domenica 31 marzo 2019

Foto della Domenica - L'arco Ardinghelli




Arte, Architettura, Vedute - Art, Architecture, Views
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Buona Domenica da L'Aquila!
Have a nice Sunday! Greetings from L'Aquila!

Piazza Santa Maria Paganica, veduta dell'Arco Ardinghelli nel tardo pomeriggio! Più indietro via Ardinghelli che incrocia Corso Giuseppe Garibaldi e prosegue con via della Genca!
Sullo sfondo, le montagne a nord della Città!

Piazza Santa Maria Paganica, a view of the "Arco Ardinghelli" in the late afternoon! Beyond the arch, you can see "via Ardinghelli" which crosses Corso Giuseppe Garibaldi and then, "via della Genca"!
In the background, the mountains north of the town!

(Ph.: Mauro Rosati, 2019)

Mauro Rosati

domenica 24 marzo 2019

Foto della Domenica - Piazza del Duomo nell'«ora blu»


Arte, Architettura, Veduta, Piazza, Socialità - Art, Architecture, View, Square, Sociability
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Buona Domenica da L'Aquila!
Have a nice Sunday! Greetings from L'Aquila!

Piazza del Duomo (Piazza del Mercato) nell'«ora blu»! 
Veduta da «pie' di Piazza», uscendo da via Sassa! Sulla piazza illuminata e animata dalla gente, si staglia meravigliosa la chiesa di Santa Maria del Suffragio (comunemente nota come «Chiesa delle Anime Sante»)!
VISITA L'AQUILA! CONOSCI L'AQUILA!


"Piazza del Duomo" (Market Square) in the «Blu Hour»! 
Walking up from via Sassa, a view from the lower part of the square (commonly known as «piè di Piazza»)! On the square lighted up and animates by people, the church of "Santa Maria del Suffragio" stands out marvelously!
VISIT L'AQUILA! EXPERIENCE L'AQUILA!

(Ph.: Mauro Rosati, 2019)

Mauro Rosati

giovedì 21 marzo 2019

La Città dell'Aquila su Linea Verde


Sabato 23 marzo 2019, ore 12,20, su Rai Uno!

«Linea Verde life», puntata dedicata a L'Aquila, nel Decennale del terremoto! «Si racconterà L'Aquila nelle sue vesti di eccellenza»: tecniche di ricostruzione, il Palazzo dell'Emiciclo, lo «Smart Tunnel», il Teatro Comunale, il Palazzo Margherita e la Torre Civica!
VISITA L'AQUILA! CONOSCI L'AQUILA!


March the 23rd, 2019 at 12,20, on "Rai Uno"!

«Linea Verde life», broadcast dedicated to L'Aquila, in the tenth anniversary of the earthquake! The excellences of L'Aquila will ve told: reconstruction techniques, "Palazzo dell'Emiclo", the «Smart Tunnel», the building of Municipal Theather, the building work on "Palazzo Margherita" and the Civic Tower!
VISIT L'AQUILA! EXPERIENCE L'AQUILA!

mercoledì 20 marzo 2019

«Plenilunium» - Notturno aquilano

20 marzo 2019
«Plenilunium»! Notturno aquilano!
Sembra giorno ma non è ;-) : una serie di foto alla luna piena, senza pretese artistiche ma giocando con esposizioni diverse! 
In alcune di esse la luce della Luna rende l'effetto del cielo diurno!

Mauro Rosati


Esposizione: ISO 800
(Foto: Mauro Rosati)

Modalità HDR
(Foto: Mauro Rosati)

Modalità HDR
(Foto: Mauro Rosati)

Con vista sui palazzi a nord delle Mura!
Modalità Notturna
(Foto: Mauro Rosati)


Modalità Notturna
(Foto: Mauro Rosati)

domenica 17 marzo 2019

Foto della Domenica - Via Adamo da Rottweil


Arte, Architettura, Ricostruzione, Restauro - Art, Architecture, Reconstruction, Restoration
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Buona Domenica da L'Aquila!
Have a nice Sunday! Greetings from L'Aquila!

