un ramoscello d'ulivo, tradizionale simbolo di Pace.

In basso si leggono il nome della cittadina, Gernika, e le date del bombardamento e del cinquantenario (1937-1987).


Dietro la colomba l'immagine è bipartita: 

- nella metà sinistra è raffigurato un palazzo distrutto dal bombardamento;

- nella metà destra si riconosce il Gernikako Arbola (l'Albero di Gernika), situato accanto alla Casa comunale, dietro al quale si intravede il portico neoclassico che si apre sul giardino.


L'Albero di Gernika ha un forte valore per le popolazioni biscagline poiché, fin dal XIV secolo, sotto di esso si riuniva l'assemblea generale dei sovrani di Biscaglia che vi prestavano giuramento (vedi anche《fueroshttps://www.treccani.it/enciclopedia/fueros/ ).

Si tratta di una quercia che dal Trecento in poi campeggia nel giardino della Batzarretxea (Casa dell'Assemblea). Oggi se ne vede il quinto esemplare, nato nel 2000 e piantato nel 2015. Del secondo esemplare, vissuto tra Settecento e Ottocento, rimane il grande tronco custodito accuratamente sotto un alto tempietto circolare neoclassico, situato nelle vicinanze.

In segno di continuità, la quercia odierna è 《figlia biologica》 della terzultima in ordine cronologico, poiché nata da una sua ghianda.

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Torniamo al medaglione commemorativo.

Sull'altro lato (Fig. 2) sono raffigurate due grandi foglie di quercia che richiamano appunto l'Albero-simbolo situato accanto alla Casa comunale (《Casa de Juntas》 in lingua spagnola).

In alto si leggono due parole in lingua basca:

-BONBAKETAREN (bombardamento);

-URTEURRENA (anniversario), preceduta dal numero 50.

Quindi: 《50° anniversario del bombardamento 》.

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Infine (Fig. 3), alla base del medaglione si legge:

GERNIKA-LUMOKO UDALA》, ossia 《Municipio di Gernika-Lumo》 (Guernica y Luno in lingua spagnola).

A destra è collocato uno stemma della cittadina, raffigurante al centro l'Albero di Gernika (Gernikako Arbola / Árbol de Gernika) e, sotto di esso, la denominazione municipale che abbiamo letto poc'anzi: 

Gernika-Lumoko Udala, appunto (Municipio di Gernika-Lumo).



Mauro

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Qualche spunto sitografico 

(URL consultati in data 10/04/2022):


https://www.barcelo.com/guia-turismo/it/spagna/bilbao/cosa-vedere/gernika-bombardamento-pace/


https://www.unadonnaconlavaligia.com/destinazioni/spagna/guernica-la-citta-santa-dei-baschi/


https://www.treccani.it/enciclopedia/guernica-y-luno


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gernikako_Arbola


https://www.treccani.it/enciclopedia/fueros/



sabato 2 aprile 2022

IL CHIASSETTO DEGLI ORTOLANI

Un particolare del Chiassetto degli Ortolani
(Foto: Mauro Rosati, 2017)


 


29 marzo 2017

Il《Chiassetto degli Ortolani》 (Quarto di San Giovanni).

Uno dei caratteristici chiassetti aquilani, tornato a vivere dopo i lavori di ricostruzione.


Il chiassetto si dirama da via degli Ortolani e, secondo alcune versioni, deve il suo nome alle abitazioni degli ortolani che lavoravano alla Rivera; ma forse anche perché questa è la via più diretta tra la Piazza del Mercato e gli orti della Rivera.


Il Chiassetto degli Ortolani comunica da un lato con Via Fontesecco e dall'altro - come accennato - prosegue in Via degli Ortolani, risalendo e costeggiando il Colle del Belvedere lungo un percorso di vie e vicoli che conduce fino in Piazza Duomo (Piazza del Mercato).


Oggi il chiassetto ospita da un lato una struttura ricettiva e dall'altro un (ben) "Rimediato" spazio teatrale e anche luogo di incontro per tante altre attività culturali.


Poco più avanti, percorrendo Via Fontesecco, attraverso l'omonimo e centrale quartiere residenziale, tra abitazioni e studi professionali, si giunge nella bellissima Piazza Fontesecco, caratterizzata su lato est da palazzi storici che dialogano con la caratteristica fontana dalla quale prendono il nome l'area e la sua via principale.

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Nota onomastica. I cittadini più maturi di età ricordano che gli abitanti del quartiere di Fontesecco chiamano questo chiassetto 《la ruella》, ossia 《la piccola rua》 in riferimento alla caratteristica del chiassetto, stretto e in leggera pendenza.

Il vocabolo 《rua》- variante di 《ruga》- ha etimologia in comune con il 《rue》 francese (e non solo).

La 《rua》 sta ad indicare sia un certo tipo di strada percorribile, con determinate caratteristiche, tipica soprattutto delle zone più antiche dei centri abitati, sia quegli spazi rettilinei molto stretti, tra un palazzo e l'altro, che venivano utilizzati come scoli per il deflusso delle acque sporche e piovane quando le città e i paesi non avevano sistemi fognari. Nelle rue, inoltre, si trovano spesso anche degli archetti di contrasto che fungevano da 《controventamenti》 antisismici tra un palazzo e l'altro.


Mauro