Risalendo lungo via Adamo da Rottweil (Adam Burkardt); una stupenda casa fresca di restauro!

Walking through via "Adamo da Rottweil" (Adam Burkardt);  a beautiful restored house!
(Ph.: Mauro Rosati, 2017)

Mauro Rosati

mercoledì 13 marzo 2019

LA «SAPIENZA» DEI BORGHI (CITTÀ E PAESI)

LA SAPIENZA DEI BORGHI (CITTÀ E PAESI)
(3° aggiornamento; articolo pubblicato sulla stampa locale aquilana nel mese di marzo 2019)


Il disegno sapiente delle vie, dettato da esperienza, senso pratico e anche valori simbolici e gerarchici.
La chiesa-madre (o la Cattedrale in città) in posizione dominante, per altitudine o per centralità. 
Due gruppi di case (o due gruppi di palazzi) che inquadrano «a cannocchiale» una veduta particolare: per esempio una chiesa, una torre, una piazza, un palazzo monumentale.
Le strade che assecondano la forma del terreno: un monte, un colle, una costa, un piano rialzato al riparo da un fiume. Strade ad anelli concentrici, ad ellissi, oppure strade perpendicolari e perfettamente «incrociate» fra loro; mai per caso però. Strade apparentemente «storte»; volutamente «storte», invece, per assecondare una certa direzione dei venti o del sole; il riparo «da tramontana» e così via. 
I tetti «a spiovente», e non a terrazzo, per resistere meglio a pioggia e neve, mai per caso però.
Più in generale: un mosaico organizzato di piazze, piazzette, case, orti (orti urbani in città), aie e fontanili (o fontane). Un equilibrio di pieni e di vuoti, studiato e non casuale.

Questo sono i borghi storici, innanzitutto! E questo sono i centri storici in generale, nei paesi e nelle città!

Per questo è importantissimo recuperare e preservare i disegni e le volumetrie originali quando si riparano o si ricostruiscono i borghi; per questo è importantissimo rispettare i materiali e i colori locali, i colori naturali di un territorio. Per questo è importantissimo rispettare la forma e le dimensioni delle vie storiche (vicoli, archi, e simili); rispettare la «maglia urbana», che non è nata per caso ma per precise esigenze di adattamento, frutto di un ragionamento più o meno consapevole.

Le strutture dei borghi (città comprese) testimoniano la sapienza tecnica e pratica dei nostri antenati (contadini, allevatori, pescatori, o altro che fossero); scelte mai casuali ma sempre dettate da una profonda conoscenza del territorio e del contesto ambientale. Una capacità di analisi acquisita grazie a quel sapere pratico che si imparava «sul campo», nel rapporto quotidiano con l'ambiente circostante.
Una sapienza e una capacità di dialogo con il territorio che la nostra società ha perso, soprattutto nel Secondo Dopoguerra, a seguito di una certa omologazione edilizia. Un'omologazione edilizia che è nata dall'introduzione di nuovi materiali da costruzione (ad esempio il cemento armato) e a seguito dei cambiamenti socio-economici del nostro Paese durante l'«esplosione» industriale e demografica del XX secolo.
La nostra società, che da agricola è diventata prevalentemente industriale e terziaria, ha perso quel rapporto diretto e quotidiano con l'ambiente naturale in cui vive e quindi ha dimenticato anche quella memoria di conoscenze pratiche che portavano a costruire in certi modi e in certi posti ma sempre in maniera «ragionata».

Oggi pertanto abbiamo il dovere di salvare e/o ricostruire i nostri borghi, unendo le nostre conoscenze tecnologiche alla sapienza dei nostri nonni, rinnovando la sostanza ma rispettando la tradizione locale. Non deve guidarci la presunzione di cancellare il passato perché ci riteniamo migliori di chi ci ha preceduto; ci devono invece guidare l'umiltà e l'intelligenza di saper recuperare le conoscenze pratiche del nostro passato, migliorandole grazie alle nostre nuove conoscenze. Insomma il meglio di ieri con il meglio di oggi!
Essere «moderni» non significa rinnegare il passato ma vuol dire farne tesoro migliorandolo lì dove è necessario; se serve, fare «piccoli innesti e piccole potature» lì dove è necessario, ma evitando i «disboscamenti».

Il concetto di «centro storico» (borghi e città) è diventato forte proprio nell'ultimo secolo, quando la «globalizzazione» dei modi di costruire ha interrotto secoli di tradizioni locali, diverse da un paese all'altro, da una città all'altra. Ecco perché, a differenza del passato, il «centro storico» (di una città o di un paese) è diventato qualcosa da proteggere e recuperare gelosamente: proprio perché rappresenta un modo di costruire (materiali, tecniche, colori) e un modo di pensare che oggi non sono più in uso. Per questo non possiamo fare paragoni con il passato: il concetto di «centro storico», molto «recente», ha creato una zona alla quale bisogna avvicinarsi «chirurgicamente», con il massimo rispetto e con la massima attenzione; una zona da considerare non solo per i singoli edifici vincolati, ma come un insieme completo di case e di strade, di edifici «minori» e di edifici monumentali, che soltanto se conservati insieme ci danno un'immagine completa di una città o di un paese. Anche, e soprattutto, se quel centro storico è da riparare o da ricostruire; città o borgo che sia.

E allora: salviamo gli orti urbani e riqualifichiamoli; salviamo le aie dei nostri borghi in modo che anche i bambini di oggi e di domani vi possano tornare a giocare, come facevano i loro nonni e i loro bisnonni (nelle aie si faceva anche questo, oltre ovviamente alle attività agricole). E lì dove gli orti non sono più coltivati, salviamo quegli spazi «vuoti» e ridiamogli nuova vita come piccoli giardini, ma sempre lasciandoli liberi.

Insomma, riallacciamo quei fili tra la nostra società e quella dei nostri nonni e bisnonni! Soltanto così potremo definirci veramente «moderni»!

Mauro Rosati
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Di seguito propongo una galleria di immagini che evidenziano la persistenza dei nuclei più antichi tra le case e le vie dei borghi! La galleria verrà aggiornata costantemente sempre sotto questo articolo!
Restate sintonizzati! :-)

Esempio n. 1: Coppito (L'Aquila); dall'immagine aerea è facilmente riconoscibile il disegno del nucleo più antico, la «rocca» (o castello) del borgo. Le case intorno seguono la linea di una probabile cinta muraria più antica; la via principale circoscrive ad anello tutto il poggio e si allaccia alle vie «ritte» del nucleo centrale. La parte più alta finisce su uno sperone di roccia, difficilmente espugnabile, che affaccia verso il fiume Aterno, dal lato della piccola chiesa di Madonna della Neve.
A sinistra, fuori dall'immagine, si estende l'espansione orto-novecentesca, più in piano ma sempre secondo un criterio di «difesa» rispetto agli straripamenti del fiume, lontano dalle terre coltivabili e in continuità con la «rocca»!


Esempio n. 2: Pagliare di Sassa (L'Aquila); il toponimo «pagliare» è ricorrente in molti centri abitati di origine rurale ed è testimone linguistico del passato agricolo della nostra società. In questo caso ci  troviamo di fronte a un borgo non difensivo ma adeguato (funzionale) a un'economia fortemente rurale; anche in questo caso però vediamo che il centro abitato è ben distinguibile e si "aggrappa" al colle salendo con "dolcezza" e costanza verso la parte più alta. L'andamento sinuoso dei gruppi di case e delle strade, asseconda in maniera sapiente il dislivello altimetrico. Il borgo si posiziona in modo da lasciare liberi i terreni coltivabili e in modo da essere saggiamente al riparo dai corsi d'acqua che corrono più a valle.


Esempio n. 3: Preturo (L'Aquila). Nell'immagine è ben visibile l'abitato più antico, la parte più arroccata, oggi identificata come «parte alta» del paese.
Anche in questo caso gli aggregati di case sono ben distinguibili secondo una logica legata alla conformazione del terreno, alle pendici del monte; l'abitato è attraversato da due vie principali che si incrociano in una piazza formando approssimativamente una «croce di Sant'Andrea». Uno dei due rami porta da un lato (verso l'alto) alla chiesa della Madonnella di Preturo mentre dal lato opposto si giunge alla chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, situata più a valle rispetto alla "rocca" del borgo.
Preturo è riparato "a Tramontana" dal versante del monte ed è abbastanza in alto rispetto alla piana agricola sottostante.


Esempio n. 4: Colle di Preturo (L'Aquila). L'abitato del borgo è ben distinguibile, caratterizzato da aggregati compatti ben raccolti, disposti in costa fino allo "svettamento" sul colle, da cui il nome del borgo, "seduto" tra due crinali della montagna che lo pongono in posizione riparata nonostante sia esposto a nord-nord-est. Il paese è attraversato da una strada principale (strada maestra) che attraversa il borgo assecondando l'andamento del pendio. 
Il borgo è sufficientemente in quota rispetto alla piana sottostante, sia per antichi motivi difensivi sia per la tutela dei terreni agricoli in piano, risorsa fondamentale in ogni epoca e soprattutto in un'economia agro-pastorale.


Esempio n. 5: Cese di Preturo (L'Aquila). Il borgo storico è disposto linearmente, "in costa", alla base del monte e lungo un'antica via "di costa" che porta da Preturo a Scoppito.
La conformazione è simile a quella di molti aggregati rurali vicino a terreni coltivabili e allo stesso tempo lungo le locali vie di comunicazione.
Il toponimo «Cese» molto diffuso nella toponomastica dell'Italia centrale e centro-meridionale, può indicare una località adibita al taglio del bosco, anche al taglio di porzioni di bosco da destinare all'agricoltura, o ancora, per estensione, può indicare le siepi di recinzione che separavano i singoli poderi agricoli.
Il borgo di Cese di Preturo si presenta riparato "a Tramontana".


domenica 10 marzo 2019

Foto della Domenica - Ricostruzione in via Bazzano



Arte, Architettura, Cantieri, Ricostruzione, Restauro - Art, Architecture, Building sites, Reconstruction, Restoration
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Buona Domenica da L'Aquila!
Have a nice Sunday! Greetings from L'Aquila!

Via Bazzano, cantiere in via di completamento! Dal balcone al piano nobile di Palazzo Manieri, veduta verso il rinato Palazzo Jacobucci (lato nord)!
Più indietro, un'elegante loggia fa capolino dal tetto di un altro palazzo appena ricostruito!
(In occasione di «I Cantieri della Cultura», ottobre 2018)

Via Bazzano, restoration site near completion!
View on the reborn "Palazzo Jacobucci" (north side) from the balcony at the main floor of "Palazzo Manieri"!
In the background, an elegant loggia peeks out from the roof of another recently restored building!
(In occasion of the «I Cantieri della Cultura», October 2018)

Mauro Rosati

domenica 3 marzo 2019

Foto della Domenica - L'organo settecentesco di San Bernardino



Arte, Architettura, Scultura, Tecnologia, Musica, Organo - Art, Architecture, Sculpture, Technology, Music, Organ
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Buona Domenica da L'Aquila!
Have a nice Sunday! Greetings from L'Aquila!

Basilica di San Bernardino da Siena, navata centrale! Veduta pomeridiana dell'organo monumentale settecentesco durante una lezione itinerante del M° Luciano Bologna, organista aquilano! (Giornate Europee del Patrimonio 2018)
INFO: l'organo (1726) è opera di Feliciano Fedeli da Camerino (autore) e di Ferdinando Mosca da Pescocostanzo (castello ligneo monumentale)! (Fonte: L. Bologna, «Gli organi storici della Città dell'Aquila»)


"San Bernardino da Siena" Basilica, central nave! Afternoon view of the eighteenth-century monumental organ, during an itinerant lesson by Maestro Luciano Bologna, organist of L'Aquila! (European Heritage Days 2018)
INFO: the organ (1726) has been made by Feliciano Fedeli from Camerino (author) and by Ferdinando Mosca from Pescocostanzo (monumental wooden structure)! (Source: L. Bologna, «Gli organi storici della Città dell'Aquila»)!


Mauro Rosati